Che cos’è un blog?
Per gli estensori di Sveltopedia (l'enciclopedia collettiva con voci che non superano i 140 caratteri) è l’: «Evoluzione di un fluido gelatinoso che dal 1997 è in grado di comunicare attraverso pagine web».
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Il blog di Robert Maddalena è Linea di senso, nell'inchiesta: 0027 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Linea di Senso di Robert Maddalena
Oltre il senso degli architetti (le suocere)
Eh?
Espressione apparsa sul mio volto il giorno in cui mi giunse la domanda di Salvatore.
Alla sorpresa iniziale si aggiunse, col passar del tempo, la confusione. Confusione in quanto non sapevo proprio cosa rispondere. O meglio: avrei dovuto infilare una colonna di nomi che avrebbe snaturato la domanda che richiedeva, appunto, un nome e non cento. Per un bel po' di tempo lasciai lì la mail in attesa che la risposta mi balenasse per la testa. Un po', sinceramente, come mi sta accadendo ora che Salvatore mi chiede uno scritto su questa sua strana indagine: sapere cosa piace agli architetti (come se al mondo gliene importasse qualcosa sapere cosa piace agli architetti).
In effetti, di tutto questo gioco, l'aspetto più interessante e forse foriero di sviluppi futuri non è la risposta data alla domanda da una serie di bloggers-architetti ma il fatto che ognuno di loro abbia deciso di rispondere, assieme a tutte le conseguenze che avrebbe provocato la pubblicazione delle risposte. Se un quesito (quesito tipicamente da bar sotto casa) fosse stato posto nella realtà, sarebbe stata una semplicemente chiacchierata più o meno leggera, più o meno banale e sarebbe terminata lì. X avrebbe saputo cosa piace a Y e l'effetto di questo passaggio di informazioni si sarebbe fatto sentire in tempi abbastanza “biblici” per i ritmi a cui siamo abituati. Non solo, avrebbe avuto effetti del tutto simili a quelli cui siamo abituati da qualche secolo in qua. Informazione, passaggio dell'informazione a qualcun'altro, diffusione dell'informazione, generazione di una nicchia di gusto, allargamento graduale sino al generarsi (forse) di una moda.
Invece in questo gioco tutto è stato moltiplicato, velocizzato e ha dato origine, secondo me, ad alcuni aspetti inattesi che lo scambio di informazioni nella realtà non avrebbe mai provocato. Innanzitutto gli interpellati: studenti, liberi professionisti, studiosi di architettura sino al docente universitario. Tutti mescolati, tutti sullo stesso piano, tutti un po' spiazzati da questa banalissima domanda: cosa ti piace?
Seconda questione: la pubblicazione su Wilfing. Pertanto links a blogs, links a progettisti, commenti, domande... in un sol gesto: CLICK.
Tanti bei click messi tutti assieme che si rimandavano l'uno all'altro. Persone sconosciute, con diversissima cultura alle spalle che cliccavano sul link di un altro architetto, scoprendone il blog, l'architetto che piace e magari scoprendo nuove architetture oppure progettisti sino a quel momento sconosciuti all'anonimo navigatore. Penso sia questo il maggior merito di questa inchiesta. Aver messo in comunicazione, almeno per un breve periodo, un certo numero di persone che mai si sarebbero incontrate, non solo realmente ma nemmeno virtualmente. Si è creata, in poche parole, una piccola comunità che sbirciava e navigava in internet attraverso gli stessi corridoi virtuali, scontrandosi in nodi sino ad allora poco frequentati. Successivamente, alcuni di questi bloggers hanno continuato a frequentare Wilfing coi loro commenti, con le loro considerazioni. O magari hanno frequentato altri bar-blogs divertendosi a conoscere e scambiare (e magari pure a litigare).
Sì, bar, ho scritto proprio bar, in effetti i blogs sono dei bar.
Ognuno col suo arredo: moderno, in stile, anni '70, tradizionalista o retrò... Niente di male in tutto ciò. C'è solo un problema, solitamente in ogni bar trovi clienti a cui piaccia lo stile dell'arredamento assieme agli spritz che il barista appoggia sul tavolo (post). È la cosidetta homophilia: i blogs (o anche i forum) tendono ad esser frequentati da persone tutte molto simili dal punto di vista ideologico. Paradossalmente il mezzo che potrebbe metterti in comunicazione con altri, che potrebbe farti incontrare idee e persone assai diverse da te, rischia invece di portarti nel solito bar sotto casa o nella solita curva Sud. Coi soliti clienti, coi soliti tifosi. Un po' triste come destino, o no?
