- Qual è l’architetto noto che apprezza e perché?
- Qual è l’architetto non noto che apprezza e perché?
Qui l’articolo introduttivo
Correnti di Architettura di Joystar
Mi scuso per il ritardo con cui rispondo, ma in questo ultimo periodo la “vita reale” ha avuto decisamente la meglio su quella “virtuale” (ammesso poi che vi sia qualche differenza tra le due) e quindi sui miei blog e sulla altre attività che svolgo in rete in generale, tranne ovviamente quelle che fanno parte del mio lavoro attuale (che sono webmaster e webdesigner in primis).
Comunque veniamo dritti al punto. Le risposte sono esattamente quelle che scrissi due anni fa. Ho preferito non modificarle se non in qualche piccola parte a livello di forma. Inizio con la prima:
L’architetto noto che preferisco (o preferivo?)? Diciamo che negli ultimi anni, tra i molti nomi della scena internazionale per i quali ho una marcata simpatia, Santiago Calatrava era uno di quelli che più apprezzavo. Non solo per il suo particolare gusto compositivo e di design, anche se è uno degli aspetti a cui normalmente si da il maggior rilievo, ma soprattutto per la sua continua ricerca nel campo strutturale. L’unione della qualità come designer con quella statico-strutturale mi sembrava un mix che dava completezza alla figura del progettista. Ho fatto il nome di Calatrava per motivi legati al bisogno di una risposta concreta e formale, ma oggi non so davvero se riesco ad avere “un architetto del cuore” modello teenager. Le motivazioni che ho scritto le reputavo e le reputo ancora importanti, però, forse sarà l’età, ma ultimamente tendo più a guardare l’opera che l’architetto e valutarlo in base ad essa chiudendo la sua valutazione solo in quello specifico aspetto. Consideriamo che oggi stanno iniziando ad andare più di moda i gruppi/team di architetti (quelli che mettono il segno "+" dappertutto) che non più il singolo "archistar" e se la tendenza dovesse continuare potremmo davvero ritrovarci a non sapere mentre guardiamo un edificio quali parti sono attribuibili a quel membro del team e quali a quell’altro.
E da qui arrivo alla seconda domanda: qual è l’architetto meno noto che apprezzo? Difficile, almeno per me, dare una risposta, forse tanti e nessuno. Nel senso che conosco parecchi professionisti che meritano ma qui l’importanza dell’edificio costruito rispetto al nome del progettista diventa, a mio parere, maggiormente predominante. Normalmente infatti non mi capita di cercare un professionista poco noto, appositamente per vedere se ha progettato qualcosa di alto livello, ma casualmente mi capita di osservare diversi progetti, magari sfogliando qualche rivista, e dire “ma chi l’ha progettata?... ah Tizio! Mai sentito prima, però bravo!”. Poi magari quel nome dopo torna nell’ombra e nessuno se ne occupa più (o magari diventa famosissimo ma i suoi progetti decadono miseramente come qualità). Questa a grandi linee la mia risposta informale (o "non-risposta"). Certo tornassimo indietro di 10 anni magari farei il nome di Giovanni Vaccarini; al tempo era poco noto e mi piaceva la sua freschezza compositiva, iniziava a portare in Italia un modello progettuale e un modo di vedere che, anche nelle università italiane, era poco o per nulla insegnato (ovviamente non era l'unico). Oggi credo che rientri di diritto tra quelli noti quindi direi che è un nome non spendibile e mi lascia a terra come nomi poco noti.
Mi chiedo mentre scrivo “ma quand’è che un architetto diventa noto? Quando ha un suo progetto, realizzato, pubblicato su una rivista? O quando se ne parla “nell’ambiente”? (e allora torneremmo comunque alle riviste). Oppure, ancora, quando addirittura fanno studiare una sua opera all’università?”, perché spesso non riesco a trovare il confine esatto tra "noti" e "non-noti".
Se mi si permette un piccolo suggerimento forse le prossime ricerche “OLTRE IL SENSO DEL LUOGO” potrebbero concentrarsi sulle opere e i luoghi vengono realizzate. Non so… magari con delle domande tipo: “Qual è l’opera di architettura nota, che apprezzi e perché?” Senza togliere nulla al progettista si intende ma solo per osservare se magari vengano fuori idee nuove di progettisti nuovi. Progettisti che sono andati “oltre” ma magari lo hanno fatto una volta sola.
