3 agosto 2009

0015 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Nixiland di Nicoletta Carbotti

Salvatore D’Agostino:
  • Qual è l’architetto noto che apprezzi e perché?
  • Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?

Qui l’articolo introduttivo


Nixiland di Nicoletta Carbotti

La risposte potrebbero essere diverse: strizzo l’occhio ad Herzog e De Meuron ma adoro Odile Decq. Il motivo è molto semplice, lei sostiene una “ragione architettonica“ in cui anche io credo molto: «l’equilibrio dinamico attraverso la ricerca di un punto di rottura, per generare un conflitto, trasgredire i confini, ricercare un'instabilità creativa e raggiungere un rapporto di sintonia con la realtà contemporanea sempre in movimento, in esplorazione di nuove strade». E’ un concetto punk rock! E quando dico punk rock penso all'accezione che fa riferimento alla positività ed alla grinta. Le sue architetture trasmettono, a mio modesto giudizio, una sensazione di rivoluzione in atto, una sensazione di processo in divenire che si può visitare e che si modella sull’avventore.

Non si tratta proprio di un architetto sconosciuto, ma di un architetto meno noto delle grandi star: Maurizio Zucca, di Torino, con il suo progetto del Mare a Porta Nuova.

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4 commenti:

  1. Odile Decq architetto punk...Dio mio, è vero! Al di là del fatto che non so se il termine punk sia appropriato, di sicuro la lettura dell'architettura della Decq mi sembra quanto mai calzante. e se è vero che anche lei forse a volte si lascia prendere un po' troppo la mano, è altrettanto vero che il lirismo e la tensione figurativa, senza essere mimetica, che si possono riscontrare nelle sue opere sono rare in molta architettura contemporanea di firma. Senza contare che le come persona, a dispetto del look, è quanto di più diverso ci possa essere da un'archistar come comunemente intesa.

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  2. Nicoletta,

    mi piace la tua risposta punk femminile come di un’architettura che si modella sull’avventore.

    L’idea della gente come avventore è interessante, perché tralasciando la casa e i luoghi di lavoro gli altri spazi devono essere considerati in continuo cambiamento, magari mutati dagli avventori. Inteso sotto quest’ottica ogni spazio è un ‘non luogo’ o ‘luogo di passaggio’, che non mi sembra costituire nessun problema.

    Progettare luoghi fruibili e non contenitori per il turista in Italia è ancora una scommessa.



    Mi ha lasciato perplesso la tua proposta di Maurizio Zucca, l’idea di portare il mare a Torino mi sembra una boutade da provinciali.

    Nei piccoli paesi si sogna che arrivi qualcosa che possa dare vigore alla vita semplice e non mancano mai visionari con faraonici progetti.

    Con questo non voglio esprimere un giudizio, perché ho pochi elementi per farlo, da questo momento attenzionerò l’evolversi di quest’idea.

    Saluti,

    Salvatore D’Agostino

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  3. Il Mare a Porta Nuova, a mio modesto parere, non è affatto un progetto semplice. E' una proposta coraggiosa. Direi quasi che non è neanche una proposta, ma piuttosto una graffiante provocazione lanciata da Zucca, anni fa, per far riflettere sul tema del "vuoto" che in futuro lasceranno i binari dismessi della ferrovia già oggetto di attenzioni e corteggiamenti da parte dei peggiori squali palazzinari. Il progetto in questione va inteso in senso molto più ampio, non è solo un sogno estivo rimasto in atteso. Questo progetto e' stato, ed è il segno forte di chi, pur facendo questo mestiere, non si piega alla mercificazione della dignità di una città.... la mia... Nicoletta

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  4. Nicoletta,
    adesso capisco l’operazione Zucca è servito e serve per riflettere su area soggetta a facili speculazioni.
    Un vuoto che non ha voglia di riempiersi di edifici (magari ‘firmati’) delle solite real estate.
    Un vuoto che ha voglia di un dialogo con i cittadini, che da mare potrebbe diventare qualcos’altro ma non pieno.
    Un motivo in più per seguire questa classica vicenda di poteri forti.
    Mi piacerebbe a tal proposito una tua idea sui grattacieli a Torino.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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