Pertanto sono assai benvenute delle domande che ti invitino a confrontarti con gli altri. Eviterei quindi analisi e considerazioni che cerchino di dare al tutto un sapore scientifico, questa bella (e simpatica) inchiesta va vista come strumento per radunare persone, per porle in comunicazione, per invitarle a cliccare e porsi a loro volta domande, non come mezzo per capire il mondo dei blogs d'architettura.
Se posso... un'idea per la prossima inchiesta, una domanda meno oggettuale, meno puntuale, diciamo pure meno da architetti:
- Qual è la città che più ti piace e quella che ti piace meno?;
- Qual è la periferia che preferisci?;
- Quando sei entrato l'ultima volta in centro storico ma non per visitarlo?;
- Qual è il non-luogo a cui sei più affezionato?;
- Oppure, se si vuol proseguire l'inchiesta di Oltre il senso del luogo: tua madre (o tua suocera) abiterebbe nelle case (o nei render) del tuo architetto preferito?
13 ottobre 2010
Intersezioni --->OLTRE IL SENSO DEL LUOGO
Come usare WA ----------------------------------------------------------------Cos'è WA
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L'indice dell'inchiesta:
Prologo: Maledetti imbianchini
Gli interventi:
Prologo: Maledetti imbianchini
Gli interventi:
Gli architetti dell’inchiesta
- 3XN [1]
- Aadrl [1]
- Abcarius & Burns [1]
- AKT (Adams Kara Taylor) [1]
- Alberti, Emilio [1]
- Alles Wird Gut [1]
- Altro Modo [1]
- Altro_studio (Anna Rita Emili) [1]
- Amatori, Mirko [1]
- Antòn Garcìa-Abril & Ensamble Studio [1]
- Aragona, Guido [1]
- Aravena, Alejandro [1]
- Archingegno [1]
- Architecture&Vision [1]
- Architecture for Humanity (Cameron Sinclair) [1]
- Archi-Tectonics [1]
- Asymptote Architects [1]; [2]
- Atelier Bow Wow [1]
- Ban, Shigeru [1]
- Barozzi-Veiga [1]
- Baukuh [1]
- Baumschlager & Eberle [1]
- Blogger donne (Lacuocarossa, Romins, Zaha, LinaBo, Denise e tante altre) [1]; [2]
- Bollinger+Grohmann [1]
- BM [1]
- C&P (Luca Cuzzolin e Pedrina Elena) [1]
- C+S (Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini) [1]
- Calatrava, Santiago [1]; [2]; [3]; [4]
- Campo Baeza, Alberto [1]
- Carta, Maurizio [1]
- CASE (David Fano) [1]
- Catalano, Claudio [1]
- Cirugeda, Santiago [1]
- Clément, Gilles [1]
- Cogliandro, Antonino [1]
- Contemporary Architectural Practice - Ali Rahim [1]
- Contin, Giulio [1]
- Coppola, Dario [1]
- Cosenza, Roberto [1]
- Critical garden [1]
- Cucinella, Mario [1]; [2]; [3]
- Dal Toso, Francesco [1]
- De Carlo, Giancarlo [1]
- Decq, Odile [1]
- Design Institute Cinesi [1]
- Diffuse, Luca [1]; [2]
- Diller Scofidio+Renfro [1]; [2]
- Dogma [1]
- Douglis, Evan [1]
- Duminuco, Enzo [1]
- Eifler, John [1]
- Eisenman, Peter [1]; [2]
- Elastik (Igor Kebel) [1]
- EMBT | Enric Miralles - Benedetta Tagliabue | Arquitectes associats [1]; [2]
- Emergent Architecture (Tom Wiscombe) [1]
- Ferrater, Carlos [1]
- Florio, Riccardo [1]
- FOA [1]
- Galantino, Mauro [1]
- Garzotto, Andrea [1]
- Gehl Architects [1]
- Gehry, Frank Owen [1]; [2]
- Gelmini, Gianluca [1]
- Grasso Cannizzo, Maria Giuseppina [1]; [2]
- Graziano, Andrea [1]; [2]
- Graypants (Seth Grizzle e Jon Junker) [1]
- Gregotti, Vittorio [1]
- Guidacci, Raimondo [1]
- Hadid, Zaha [1]; [2]; [3]: [4]
- Hensel, Michael [1]
- Herzog & De Meuron [1]; [2]
- Holl, Steven [1]
- Hosoya Schaefer architects [1]
