31 dicembre 2013

Dieci cose che cercherò di fare grazie ai consigli di Add This

di Salvatore D'Agostino

Dieci cose che cercherò di fare il prossimo anno grazie ai consigli di Add This: 10 Tips to Make Your Content More Engaging

Nel frattempo buon tutto a tutti.








1. Fregarmene dei dati
Per due motivi: elimina l’ansia dei grandi eventi e perché l’architettura è un affare per onanisti. Due esempi per capirci: 
  • l’intervista che pochissimi lettori avevano visitato o letto a Walter Siti una sera ha registrato un picco di visite solo perché lo scrittore stava parlando da Fabio Fazio;
  • molti link hanno balzi improvvisi di visita provenienti dai siti porno.
2. Non essere accattivante
Non limitare la libertà.

3. Non essere utile
Delegare i sermoni sull'architettura ai buoni samaritani.

16 dicembre 2013

0053 [SPECULAZIONE] Un post dialogo con Luca Zevi curatore del padiglione italiano della XIII Mostra Internazionale di Architettura di Venezia 2012

di Salvatore D'Agostino

Il primo agosto del 2012 avevo proposto un’intervista a Luca Zevi, allora neo-curatore del padiglione italiano della XIII Biennale di architettura di Venezia 2012, ma per varie peripezie web le risposte sono arrivate il 6 dicembre 2013, qualche giorno dopo la nomina di Cino Zucchi1 come prossimo curatore del padiglione italiano 2014.

Ricordo che Luca Zevi aveva ‘articolato’ la sua esposizione in tre racconti:

L’oggi.
La narrazione del rapporto tra architettura, crescita, innovazione e industria: da Adriano Olivetti all'Architettura del Made in Italy.

Il futuro.
La proiezione vero il futuro: la sfida di Expo 2015.”Nutrire il pianeta” diventa una straordinaria occasione di riflettere sul rapporto tra territorio e ambiente, città e produzione agricola, e sul senso del “progetto” nel nord e sud del mondo.

La sfida.
Il Padiglione Italia, tradizionale sede della “mostra”, diventa prototipo di un nuovo modo di abitare che tiene insieme cultura dell’ambiente e green economy.








Tra analessi e prolessi ecco l’epilogo:

3 dicembre 2013

0052 [SPECULAZIONE] Alberto Pugnale | Engineering Architecture: come il virtuale si fa reale

di Salvatore D'Agostino 
«Dopo un lungo periodo di progressiva separazione, con lo sviluppo delle tecnologie informatiche architettura e ingegneria si stanno gradualmente riavvicinando. È un fenomeno che ho qui semplicemente tentato d’introdurre e che personalmente chiamo ‘Engineering Architecture’.» (Alberto Pugnale)
Engineering Architecture è un termine che Alberto Pugnale ha cesellato in questi anni di esperienza didattica e lavorativa, attraverso un’accurata analisi dello sviluppo storico delle tecnologie e una ricca comparazione con testi ed esperienze globali.

Engineering Architecture chiarisce tre aspetti (ma ce ne sono molti altri):

  • il primo spiega molti termini nati con l’uso delle tecnologie informatiche attraverso un’attenta ricostruzione storica;
  • il secondo ci aiuta a diffidare dei neologismi che cercano di incasellare le diverse esperienze delle tecnologie informatiche in architettura e ingegneria;
  • il terzo c’invita a non classificare i processi storici attraverso nette separazioni concettuali tra l’era attuale e quella storica.
Ringrazio il professore Alberto Cuomo per aver acconsentito alla pubblicazione di questo saggio scritto per la rivista da lui diretta ‘Bloom’, n.14, settembre/ottobre/novembre 2012.*





ENGINEERING ARCHITECTURE: COME IL VIRTUALE SI FA REALE

   Negli ultimi vent'anni l’impatto del digitale in architettura è cresciuto esponenzialmente, manifestandosi nei ‘BLOB’ informi di Greg Lynn1, come anche nelle cosiddette ‘free-form’ dei NOX2. L’aggettivo ‘free’ identifica la libertà di generare forme architettoniche a prescindere da ogni principio compositivo, statico o costruttivo, e si estremizza, ad esempio, nella ‘trans-architettura’ puramente virtuale di Marcos Novak3. Il computer insidia il lavoro concettuale del progettista come la realizzazione delle sue opere. Attraverso la fabbricazione a controllo numerico, il ‘file-to-factory’, il gruppo Objectile4 sfida la produzione seriale dell'industrial design. Così un unico modello digitale parametrico si concretizza in molteplici variazioni spaziali uniche, sempre nuove.

28 novembre 2013

A Journey through an Italy You Don't See on the News



[...] You will find these four words at the New Generations festival held in Milan on November 28, 29, and 30, but do not be deceived by my introduction, because the curators, Gianpiero Venturini and Carlo Venegoni, have chosen the best architects' studios observing, not the Italy made up of different regions, but Italy as a region of Europe. All the speeches will be pithy and to the point, with a limited number of clear ideas, thus avoiding the verbal diarrhea, often full of personal opinions, of 20th-century conferences.