Lo so sono risposte un po' "fuori dalle righe", e forse e per quello che poi alla fine non le inviai tempo fa. Spero che contribuiscano a dare qualche spunto in più alla sua ottima ricerca.
Mi scuso per il ritardo con cui rispondo, ma in questo ultimo periodo la “vita reale” ha avuto decisamente la meglio su quella “virtuale” (ammesso poi che vi sia qualche differenza tra le due) e quindi sui miei blog e sulla altre attività che svolgo in rete in generale, tranne ovviamente quelle che fanno parte del mio lavoro attuale (che sono webmaster e webdesigner in primis).
Comunque veniamo dritti al punto. Le risposte sono esattamente quelle che scrissi due anni fa. Ho preferito non modificarle se non in qualche piccola parte a livello di forma. Inizio con la prima:
L’architetto noto che preferisco (o preferivo?)? Diciamo che negli ultimi anni, tra i molti nomi della scena internazionale per i quali ho una marcata simpatia, Santiago Calatrava era uno di quelli che più apprezzavo. Non solo per il suo particolare gusto compositivo e di design, anche se è uno degli aspetti a cui normalmente si da il maggior rilievo, ma soprattutto per la sua continua ricerca nel campo strutturale. L’unione della qualità come designer con quella statico-strutturale mi sembrava un mix che dava completezza alla figura del progettista. Ho fatto il nome di Calatrava per motivi legati al bisogno di una risposta concreta e formale, ma oggi non so davvero se riesco ad avere “un architetto del cuore” modello teenager. Le motivazioni che ho scritto le reputavo e le reputo ancora importanti, però, forse sarà l’età, ma ultimamente tendo più a guardare l’opera che l’architetto e valutarlo in base ad essa chiudendo la sua valutazione solo in quello specifico aspetto. Consideriamo che oggi stanno iniziando ad andare più di moda i gruppi/team di architetti (quelli che mettono il segno "+" dappertutto) che non più il singolo "archistar" e se la tendenza dovesse continuare potremmo davvero ritrovarci a non sapere mentre guardiamo un edificio quali parti sono attribuibili a quel membro del team e quali a quell’altro.
E da qui arrivo alla seconda domanda: qual è l’architetto meno noto che apprezzo? Difficile, almeno per me, dare una risposta, forse tanti e nessuno. Nel senso che conosco parecchi professionisti che meritano ma qui l’importanza dell’edificio costruito rispetto al nome del progettista diventa, a mio parere, maggiormente predominante. Normalmente infatti non mi capita di cercare un professionista poco noto, appositamente per vedere se ha progettato qualcosa di alto livello, ma casualmente mi capita di osservare diversi progetti, magari sfogliando qualche rivista, e dire “ma chi l’ha progettata?... ah Tizio! Mai sentito prima, però bravo!”. Poi magari quel nome dopo torna nell’ombra e nessuno se ne occupa più (o magari diventa famosissimo ma i suoi progetti decadono miseramente come qualità). Questa a grandi linee la mia risposta informale (o "non-risposta"). Certo tornassimo indietro di 10 anni magari farei il nome di Giovanni Vaccarini; al tempo era poco noto e mi piaceva la sua freschezza compositiva, iniziava a portare in Italia un modello progettuale e un modo di vedere che, anche nelle università italiane, era poco o per nulla insegnato (ovviamente non era l'unico). Oggi credo che rientri di diritto tra quelli noti quindi direi che è un nome non spendibile e mi lascia a terra come nomi poco noti.
Mi chiedo mentre scrivo “ma quand’è che un architetto diventa noto? Quando ha un suo progetto, realizzato, pubblicato su una rivista? O quando se ne parla “nell’ambiente”? (e allora torneremmo comunque alle riviste). Oppure, ancora, quando addirittura fanno studiare una sua opera all’università?”, perché spesso non riesco a trovare il confine esatto tra "noti" e "non-noti".
Se mi si permette un piccolo suggerimento forse le prossime ricerche “OLTRE IL SENSO DEL LUOGO” potrebbero concentrarsi sulle opere e i luoghi vengono realizzate. Non so… magari con delle domande tipo: “Qual è l’opera di architettura nota, che apprezzi e perché?” Senza togliere nulla al progettista si intende ma solo per osservare se magari vengano fuori idee nuove di progettisti nuovi. Progettisti che sono andati “oltre” ma magari lo hanno fatto una volta sola.
