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1 ottobre 2010

0080 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Per la città partecipata

Il concetto d'identità non si addice alla rete.
Identità (dal vocabolario De Mauro):
Etimologia: dal lat. tardo identitāte(m), der. di idem "stesso, medesimo".
1. uguaglianza assoluta, corrispondenza perfetta: identità di vedute; identità di due firme; identità di due concetti, identità di significato tra due parole
2. l'insieme dei caratteri peculiari che contraddistinguono un individuo, un gruppo di individui e sim.: essere consapevole della propria identità, perdere la propria identità; l'identità culturale di una nazione | il complesso delle generalità, l'insieme delle caratteristiche fisiche e dei dati anagrafici che consentono il riconoscimento di una persona: stabilire, accertare, provare l'identità di qcn.
Giovanni Mendola ideatore del blog Identità e città  ha partecipato all'inchiesta con: 0013 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Identità e città di Giovanni Mendola

Voglio lasciare alcuni flashback avuti mentre rileggevo alcune interessanti considerazioni :
  • Architettura senza valore; 
  • Cemento del risparmio; 
  • Periferie urbane; 
  • Ambiente naturale; 
  • Politica pubblica dal basso.
Partendo dal primo concetto potrei riferirmi al libro di Tom Wolfe “Maledetti Architetti” dove viene ricostruito il percorso del modernismo e di tutte le idee funzionaliste che fino ad oggi hanno deturpato il nostro paesaggio, architettura che doveva essere intesa solo per il popolo comune, diventata poi qualcosa di più costoso e più pregiato.
Il valore delle cose che si valuta in base al loro interesse comune con il passare del tempo può aumentare e può diminuire drasticamente. Sono un nostalgico delle ville liberty della vecchia Palermo, abbattute per volontà di una amministrazione che non ha avuto il fiuto e la capacità di valutare il giusto valore delle cose. 
Sono un nostalgico delle vecchie conglomerazioni cementizie che fin dai tempi antichi riuscivano a resistere per almeno un secolo o molto più; sono nostalgico delle vecchie città policentriche fatte di giardini e orti urbani dove luoghi di aggregazione accomunavano intere famiglie crescendo in ambianti sani i loro figli; sono un nostalgico dell’acqua pulita, del mare pulito, del nostro territorio naturale non ancora sovrastato dalla città a base di organi esosomatici.

Sono convinto che un’architettura, oggi, per essere più “ricca”, ha bisogno della più totale interdisciplinarità e partecipazione, che parti da basso e che accetti le sfide politiche. Mi riferisco alle capacità di Giancarlo De Carlo:

«Per uscire dalla sterile situazione di isolamento in cui si trova l’architettura, è importante che la gente partecipi ai processi di trasformazione delle città e dei territori ma è anche importante che la cultura architettonica si interroghi su come rendere l’architettura intrinsecamente partecipabile; o, in altre parole, come cambiare le concezioni, i metodi e gli strumenti dell’architettura perché diventi limpida, comprensibile, assimilabile: e cioè flessibile, adattabile, significante in ogni sfaccettatura. Dunque io credo che non serve una teoria della partecipazione mentre invece occorre l’energia creativa necessaria a uscire dalle viscosità dell’autonomia e a confrontarsi con gli interlocutori reali che si vorrebbero indurre a partecipare»1
L’aspetto politico di Giancarlo De Carlo rimane una sorta di scelta obbiettiva delle azioni, nè anarchica nè strettamente legata alla correnti politiche, ciò non significa che la posizione di De Carlo sia estranea ad un orientamento politico della società, ma i motivi di maggiore interesse e gli spunti di riflessione più pertinenti, rispetto al tema della partecipazione, si colgono a partire dal suo modo di intendere e di fare architettura.

Concludo dicendo soltanto che oggi c’è assolutamente bisogno di partecipazione e di regolamentazione da tutte le angolazione. Una sfida da portare avanti, convincendo prima i più scettici e poi i più distanti dal buon senso della vita.

La politica, nata per aiutare il popolo, sembra diventata una disciplina complessa, su cui molti fanatici fanno constatazioni interessanti ma allo stesso tempo, a parere mio, azzardate, come la proiezione futuristica dell’ipotetica costruzione di partiti come la Lega Sud2, ormai pronta ad avanzare le proprie prospettive futuriste.
Nulla di più sbagliato per chi vuole unita e diversa questa Italia3. Semplificare la politica non vuol dire semplificare e ridurre il numero di partiti ma diminuire la complessità con cui la politica si approccia al popolo e al concetto stesso di democrazia.

