- Qual è l’architetto noto che apprezzi e perché?
- Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?
Qui l’articolo introduttivo
Made in California di Davide Del Giudice
Zaha Hadid perché il suo design è una continua ricerca in territori inesplorati.
Zaha Hadid perché il suo design è una continua ricerca in territori inesplorati.
Andrea Graziano (citato in OLTRE IL SENSO DEL LUOGO qui), per la sua passione per l'architettura e lo spirito di sharing che ha nei confronti dei suoi lettori.
Come usare WA ---------------------------------------------------Cos'è WA
Intersezioni --->OLTRE IL SENSO DEL LUOGO
Come usare WA ---------------------------------------------------Cos'è WA
__________________________________________
Leggi:- incipit
- Conferenze e talks of architettura by Antonino Saggio
- POISON.GALORE di Sergio Polano
- E-Cloud di Alessio Erioli
- Il parallelografo di Paolo Mancini
- Amate l'architettura
- Gradozero di Davide Cavinato
- PEJA TransArchitecture research di Emmanuele Pilia
- DNA di Nicodemo Dell'Aquila
- L’Archimigrante di Marco Calvani
- Vers une architecture di Alessandro Russo
- Camminare Roma
- Identità e città di Giovanni Mendola
- Il blog della cosa di Emanuele Papa
- Nixiland di Nicoletta Carbotti
- Pensieri lasciati a macerare di Alberto Fogliato
- DEA-ARCHITECTURE di Nicola Montuschi
- Bizblog di Guido Aragona
- Architettura effimera di Emiliano Cristini
- La capanna in paradiso di Enrico Bardellini
- De Architectura di Pietro Pagliardini
- Architettura moderna di Vilma Torselli
- Urban Quality di Master
- Architettura, tempo, spazio e materia di Claudio Catalano
- Mezzo mondo di Miki Fossati
- Il papua di Fabio Massimo Rocchi
- Linea di Senso di Robert Maddalena
- Low-Res Architecture di Alessandro Rocca
- Il nido e la tela di ragno di Rossella Ferorelli
- Aedendesign
- Beyond The Light Bulb di Carlo Beltracchi
- In viaggio col taccuino di Simonetta Capecchi
- Firmiamo la lettera
- DES-ART-CHITECTURE di Laura Aquili & Ergian Alberg
- Played in Italy di Mario Gerosa
- SANSMOT di Gianluca Saibene
- Del visibile di Luigi Codemo
- Fiori di Zucca di Ugo Rosa
- Opla+
- G L U E M A R K E T
- P R O G di Alberto Pugnale
Davide,
RispondiEliminaa proposito della Zaha Hadid lascio a te la parola sono veramente curioso della tua recente esperienza.
Quest’architetto causa amore e odio profondo e spesso le sue architetture appaiono misteriose poiché non se ne conoscono i paradigmi costruttivi.
Leggo il blog/link di Andrea Graziano e traspare chiaramente la sua forza di sharing.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
Ciao Salvatore,
RispondiEliminala mia eperienza è ancora troppo prematura per trarre delle considerazioni ma posso provare a rispondere lo stesso,
sul fatto cioè che l'architettura di Zaha Hadid sia amata o odiata.
Chi la ama è chi è capace di guardare verso il futuro e capisce che l'architettura decostruttivista è solo ormai un romantico ricordo del passato.
Chi odia la sua architettura è perchè ama i suoi dipinti e le sue prime opere come il padiglione LF One e l'ex stazione dei pompieri Vitra per citarne alcune,
opere che nascevano direttamente dalla sua mano.
Chi ama la sua architettura sa che dietro i progetti ci sono dei team di architetti che dedicano tantissime energie per raggiungere la fluidità negli spazi
delle sue opere.
Il disegno di una superficie continua avviene attraverso software di modellazione che approssimano per mezzo di algoritmi i solidi elaborati e plasmati dal mouse, risultando delle superfici morbide e creando spazi che ricordano molto organismi viventi.
E' una concezione di spazio molto elaborata e ottimizzata per una migliore fruizione, continuità degli ambienti e un' eleganza ricercata che contraddistingue le sue opere.
Per controllare questa complessità abbiamo bisogno di un'infinità di disegni che permetteranno di capire come realizzare questo spazio fluido, sono questi disegni che servono a discretizzare l'elevata complessità iniziale per portarla ad un'altro livello di complessità superiore ma controllata.
Ciò che lega il disegno continuo e la complessità controllata è lo strumento. In questo caso parliamo di strumento parametrico che diventa una filosofia di pensiero progettuale.
Il parametricismo come lo definisce Patrik Schumacher potrebbe essere la chiave:"Modernism is based on standardization and repetition while Parametricism produces continuous variation(...)"
via:
http://www.patrikschumacher.com/Texts/Interview_WA_May%2009_english.htm
----> Davide,
RispondiEliminaprimo punto: solo nelle prime opere di Zaha Hadid troviamo traccia dell’architettura diagrammatica di matrice koolhaassiana e non eisenmanniana.
Il decostruttivismo è stato (e forse continua a esserlo) una trappola semantica;
secondo punto: c’è un difetto cronico dell’italiano comune (permettermi una semplificazione) a non leggere dietro l’architettura la fatica e la qualità di chi lavora.
Spesso la Zaha Hadid è considerata un’affabulatrice o meglio una furba dell’architettura alla stregua di una venditrice porta a porta di aspirapolvere o enciclopedie;
terzo punto: l’architettura di Zaha Hadid andrebbe letta attraverso i suoi script, NURB e la parametrizzazione.
quarto punto: grazie per il link e soprattutto per la citazione. Capire che il modernismo (che comprende il post moderno) si basa sulla standardizzazione e la ripetizione è fondamentale poiché ci permette di passare alla fase della parametrizzazione che come dice lo stesso autore produce una variazione continua e soprattutto cambia il modo di progettare.
Saluti,
Salvatore D’Agostino