26 aprile 2010

0008 [BLOG READER] Chi è stato (in Italia) il pioniere dei blog di architettura?

di Salvatore D'Agostino

Questo blog reader sarà diviso in due parti:

  • la prima prenderà spunto da una conversazione su Facebbok -Chi è stato (in Italia) il pioniere dei blog di architettura?;
  • nella seconda troverete la consueta segnalazione di post in quatrro passi - L'architettura italiana scopre i blog.

Prima parte 'Chi è stato (in Italia) il pioniere dei blog di architettura?'
«Negli Stati Uniti i blog rappresentano ormai una vera e propria potenza politica, e rappresentano un motivo di costante preoccupazione per spin doctor e strateghi del marketing. In Italia, per il momento, molto meno. Perché la singolarità divenga pubblica non basta la mera occasione materiale di comunicare. Ciò che è comune non diventa esperienza individuale solo perché è possibile parlarne. Una grande promessa brilla nello schermo del nostro computer quando accediamo allo spazio insieme pubblico e idiosincratico di un blog: quella della possibilità di coniugare espressione e comunicazione, indipendenza e interazione, autoformazione e accrescimento reciproco di conoscenze, atteggiamenti, tonalità affettive condivise. Una promessa fragile, difficile da mantenere e sempre a rischio di essere tradita, ma tanto più preziosa quanto meno è garantita. C’è da sperare che l’Italia se ne assuma l’onere. Non semplicemente l’Italia che c’è, ma quella che può esserci, dentro i blog e soprattutto fuori, perché i blog alla fin fine non sono che parole, e le parole contano solo quando rimandano a qualcosa che è al di là di loro stesse». (Daniele Giglioli) [1]

Riprendendo gli appunti della storia dei blog 0026 [MONDOBLOG] La storia del blog e una storia blog Elmanco o meglio ciò che la memoria della rete ancora conserva, possiamo far risalire al 20 ottobre 1998 con l’apertura di 'Open Diary’ da parte di Bruce Ableson la prima piattaforma intuitiva e agile per aprire e aggiornare un blog. In seguito nell’agosto del 1999 sarà Evan Williams inventore di blogspot a pervadere la rete di blog.
Va ricordato che lo stesso Evan Williams in seguito inventerà il microblogging Twitter.

Vorrei ritornare sulla domanda finale di quel post: C'è da chiedersi come rendere meno labile la 'memoria' Web?

Non solo come rendere la memoria meno labile ma come raccontarla e soprattutto catalogarla.
Capisco i dubbi di Daniele Giglioli, ma prima di teorizzare sui blog - in questo caso di architettura - occorre cominciare ad analizzare i racconti ‘blog’ prodotti in questi dodici anni.

Recentemente è uscita la prima antologia della webletteratua italiana a cura di Mario Gerosa [2], interessante il suo approccio metodologico:

«A tutt’oggi manca un’opera critica di catalogazione: ci sono vari studi che in vari ambiti, dentro e fuori dalla Rete, che mettono in luce questo o quel talento, ma manca un repertorio organico dei temi e delle varie forme espressive, manca un’enciclopedia ragionata del web.
È un problema, dato che aldilà dei nomi dei nuovi talenti autoctoni nati sul web e di quelli “ibridi”, che stanno tra il web, i mondi virtuali e il mondo vero, ci sono parecchie tipologie artistiche e letterarie che non sono state ancora codificate. È ormai risaputo che l’arte e l’architettura nate su Second Life, su Deviantart, nei videogame e in altri ambiti della cultura digitale hanno tuttora bisogno di essere studiate con un approccio inedito, che ne metta in luce l’originalità e che produca nuovi nomi e nuove categorie, utili anche in vista di una possibile catalogazione e successiva archiviazione». (
Mario Gerosa)
In questi due anni Wilfing Architettura ha iniziato a ripercorrere la storia dei blog, segnalando alcune narrazioni blog, una ricerca ancora da sviluppare in tutte le sue sfaccettature.
Qualche mese su 'Facebook' mi sono chiesto: Chi è stato (in Italia) il pioniere dei blog di architettura?
Ne è nata una conversazione informale che ho deciso di pubblicare integralmente, per maggiore chiarezza ho inserito qualche nota.

Prima di 'copia incollare' vorrei riproporre lo stesso quesito anche sul blog, poiché mi piacerebbe ricevere i vostri suggerimenti: Chi è stato (in Italia) il pioniere dei blog di architettura?


A seguire il dialogo
Facebook :


Salvatore D'Agostino


mi sono impantanato sulla storia dei blog. Qualcuno sa chi è stato (in Italia) il pioniere dei blog di architettura?

28 gennaio alle ore 18.14

Costanza la Mantia

credo prestinenza puglisi....ma nn sono sicura!


28 gennaio alle ore 18.50

Salvatore D'Agostino
Costanza,
LPP non è mai stato un blogger. La sua mail press non può essere considerata un blog.

Il suo sito non ha una struttura dialogante (
solo da poco ha aperto lo spazio a vari autori).

Però in qualche modo hai ragione poiché i soventi botta e risposta nella presS/Tletter hanno la caratterista di un blog.

Diciamo che è si affianca ai blog (nasce nel 2003) quindi non possiamo definirlo neppure proto-blog.

Occorre trovare qualcosa prima del 2003 (esplosione piattaforma splinder in Italia).


28 gennaio alle ore 19.10

Costanza la Mantia

desolata....ma non saprei...in qualche modo, almeno tra i più conosciuti, LPP è stato uno dei primi ad usare la rete per parlare di architettura...

però posso chiedere ad una persona...vediamo se posso aiutarti malgrado la mia ignoranza in merito (di blog, intendo) !!! ;) :) :)

28 gennaio alle ore 19.18

Salvatore D'Agostino

Costanza,

grazie.

:-)


28 gennaio alle ore 19.21

Lucia Pierro
c'è anche antonino saggio

28 gennaio alle ore 19.55

Emmanuele Pilia

Anche il blog di Saggio è piuttosto recente... È facile cha sia stato un anonimo che poi lo ha chiuso... Io ad esempio, nel 2002 avevo un blog dove parlavo di architettura in maniera acerba, ma poi nel 2003 lo chiusi e nel 2004 ne aprii un altro, a sua volta poi chiuso... Dal 2005 al 2008 ne ho avuto un altro. Insomma, questo per testimoniare la facilità di diluizione dei primati... :)

28 gennaio alle ore 20.14

Marco Opla

ahi ahi! ... non preoccuparti molto... credo che tu abbia (più di altri!) un'ampia visione del "fenomeno" blog! forse se c'era (c'era?) qualcuno prima del 2001-2002 ...è sparito subito e non lasciando tracce credo sia difficile individuarlo (ma anche considerarlo) come pioniere...