Riferendomi alle osservazioni fatte dal prof. Giovanni Sartori4 nel libro “La democrazia in trenta lezioni”, le elezioni esprimono, nel loro complesso l’opinione pubblica, un popolo sovrano che non ha nulla di suo da dire, senza opinioni proprie, non conta nulla, e finché restiamo nel contesto della democrazia elettorale, del demos che si limita ad eleggere i suoi rappresentanti, questo stato di cose non pone problemi seri, in genere il pubblico non sa quasi nulla di politica e non interessa più di tanto. Possiamo quindi dire che la democrazia elettorale non decide le questioni, ma decide chi deciderà le questioni.

Per questo è utile parlare di politiche pubbliche che partono dal basso; la “partecipazione”, ad esempio, è prendere parte attivamente e volontariamente di persona. “Volontariamente” è una specificazione importante perché, se la gente viene costretta a partecipare a forza, questa è mobilitazione dall’alto e non partecipazione dal basso.

Partendo dal fatto che le istituzioni sono poco efficaci nell’azione di territorio, dalla crisi sui servizi per l’impiego, sull’impatto economico della crisi sui redditi dei lavoratori, la mancanza di rapidità d’azione per la costruzione e attuazione dei servizi pubblici e privati, la quale dovrebbe caratterizzare il numero la qualità dei servizi offerti5, fatti per il popolo ed al servizio del popolo, ed è per questo che si richiede piena efficacia delle politiche attive sul territorio.

Riferendomi adesso ai dibattiti del Forum PA6 (dove per “PA” si intende Pubblica Amministrazione) del maggio 2010 appena passato, riguardo alle tematiche inerenti al merito, all’innovazione, alla semplificazione politica, all’efficacia delle organizzazioni (pubbliche, private, sociali) è immediata la percezione del desiderio di un cambiamento culturale che parte da una compartecipazione di stakeholder e utenti. Sinergie capaci di cambiare il volto della città.

Produrre valore e ridurre lo spreco di risorse, la sfida che oggi, ogni politica attiva sul territorio dovrebbe tendere ad ottimizzare, per produrre valore e così poter ridurre lo spreco7.

Evidenziare quegli aspetti inerenti all’efficienza dei processi, ma se questa non producesse efficacia nell’azione della politica, non rimarrebbe altro che ad un cambiamento della cultura politica che, a sua volta, modificherebbe gli atteggiamenti, tenendo così conto delle aspettative dei diversi attori pubblici e privati. Così il cambiamento produce valore e accresce la licenza di operare.

Tutto questo è strettamente legato al modo di agire delle politiche negli ultimi anni che, partendo dall’operato su molti casi in Italia, è evidente la carenza di servizi, che nell’ultimo quarto di secolo ha caratterizzato il nostro panorama e specialmente quello delle nostre periferie decontestualizzate e isolate dal resto del territorio, isolate insieme a chi cerca di fare ordine nel disordine come molte associazioni8, uniche nel loro lavoro di “restauro” e di riconversione dal punto di vista sociale, economico e identitario.

Sono però molte le politiche che intervengono sul territorio italiano, mosse da iniziative di tipo pubblico e di tipo privato, spinte per la maggior parte da bandi di concorso europeo e quindi da moltissimi fondi, per la maggiore non tutti sfruttati9, da destinare al territorio; in parte errato pensare che “bisogna aspettare i fondi europei per fare qualcosa”; senza ombra di dubbio che sia l’economato a guidare i bilanci e le mosse di una amministrazione10, ma lo spirito guida dovrebbe essere un altro; quello di sensibilizzare l’operato pubblico e i tecnici interessati ai singoli progetti.

Sensibilità che viene in parte dallo spirito di partecipazione, che dovrebbe stare alla base di ogni amministrazione; logica che porti ad una più trasparente iniziativa di Piano o Programma da adottare. Fondi che dovrebbero servire al popolo, perché per il popolo sono stati chiesti.

Un quadro complessivo abbastanza complesso, difficile da semplificare. Il problema che sicuramente rimane è che lo stato degradato dei nostri quartieri periferici e la qualità della vita vanno sempre più a diminuire, venendosi cosi a creare problemi collettivi ed individuali che comprendono la nostra quotidianità.