[...] these are the names (and luckily today we don't need their surnames, only their web addresses) of an Italy that shares nothing with the empty, often shouted words of television. These are practical men and women who love to get their hands dirty: open, instinctive, social. They know full well that the web is a notice-board where ideas can be exchanged and shared not just in the virtual world but in the real one as well. Their approach can be summed up as "dialogue with nature, sacrifice and simplicity".

[...] A.M.O. Venezia ... is not the Venice branch of the conceptual arm of the Rem Koolhaas's O.M.A. studio. "A.M.O. Venezia" stands for "Ancient Maps of Venice". It's a free app developed by Venice university's cartography and geographical information system under Professor Francesco Guerra. The app enables you to see the changes that have taken place in Venice through historic maps from the cartography and geographic information system.


22 novembre 2013

...a proposito di nuova generazione, un viaggio dietro l’Italia del telegiornale e A.M.O. Venezia...

di Salvatore D’Agostino


... a proposito di nuova generazione, 

ci sono quattro parole passepartout, usate per comunicare bene e in fretta, che in questo inizio del ventunesimo secolo dovrebbero essere cancellate dal vocabolario, eccole:

  • ‘Festival’ e il suo epigono ‘evento’;
  • ‘Workshop’ ovvero lezioni istantanee su tutto;
  • ‘Nuova generazione’ e la speculare, ma glamour ‘new generations’;
  • Under x, y, z per fissare una barriera ‘evolutiva’ alle idee fresche e innovative.

Queste quattro parole li trovate al Festival NEW GENERATIONS che si terrà a Milano il 28, 29 e 30, ma non fatevi ingannare dalla mia introduzione perché i curatori Gianpiero Venturini e Carlo Venegoni hanno selezionato i migliori studi di architettura osservando, non l’Italia delle regioni, ma l’Italia come regione dell’Europa. Tutti gli interventi avranno il pregio della sintesi, poche ma chiare benedette idee, evitando così l’effluvio incontrollato, spesso zeppo di opinioni personali, dei convegni del ventesimo secolo.

Qui, se sei interessato, trovi il programma.









9 novembre 2013

Salvatore Iaconesi | Infoscapes: Emerging Human Ecosystems



By Salvatore Iaconesi


A cultural ecosystem for Rome: here is a new geography composed of atoms and bits. We have created an observation platform for a new anthropology of the city.

We find ourselves amid a strange normality.

I'm immersing myself in the streets of Rome, focused on getting to the places where I have errands today and intent on observing the intense physicality of this city. As a result, I'm constantly running the risk of walking into people, slipping while getting off a crowded tram or simply getting lost in the fascination of turning off into a narrow street in the old center instead of heading straight for my destination.

I feel a vibration... and everything changes. Although physically I remain in the same place, I'm somewhere else. I glance at my smartphone, which has notified me of a new message and I am in another place. It is hard to describe. I'm still there - at a crowded intersection by Largo Argentina (a square in Rome's old center, full of ancient ruins), trying to avoid being run over by a car as I cross the street along with many other people. But I am also elsewhere.

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6 novembre 2013

0021 [POINTS DE VUE] Steve Bisson | Viaggio in Italia?

di Salvatore D’Agostino

   Nel 1954 usciva nelle sale cinematografiche ‘Viaggio in Italia’ di Roberto Rossellini. Nel film una coppia inglese, Alex e Katherine Joyce, durante un viaggio in auto in Italia è costretta a ritrovare il dialogo, ormai rovinato dalla reciproca indifferenza. L’abitacolo diventa il loro forzato confessionale, mentre il paesaggio italiano scorre non osservato attraverso i finestrini. Rimasti intrappolati, a causa di una festa religiosa in un paese campano, sono costretti a scendere dall'auto e strattonati dagli eventi aprono gli occhi sulla realtà, se pur umanamente diversa dalla loro cultura, che li circonda. Un miracolo della vista apre gli occhi chiusi dall'indifferenza.

   Nel 1984 Luigi Ghirri invitava venti fotografi ad attraversare l’Italia «dove non c’è niente da vedere», come scriverà Gianni Celati, per osservare l’Italia che non veniva rappresentata dalle immagini del bel paesaggio da cartolina o dalle foto spendibili e sensazionalistiche dei paparazzi, come lì definì Federico Fellini. Ghirri intitolerà la mostra e il libro ‘Viaggio in Italia’ aprendo gli occhi verso un paesaggio dove i cultori dell’estetica e del bel paese non sarebbero mai andati.

   Nel 2014 Steve Bisson ai ‘viaggi in Italia’ precedenti ha aggiunto un punto interrogativo. Ha invitato un gruppo di fotografi, artisti e amici a fermarsi per tracciare un pensiero a mano libera sulla fotografia e sul paesaggio senza utilizzare apparecchi fotografici. Facendosi inviare per posta gli appunti per un’installazione dal titolo ‘Viaggio in Italia?’ del 2014. Un invito ad aprire gli occhi sul paesaggio ‘presente’ senza mediazioni visive.