28 gennaio alle ore 23.56

Salvatore D'Agostino

Grazie Lucia,

Saggio è del 2005.

Io vorrei andare ancora più indietro.

Mi serve il pioniere.


29 gennaio alle ore 0.05

Salvatore D'Agostino

Emma del tuo blog del 2002, ricordi o conservi qualche bloglist?


29 gennaio alle ore 0.06

Salvatore D'Agostino

Marco,

al momento tu sei il pioniere in Italia se non sbaglio il primo post risale al
21 gennaio 2003


29 gennaio alle ore 0.08

Salvatore D'Agostino

Marco+,

Splinder nasce il 18 settembre 2002 (in Italia)
Ecco il primo commento: veramente non ho ancora capito che cosa è sto cavolo di blog comunque la filasafi è importante

Il terzo commento: Non ho ancora capito che cos'e' un blog? Che differenza c'e' tra un blog e il muro?.


29 gennaio alle ore 0.21

Marco Opla

vabbe! ma il mio non è proprio un blog d'architettura!!! e devo dire che alcuni dei primi post li ho cancellati... c'era da parte mia un senso di disorientamento... (provo a scrivere, ma qualcuno legge?) ... e però ho iniziato subito a capirne le logiche, tant'è che era più facile dialogare con gli altri "neoblogger" attraverso i commenti...


29 gennaio alle ore 1.06

Marco Opla

In verità io in quel periodo (di minaccia di guerra in iraq, e di straordinaria movimentazione del popolo pacifista) cercavo uno strumento semplice, veloce e dinamico per poter dar voce al nostro movimento pacifista locale (da qui il mio nickname
zeroguerre in splinder e il blog omonimo)... poi ho pensato che uno strumento del genere potesse essere più funzionale (come diario di bordo) per il mondo trasversale operativo di Opla+! e siccome splinder dava (all'inizio, ora no) la possibilità di aprire quanti blog volevi.... ecco!


29 gennaio alle ore 1.11

Giulio Paolo Calcaprina

Il blog Giorgio Muratore (
archiwatch) è uno dei più conosciuti. I primi post sono del 2005. Non so se abbia senso (nell'era digitale che tende a cancellare le tracce degli scritti) individuare i pionieri. Forse ha più senso individuare quelli che si sono evoluti, strutturati e che continuano ad essere, nel bene o nel male, un punto di riferimento.


29 gennaio alle ore 9.02

Salvatore D'Agostino

Dal primo post di splinder dal titolo evocativo ‘
Blog è una parolaccia?’ il termine blog viene spiegato in questo modo: «Quello che ho scoperto ha veramente del sorprendente per me che mi occupo del raccontarsi. Blog è innanzitutto la contrazione di due parole - web e log - e log in inglese significa giornale di bordo, il verbo to log significa registrare fatti nel giornale di bordo. Un diario, insomma, un diario operativo, ma in definitiva sempre un diario. Ho cercato ancora e mi si sono spalancate davanti le porte di una comunità che sulla rete mette la propria vita privata, i blogger (chi scrive blog) partendo da se stessi costruiscono un insieme fortemente interattivo che vive di messaggi, link, opinioni, emozioni».

Io avrei dei dubbi sulla traduzione del termine ‘LOG’ che significa anche ‘annotare’ o ‘registrare’.

Il diario di bordo è troppo poetico e credo che sia utilizzato in un secondo momento. Difficile immaginare in un contesto di ricerca ‘militare’ a un termine così poetico. Io credo che sia stato più semplice pensare a Web (pagina) Log (appunto-registro) ovvero un posto dove condividere gli appunti della propria ricerca.

Che ne pensate?


29 gennaio alle ore 9.06

Salvatore D'Agostino

Giulio,

condivido (come punto di riferimento intendi in senso culturale?).

Però non possiamo non indagare sui primi blog, il pioniere per me è un pretesto per capire come si è evoluta la storia blog architettura.

Spesso puoi trovare delle sorprese.

Ad esempio avevo trovato un blog fatto da un collettivo di studenti molto interessate, in qualche modo avevano destrutturato tutti i contenuti creando un caos interessante. Mi sono perso il link o forse come spesso succede è svanito nella rete.

Quindi la mia domanda è che cosa è successo tra il 2002 e il 2003? Chi sono stati gli architetti blogger?

Dando per scontato che l’esperimento più interessante è quello del gruppo opla (ancora in attività).

Vorrei trovare qualcos’altro.


29 gennaio alle ore 9.24


Alessandro Ranellucci
Credo che Giorgio Muratore sia stato il primo a dare vita ad un blog verticale sull'architettura e con un rilevante numero di lettori.

29 gennaio alle ore 11.57

Salvatore D'Agostino

---> Alessandro,

la mia indagine e quindi anche il mio spirito di ricerca prende spunto da alcuni saggi di
Henry Jenkins vedi ACA/FAN che analizza i fenomeni mainstrean come un ‘antropologo’ definendoli ‘culture convergenti’.

Quindi condivido la tua analisi su Giorgio Muratore ma cerco anche qualcos’altro.

Ad esempio oggi cercavo questo blog http://maledetti-architetti.splinder.com/ primo post 23 gennaio 2003.
Ho scoperto che è stato chiuso ma aperto (ieri) qui --->
http://maledettiarchitetti.splinder.com lui si data al 21 gennaio 2003.

Tu che sei un esperto (non è per piaggeria) poiché hai creato il primo aggregatore (ndr archiblog) solo per i blog di architettura, mi sai indicare qualche altro blog (periodo 2002-2003 o precedente)?
Che ne pensi?


29 gennaio alle ore 13.33

Elisa Poli

Salvatore, molto interessante questa ricerca. Vorrei capire meglio però i criteri che stai utilizzando per compiere questa esplorazione retroattiva sul rapporto tra Italia, 2.0 e architettura.