1 ottobre 2010
Intersezioni --->OLTRE IL SENSO DEL LUOGO

Come usare WA ----------------------------------------------------------------Cos'è WA
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Note:

1 Franco Buncuga,  “Conversazioni con Gian Carlo De Carlo”, Milano, Elèuthera, 2000.


2 Che potrebbe essere interessante dal punto di vista identitario legato al fatto che l’identità si pone essenzialmente come problema politico e sempre meno come problema scientifico.
Lucia Carle, Sette lezioni su identità socioculturale collettiva e territorio, Edizioni Centro AZ, Firenze, pag 65. Link
 
3 Nazione che dovrebbe aspirare ad una settorializzazione locale, e non tendente al globale.

4 Giovanni Sartori, La democrazia in trenta lezioni, Milano, Mondadori, 2009.

5 Il Ministero del lavoro, a fronte della crisi economica e finanziaria, sta predisponendo un Rapporto sullo stato dei servizi per l’impiego in Italia al fine di individuare e condividere con le Regioni e le Parti sociali, alcune linee guida per il rilancio del ruolo dei servizi per l’impiego pubblici e privati, quali soggetti promotori di politiche attive nei territori di riferimento. Il Ministro Sacconi a FORUM PA 2010 su "I servizi pubblici e privati per il lavoro nella crisi" | 18 maggio. Link

6 FORUM PA si è affermato negli anni come occasione unica di incontro e confronto sull’innovazione tra attori pubblici e privati. Il processo di crescita del paese ha, infatti, trovato nella pubblica amministrazione locale e centrale un soggetto trainante dell’innovazione, soprattutto quando questa ha assunto il ruolo di regia e messa in rete dei diversi soggetti protagonisti nei sistemi sociali ed economici, in un più maturo sistema di governance. Missione del Forum : un momento di approfondimento, ascolto, diffusione e valorizzazione delle più importanti iniziative di innovazione che provengono di sistemi settoriali e territoriali italiani.


7 In Italia e in più in generale nella cultura del sud l’importanza nel individuare caratteri specifici, è altrettanto importante per sostituire strategie economiche di alcune amministrazioni locali fondate esclusivamente sul bilancio, con fasi in cui si potrebbe anche individuare o per lo più riflettere sullo spreco; spreco di territorio, di intelligenza di umanità e di risorse in genere, che renderebbe facile capire una particolare situazione, qualsiasi essa sia, potere elaborare una strategia collettiva lavorativa che metta in luce le potenzialità locali per cosi cominciare a porre rimedio allo spreco.
Rimando al libro, Spreco: documenti e inchieste su alcuni aspetti dello spreco nella Sicilia, 1960, di Danilo Dolci e le sue esperienze siciliane su questo dibattito).

8 Caritas e tutte le Associazioni Volontarie legate alla Chiesa Cattolica, molto presenti nel territorio. Nel 2007 è uscito un libro Caritas Italiana: La città abbandonata: dove sono e come cambiano le periferie italiane, Bologna,  Il Mulino, 2007. Dove si descrivono molti casi di sofferenza che affligge le nostre periferie urbane.

9 Molti i casi di mancata capacità nel prendere i fondi, per la pigrizia di chi gestisce le cose e l’assenza di meritocrazia, che in Italia purtroppo è molto diffusa.

10 Casi in cui non si prendono neanche i fondi.

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L'indice dell'inchiesta:

Prologo: Maledetti imbianchini


Gli interventi:

Gli architetti dell’inchiesta

  • 3XN [1]
  • Aadrl [1]
  • Abcarius & Burns [1]
  • AKT (Adams Kara Taylor) [1]
  • Alberti, Emilio [1]
  • Alles Wird Gut [1]
  • Altro Modo [1]
  • Altro_studio (Anna Rita Emili) [1]
  • Amatori, Mirko [1]
  • Antòn Garcìa-Abril & Ensamble Studio [1]
  • Aragona, Guido [1]
  • Aravena, Alejandro [1]
  • Archingegno [1]
  • Architecture&Vision [1]
  • Architecture for Humanity (Cameron Sinclair) [1]
  • Archi-Tectonics [1]
  • Asymptote Architects [1]; [2]
  • Atelier Bow Wow [1]
  • Ban, Shigeru [1]
  • Barozzi-Veiga [1]
  • Baukuh [1]
  • Baumschlager & Eberle [1]
  • Blogger donne (Lacuocarossa, Romins, Zaha, LinaBo, Denise e tante altre) [1]; [2]
  • Bollinger+Grohmann [1]
  • BM [1]
  • C&P (Luca Cuzzolin e Pedrina Elena) [1]
  • C+S (Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini) [1]
  • Calatrava, Santiago [1]; [2]; [3]; [4]
  • Campo Baeza, Alberto [1]
  • Carta, Maurizio [1]
  • CASE (David Fano) [1]
  • Catalano, Claudio [1]
  • Cirugeda, Santiago [1]
  • Clément, Gilles [1]
  • Cogliandro, Antonino [1]
  • Contemporary Architectural Practice - Ali Rahim [1]
  • Contin, Giulio [1]
  • Coppola, Dario [1]
  • Cosenza, Roberto [1]
  • Critical garden [1]
  • Cucinella, Mario [1]; [2]; [3]
  • Dal Toso, Francesco [1]
  • De Carlo, Giancarlo [1]
  • Decq, Odile [1]
  • Design Institute Cinesi [1]
  • Diffuse, Luca [1]; [2]
  • Diller Scofidio+Renfro [1]; [2]
  • Dogma [1]
  • Douglis, Evan [1]
  • Duminuco, Enzo [1]
  • Eifler, John [1]
  • Eisenman, Peter [1]; [2]
  • Elastik (Igor Kebel) [1]
  • EMBT | Enric Miralles - Benedetta Tagliabue | Arquitectes associats [1]; [2]
  • Emergent Architecture (Tom Wiscombe) [1]
  • Ferrater, Carlos [1]
  • Florio, Riccardo [1]
  • FOA [1]
  • Galantino, Mauro [1]
  • Garzotto, Andrea [1]
  • Gehl Architects [1]
  • Gehry, Frank Owen [1]; [2]
  • Gelmini, Gianluca [1]
  • Grasso Cannizzo, Maria Giuseppina [1]; [2]
  • Graziano, Andrea [1]; [2]
  • Graypants (Seth Grizzle e Jon Junker) [1]
  • Gregotti, Vittorio [1]
  • Guidacci, Raimondo [1]
  • Hadid, Zaha [1]; [2]; [3]: [4]
  • Hensel, Michael [1]
  • Herzog & De Meuron [1]; [2]
  • Holl, Steven [1]
  • Hosoya Schaefer architects [1]
  • Ingels, Bjarke [1]
  • Ishigami, Junya [1]
  • Kahn, Louis [1]
  • Kakehi, Takuma [1]
  • Knowcoo Design Group [1]
  • Kokkugia [1]
  • Koolhaas, Rem [1]; [2]; [3]
  • Kudless, Andrew [1]
  • Kuma, Kengo [1]; [2]
  • Lacaton e Vassal [1]
  • Lancio, Franco [1]
  • Libeskind, Daniel [1]
  • Le Corbusier [1]
  • Lomonte, Ciro [1]
  • Lynn, Greg [1]
  • MAB [1]
  • Made In [1]
  • Mau, Bruce [1]
  • MECANOO [1]
  • Melograni, Carlo [1]
  • Menges, Achim [1]
  • Moodmaker [1]
  • Morphosis [1]
  • Munari, Bruno [1]
  • Murcutt, Glenn [1]; [2]
  • MVRDV [1]
  • Najle, Ciro [1]
  • Njiric, Hrvoje [1]
  • Notarangelo, Stefano [1]
  • Nouvel, Jean [1]
  • Ofis [1]
  • Oosterhuis, Kas [1]
  • Oplà+ [1]
  • Oxman, Neri [1]
  • Palermo, Giovanni [1]
  • Pamìo, Roberto [1]
  • Parito, Giuseppe [1]
  • Park, Sangwook [1]
  • Piano, Renzo [1]; [2]; [3]; [4]; [5]; [6]
  • Piovene, Giovanni [1]
  • Pellegrini, Pietro Carlo [1]
  • Pizzigoni, Pino [1]
  • Porphyrios, Demetri [1]
  • R&Sie(n) (Francois Roche) [1]; [2]; [3]; [4]
  • RARE office [1]
  • Raumlabor [1]
  • Rogers, Richard [1]
  • Ruffi, Lapo [1]
  • Salmona, Rogelio [1]
  • SANAA (Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa) [1]; [2]; [3]; [4]
  • Sandbox [1]
  • Sanei Hopkins [1]
  • Sauer, Louis [1]
  • Schuwerk, Klaus [1]
  • Servino, Beniamino [1]
  • Siza, Alvaro [1]; [2]; [3]; [4]; [5];[6]
  • Soleri, Paolo [1]
  • SOM [1]
  • Sottsass, Ettore [1]
  • Souto de Moura, Eduardo [1]; [2]; [3]
  • Spacelab Architects (Luca Silenzi e Zoè Chantall Monterubbiano) [1]
  • SPAN (Matias Del Campo+Sandra Manninger) [1]
  • Spuybroek, Lars [1]
  • Studio Albanese [1]
  • Studio Albori [1]
  • Studio Balbo [1]
  • StudioMODE + MODELab [1]
  • Supermanoeuvre [1]
  • Tecla Architettura [1]
  • Tepedino, Massimo [1]
  • Terragni, Giuseppe [1]
  • Tscholl, Werner [1]
  • Tschumi, Bernard [1]
  • Uap Studio [1]
  • Uda [1]
  • UN Studio (Ben Van Berkel) [1]; [2]
  • Vanelli, Nildo [1]
  • Vanucci, Marco (Open System) [1]
  • Verdelli, Roberto [1]
  • Vulcanica Architettura [1]
  • Wiscombe, Tom [1]
  • Zoelly, Pierre [1]
  • Zordan, Filippo [1]
  • Zucca, Maurizio [1]
  • Zucchi, Cino [1]
  • Zumthor, Peter [1]; [2]; [3]; [4]; [5]; [6]