- Ingels, Bjarke [1]
- Ishigami, Junya [1]
- Kahn, Louis [1]
- Kakehi, Takuma [1]
- Knowcoo Design Group [1]
- Kokkugia [1]
- Koolhaas, Rem [1]; [2]; [3]
- Kudless, Andrew [1]
- Kuma, Kengo [1]; [2]
- Lacaton e Vassal [1]
- Lancio, Franco [1]
- Libeskind, Daniel [1]
- Le Corbusier [1]
- Lomonte, Ciro [1]
- Lynn, Greg [1]
- MAB [1]
- Made In [1]
- Mau, Bruce [1]
- MECANOO [1]
- Melograni, Carlo [1]
- Menges, Achim [1]
- Moodmaker [1]
- Morphosis [1]
- Munari, Bruno [1]
- Murcutt, Glenn [1]; [2]
- MVRDV [1]
- Najle, Ciro [1]
- Njiric, Hrvoje [1]
- Notarangelo, Stefano [1]
- Nouvel, Jean [1]
- Ofis [1]
- Oosterhuis, Kas [1]
- Oplà+ [1]
- Oxman, Neri [1]
- Palermo, Giovanni [1]
- Pamìo, Roberto [1]
- Parito, Giuseppe [1]
- Park, Sangwook [1]
- Piano, Renzo [1]; [2]; [3]; [4]; [5]; [6]
- Piovene, Giovanni [1]
- Pellegrini, Pietro Carlo [1]
- Pizzigoni, Pino [1]
- Porphyrios, Demetri [1]
- R&Sie(n) (Francois Roche) [1]; [2]; [3]; [4]
- RARE office [1]
- Raumlabor [1]
- Rogers, Richard [1]
- Ruffi, Lapo [1]
- Salmona, Rogelio [1]
- SANAA (Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa) [1]; [2]; [3]; [4]
- Sandbox [1]
- Sanei Hopkins [1]
- Sauer, Louis [1]
- Schuwerk, Klaus [1]
- Servino, Beniamino [1]
- Siza, Alvaro [1]; [2]; [3]; [4]; [5];[6]
- Soleri, Paolo [1]
- SOM [1]
- Sottsass, Ettore [1]
- Souto de Moura, Eduardo [1]; [2]; [3]
- Spacelab Architects (Luca Silenzi e Zoè Chantall Monterubbiano) [1]
- SPAN (Matias Del Campo+Sandra Manninger) [1]
- Spuybroek, Lars [1]
- Studio Albanese [1]
- Studio Albori [1]
- Studio Balbo [1]
- StudioMODE + MODELab [1]
- Supermanoeuvre [1]
- Tecla Architettura [1]
- Tepedino, Massimo [1]
- Terragni, Giuseppe [1]
- Tscholl, Werner [1]
- Tschumi, Bernard [1]
- Uap Studio [1]
- Uda [1]
- UN Studio (Ben Van Berkel) [1]; [2]
- Vanelli, Nildo [1]
- Vanucci, Marco (Open System) [1]
- Verdelli, Roberto [1]
- Vulcanica Architettura [1]
- Wiscombe, Tom [1]
- Zoelly, Pierre [1]
- Zordan, Filippo [1]
- Zucca, Maurizio [1]
- Zucchi, Cino [1]
- Zumthor, Peter [1]; [2]; [3]; [4]; [5]; [6]
Epilogo: Il massimo di diversità nel minimo spazio
Note conclusive sull'inchiesta:
- Il codice delle micrologie di Matteo Seraceni
- Architettura POP degli OPLA+
- Perché non eliminare il termine e spiegare il concetto? di Alberto Pugnale
- Commento a “oltre il senso del luogo” di Emanuele Papa
- In medium stat virtus (la virtù è nel medium) di Rossella Ferorelli
- Si preferisce 'chi non fa il filosofo' di Francesco Alois
- Per la città partecipata di Giovanni Mendola
- Off topic 'Città come stati d'animo' di Nicola Perchiazzi
- Oltre il senso degli architetti (le suocere)
- Note a margine di Paolo Valente
- Errata Corrige di Nicola Montuschi
Prima parte:
RispondiEliminaRobert,
in questo post hai centrato in pieno lo spirito dell’inchiesta.
Svelando le tre parole chiavi: GIOCO – BAR – INCONTRO
GIOCO:
- Riferimento di base (perdonami ma Wilfing nasce da alcune letture non dalla rete) ‘Johan Huizinga, Homo ludens’: «Il gioco è più antico della cultura».
- Riferimento inchiesta: il gioco è costituito da un sistema di regole che guidano l’attività ludica.
Quindi, due domande due - da motivare - posta ai blogger architetti. A sua volta le domande sono state aperte attraverso i commenti a chiunque (partecipazione infinita).