29 gennaio alle ore 18.58

Carmelo Cesare Schillagi

18 marzo 2002

http://cantiere_news.blogspot.com/2002_03_01_cantiere_news_archive.html


7 0tt0bre 2003

http://www.professionearchitetto.it/blog/simonezavattaro/p/2003/10/07/tempo_di_mer.aspx


18 ottobre 2003

http://www.professionearchitetto.it/blog/biancalerza/p/2003/10/18/Ciao_a_tutti.aspx


3 novembre 2003

http://www.professionearchitetto.it/blog/federicograzzini/p/2003/11/03/Salve_a_tutti_Architetti_e_non.aspx


e mo' basta... in quel periodo giocavo ancora con le bambole.

posso consigliarti di dirottare le tue ricerche sugli aggregatori come
http://blogitalia.it/ o http://www.bloggeritaliani.com
e prova pure google anche se non credo sappia cosa sia un blog... http://blogsearch.google.it/blogsearch?hl=it

buon wilfing

p.s. che quelli siano blog di architettura è tutto da dimostrare... blag forse...


29 gennaio alle ore 19.52

Salvatore D'Agostino

---> Elisa,

devo questa mia curiosità e forse anche il metodo a Walter Benjamin e al suo ‘Parigi nel XIX secolo’: «Metodo di questo lavoro: montaggio letterario. Non ho nulla da dire. Solo da mostrare. Non sottrarrò nulla di prezioso e non mi approprierò di alcuna espressione ricca di spirito. Stracci e rifiuti, invece, ma non per farne l’inventario, bensì per rendere loro giustizia nell’unico modo possibile: usandoli».

Per avere una certa organicità (anche scientifica), mi riferisco alle ricerche di Henry Jenkins (edite anche in Italia) il suo blog si chiama ACA-FAN un connubio tra ACCADEMIA E FAN.

In Italia lavorano su questo tema i
Wu Ming (interessante il lavoro di Wu Ming4 su Tolkien).


Su Wilfing Architettura puoi trovare molti appunti di questa ricerca, interviste, post reader e inchieste. (ndr vedi
BLOG READER, MONDOBLOG, OLTRE IL SENSO DEL LUOGO, WILFING)


29 gennaio alle ore 23.35

Salvatore D'Agostino

---> Cesare,

no i BLAG non sono i blog diari che spesso sono molto interessati.

Tra i blog di professione architetto c’è una delle più belle storie (molto riduttivo e forse anche sbagliato definirla in questo modo) di architetto migrante.

Devo trovare il modo per poterla raccontare su Wilfing.

I
BLAG sono i blog che credono di fare critica ma amano semplicemente parlare di niente (spesso lagnandosi e utilizzando una grammatica piena di luoghi comuni ovvero gli opinionisti da divano del centro storico).

Grazie non conoscevo il blog ‘
Giornale di cantiere’, inoltre mi hai dato un’idea per ampliare la ricerca.

Restiamo comunque sempre al 2003.


30 gennaio alle ore 0.07

Salvatore D'Agostino

---> Carmelo,

scusa siamo al 2002.

Però: 22 marzo 2002

Noi siamo archeologi della Storia minima.

Ogni volta che abbattiamo un intonaco guasto, smontiamo un tetto, scaviamo tra le fondamenta di un edificio, noi riportiamo alla luce le tracce di uomini scomparsi. Uomini che hanno lasciato orme indelebili o piccoli segni effimeri che distruggiamo col nostro passaggio.

Là un sapiente colpo d'ascia ha adattato la trave al muro. Qui il lungo chiodo di ferro forgiato è entrato storto (ed è come se sentissi la bestemmia per la martellata maldestra). Quest'arco sormontava una finestra: perché fu richiusa?
Quella fessura segna dove la casa fu ampliata in fretta: un matrimonio o un trasloco improvviso? Tutta questa fuliggine sui muri, cosa racconta? un incendio o lunghi inverni stretti intorno al camino difettoso, con gli occhi che lacrimano per il fumo e la tramontana che frusta la schiena attraverso le imposte?

Una nicchia scavata per celare i beni più preziosi e difenderli da chissà quale guerra, i cocci del catino in cui una ragazza si lavò i capelli perché oggi è domenica e voglio essere la più bella. I gradini scavati al centro da passi infiniti, il sottotetto dove generazioni di barbagianni hanno tirato su una piramide polverosa con le ossa delle loro piccole prede. L'impronta di una mano sopra un tegolo rotto, le orme frettolose di un gatto sopra un mattone: momenti impressi sull'argilla fresca e cristallizzati dal fuoco della fornace.

Sfioro questi segni con rispetto prima che finiscano nel mucchio indistinto delle macerie.

Cose di nessun valore, dicono. (ndr tratto dal blog 'Giornale di cantiere' post
22 marzo 2002)


19 aprile 2002


Ieri, mentre già pregustavo doccia e passeggiata serale, il refrain di un incubo. Vieni a vedere il telegiornale, un aereo contro un grattacielo a Milano.

Non è stato quello che abbiamo temuto fosse. Solo un promemoria: siamo tutti sotto tiro.

30 gennaio alle ore 0.40

Giulio Paolo Calcaprina

Caro Salvatore, per un internauta come me, con poco tempo e con poca voglia di perderne, punto di riferimento è un sito/blog/qualsiasi altra cosa che possa produrre commenti e notizie attendibili e/o interessanti. Un filtro efficace per l'oceano infinito di notizie inutili e inattendibili della rete.


30 gennaio alle ore 23.09

Giulio Paolo Calcaprina

......almeno nella maggior parte dei casi.....


30 gennaio alle ore 23.11

Salvatore D'Agostino

---> Giulio,

fai bene, niente da obiettare.

Ad esempio per me Giorgio Muratore è un BLAG, ma capita che ogni tanto si possa trovare qualche cosa interessante.

Ad esempio dai un occhiata a questa storia --->
http://archiwatch.wordpress.com/2007/03/23/quando-i-bambini-diventano-adulti-dal-diario-al-romanzo-tra-lenci-e-veltroni/

Il diario di Sergio Lenci è stato premiato e pubblicato dal concorso edito ‘dall’archivio diaristico di Pieve Santo Stefano’. Sinossi: Obiettivo dei terroristi di Prima linea, un architetto romano, specializzato nell'edilizia carceraria, subisce un attentato. Nonostante un colpo alla nuca, egli sopravvive, con una pallottola nel cranio e un grande desiderio: capire il perché del terrorismo e il senso, se esiste, della violenza quale forma di lotta.

A me interessa molto lo spirito dell’archivio diaristico di Pieve Santo Stefano.

Ti chiedo chi si occupa della memoria (critica-diaristica) blog?

Chi è il pioniere dei blog di architettura in Italia?