   In questi giorni, fino al 10 novembre 2013, è possibile vedere un’anteprima dell’installazione presso la Galleria Browning di Asolo. Di seguito, ho estratto dall'anteprima qualche ‘pensiero a mano libera’:

31 ottobre 2013

Lucia Tozzi | Founding cities: Archaeology of the new town

   Charley in New Town is a short animated film created by the British government's Central Office of Information (COI) in 1948. Charley - an "everyman" - is weary of the alienating life of the big city and decides to head for somewhere more salubrious, with trees, bicycles and friendly neighbors. It could be Roosevelt's America, or Mumbai today. What makes it original is that his move isn't to some generic rural area or gated community, but to a new town, designed with the common good in mind.


   The model put forward by this government cartoon was that set out in the New Towns Act(1946), which adapted Ebenezer Howard's "garden city" concept to an age of welfare and post-war reconstruction. These widely celebrated English new towns were the result of highly advanced thinking that tackled urban congestion by eschewing both suburban sprawl and uncontrolled high-density development. They gave priority to transport and services, offering a relational complexity that is lacking in the solutions imposed in subsequent decades by the dullest products of modernism. This is not to say that those towns, or their imitations scattered around the globe, are the most attractive, intelligently conceived, or most radical from an urban planning point of view - far from it. Nevertheless, they embodied ideals of egalitarianism and redistribution of wealth that no project since, however outstanding, has managed - or even aimed - to embody.



23 ottobre 2013

0027 [CITTÀ] Lucia Tozzi | Fondare città - Archeologia della new town

di Lucia Tozzi

Charley in New Town è un cortometraggio di animazione promosso dal COI - Central Office of Information - del governo britannico nel 1948. L’uomo medio Charley, sfinito dalla vita alienante della metropoli, decide di andare a vivere in un luogo più salubre, tra alberi, biciclette e vicini cordiali. Potrebbe essere nell'America di Roosevelt come nella Mumbai contemporanea. L’elemento che lo rende esotico è che il suo trasferimento non riguarda una generica area rurale o una gated community, ma una New Town pianificata nell'interesse collettivo.



   Il modello promosso dal cartone animato governativo era quello definito dal New Towns Act (1946), che rielaborava le città giardino di Ebenezer Howard adattandole all'era del welfare e della ricostruzione postbellica. Queste celebratissime New Towns inglesi erano il prodotto di un pensiero molto evoluto, che affrontava la congestione urbana evitando a un tempo i tappeti di villette dei suburbi e il ricatto della densificazione selvaggia, dando priorità alla questione dei trasporti e dei servizi e garantendo una complessità relazionale sconosciuta alle soluzioni imposte nei decenni a venire dagli esiti più ottusi del modernismo. Questo non significa che quelle città o le loro imitazioni sparse per il mondo siano le più belle, le più intelligenti, le più radicali sotto il profilo urbanistico mai concepite, anzi. E tuttavia incarnavano ideali egualitari e redistributivi che forse nessun progetto successivo, per quanto eccelso, ha più potuto o voluto incarnare.


21 ottobre 2013

The first european classrooms in cyberspace



Yesterday Manuela Verduci, the Italian member of the iversity management team, sent me the following email:


"Hi Salvatore,
The [iversity] courses are online! :-)
We have more than 100,000 students, which means we are the biggest platform in Europe!
Design 101 is the second most popular course, with more than 19,000 signed up :-)
Have a nice day :-)"

In fact, as I wrote, "the first Italian-inspired course - though in English - in cyberspace (an obsolete word that I'm happy to exhume) and the first Italian MOOC (massive online open course) faculty in design" has become the most followed course of all time, with several Italian teachers. The linguist Tullio de Mauro, an expert analyst of the development of teaching establishments, greeted the arrival of the new courses simply by saying: "Here come the MOOCs."

De Mauro observed: "Three major forces drive the whirlwind that is the MOOC: 

1)  dissatisfaction with traditional face-to-face courses;
2) the hope that the Internet can bring interactive learning that is more effective than listening/solitary reading/orals or written exams (which simply demonstrate the ability to repeat what the teacher had to say);
3)  the need to be international."

16 ottobre 2013

0011 [SQUOLA] Le prime aule del cyberspazio dal carattere europeo

di Salvatore D’Agostino



La parola scuola è spesso un inciampo, il suo suono trae in inganno.
Non di rado viene scritta sbagliata. 
Squola è un errore ed è il nome di questa rubrica.

Ieri Manuela Verduci, la responsabile italiana d’iversity, mi ha inviato questa mail:
Ciao Salvatore,

i corsi (ndr iversity) sono oggi online! :) 

Abbiamo più di 100.000 studenti, il che significa che siamo la più grande piattaforma europea! e Design 101 è il secondo corso più seguito, con più di 19.000 iscritti! :)  
buona giornata :) 
In pratica «la prima aula, dall'animo italiano - come scrivevo - ma in lingua inglese, del cyberspazio (parola obsoleta che mi piace riesumare), nonché la prima cattedra MOOC italiana di design» è diventata il corso, con alcuni docenti italiani, più seguito di tutti i tempi. Il linguista Tullio De Mauro, un’analista attento all'evoluzione pedagogica della scuola, ha accolto l’avvento dei nuovi corsi con un semplice ‘arrivano i MOOC’:
«Tre grandi forze – osserva De Mauro - alimentano il ciclone (ndr MOOC):
l’insoddisfazione delle tradizionali lezioni frontali;
la speranza che la rete porti ad apprendimenti interattivi più efficienti della tripletta ascolto silente/lettura individuale/interrogazioni ed esami (che mostrino la capacità di ripetere ciò che il docente ebbe a dire);
il bisogno di internazionalità.»
Per capire meglio che cos'è un corso MOOC, ho fatto delle semplici domande piene di curiosità a Manuela Verduci e, nel frattempo, mi sono iscritto ad un corso per sperimentare su me stesso il nuovo insegnamento; seguendo ciò che il Times ha suggerito di fare con i suoi giornalisti perché, per capire ciò che sta avvenendo bisogna, in questo caso, tornare tra i banchi di scuola, seppur virtuali.