Nessuna deriva situazionistica ma puro ‘gioco’:«E così siamo ormai giunti ad una conclusione: cultura vera non può esistere senza una certa qualità ludica, perché cultura suppone autolimitazione e auto dominio, una certa facoltà a non vedere nelle proprie tendenze la mira ultima e più alta, ma a vedersi racchiusa entro limiti che essa stessa liberamente si è imposti. La cultura vuole tuttora, in un certo senso, essere ‘giocata’ dopo comune accordo, secondo date regole. La cultura vera esige sempre e per ogni rispetto fair play, e fair play non è altra cosa che l’equivalente espresso in termini di gioco, di ‘buona fede’.
Il «guasta gioco» guasta la cultura stessa. Se questa qualità ludica vorrà creare o promuovere la cultura, allora dovrà essere pura. Non dovrà essere falsa apparenza dietro la quale si mascheri un disegno di realizzare date mire con forme ludiche appositamente coltivate. Il vero gioco esclude ogni propaganda. Ha in sé la sua finalità. Stato d’animo e sfera sono quelli della lieta esaltazione, non dell’eccitazione isterica. La propaganda odierna che cerca di sequestrare ogni campo di vita, usa i mezzi destinati ad ottenere isteriche reazioni di massa, e perciò non si può accettarla – neppure quando assume delle forme di gioco – come una manifestazione moderna dello spirito ludico, ma soltanto come una sua falsificazione».
BAR:
- Riferimento di base ‘Charles Baudelaire, Lo Spleen di Parigi’: «È ora di ubriacarsi! Ebbri! per non essere gli schiavi seviziati dal Tempo: ubriachi senza tregua! Di vino, di poesia o di virtù – a piacer vostro».
- Riferimento inchiesta lo spirito del flâneur. Cioè l’atto del vagabondare tra i vicoli della rete con curiosità e stupore. In modo tale da uscire fuori dalla stasi dello spleen (in francese noia o melanconia meditativa) dei blogger per dare senso all’anima della rete l’inclusività o se vuoi la moltitudine:«Non a tutti è dato concedersi un bagno di moltitudine: godere della folla è un’arte; e può prendersi una sbronza di vita alle spalle del genere umano, solo colui a cui una maga ha istigato dalla culla il gusto della maschera e del travestimento (vedi nickname dei blogger o commentatori), il ribrezzo per le pareti di casa e la passione del viaggio.
Solitudine, moltitudine: termini uguali e convertibili per il poeta fecondo e attivo. Chi non sa popolare la sua solitudine, non saprà essere solo in una folla indaffarata.
[…]
Chi va in giro a piedi, solitario, meditativo, ricava una singolare ebbrezza da questa comunione universale. Colui che sposa facilmente la folla conosce gioie febbrili di cui saranno eternamente privi l’egoista inchiavardato come un forziere e il pigro, inviluppato come un mollusco. Lui assume su di sé tutte le professioni, tutte le gioie, tutte le sventure che l’occasione gli offre».
Seconda parte:
RispondiEliminaINCONTRO:
- Riferimento di base ‘Umberto Eco, Opera aperta’: «È dunque essenziale alla cosa e al mondo di presentarsi come ‘aperti’ di prometterci sempre ‘qualcos’altro da vedere’ (Merleau-Ponty»,
- Riferimento inchiesta: osservando il mondo dei blog mi sono accorto della loro tendenza a essere degli ‘spiriti chiusi’ spesso ‘autistici’ (ridondanti nelle loro ossessioni). Quindi, a mio parere, era necessario creare un incontro per destabilizzare queste visioni ‘chiuse’:«Si potrebbe pensare che questa fuga dalla necessità sicura e solida e questa tendenza all’ambiguo e all’indeterminato, riflettano una condizione di crisi del nostro tempo; oppure, all’opposto, che queste poetiche, in armonia con la scienza di oggi, esprimano le possibilità positive di un uomo aperto ad un rinnovamento continuo dei propri schemi di vita e conoscenza, produttivamente impegnato in un progresso delle proprie facoltà e dei propri orizzonti. Ci sia permesso di sottrarci a questa contrapposizione così facile e manichea, e limitiamoci in questa sede a rilevare delle concordanze, o almeno, delle consonanze che rilevano un corrispondersi di problemi dai più diversi settori della cultura contemporanea, indicando gli elementi comuni di una nuova visione del mondo».
Gioco/Huizinga – Bar/ Baudelaire – Incontro/Eco sono le tre matrici su cui si è basata quest’inchiesta.
Saluti,
Salvatore D’Agostino