30 gennaio alle ore 23.36

Giulio Paolo Calcaprina

Mi solleciti su due punti:

1) non sono allineato sul pensiero di Muratore, spesso sono in forte disaccordo con lui e con il suo modo di esprimersi. E' un BLAG, sono d'accordo. Però è una presenza rilevante, non si può ignorarla.

2) Lenci............... mi incuriosisce questa storia del diario soprattutto perché forse, finalmente, ne può disvelare il lato umano. Devi sapere che sono stato studente al tempo di Lenci (dopo la pallottola) e unanimemente, dagli studenti (e da me), era considerato il più grande stronzo in giro per la facoltà. Ti sottolineo il fatto che raramente uso parolacce nel mio lessico. Conoscendo la dinamica del suo attentato, comprendo tante cose, ma non riesco a giustificare il suo rapporto con gli studenti privo di qualsiasi traccia di empatia, compassione, umanità (leggi in senso letterale questi tre termini).


31 gennaio alle ore 15.57

Salvatore D'Agostino

---> Giulio,

1) In questa vecchia
intervista su splinder a Luca Sofri (il Giorgio Muratore dell’architettura non il primo blogger ma il più gettonato) a questa domanda: «E tu come vorresti che evolvesse?», rispondeva: «Non so. Credo che vorrei che non ne nascessero troppi altri. Non per l'elitario atteggiamento degli iniziati, che trovo insopportabile. Ma perché non ce la farò a seguirli tutti, diventa una tortura come quella dei giornali. E la selezione non è più una selezione».

Io ho la sensazione che i blogger (uno strumento Web ormai in declino) hanno solamente utilizzato le caratteristiche della piattaforma e che siano dimenticati di creare o inventare altre forme di comunicazione.
Io non escludo nessuno (vedi l’inchiesta OLTRE IL SENSO DEL LUOGO) e credo che in Italia ci siano stati e ci sono pochi blog di architettura e questo mi fa riflettere (siamo oltre 130mila). Non ho mai detto di ignorare Muratore, infatti, è stato tra i primi a essere intervistato nella rubrica MONDOBLOG.
2) Per questo motivo occorre saper leggere queste storie con un’attenzione diversa. La memoria digitale è ‘labile’ non dura in eterno.


01 febbraio alle ore 9.14

Salvatore D'Agostino
Concludo il post di cui vi parlavo ---> http://wilfingarchitettura.blogspot.com/2010/02/0026-mondoblog-la-storia-del-blog-e-una.html

in questo modo:«Più che una storia blog si può parlare delle tracce ancora visibili in rete o resi tali dalla critica.

C'è da chiedersi come rendere meno labile la 'memoria' Web?

Il prossimo colloquio di Wilfing Architettura ripercorre una di queste storie o tracce in rete ed interloquirà con
Stefano Ricci autore di Elmanco».

Resta sempre valida la domanda chi è stato il primo blogger ‘architetto’?

Saluti,

Salvatore D’Agostino


03 febbraio alle ore 11.01


Seconda parte 'L'architettura italiana scopre i blog'

Si! La scrittura blog comincia a interessare, c'è un insolito e importante movimento, v'invito a fare quattro passi in rete:


Primo passo 'la blogghizzazione delle riviste storiche'

The Royal Institute of British Architects | Casabella ---> 01 gennaio 2010

Letto bene! Proprio la vecchia rivista 'Casabella' ha aperto un blog curato da Sergio Polano:

«Abbiamo scelto la via più semplice, efficace e diretta per essere presenti in rete: un blog, all’insegna della sobrietà e della concisione, senza né orpelli né effetti speciali, programmaticamente affidato a una delle più diffuse piattaforme di blogging e testato sin dal principio dell’anno, eppur sempre work-in-progress, come ogni impresa del web.
Il blog di «casabella» propone al frequentatore della rete (anche tramite cellulare) una sola notizia al giorno, relativa a novità, attualità, risorse, repertori, documenti, storia, curiosità e quant’altro riguardi l’architettura e il disegno industriale». qui
Mirtilli | Abitare

Vi avevo
già segnalato l'apertura del sito-blog di Abitare inaugurato con una lettera 'sul caso Casamonti' di Stefano Mirti a Stefano Boeri - 14 dicembre 2008, - suggerendo:

«Perché su “Abitare” non promuovete un dibattito vero sulle nuove modalità di rapporto tra soggetti pubblici e soggetti privati? il ruolo dei progettisti nel mondo che cambia, l’esercizio di incastro tra gli interessi privati e gli interessi pubblici. Questo è il tema vero, è il tema reale che interseca qualsiasi operazione di trasformazione effettiva nel nostro paese».
Solo adesso, mi sono accorto che non vi avevo mai segnalato il suo spazio su abitare, a mio avviso l'unico del sito con il carattere 'blog'.
Inizio il 23 marzo 2009 'A Milano, nuovo giro al Design Museum della Triennale' ecco le intenzioni:

«“Mirtilli”. Ovvero, una nuova rubrica con pensieri sparsi di Stefano Mirti. Dovendo spiegare di che rubrica si tratta si puo’ distorcere l’attualissimo Flaiano: “Il design è un investimento di capitali, la cultura un alibi”. A cui si puo’ affiancare un’altra sua grande verita’: “Coraggio, il meglio e’ passato!”».
Ed ecco perché è un blog:

«Chiamato in causa dai commenti dei lettori sull’articolo “Geopolitica Minerale” (15 febbraio) devo precisare un paio di cose.
Rispetto al lettore Carlo dello Salli che mi definisce “lacché” del sopracitato Boeri, faccio presente che per essere un lacché dovrei ricevere un qualche stipendio e/o emolumento dal Boeri medesimo. Essendo che questo non capita (e da che lo conosco, circa 1995, non è mai capitato), direi che su questo fronte sono tranquillo.
Per tranquillizzare il dello Salli, posso anche dire che la rubrica “mirtilli” viene fatta in prima istanza perché mi diverte e il tutto non prevede alcuna forma di pagamento da parte di Boeri / Abitare / RCS / famiglia Agnelli nei miei confronti (né in soldi, né in massaggi, né in niente).
:-(

Scrivo “mirtilli” perché mi piace, a volte ho altre cose da fare (da cui le settimane in cui salto la consegna), nessuno mi paga, da cui nessuno mi rompe le palle rispetto ai temi su cui voglio scrivere. Scrivo di notte, nessuna noiosa riunione in redazione, non rubo spazio, non mangio carta, non devo negoziare con nessuno + altre svariate cose simpatiche collegate alla mia condizione».
qui
Vuoi diventare un Sensor? | Domus ---> 25 settembre 2009

Anche in questo caso vi avevo già parlato dell'apertura del blog di Domus qui ma non vi avevo mai parlato di Domus Sensor.
Che cos'è?
Una semplice piattaforma gestita da Domus - chiunque può aprire un blog -
dove i post prima della pubblicazione sono esaminati dalla direzione.
Vi riporto il post dell'iniziativa:

«Scatta una foto, gira un video e raccontaci cosa succede nella città in cui vivi. Mandaci impressioni, idee curiose, progetti interessanti e novità nel campo dell'architettura, dell'arte e del design.
Per diventare un Sensor compila il form.
A quel punto potrai mettere online tuoi updates e il tuo profilo sarà visto da architetti, designer e professionisti del settore».
Peccato che sia privo del feed.