Lo so sono risposte un po' "fuori dalle righe", e forse e per quello che poi alla fine non le inviai tempo fa. Spero che contribuiscano a dare qualche spunto in più alla sua ottima ricerca.
Intersezioni --->OLTRE IL SENSO DEL LUOGO
Come usare WA --------------------------------------------- -------------------Cos'è WA
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L'indice dell'inchiesta:
Prologo: Maledetti imbianchini
Gli interventi:
Prologo: Maledetti imbianchini
Gli interventi:
- 3XN [1]
- Aadrl [1]
- Abcarius & Burns [1]
- AKT (Adams Kara Taylor) [1]
- Alberti, Emilio [1]
- Alles Wird Gut [1]
- Altro Modo [1]
- Altro_studio (Anna Rita Emili) [1]
- Amatori, Mirko [1]
- Antòn Garcìa-Abril & Ensamble Studio [1]
- Aragona, Guido [1]
- Aravena, Alejandro [1]
- Archingegno [1]
- Architecture&Vision [1]
- Architecture for Humanity (Cameron Sinclair) [1]
- Archi-Tectonics [1]
- Asymptote Architects [1]; [2]
- Atelier Bow Wow [1]
- Ban, Shigeru [1]
- Barozzi-Veiga [1]
- Baukuh [1]
- Baumschlager & Eberle [1]
- Blogger donne (Lacuocarossa, Romins, Zaha, LinaBo, Denise e tante altre) [1]; [2]
- Bollinger+Grohmann [1]
- BM [1]
- C&P (Luca Cuzzolin e Pedrina Elena) [1]
- C+S (Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini) [1]
- Calatrava, Santiago [1]; [2]; [3]; [4]
- Campo Baeza, Alberto [1]
- Carta, Maurizio [1]
- CASE (David Fano) [1]
- Catalano, Claudio [1]
- Cirugeda, Santiago [1]
- Clément, Gilles [1]
- Cogliandro, Antonino [1]
- Contemporary Architectural Practice - Ali Rahim [1]
- Contin, Giulio [1]
- Coppola, Dario [1]
- Cosenza, Roberto [1]
- Critical garden [1]
- Cucinella, Mario [1]; [2]; [3]
- Dal Toso, Francesco [1]
- De Carlo, Giancarlo [1]
- Decq, Odile [1]
- Design Institute Cinesi [1]
- Diffuse, Luca [1]; [2]
- Diller Scofidio+Renfro [1]; [2]
- Dogma [1]
- Douglis, Evan [1]
- Duminuco, Enzo [1]
- Eifler, John [1]
- Eisenman, Peter [1]; [2]
- Elastik (Igor Kebel) [1]
- EMBT | Enric Miralles - Benedetta Tagliabue | Arquitectes associats [1]; [2]
- Emergent Architecture (Tom Wiscombe) [1]
- Ferrater, Carlos [1]
- Florio, Riccardo [1]
- FOA [1]
- Galantino, Mauro [1]
- Garzotto, Andrea [1]
- Gehl Architects [1]
- Gehry, Frank Owen [1]; [2]
- Gelmini, Gianluca [1]
- Grasso Cannizzo, Maria Giuseppina [1]; [2]
- Graziano, Andrea [1]; [2]
- Graypants (Seth Grizzle e Jon Junker) [1]
- Gregotti, Vittorio [1]
- Guidacci, Raimondo [1]
- Hadid, Zaha [1]; [2]; [3]: [4]
- Hensel, Michael [1]
- Herzog & De Meuron [1]; [2]
- Holl, Steven [1]
- Hosoya Schaefer architects [1]
- Ingels, Bjarke [1]
- Ishigami, Junya [1]
- Kahn, Louis [1]
- Kakehi, Takuma [1]
- Knowcoo Design Group [1]
- Kokkugia [1]
- Koolhaas, Rem [1]; [2]; [3]
- Kudless, Andrew [1]
- Kuma, Kengo [1]; [2]
- Lacaton e Vassal [1]
- Lancio, Franco [1]
- Libeskind, Daniel [1]
- Le Corbusier [1]
- Lomonte, Ciro [1]
- Lynn, Greg [1]
- MAB [1]
- Made In [1]
- Mau, Bruce [1]
- MECANOO [1]
- Melograni, Carlo [1]
- Menges, Achim [1]
- Moodmaker [1]
- Morphosis [1]
- Munari, Bruno [1]
- Murcutt, Glenn [1]; [2]
- MVRDV [1]
- Najle, Ciro [1]
- Njiric, Hrvoje [1]
- Notarangelo, Stefano [1]
- Nouvel, Jean [1]
- Ofis [1]
- Oosterhuis, Kas [1]
- Oplà+ [1]
- Oxman, Neri [1]
- Palermo, Giovanni [1]
- Pamìo, Roberto [1]