Epilogo: Il massimo di diversità nel minimo spazio

Note conclusive sull'inchiesta:

2 febbraio 2010

0026 [MONDOBLOG] La storia del blog e una storia blog Elmanco

di Salvatore D'Agostino
intervista

Quasi 16 anni fa, il 27 gennaio 1994 Justin Hall1 studente dello Swarthmore College, scriveva le sue prime frasi sul Web (aveva 15 anni), ed annunciava:
 «Welcome to my first attempt at Hypertext.»
Benvenuti nel mio primo tentativo di Hypertext. Ecco come si presentava la sua pagina2:

Justin Hall è considerato il primo blogger, i suoi pensieri ipertestuali raccontano molti aspetti della sua vita.
In un post del 26 gennaio 2009 sul suo blog, Justin's links (un anno fa)3 ricordando la sua quindicennale esperienza, afferma che scrivere in rete è stato come trovare un posto nel mondo che gli ha offerto la possibilità di trovare amici e persone appassionate con cui lavorare, conclude che questo si è verificato solo grazie alla sua vita in rete:
«It's happening right now, and you're a part of it :-)»
Sta succedendo adesso e tu fai parte di esso, frase che caratterizza spesso l'ottimismo incondizionato dell'uso delle nuove tecnologie.
Adesso si occupa di giochi multiplayer
online.