Secondo passo 'Una tardiva ma piacevole scoperta'


Mi sono imbattuto per caso in questo blog mentre leggevo dei commenti di tashtego (così si firma fuori dal suo blog) sul blog collettivo ‘Nazione indiana’ – piccola divagazione: sarebbe bello rintracciare anche i commenti di alcuni interessanti interlocutori - linkando sul suo nome mi sono reindirizzato su tash – blog.
Primo post ‘Senza l'emozzione non passa la nozzione’ del 17 febbraio 2005
Un blog denso di pensieri e disegni.
L’autore si chiama Francesco Pecoraro ed è, al momento, il primo ‘blogger - architetto’ ad aver pubblicato in un libro -cartaceo :-) – i contenuti di un blog: Francesco Pecoraro, Questa e altre preistorie, Le Lettere, 2008
Il post non è commentabile poiché:

«...e per un po' di tempo, questo blog è chiuso ai commenti, non essendo il titolare capace di bloccare le incursioni dell'onanista Massimo, che lascia qui le sue masturbazioni (in senso letterale) incoraggiato dalla casalinga insoddisfatta Pispa. Saluti e grazie a tutti voi». qui
Anche in questo caso, peccato che sia privo del feed e di una mail (qualcuno lo conosce?)

Terzo passo 'novità'

[Diffuse Tapes] I want to become a deer | Ymag ---> 22 marzo 2010

Luca Diffuse inaugura la sua rubrica su Ymag il magazine-blog diretto da Luca Molinari.

Interessante la sua relazione con i luoghi fisici e mentali abbinati a un sapiente gioco visivo e narrativo.

WHAT IS THIS? (#2) | Punto G ---> 03 febbraio 2010

Forse un negozio di calzature, forse un racconto di scarpe e forse delle storie pedestri.

Blog ideato dal gruppo OPLA+

Esercizi Sperimentali della Libertà | A12 NEWS ---> febbraio 2010

A mio avviso, il dizionario dinamico della città contemporanea ideato per la VII mostra internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia e lanciato nel giugno 2000, resta ancora uno dei siti più innovativi italiani '
Parole-aporee'.
Il gruppo A12 ha deciso di comunicare le proprie iniziative attraverso un normale blog di blogspot.
Da seguire.

La città contemporanea ideale | IF research --->1 aprile 2010


mail del 18 aprile 2010 19.49

Guido,
che cos'è IF research?
Un caro saluto,
Salvatore D'Agostino


mail del 24 aprile 2010 11.18
Ciao Salvatore,
IF è una costola di Firmiamo la lettera. O meglio uno dei "genitori" di "firmiamo la lettera".
IF è un'associazione che si "batte" per trovare interlocutori, nella pubblica amministrazione e non solo, che vogliano riconoscere la qualità dell'architettura come obbiettivo da perseguire. Sia nel pubblico che privato.
Spinge moltissimo, e ci tiene tantissimo, sullo strumento concorso e guarda con ammirazione alla regione Umbria che ha votato da poco una legge per la Qualità dell'Architettura (e anche alla Puglia che l'ha bocciata per poco...ma chissà che il nuovo Vendola non ribatta sul chiodo).
Ora stiamo portando avanti alcuni progetti che non ti posso ancora rivelare.....
Guido Incerti


N.B.: Primo post
12 novembre 2009

1. Le puntate del compasso: Politica e Meritocrazia | Antonino Saggio ---> 5 dicembre 2009

Antonino Saggio presenta due novità:

la prima un ciclo di appunti video e credo che - il critico e docente universitario - sia il primo video-blogger italiano di architettura .
Ecco i link delle altre puntate:

Interessanti i moniti sull'accademia italiana e gli architetti italiani migranti. Destabilizzanti le idee sulla morte di Pier Paolo Pasolini;

la seconda un blog dedicato al suo nuovo libro 'Architettura e modernità. Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica, Carocci, 2010'.
Inizio blog 'febbraio' 2010.


archi(TRASH)ture | docklab ---> 29 marzo 2010

Massimiliano Ercolani mette in rete il blog del suo studio ‘
Doks lab’ in questo post ripropone il manifesto eretico dell’ARCHITRASHTURE per legittimare la superfetazione come processo ideativo (Roma, 1996).
Inizio blog:
15 marzo 2010

Quarto passo 'reader'

3 years of DigitAG& [pdf ebook] | DigitAG& ---> 6 aprile 2010

Andrea Graziano in occasione del suo terzo anno di attività da blogger ha raccolto in un PDF tutti i post del suo blog.
Il risultato è uno straordinario esempio di 'eccetera' ovvero ciò che Umberto Eco chiama la 'vertigine della lista'. In questo - anche qui - primo esempio di e-book di blogger italiano troviamo un aggiornamento quasi quotidiano di link interessanti per la personale ricerca ma 'condivisi' con gli avventori del blog.
Un chiaro esempio di eretica cultura blog: l'eccetera dei link.

Modernismo | Filippo Zordan ---> 23 aprile 2010

Filippo Zordan propone una riflessione sui 'processi dell'architettura contemporanea'.
Apprezzo i post come 'appunti critici' sono i più interessanti e forse - poiché imperfetti - i più freschi.