- Parito, Giuseppe [1]
- Park, Sangwook [1]
- Piano, Renzo [1]; [2]; [3]; [4]; [5]; [6]
- Piovene, Giovanni [1]
- Pellegrini, Pietro Carlo [1]
- Pizzigoni, Pino [1]
- Porphyrios, Demetri [1]
- R&Sie(n) (Francois Roche) [1]; [2]; [3]; [4]
- RARE office [1]
- Raumlabor [1]
- Rogers, Richard [1]
- Ruffi, Lapo [1]
- Salmona, Rogelio [1]
- SANAA (Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa) [1]; [2]; [3]; [4]
- Sandbox [1]
- Sanei Hopkins [1]
- Sauer, Louis [1]
- Schuwerk, Klaus [1]
- Servino, Beniamino [1]
- Siza, Alvaro [1]; [2]; [3]; [4]; [5];[6]
- Soleri, Paolo [1]
- SOM [1]
- Sottsass, Ettore [1]
- Souto de Moura, Eduardo [1]; [2]; [3]
- Spacelab Architects (Luca Silenzi e Zoè Chantall Monterubbiano) [1]
- SPAN (Matias Del Campo+Sandra Manninger) [1]
- Spuybroek, Lars [1]
- Studio Albanese [1]
- Studio Albori [1]
- Studio Balbo [1]
- StudioMODE + MODELab [1]
- Supermanoeuvre [1]
- Tecla Architettura [1]
- Tepedino, Massimo [1]
- Terragni, Giuseppe [1]
- Tscholl, Werner [1]
- Tschumi, Bernard [1]
- Uap Studio [1]
- Uda [1]
- UN Studio (Ben Van Berkel) [1]; [2]
- Vanelli, Nildo [1]
- Vanucci, Marco (Open System) [1]
- Verdelli, Roberto [1]
- Vulcanica Architettura [1]
- Wiscombe, Tom [1]
- Zoelly, Pierre [1]
- Zordan, Filippo [1]
- Zucca, Maurizio [1]
- Zucchi, Cino [1]
- Zumthor, Peter [1]; [2]; [3]; [4]; [5]; [6]
Epilogo: Il massimo di diversità nel minimo spazio
Note conclusive sull'inchiesta:
Note conclusive sull'inchiesta:
- Il codice delle micrologie di Matteo Seraceni
- Architettura POP degli OPLA+
- Perché non eliminare il termine e spiegare il concetto? di Alberto Pugnale
- Commento a “oltre il senso del luogo” di Emanuele Papa
- In medium stat virtus (la virtù è nel medium) di Rossella Ferorelli
- Si preferisce 'chi non fa il filosofo' di Francesco Alois
- Per la città partecipata di Giovanni Mendola
- Off topic 'Città come stati d'animo' di Nicola Perchiazzi
- Oltre il senso degli architetti (le suocere)
- Note a margine di Paolo Valente
- Errata Corrige di Nicola Montuschi
Joystar,
RispondiEliminaOltre il senso del luogo è un’indagine ‘inclusiva’ che gioca sul delicato tema della nostra epoca noto non noto, star non star, mi piace non mi piace, pop non pop.
M’interessavano le motivazioni delle scelte più che le scelte.
M’interessava capire la nostra cultura oltre il senso dei nostri luoghi.
Grazie dei consigli.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
Molto illuminante il commento, condivido tantissimo il "M’interessavano le motivazioni delle scelte più che le scelte.
RispondiEliminaM’interessava capire la nostra cultura oltre il senso dei nostri luoghi." e confesso che a me interessano ancora. Ragion per cui mi sono messo in priorità di leggermi "tutti" gli interventi che formano "Oltre il senso del luogo". Come detto precedentemente, imho, è un tipo di ricerca che difficilmente si potrà chiudere in modo definitivo... ma tenderà, anche se leggermente e gradualmente, ad evolvere.
Joystar,
RispondiEliminapenso proprio di sì magari attraverso altre sinergie provenienti dai blog di architettura che stendono a crescere limitandosi spesso all’autoreferenzialità o a urletti da’ incazzati in pigiama’ (cito Perniola).
Saluti,
Salvatore