15 ottobre 2013

Mauro Francesco Minervino: Who lives in Calabria, plays with fire and has a short memory



I am still seeking a way to get my bearings in the world. For this reason I write books that are born in the open, on the move, from a journey, from the road - books that themselves resemble journeys, roads, meetings and unforeseen encounters that arise from unusual, fragmented routes. I do this to "bring back into reality our perceptions, ever more deprived of spatial awareness, that is, of the capacity to move in a three-dimensional world". I remain convinced that in this world, by regaining the ability to see a "depth of field", through a "different spatial and perceptive ecology, our three-dimensional capacity may be revived, or at least may not be totally extinguished" (M. Belpoliti).

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10 ottobre 2013

Three new art, design & city projects you need to know about


Galleria Occupata ("Employed" Art Gallery)


A miscellaneous group of artists from Catania came up with the idea of Galleria Occupata. The artists - who come from various different backgrounds including la Fondazione Brodbeck (The Brodbeck Foundation), BOCS (Box of Contemporary Space)", Malastrada film and the Canecapovolto Collective - have never occupied a physical space but the project proposes that the gallery would take care of the artists as if they were "employees".

Galleria Occupata was founded and is managed by artists and intellectuals; it has introduced itself dialectically on the contemporary art scene with a few programmatic one-liners:
  • Research is the only work possible!
  • Formalization is a moment of research.
  • An artist is a worker!


9 ottobre 2013

Mexico City: View From a Helicopter, Skyscraper and More


A city seen from a hill, from a terrace or in flight holds all the same potential definitions as the same city from the ground. In just one glance the past history, present and the near future cancel itself out.

Pablo Lopez Luz (the Mexican photographer) observed Mexico City through the lens of his normal, regular-sized camera from the edges of tall buildings, from the top of mountains and even while leaning out of a helicopter. In doing so he managed to capture some almost cartographic images of extreme realism. In this vast expanse of houses, the contradictions of an unbalanced city in continual expansion trying to conquer every available space start to emerge. Here the notion of landscape dissolves into an ocean of human dwellings.


7 ottobre 2013

"Igort, The Secret Landscape": Life Under Communism


«Initially I found Ukraine obscure; a cloud belonging to the Soviet heaven. Then I started going there more often and the foreign names that I'd been hearing at home since childhood such as Kiev, Odessa, Poltava, Sevastopol, Lviv, Yalta, became more recognizable. I started to ask myself honestly, what was life like around here during and after communism?»
The documentary about Igort, a cartoonist, starts with this quote from him. The show, filmed by Domenico Distilo [Director of Photography: Maurizio Tiella, Editor: Alberto Masi. Produced by Marco Lo Curzio; SCIARA Film Production/Media Design].
Igort tells the story of his trip to Ukraine, a sort of initiation diary that changed his life, "a sort of practical test, on the ground" to come to terms with himself, with the "communist dream" as it says in the documentary and what was left of it.
As he tells the story, he reveals his own creative journey, the idea, the notes on the diaries, books, travel, stories, visual notes taken with an old camera, notes, preparatory drawings, retouches on the computer and then finally a conversation with a French publisher. (What a beautiful comic store at around 29 minutes into the show!)

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3 ottobre 2013

0020 [POINTS DE VUE] Pablo Lopez Luz | Città del Messico


di Salvatore D’Agostino

Una città osservata da un’altura, da un terrazzo o in volo comprende tutte le possibili definizioni della stessa città attraversata dal basso. In una sola veduta la storia passata, presente e del prossimo futuro si annulla.

Il fotografo messicano Pablo Lopez Luz, con la sua macchina fotografica di medio formato, ha osservato Città del Messico ai bordi di alti palazzi, raggiungendo le cime delle montagne e sporgendosi dagli elicotteri ha ottenuto delle immagini quasi cartografiche di estremo realismo. In questo pieno infinito di case emergono le contraddizioni della smisurata città in continua espansione alla conquista di ogni spazio disponibile. Qui la nozione di paesaggio si dissolve in una distesa di umanità abitativa.

Gli studi sulla storia della pittura e fotografa messicana di Pablo Lopez Luz fanno assumere al suo ‘estremo realismo’ l’aspetto di ‘realismo magico’,* una corrente artistica che dal 1967 in poi, grazie allo scrittore Gabriel García Márquez e il suo libro ‘Cent'anni di solitudine’ ha fatto scoprire la letteratura e il mondo delle arti del sud America. Il ‘realismo magico’ offrì, al realismo inteso come pura cronaca o assoluta verità, uno scarto narrativo straniante.