Le parole e le case | Il nido e la tela del ragno ---> 22 aprile 2010

Rossella Ferorelli ci fa riflettere sullo stato della critica italiana riporto il finale per reindirizzare i pensieri:
«In conclusione, per evitare che il dibattito teorico – soprattutto in Italia – si incancrenisca intorno a testi di scarso profilo, votati ossessivamente all’attacco di uno star system per il resto in alcun modo combattuto dalla categoria, dobbiamo sperare che le università spingano verso l’obiettivo di creare progettisti dotati di grandi talenti compositivi e insieme grandi capacità speculative e riassuntive. In quest’ottica, si potrebbe ad esempio cominciare con il recupero di un autore che, senza dubbio almeno per il secondo dei due aspetti, costituisce un perfetto esempio di sintesi tra filosofia e mestiere: John Johansen.
Chiudiamo con una sua citazione: I believe that no architect can produce buildings which are valid unless he is sensitive to the prevailing conditions and experiences of his time, and all but a few today, regardless of their talent, are out of touch».


Chiudo, capisco sono stato un po' prolisso e forse un po' vertiginoso ma le tracce critiche della rete non amano i confini teorici.


26 aprile 2010

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[1] Daniele Giglioli, Blog Italia, Abitare, n. 488, 12/2008-01/2009

[2] a cura di Mario Gerosa, Parla come navighi. Antologia della webletteratura italiana, Ass. Culturale Il Foglio, 2010

16 aprile 2010

0074 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Il codice delle micrologie

| Parentesi:
L'inchiesta OLTRE IL SENSO DEL LUOGO
diventerà un libro on-demand il gruppo OPLA+ sta già lavorando alla realizzazione grafica.
Presto tutti gli autori dell’inchiesta riceveranno una mail per l’autorizzazione di rito.
Qualora ci fossero dei guadagni Wilfing Architettura li utilizzerà per un concorso d'idee.
Sono graditi i vostri suggerimenti.

Di seguito una nota critica di Matteo Seraceni blogger di
=Architettura= =Ingegneria= =Arte= - sull'inchiesta |


Ti avevo promesso un commento finale al tuo post sui blog di architettura ed eccomi qui. Da diverso tempo ormai scambiamo opinioni e penso che ormai tu abbia capito quali sono le mie idee;
OLTRE IL SENSO DEL LUOGO mi è sembrata una bella iniziativa e lo spunto per cercare di capire qualcosa in più sul panorama architettonico italiano (ma anche estero).
Mi pare più che ovvio che il sistema sia malato, a più livelli: il primo problema è di ordine sociale (o burocratico, dipende dal punto di vista) ed economico; il secondo è inerente a ciò che l'architettura rappresenta oggi per i professionisti e per la gente comune.
Per quanto riguarda il primo problema credo che già hai speso molte pagine interessanti nel tuo blog: le speculazioni, le collusioni con la mafia, l'incapacità della classe politica sono problemi reali che (purtroppo) vengono ignorati quotidianamente; difficilmente nella rete ho trovato uno spazio in cui si possa parlare apertamente di queste cose.
Oltre a questo l'incapacità del sistema di gestire un'architettura aperta a tutti; ti voglio riportare le parole di Pietro Pagliardini, nelle note al testo di Salingaros sulle archistar:
Da quel poco che mi risulta, e da quanto riesco ad intuire, non esiste alcun paragone possibile tra la forza di un sistema mediatico-culturale ormai consolidato da decenni di relazioni, amicizie, scambi di favori leciti e meno leciti nel sistema dei concorsi (d’architettura e universitari) e dall’occupazione permanente nelle varie riviste, supportato vigorosamente dal potere economico degli immobiliaristi, che poi nel caso italiano coincidono quasi sempre con i nomi più importanti dell’economia e della finanza, nei confronti di un manipolo di persone (manipolo è un modo di dire e non un riferimento politico) cui non si fa vincere un concorso che sia uno, non potendo godere appunto di scambi di favori, che non ha diffusione da parte della media, non viene praticamente citato, se non per dileggio, nelle facoltà d’architettura, non ha imprenditori di riferimento.[1]
Ovviamente non voglio combattere contro i mulini a vento e mi rendo conto benissimo che la cultura dei “media” e la corrispettiva controparte economica gestiscono ormai in maniera univoca la società (in fondo c'era da aspettarsi che il sistema capitalistico – o comunque quello che ne rimane dopo la caduta del muro – avrebbe presto inglobato in toto il campo architettonico).
Il codice architettonico diventa pertanto “brand”, l'edificio “pubblicità” e le prestazioni professionali “merce di scambio”; è impossibile pensare ad un nuovo progetto senza prima valutarne i risvolti economici. Per citare un caso concreto, quando Cucinella “appiccica” pannelli solari ai suoi edifici per farli diventare “ecosostenibili” di certo non è mosso da interessi “ecologici” (vedi il municipio di Bologna): quale migliore pubblicità che cavalcare l'onda dell'ecologismo per “vendere” il proprio marchio? Interesse confermato dall'intervista su Wired, giornale per “non addetti ai lavori” ma che riesce oggi a catturare più attenzione delle riviste del settore (perché architettura oggi è moda: ci sono articoli su riviste del settore che ormai sono più simili a quelli che appaiono su Glamour e Cosmopolitan).


Probabilmente questo in parte spiega le risposte dei blogger, che dimostrano un'estensione diffusa di quello che De Fusco chiama “codice delle micrologie”
.
[2]
Il termine è molto felice a mio parere, perché traduce l'incredibile spezzettamento odierno, e serve da spunto per parlare della seconda parte di problemi che oggi affliggono il mondo dell'architettura. È chiaro che da tempo (a parte pochi casi isolati), si è smesso di costruire “per le persone” (lo so, è un concetto molto vago, ma credo possa rendere bene l'idea): c'è una distanza ormai abissale fra i bisogni delle persone e l'edilizia e l'urbanistica come viene intesa oggi.

Cosa significa quindi “architettura”?


È possibile discernere fra “architettura” e “edilizia” (o “architettura” e “scultura”)? Credo che in fondo sia questa la domanda che ponevi (poiché citare l'architetto di riferimento implicitamente suggerisce l'idea che questo sia legato ad un certo modo di fare architettura).
C'è un paradosso interessante: i grandi nomi sono interessati a portare avanti le proprie “idee” spesso a discapito della vivibilità stessa dell'opera, ma producono (forse) lo 0,001% dell'architettura mondiale (in pratica un numero irrisorio, che non ha paragone ad esempio nella musica o nella pittura o nella letteratura, dove ci sono correnti condivise dalla maggior parte degli artisti); dall’altra parte più del 90% del costruito potrebbe venire annoverato in una sorta di “architettura “eclettica” (a dir poco), del tutto diversa da quella dei grandi nomi, in cui gli interessi speculativi però portano a luoghi altrettanto invivibili.

