Salvatore D’Agostino:
- Qual è l’architetto noto che apprezzi e perché?
- Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?
Qui l’articolo introduttivo
Nixiland di Nicoletta Carbotti
La risposte potrebbero essere diverse: strizzo l’occhio ad Herzog e De Meuron ma adoro Odile Decq. Il motivo è molto semplice, lei sostiene una “ragione architettonica“ in cui anche io credo molto: «l’equilibrio dinamico attraverso la ricerca di un punto di rottura, per generare un conflitto, trasgredire i confini, ricercare un'instabilità creativa e raggiungere un rapporto di sintonia con la realtà contemporanea sempre in movimento, in esplorazione di nuove strade». E’ un concetto punk rock! E quando dico punk rock penso all'accezione che fa riferimento alla positività ed alla grinta. Le sue architetture trasmettono, a mio modesto giudizio, una sensazione di rivoluzione in atto, una sensazione di processo in divenire che si può visitare e che si modella sull’avventore.
Non si tratta proprio di un architetto sconosciuto, ma di un architetto meno noto delle grandi star: Maurizio Zucca, di Torino, con il suo progetto del Mare a Porta Nuova.
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Leggi:- incipit
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Odile Decq architetto punk...Dio mio, è vero! Al di là del fatto che non so se il termine punk sia appropriato, di sicuro la lettura dell'architettura della Decq mi sembra quanto mai calzante. e se è vero che anche lei forse a volte si lascia prendere un po' troppo la mano, è altrettanto vero che il lirismo e la tensione figurativa, senza essere mimetica, che si possono riscontrare nelle sue opere sono rare in molta architettura contemporanea di firma. Senza contare che le come persona, a dispetto del look, è quanto di più diverso ci possa essere da un'archistar come comunemente intesa.
RispondiEliminaNicoletta,
RispondiEliminami piace la tua risposta punk femminile come di un’architettura che si modella sull’avventore.
L’idea della gente come avventore è interessante, perché tralasciando la casa e i luoghi di lavoro gli altri spazi devono essere considerati in continuo cambiamento, magari mutati dagli avventori. Inteso sotto quest’ottica ogni spazio è un ‘non luogo’ o ‘luogo di passaggio’, che non mi sembra costituire nessun problema.
Progettare luoghi fruibili e non contenitori per il turista in Italia è ancora una scommessa.
Mi ha lasciato perplesso la tua proposta di Maurizio Zucca, l’idea di portare il mare a Torino mi sembra una boutade da provinciali.
Nei piccoli paesi si sogna che arrivi qualcosa che possa dare vigore alla vita semplice e non mancano mai visionari con faraonici progetti.
Con questo non voglio esprimere un giudizio, perché ho pochi elementi per farlo, da questo momento attenzionerò l’evolversi di quest’idea.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
Il Mare a Porta Nuova, a mio modesto parere, non è affatto un progetto semplice. E' una proposta coraggiosa. Direi quasi che non è neanche una proposta, ma piuttosto una graffiante provocazione lanciata da Zucca, anni fa, per far riflettere sul tema del "vuoto" che in futuro lasceranno i binari dismessi della ferrovia già oggetto di attenzioni e corteggiamenti da parte dei peggiori squali palazzinari. Il progetto in questione va inteso in senso molto più ampio, non è solo un sogno estivo rimasto in atteso. Questo progetto e' stato, ed è il segno forte di chi, pur facendo questo mestiere, non si piega alla mercificazione della dignità di una città.... la mia... Nicoletta
RispondiEliminaNicoletta,
RispondiEliminaadesso capisco l’operazione Zucca è servito e serve per riflettere su area soggetta a facili speculazioni.
Un vuoto che non ha voglia di riempiersi di edifici (magari ‘firmati’) delle solite real estate.
Un vuoto che ha voglia di un dialogo con i cittadini, che da mare potrebbe diventare qualcos’altro ma non pieno.
Un motivo in più per seguire questa classica vicenda di poteri forti.
Mi piacerebbe a tal proposito una tua idea sui grattacieli a Torino.
Saluti,
Salvatore D’Agostino