La realtà fotografata da Pablo Lopez Luz con estrema precisione ci fa rimanere in sospeso, quasi senza fiato.


28 settembre 2013

0026 [CITTÀ] Salvatore Iaconesi | Infoscapes: ecosistemi umani emergenti

di Salvatore Iaconesi*

Un ecosistema della cultura per la città di Roma

Una nuova geografia, fatta di atomi e bit. Abbiamo creato un punto d'osservazione, per una nuova antropologia della città.


Ci ritroviamo in una strana ordinarietà.

Mi immergo nelle strade di Roma, indaffarato nel raggiungere i luoghi delle mie commissioni della giornata e intento ad occuparmi della fisicità intensa di questa città – per cui rischio continuamente di finire addosso ad altre persone, scivolare scendendo da un tram affollato, o semplicemente perdermi nella curiosità di svoltare in un vicolo del centro storico invece che proseguire dritto verso la mia destinazione.

Una vibrazione. Tutto cambia. Pur restando fisicamente nello stesso luogo, sono da un'altra parte. Guardo il mio smartphone, su cui è arrivata una notifica di un messaggio, e sono in un altro posto. Difficile da definire. Sono sempre lì, in un incrocio affollato di Largo Argentina, ad evitare di essere investito da una automobile mentre attraverso la strada assieme a tante altre persone. Ma sono anche altrove.



23 settembre 2013

...a proposito di galleria occupata, Me Too (imparo a disegnare) e le città #Invisibili...

di Salvatore D'Agostino

…a proposito di galleria occupata,
alcuni artisti provenienti da diverse esperienze catanesi come la Fondazione Brodbeck, BOCS, Malastradafilm e il collettivo Canecapovolto hanno ideato Galleria Occupata. Un gruppo eterogeneo che non ha occupato nessun luogo fisico e che si propone di prendersi cura dell’artista come lavoratore ‘occupato’.
«Galleria Occupata è fondata e gestita da artisti e pensatori, si propone dialetticamente sulla scena dell’arte contemporanea con poche battute programmatiche:
  • la ricerca è l’unica opera possibile!
  • la formalizzazione è un momento della ricerca!
  • l’artista è un lavoratore!»

13 settembre 2013

...a proposito di Igort, na3 e Plug_in...


di Salvatore D'Agostino

...a proposito di Igort,
«Al principio l’Ucraina era per me qualcosa d’indistinto una nuvola appartenente al firmamento sovietico. Poi ho cominciato a frequentarla e i nomi esotici che sentivo in casa sin dall’infanzia Kiev, Odessa, Poltava, Sebastopoli, Leopoli, Yalta, divennero paesaggi concreti. Com'è stata la vita durante e dopo il comunismo da queste parti? Me lo domandavo sinceramente.»

Inizia con le parole di Igort il documentario che Domenico Distilo ha girato sul fumettista che andrà in onda stasera su Rai Tre, alle 00.50, prima di fuori orario, e forse fuori orario per molti telespettatori [direttore della fotografia Maurizio Tiella, montaggio Alberto Masi e prodotto da Marco Lo Curzio SCIARA Film Production/Media Design].


Igort racconta del suo viaggio in Ucraina, una sorta di diario iniziatico che gli ha cambiato la vita, «una specie di verifica sul terreno» per fare i conti con se stesso e con il "sogno comunista”, tra parentesi come dice nel documentario, e cosa di questo sogno rimaneva.
E mentre si racconta, rileva il suo percorso creativo, l’idea, gli appunti sui diari, i libri, i viaggi, le storie, gli appunti visivi attraverso una vecchia telecamera, le note, i disegni preparatori, i ritocchi al computer e infine un dialogo con un editore francese (che bella la libreria di fumetti intorno al minuto ventinovesimo).

Ogni storia un viaggio rilevatore: dall'eccidio stalinista dei Culachi (proprietari terrieri) causato da una carestia artificiale che li portò al cannibalismo; al racconto della morte di Anna Politkovskaja, di cui già aveva sentito il bisogno di scrivere alcuni giorni dopo il suo assassinio sul suo blog; per finire con il prossimo libro su Pavel Aleksandrovič Florenskij, un mistico russo, che indaga sul tempo rovesciato e la quarta dimensione ucciso dal regime sovietico l’8 dicembre 1937.
«E come se si dovesse raggiungere - attraverso il fumetto - un certo equilibrio e se è possibile arrivare alla verità, una verità che non è il realismo, il realismo è un genere, la verità è come una specie di essenza della scena è una specie d'immedesimazione. [...] Ciò che m’interessa è aprire la finestra delle domande, non dare risposte, non ho risposte da dare» conclude Igort.
Visione consigliata perché il documentario si preoccupa di raccontare e non di elogiare il fumettista e perché c’è sapienza nel montaggio tra il parlato, il visivo e la musica. Musiche, non a caso, tratte dall'album ‘Casinò’ dei Los Ciceros cioè Igort, Sarah Tartuffo, Don Ross e Mario Pirolla; edito in Italia da Coconino Press.