Purtroppo il discorso sembra costantemente incentrato su valori formali: c’è mai qualcuno che, oltre a diagrammi, decostruzioni, postmodernismi, e chi più ne ha più ne metta, riesca veramente a progettare per chi quei luoghi li andrà ad abitare? Il Razionalismo ha fatto numerosi sbagli puntando su un’ottica illuministica di controllo del reale attraverso mezzi razionali; ma quello che vedo oggi è la stessa impostazione, attuata solo con mezzi diversi. La geometria ha perso il carattere rigido e formale iniziale e ha assunto forme mutuate dalle recenti conquiste matematiche (e da strumenti computerizzati), ma lo spirito è lo stesso: utilizzare schemi compositivi più o meno arbitrari per definire la forma architettonica.

Inoltre, come il postmoderno non è riuscito a plasmare strumenti facilmente diffondibili e chiari, allo stesso modo l'architettura odierna non offre mezzi certi per intervenire sul reale; da un parte c'è l'eccezionalità delle singole opere e gli strumenti con cui vengono realizzate, dall'altra la non bene definita finalità della stessa, il suo significato profondo.
In questo la teconologia informatica ha dato una forte scossa alla progettazione: il computer ha portato una frattura nel modo di concepire la composizione (e qui mi lego all'altro tuo post).
Oggi appare chiara la possibilità di lavorare direttamente con un “modello” tridimensionale anziché con le forme bidimensionali della progettazione “classica” (o perlomeno con un’unità di tutte le rappresentazioni, cosa che nel disegno a mano non era possibile; la costruzione di plastici o modelli offriva una certa approssimazione di quello che si fa oggi col computer, ma non avevano di certo la sua immediatezza). Quello che la matita “costringeva” ad ideare all’interno della propria testa ora viene riversato sullo schermo del computer: quindi si “sente” meno il mezzo e non ci si deve preoccupare neanche troppo di tenere a mente tutti i particolari di un progetto, visto che c’è il computer che li correggerà (come Gehry ci ha dimostrato in più occasioni). Prima si disegnava e poi si verificava col modello, ora si fa il contrario.


Quindi da una parte si perde “controllo” sul progetto, ma dall’altra un passaggio dal 2D al 3D obbliga a definire il modello fin da subito con una certa rigorosità. Nel disegno bidimensionale alcuni dettagli potevano rimanere inespressi addirittura fino alla fase esecutiva, o differiti secondo tempo diversi; questo oggi non è più possibile.
A mio parere queste nuove possibilità dovrebbero dare lo stimolo per affiancare all'incessante ricerca della “forma” perfetta anche strumenti utili per il controllo ambientale ed urbanistico dell'edificio costruito (mentre purtroppo le case si dimostrano sempre più scadenti ed invivibili).

Quello che manca oggi è un solido movimento che cerchi di “tirare le somme” da questo coacervo di proposizioni ed esperienze più o meno significative: appare urgente oggi porre dei punti fermi da cui avviare nuovi sviluppi, anziché continuare a spezzare il grande fiume dell’architettura in una miriade di rivoli secondari.
Serve una sintesi. La penuria di trattatisti seri dimostra questo impasse. Credo sia quanto mai d’obbligo un rinnovamento globale all’interno della progettazione e della teoria architettonica sia per quello 0,001% di grandi nomi, sia per i molti professionisti che oggi risultano inadeguati alle nuove sfide che l’architettura propone.

Quale deve essere lo spirito di questa grande sintesi?


Beh...non posso rispondere a tutto (ma ti assicuro che ci sto pensando da molto).


Credo comunque che rendersi conto del baratro sia già un passo avanti.


Ricevuto l'11 gennaio 2010 pubblicato il 16 aprile 2010

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Note:

[1]
Nikos A. Salingaros, "No alle archistar", edizioni LEF, Firenze, 2009


[2] Renato De Fusco, "Storia dell'architettura contemporanea", ed. Laterza, Bari, 2000 (capitolo 8 del libro): «Nella produzione architettonica del ventennio '50-'60, quando cioè le maggiori tendenze del Movimento Moderno erano entrate in crisi, poiché l'orientamento dominante era la «contestazione del presente», le due linee operativamente percorribili risultavano rispettivamente un ripensamento della tradizione e un tendere verso soluzioni futuribili.
Che cosa è cambiato da allora? A primo acchito si può dire che tanto l'interesse per la storia quanto quello per un futuro possibile siano rimasti costanti ma con accenti notevolmente diversi: il recupero della tradizione in molti casi s'è trasformato in un dichiarato eclettismo, l'utopia s'è paradossalmente realizzata, almeno nella sua componente tecnologica. È andata invece perduta quella «contestazione del presente», ricca di spinte rivoluzionarie che, dopo la fase acuta del '68, sembra totalmente abbandonata.
Tutto il dibattito odierno risulta incentrato sulla questione della modernità, anzi su una generale condizione post-moderna (di cui l'omonima tendenza architettonica non è che un sintomo e nemmeno tra i più significativi), cui va associata, ma con le distinzioni che vedremo, la cosiddetta condizione post-industriale.
Per conservare la struttura del nostro libro, è necessario prima descrivere questa generale condizione post-moderna, non considerandola una realtà storica - equivoco che ha sempre accompagnato la storiografia del Movimento Moderno - ma come un modo di nominare, illustrare ed interpretare l'insieme dei caratteri esponenti della stagione culturale contemporanea; successivamente, una volta «costruito» questo quadro interpretativo, si potranno classificare in esso opere, fatti ed idee di architettura relative alle tendenze in atto. Nella mia prospettiva pertanto la condizione post-moderna è sostanzialmente un tipo-ideale, un «artificio» storiografico e non, come pretende la maggioranza degli autori, la già citata realtà storica, una concezione filosofica, una situazione antropologico-culturale, ecc. Tuttavia, benché queste visioni siano globali e totalizzanti - in quanto tali devianti perché di fatto ci muoviamo in un mosaico di micrologie —, esse vanno qui accennate perché contengono elementi indispensabili alla costruzione del nostro schema interpretativo». pp. 453-454

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L'indice dell'inchiesta:

Prologo: Maledetti imbianchini


Gli interventi:
  •  3XN [1]
  • Aadrl [1]
  • Abcarius & Burns [1]
  • AKT (Adams Kara Taylor) [1]
  • Alberti, Emilio [1]
  • Alles Wird Gut [1]
  • Altro Modo [1]
  • Altro_studio (Anna Rita Emili) [1]
  • Amatori, Mirko [1]
  • Antòn Garcìa-Abril & Ensamble Studio [1]
  • Aragona, Guido [1]
  • Aravena, Alejandro [1]
  • Archingegno [1]
  • Architecture&Vision [1]
  • Architecture for Humanity (Cameron Sinclair) [1]
  • Archi-Tectonics [1]
  • Asymptote Architects [1]; [2]
  • Atelier Bow Wow [1]
  • Ban, Shigeru [1]
  • Barozzi-Veiga [1]
  • Baukuh [1]
  • Baumschlager & Eberle [1]
  • Blogger donne (Lacuocarossa, Romins, Zaha, LinaBo, Denise e tante altre) [1]; [2]
  • Bollinger+Grohmann [1]
  • BM [1]
  • C&P (Luca Cuzzolin e Pedrina Elena) [1]
  • C+S (Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini) [1]
  • Calatrava, Santiago [1]; [2]; [3]; [4]
  • Campo Baeza, Alberto [1]
  • Carta, Maurizio [1]
  • CASE (David Fano) [1]
  • Catalano, Claudio [1]
  • Cirugeda, Santiago [1]
  • Clément, Gilles [1]
  • Cogliandro, Antonino [1]
  • Contemporary Architectural Practice - Ali Rahim [1]
  • Contin, Giulio [1]
  • Coppola, Dario [1]
  • Cosenza, Roberto [1]
  • Critical garden [1]
  • Cucinella, Mario [1]; [2]; [3]
  • Dal Toso, Francesco [1]
  • De Carlo, Giancarlo [1]
  • Decq, Odile [1]
  • Design Institute Cinesi [1]
  • Diffuse, Luca [1]; [2]
  • Diller Scofidio+Renfro [1]; [2]
  • Dogma [1]
  • Douglis, Evan [1]
  • Duminuco, Enzo [1]
  • Eifler, John [1]
  • Eisenman, Peter [1]; [2]
  • Elastik (Igor Kebel) [1]
  • EMBT | Enric Miralles - Benedetta Tagliabue | Arquitectes associats [1]; [2]
  • Emergent Architecture (Tom Wiscombe) [1]
  • Ferrater, Carlos [1]
  • Florio, Riccardo [1]
  • FOA [1]
  • Galantino, Mauro [1]
  • Garzotto, Andrea [1]
  • Gehl Architects [1]
  • Gehry, Frank Owen [1]; [2]
  • Gelmini, Gianluca [1]
  • Grasso Cannizzo, Maria Giuseppina [1]; [2]
  • Graziano, Andrea [1]; [2]
  • Graypants (Seth Grizzle e Jon Junker) [1]
  • Gregotti, Vittorio [1]
  • Guidacci, Raimondo [1]
  • Hadid, Zaha [1]; [2]; [3]: [4]
  • Hensel, Michael [1]
  • Herzog & De Meuron [1]; [2]
  • Holl, Steven [1]
  • Hosoya Schaefer architects [1]
  • Ingels, Bjarke [1]
  • Ishigami, Junya [1]
  • Kahn, Louis [1]
  • Kakehi, Takuma [1]
  • Knowcoo Design Group [1]
  • Kokkugia [1]
  • Koolhaas, Rem [1]; [2]; [3]
  • Kudless, Andrew [1]
  • Kuma, Kengo [1]; [2]
  • Lacaton e Vassal [1]
  • Lancio, Franco [1]
  • Libeskind, Daniel [1]
  • Le Corbusier [1]
  • Lomonte, Ciro [1]
  • Lynn, Greg [1]
  • MAB [1]
  • Made In [1]
  • Mau, Bruce [1]
  • MECANOO [1]
  • Melograni, Carlo [1]
  • Menges, Achim [1]
  • Moodmaker [1]
  • Morphosis [1]
  • Munari, Bruno [1]
  • Murcutt, Glenn [1]; [2]
  • MVRDV [1]
  • Najle, Ciro [1]
  • Njiric, Hrvoje [1]
  • Notarangelo, Stefano [1]
  • Nouvel, Jean [1]
  • Ofis [1]
  • Oosterhuis, Kas [1]
  • Oplà+ [1]
  • Oxman, Neri [1]
  • Palermo, Giovanni [1]
  • Pamìo, Roberto [1]
  • Parito, Giuseppe [1]
  • Park, Sangwook [1]
  • Piano, Renzo [1]; [2]; [3]; [4]; [5]; [6]
  • Piovene, Giovanni [1]
  • Pellegrini, Pietro Carlo [1]
  • Pizzigoni, Pino [1]
  • Porphyrios, Demetri [1]
  • R&Sie(n) (Francois Roche) [1]; [2]; [3]; [4]
  • RARE office [1]
  • Raumlabor [1]
  • Rogers, Richard [1]
  • Ruffi, Lapo [1]
  • Salmona, Rogelio [1]
  • SANAA (Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa) [1]; [2]; [3]; [4]
  • Sandbox [1]
  • Sanei Hopkins [1]
  • Sauer, Louis [1]
  • Schuwerk, Klaus [1]
  • Servino, Beniamino [1]
  • Siza, Alvaro [1]; [2]; [3]; [4]; [5];[6]
  • Soleri, Paolo [1]
  • SOM [1]
  • Sottsass, Ettore [1]
  • Souto de Moura, Eduardo [1]; [2]; [3]
  • Spacelab Architects (Luca Silenzi e Zoè Chantall Monterubbiano) [1]
  • SPAN (Matias Del Campo+Sandra Manninger) [1]
  • Spuybroek, Lars [1]
  • Studio Albanese [1]
  • Studio Albori [1]
  • Studio Balbo [1]
  • StudioMODE + MODELab [1]
  • Supermanoeuvre [1]
  • Tecla Architettura [1]
  • Tepedino, Massimo [1]
  • Terragni, Giuseppe [1]
  • Tscholl, Werner [1]
  • Tschumi, Bernard [1]
  • Uap Studio [1]
  • Uda [1]
  • UN Studio (Ben Van Berkel) [1]; [2]
  • Vanelli, Nildo [1]
  • Vanucci, Marco (Open System) [1]
  • Verdelli, Roberto [1]
  • Vulcanica Architettura [1]
  • Wiscombe, Tom [1]
  • Zoelly, Pierre [1]
  • Zordan, Filippo [1]
  • Zucca, Maurizio [1]
  • Zucchi, Cino [1]
  • Zumthor, Peter [1]; [2]; [3]; [4]; [5]; [6]