Ma procediamo con ordine: quando nasce il blog?
«Lo schema di una piattaforma base per blogging - osserva Giuseppe Granieri4 - potrebbe ridursi ad un modulo per l'inserimento dei testi in un database e ad un modulo di output che li estrae e li visualizza in una pagina web, con l'ultimo testo inserito collocato in alto e gli altri a seguire verso il basso. Utilizzando un sistema simile, per pubblicare qualcosa sul Web non è necessaria nessuna competenza tecnica, se non quella di elaborare testi al computer.
Se guardiamo all'organizzazione dei contenuti, caratterizzata appunto dall'annotazione più recente in alto, secondo alcuni il primo weblog [...] fu anche il primo sito web in assoluto, ovvero la pagina costruita da Tim Berners-Lee sui server del CERN (Comité Européen pour la Recherche Nucléaire).»
Ecco come si presentava la prima pagina Web5 il 6 agosto 1991:
L'atto di annotare o registrare in inglese è tradotto con 'to log'.6
Il log, cioè prendere nota o registrare in una pagina Web per comunicare ad altri i contenuti è l’idea originaria del Web. Da qui la nascita del neologismo Web Log.7
Si deve al programmatore Jorn Barger che chiamò la sua pagina Web 'Robot Wisdom Weblog' la nascita del termine Weblog.8 Nel suo primo post9, mercoledì 17 dicembre 1997, segnalava un articolo e una discussione su un newsgroup sulla spartizione del malaffare della città di Chicago di bande cinesi, con l'aiuto di alcuni poliziotti corrotti.
Il 14 luglio 2007, il 'The Wall street Journal' celebra il 10° compleanno dei blog con uno speciale curato da Tunku Varadarajan dal titolo Happy Blogiversary.
«The dating of the 10th anniversary of blogs, and the ascription of primacy to the first blogger, are imperfect exercises. Others, such as David Winer, who blogged with Scripting News, and Cameron Barrett, who started CamWorld, were alongside the polemical Mr. Barger in the advance guard. And before them there were "proto-blogs," embryonic indications of the online profusion that was to follow. But by widespread consensus, 1997 is a reasonable point at which to mark the emergence of the blog as a distinct life-form.»10
Tra i dodici commentatori figura il giornalista Tom Wolfe, che molti di voi ricorderanno per il suo libro 'Maledetti Architetti'.11 Tom Wolfe è stato il padre del 'giornalismo di opinione' negli Stati Uniti, non a caso il suo libro appena citato è privo di spunti critici e ricco di considerazioni personali.
Quasi in contraddizione con il suo spirito 'opinio
nistico' afferma che è stanco di grida narcisiste e prive di fondamento giornalistico e non legge i blog. Racconta anche un episodio della sua morte prematura sulla voce Wikipedia a lui dedicata.
Secondo il 'The Wall street Journal' il pioniere dei blog è lo sviluppatore di software, scrittore ed editorialista della rivista Wired, Dave Winer.
Dave Winer racconta alla giornalista Rose Aguilar
12 che nel febbraio del 1996, organizzando il sito della ‘24 Hours of Democracy’, per una protesta a cui aderì anche Bill Gates contro una legge restrittiva nei confronti della libertà di parola13, avvertì l'esigenza di aggiornare frequentemente i partecipanti della manifestazione. Il 15 febbraio 1996 pubblica le sue prime note in rete avvisando che appena avrà qualcosa di nuovo lo scriverà in una nuova pagina del sito. In una pagina scriverà: 
«The web is a positive energy space.»
Il Web è uno spazio di energia positiva. Riporto la pagina riassuntiva in ordine cronologico inverso:
Interessanti le norme di comportamento: si può essere in disaccordo ma è importante evitare considerazioni personali su altre persone.
«PS: We're guests on AOL's server. Be respectful. Keep the traffic to essential statements and questions. No one-line messages saying "Thanks!" or "Got it." It's a high-traffic list. No flames, no personal statements about other people, you can make personal statements about yourself, of course. Remember it's OK to disagree. It's going to be a lot of fun! Cooool!» (qui)
Il 2 aprile 1997 pubblica il suo primo post una semplice lista di link reputati interessanti su Scripting News ovvero la sua pagina Web, dove riprende l'idea dell'inserimento in ordine cronologico inverso degli scritti. Scripting News per questa sua peculiarità è considerato il primo blog.
Dave Winer, sei anni dopo sarà chiamato dall'università di Havard per un corso universitario il cui scopo era d'insegnare agli studenti a costruire i blog personali e agevolare le interazioni per la didattica.14
Ritorniamo all'incipit dello speciale, tra i pionieri viene indicato altresì Cameron Barrett e il suo
CamWorld, il suo primo post dell'11 giugno 1997 (circa due mesi il primo post di Dave Winer) sembra riassumere la vita da interconnessi: 
«Life is a constant challenge».
La vita è una sfida costante.
Vorrei segnalare che Cameron Barrett in seguito sarà l'ideatore di un blog atipico ma molto innovativo, ‘Watch Blog’ ovvero un blog diviso in tre colonne, dove in ogni colonna c'è il punto di vista degli esponenti dei vari partiti: Democrats & Liberals, Third Party & Independents (ovvero tutte le voci indipendenti), Republicans & Conservatives, lanciato il 21 maggio 2003.
Come dice lo stesso Barret: Perché? Diciamolo chiaro, la politica è confusa. A volte è difficile a chi credere, a chi ascoltare a chi sostenere. Siamo qui per aiutarvi.



Vi riporto i titoli dei primi articoli:

Democrats & Liberals,
Feisty Texans a Model For Democratic Party, 29 maggio 2003.

Third Party & Independents,
The Green Party Dilemma, 21 maggio 2003.

Republicans & Conservatives,
Tax Cut Positions Bush for the 2004 Election, 27 maggio 2003. 