3 settembre 2013

Mauro Francesco Minervino: Chi vive in Calabria, chi gioca col fuoco, chi ha scarsa memoria


Pubblico un breve estratto dell'intervento che il dromofilo Mauro Francesco Minervino terrà domani 4 settembre al Festival di letteratura di Mantova, tenda Sordello (nella mappa punto 9) alle ore 18.00. 



Mauro Francesco Minervino

   Cerco ancora un modo per orientarmi nello spazio del mondo. Perciò scrivo libri che nascono allo scoperto, in movimento, da un viaggio, dalla strada, che somigliano essi stessi a viaggi, strade, a incontri e relazioni impreviste che nascono da percorsi insoliti e accidentati. Lo faccio per “riportare su un piano di realtà le nostre percezioni, sempre più deprivate di competenze spaziali, ovvero delle capacità di muoversi in un mondo a tre dimensioni”. Resto convinto anch’io che in questo modo, riconquistando la visione alla “profondità di campo”, con una «diversa ecologia percettiva e spaziale, la nostra competenza tridimensionale potrà risorgere, o almeno non spegnersi del tutto» (M. Belpoliti). Per cercare di ricordare quello che vedo, per tentare di venire a capo di quello che leggo del mondo, nonostante tutto, privilegio ancora l’esperienza dei sensi nella dimensione del reale, il movimento nel tempo e nello spazio, a tre dimensioni. Lo “stato in luogo” di cose e persone è il condensato di questa esperienza, l’oggetto che per me assomma e riproduce ogni realtà, ogni ricordo sensibile del mondo e del suo essere FACTUM, VOLUMEN.
   Penso a un libro che racconta i luoghi e le persone così come sono adesso, privilegiando la dimensione del viaggio e il racconto di esperienze sul campo, di sguardi e narrazioni sul contemporaneo al Sud. Penso a un libro di luoghi e persone, di “movimento e passione”. 

23 agosto 2013

Windows of the World - Aerial Photographs by an Astronaut

The photographs that the astronaut Luca Parmitano has been publishing recently on his Facebook page are pictures of pure emotion, too. A member of the Expedition 36 mission, he took off from the Baikonur cosmodrome in Kazakhstan on May 28 and is due to return to earth in November. Now, Parmitano is orbiting 400 kilometers (248 miles) higher than Nadar's balloon flew. During work breaks he has shot these photographs through what he calls "the window on the world" and he is sharing them with his wide circle of Facebook friends, complete with short captions. 
Photographs of superhuman serenity, which I have chosen and post in reverse chronological order. I will update them until the end of the mission.

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12 agosto 2013

The city and the IT revolution - By Antonino Saggio


By Antonino Saggio

We're talking about an IT revolution. So, it's hardly surprising if the differences between a "second wave" city - as Alvin Toffler would define it - and a "third wave" or "information" city are very great. Indeed, the city is the biggest and most complex artifact created by humanity, as a system for accelerating its productive capacity. Consequently, the transition from an urban structure based on the manufacturing industry to one based on the organization, diffusion, and formalization of information brings with it profound changes.

Internet

In its formative logic, the industrial city incorporated the logic of Taylor's organization of work. This translated into choices - both organizational and physical.
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7 agosto 2013

agosto 2011 | Ludovico Corrao: Una città non si ricostruisce con un disegno

di Salvatore D'Agostino

Due anni fa moriva, in modo violento, Ludovico Corrao ideatore e infaticabile promotore della rifondazione di Gibellina, distrutta dal terremoto nel 1968. Il paese, per motivi di sicurezza, secondo un decreto del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, non poteva essere ricostruito sulle proprie macerie, ma andava rifondato altrove. Ludovico Corrao, allora sindaco di Gibellina, pensò che fosse venuto il momento del riscatto di un popolo da secoli povero e vessato dai potenti affiancando alla costruzione della nuova città progetti d’arte contemporanea. L’arte a Gibellina nuova doveva essere non più espressione del potere dominante ma a servizio di tutti i cittadini. Mentre gli edifici seguivano il percorso, spesso non facile, dei finanziamenti statali, le opere d’arte furono sovvenzionate con i soldi degli stessi abitanti.

Fu così che alcuni artigiani della nuova Gibellina come Carlo La Monica, Luigi e Girolamo Ippolito, Antonio Renda, Giuseppe Barbera, Egisto Artale, Alfonso Terranova, Damiano Arcilesi, Cristoforo e Vito Evola, Pippo Ferrara, Franco Cassarà Ignazio Giacone, Maria Capo, Franca Ippolito, Angela Casciola, aiutarono e costruirono le opere di artisti come Scialoja, Paladino, Burri, Consagra, Pomodoro, Cascella, Franchina, Mirko, Uncini, Staccioli, Schifano, Beuys, Xenakis, Kokkos, Isgrò, Colla, Cucchi, Briggs, Accardi, Noetti, Ciussi e tanti altri.

Questi artigiani, in un libro inchiesta di Davide Camarrone ‘I maestri di Gibellina’, raccontano con orgoglio la straordinaria opportunità che ebbero nel cooperare con artisti provenienti da tutto il mondo, affrontando le sfide che si volta in volta gli proponevano. Sfide che uscivano fuori dalle consuete mansioni quotidiane e che innescarono un dialogo creativo, come ricorda il fabbro Carlo La Monica: «Lui (ndr Corrao) diceva sempre: “La musica la scrivono loro però i musicanti li mettiamo noi.»

