3 settembre 2009

0035 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Played in Italy di Mario Gerosa

Salvatore D’Agostino:
  • Qual è l’architetto noto che apprezzi e perché?
  • Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?
Qui l’articolo introduttivo



Played in Italy di Mario Gerosa

Architetto noto: Rem Koolhaas, per il suo approccio anticonvenzionale all'architettura.

Architetto non (ancora) noto: Filippo Zordan, un giovane molto attento alle tematiche del virtuale.

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1 commento:

  1. Mario,
    rovistando su internet nelle teche rai ho trovato questo video http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-655dd8c3-9876-467b-8c02-b0050fe4f72a.html?p=0
    Un’intervista fatta a Italo Calvino in cui non riconosco l’intervistatore e il programma.
    Allo scrittore gli viene posta questa domanda: «Il rapporto tra padri e figli come potrà cambiare, cambierà?»
    Italo Calvino risponde: «Bisogna vedere che padri saranno.
    Io credo che continuerà questa crisi di discontinuità tra le generazioni.
    I padri sono sempre più insicuri su quello che devono insegnare o insegnano delle cose che praticamente non servono».
    Purtroppo ho trovato solo questa fonte, ovviamente fallace: Millepagine on demand, Calvino e le età dell'uomo, andato in onda il: 30/09/2008.
    Calvino è morto nel 1985 agli inizi dell’era digitale, ma lucidamente riesce a spiegare il nostro tempo.

    Io credo che il tuo lavoro si muove su questa sottile contrapposizione evitando i retorici filtri generazionali, s’interroga sui nuovi luoghi che in parallelo o meglio in sincronica estensione abitiamo.
    Alcune tue idee/lavori sono innovativi:

    * Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio architettonico virtuale;
    * Gli utenti come committenti;
    * Rinascimento virtuale;
    * Antologia della webletteratura italiana.

    Cerchi d’insegnare delle cose che servono alle nuove generazioni e non solo.

    Ritornando alle tue scelte:
    il primo nome che hai fatto, è, a mio avviso, l’autore più citato e poco conosciuto nella storia dell’architettura. Le sue invenzione di parole vengono trasformate dalla critica con parole tasca che contengono tutto e il suo contrario scadendo spesso nei luoghi comuni.
    Credo anch’io che il suo approccio critico sia notevole ovviamente va contestualizzato, il suo linguaggio è volutamente globale.

    Di Filippo Zordan avremo modo di parlarne nel prosieguo di quest’inchiesta.

    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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