A seguire, pubblico l’introduzione che Ludovico Corrao scrisse per questo libro che, per una strana coincidenza, è stato pubblicato lo stesso mese della sua morte. Questo testo, appare come un inconsapevole testamento di chi consegna un’opera appena abbozzata: «Una città non si ricostruisce - ricorda Corrao - con un disegno e una bacchetta magica, imponendo uno stile su un altro. Una città si ricostruisce negli anni, nei secoli.»

Quasi come un monito pieno di speranza conclude: «Questo, per Gibellina, è solo l'inizio di un cammino.»




Fotografia di Mimmo Jodice

2 agosto 2013

0019 [POINTS DE VUE] Luca Parmitano | Sovraumana serenità

di Salvatore D’Agostino

Nel 1858 Nadar, pseudonimo di Gaspard-Félix Tournachon, scattò per la prima volta delle fotografie aeree. Nel suo libro di memorie,1 ricorda le sensazioni del suo primo viaggio aerostatico munito di macchina fotografica progettata di proposito per la missione:

«Come il corso dei tempi passati, l’altezza che lo allontana riporta ogni cosa a proporzioni relative: alla Verità. In questa sovraumana serenità, lo spasmo dell’ineffabile sensazione libera l’anima dalla materia, dimentica di sé come se non esistesse più, sublimata essa stessa in pura essenza. Tutto è lontano, preoccupazioni, amarezze, il disprezzo, l’oblio, e persino il perdono…»
Le fotografie aree, per lo scaltro Nadar, dovevano aprire il campo per diversi scopi sia strategici militari che scientifici. Nadar, da pioniere della fotografia, nonché abile sperimentatore,2 non riesce a nascondere la commozione che la terra vista dall'alto provoca. Tra le nuvole, i pensieri appaiano relativi e diventano pura emozione.

Fotografie di pura emozione sono anche quelle che in questi giorni sta pubblicando sulla sua pagina facebook l’astronauta Luca Parmitano. Partito il 28 maggio dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan per la missione Expedition 36,3 il rientro è previsto a novembre, Parmitano si trova quattrocento chilometri più in alto del pallone aerostatico di Nadar. Durante le pause da un angolo di oblò, chiamato cupola, e da lui definito ‘La finestra sul mondo’ scatta delle fotografie che condivide agli amici dilatati dell’era di facebook, arricchendoli con brevi didascalie.

Fotografie di sovraumana serenità che ho deciso di selezionare e ordinare in ordine cronologico inverso, aggiornando questo post, fino al rientro della sua missione.

Un’immensa nube di gas si diffonde oltre l’atmosfera dopo la disintegrazione



Disegni di Terra in Southern Australia




Ayers Rock e la sua solitaria ombra al mattino presto




Una montagna dal profilo quasi perfetto




Rocce, neve, ghiacciai e acque di un blu profondo nelle Coast Mountains, in #Canada. 




Uno dei ghiacciai più grandi al mondo, in #Patagonia




Paesaggi di desolata bellezza nelle Ande 




Un cratere da impatto, credo, nel deserto africano




Barriere coralline sbucano fra le nubi, al largo della costa del Belize.




#Georgia on my mind… 



Sentieri acquatici si intrecciano nel Rio delle Amazzoni.



le ipnotiche sfumature di blu del Mar dei Caraibi



La culla di molte antiche civiltà, una terra chiamata Mesopotamia



venerdì 13 settembre 2013
Come l’albero della vita, un fiume in Burkina Fasu




martedì 10 settembre 2013

La capitale del Burkina Fasu, Ouagadougou. Uno scioglilingua!





lunedì 09 settembre 2013
Vicino Washington, il mio obiettivo è stato attratto da queste curve




domenica 8 settembre 2013
I colori di una tavola di Moebius tra Afghanistan e Pakistan




venerdì 6 settembre 2013
La punta estrema della penisola del Sinai, colta nel riflesso del sole




venerdì 6 settembre 2013
Le lunghe ombre all'alba sembrano imitare le acque che scorrono nella sabbia, nel sud dell’Australia












venerdì 6 settembre 2013
Terreni diversi, e le loro acque, creano una tavolozza di colori in Crimea





martedì 3 settembre 2013
Il lago di Ginevra, incastonato come un gioiello tra Francia e Svizzera

















domenica 1 settembre 2013
La pelle della Terra, in un deserto a nord del lago Koko Nor


sabato 31 agosto 2013
Di nuovo nella Terra del Fuoco




sabato 31 agosto 2013
Incendi in California: a volte non è la bellezza a toglierci il fiato…




sabato 31 agosto 2013
2 fiumi amazzonici confluiscono nell’Atlantico all’alba, vicino Paramaribo




venerdì 30 agosto 2013
Circondate da luce argentea, isole greche nel Mediterraneo





In Crimea, una nota di colore in uno sfondo uniforme attrae la mi attenzione




giovedì 29 agosto 2013
Genova, città natale di un esploratore omaggiato ogni giorno sulla #ISS





I “finger Lakes” brillano argentei quando il sole si riflette sulle loro acque




lunedì 26 agosto 2013
Medina, Mecca e il Mar Rosso 





lunedì 26 agosto 2013
Le acque del fiume st Lawrence si mescolano in un turbinio di colori




domenica 25 agosto 2013
Kounotori vola sopra la Sicilia!





domenica 25 agosto 2013
Se vi siete mai chiesti com’è un temporale con fulmini dallo #spazio …




sabato 24 agosto 2013
A Kowloon, questa enorme struttura umana è visibile a occhi nudi




giovedì 22 agosto 2013
Isole in un Mar Rosso d’oro #volare





mercoledì 21 agosto 2013
#Volare attraverso il terminatore



mercoledì 21 agosto 2013
Temporali estivi e correnti marine in Calabria





lunedì 19 agosto 2013
I corsi di acqua si tingono d’oro, al tramonto, vicino Odessa





mercoledì 14 agosto 2013
Come braccia tese verso il cielo: le acque delle Bahamas mi tolgono ancora il respiro.





mecoledì 14 agosto 2013
Space invaders in the desert?





Venti diversi, sabbie diverse, forme diverse: #Volare sopra l’Australia





La costa del Madagascar sembra fondersi nell'Oceano



domenica 11 agosto 2013
Un fiume crea una sorprendente tela di colori in Madagascar




sabato 10 agosto 2013
‪#‎Sicilia‬: un'isola di luce, come un faro per questo viaggiatore...




venerdì 9 agosto 2013
Space paparazzi!

Come gocce di mercurio: la mia visuale mentre voliamo sopra l’Australia centrale



I venti, sempre mutevoli, creano forme nelle sabbie del deserto in Algeria




Lasciando la Kamchatka, una delle tante isole che idealmente uniscono Russia e Giappone




lunedì 5 agosto 2013
Le dune rosa delle Namibia





lunedì 5 agosto 2013
La Luna sorge all'orizzonte, circondata da nubi mesosferiche




sabato 3 agosto 2013
I primi raggi del sole incendiano di luce le nubi mesosferiche in un’alba orbitale




giovedì 1 agosto 2013
Come un dipinto di Escher, le dune del deserto sembrano riproporre all'infinito la stessa forma

















martedì 30 luglio 2013
Il Mediterraneo, le Pleiadi e un temporale all'orizzonte




lunedì 29 luglio 2013
Non smetterò mai di stupirmi alle visioni che offre il mare: al largo della Turchia, correnti evidenziate dal riflesso del sole 


domenica 28 luglio 2013
Un’isola a sud delle Comoros mi ricorda i riflessi della madreperla


domenica 28 luglio 2013
L’unica cosa visibile da sotto le nubi, il Kilimanjaro è una visione maestosa


sabato 27 luglio 2013
Un foto fatta da 400 km o da 4 metri?


sabato 20 luglio 2013
Londra? Molta difficoltà a identificarla!


venerdì 19 luglio 2013
Una nave da crociera, con km di scia dietro. 


giovedì 11 luglio 2013
Il migliore autoscatto che abbia fatto finora


mercoledì 3 luglio 2013
Moore Island


venerdì 28 giugno 2013
Un oceano di sabbia, con le sue onde e le sue coste... ‪#‎Volare‬


venerdì 28 giugno 2013
La prova finale che la Terra è tonda…


giovedì 27 giugno 2013
Come un quadro di Mondrian, i campi del Kansas, USA


giovedì 27 giugno 2013
Alla vista di questo magnifico posto, sai di essere in Mauritania…


lunedì 24 giugno 2013
Incendi in Messico, vicino Sonora 


lunedì 24 giugno 2013
Come piscine nel mezzo del Pacifico, gli atolli della Polinesia Francese


domenica 23 giugno 2013
Sud Pakistan: la simmetria di questa immagine mi ha colpito...

Quelle che sembrano colate laviche sono evidenti in questo vulcano in Nigeria ‪#‎Volare‬


Questo “occhio” sembra guardare noi! ‪#‎Volare‬

venerdì 21 giugno 2013
L’occhio di Mordor? Non è la Terra di Mezzo, ma semplicemente la Terra…


giovedì 20 giugno 2013
Le incredibili, fragili, bellissime Maldive.


mercoledì 19 giugno 2013
Tutta l’Italia. Stavolta vista da sud.



martedì 18 giugno 2013
Una montagna innevata vicino La Paz, mi ricorda una stella di Natale!


giovedì 13 giugno 2013
La nostra finestra sul mondo


mercoledì 12 giugno 2013
Sorprende che un posto che noi pensiamo “morto” possa avere così tanta vitalità...



domenica 9 giugno 2013
Questa immagine mi ha colto di sorpresa… mi sono girato, ed era lì.

Ciao dalla ISS. Sto galleggiando senza peso, come dimostra la mia collanina!



2 agosto 2013
Intersezioni ---> POINTS DE VUE
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Note:
1 Nadar, Quando ero fotografo, Editori riuniti, Roma, 1982, p. 54
2 a lui si devono le prime fotografie sotterranee e l’uso dei primi rudimentali flash (luce artificiale)
3 raccontata anche per i non esperti sul suo blog