E Justin Hall e la sua prima pagina di diario sul Web del 1994?
«Il web è un'invenzione geniale - afferma lo scrittore Richard Dawkins -, uno dei traguardi più alti raggiunti della specie umana. La sua qualità migliore è quella di non essere stato creato da un singolo genio come Tim Berners-Lee o Steve Wozniak o Alan Kay, né da una grande azienda come la Sony o l'Ibm, ma da una comunità anarchica composta da singoli e gruppi per lo più anonimi sparsi in tutto il mondo.»15
Fare la storia del blog è forse impossibile, poiché il Web ha una memoria labile, ogni pagina nelle migliori delle ipotesi è in continuo mutamento sia nella grafica, sia nei contenuti ma spesso semplicemente nel tempo svanisce, poiché cancellate dall'autore o dal server.

Prima di riparlare di Justin Hall occorre domandarsi che cos'è un blog?

Parafrasando la definizione di Giuseppe Granieri un blog offre la possibilità di scrivere note (ipertestuali, immagini, video, audio) cronologiche inverse con la variante di poter essere commentate.
Riepiloghiamo i momenti di questo sviluppo anarchico collettivo:
  • il 6 agosto 1991 Tim Berners-Lee inventa la scrittura su una pagina Web;
  • il 27 gennaio 1994 Justin Hall utilizza il Web per scrivere il suo diario;
  • il 2 aprile 1997 Dave Winer codifica uno sviluppo cronologico inverso per i suoi appunti.
Manca l'ultimo tassello, i 'commenti'.

Fu Bruce Ableson che il 20 ottobre 1998 programma e lancia la prima piattaforma blog 'Open Diary’ dove offre la possibilità di pubblicare il proprio diario in rete attraverso semplici passaggi introducendo l'opzione di inserimento di un commento in calce alla nota.
Il 21 ottobre nel suo primo post Ink on My Hands racconta la sua esperienza lavorativa e stranamente il suo diario in rete non risulta abilitato per i commenti.
Mi sono messo alla ricerca del primo commento ma come abbiamo constatato fare la storia Web significa fare la storia di quel che resta, poiché in questo caso, molti diaristi si sono letteralmente smaterializzati senza lasciare tracce.

Il commento più vecchio che sono riuscito a rintracciare è stato postato sul blog di Jane Says Hellooo, Cyber Diary, - bella la definizione di Cyber Diario - il 12 novembre 1998 (24 giorni dopo il lancio), un enigmatico:
«Do you ware a wig around? MATT.»

Sempre su ‘Open Diary’ il 7 dicembre 1998, Xochiquetzal, scrive la sua prima pagina di diario dove a mio avviso si trova una delle più pregnanti definizione delle scritture Web:
«to write so beautifully on this alluring blank space.»
È bello scrivere in questo affascinante spazio vuoto (post Emergence of a Nonconformist).
Un'ultima curiosità SoCal Frank scrive nel suo primo post Yet another segment of my journal di aver iniziato il suo diario 'Off' ovvero non in rete nel 1996 mentre era militare di stanza nel Nord Italia. Un commentatore anonimo dice che anche lui viveva a Milano nel 1960.

Interessante e anche significativa per la casualità dell'invenzione è la storia legata ai neologismi.

Abbiamo già detto che Jorn Barger ideò il sostantivo Weblog unendo le parole Web e log, il 17 dicembre 1997.
Il termine blog fu coniato da Peter Merholz che tra l'aprile e il maggio del 1999 scrisse nella barra sinistra della sua pagina Web di avere preso una decisione, contrarre la parola Weblog in Wee-Blog o Blog.16
Una parola che sarebbe rimasta inutilizzata se Evan Williams per Pyra Labs nell'agosto 1999 non avesse lanciato la piattaforma basandosi sul modello di Open Diary chiamata ‘Blogger’, si deve a lui anche il verbo to blog (bloggare) e il sostantivo blogger.17 Un'altra curiosità, sarà lo stesso Evan Williams, essendo tra i cofondatori, a lanciare il primo microblogging 'Twitter' il 21 marzo del 2006 alle 12.50.
Non ci resta che concludere con l'invenzione del neologismo ‘blogosfera’ del blogger Brad L. Graham - morto il 4 gennaio scorso18 - in un post del 10 settembre 1999 dove parlava del termine blog con tono scherzoso dava l'addio alla parola ‘cyberspazio’ e al suo posto coniava il termine ‘Blogosphere’. 19
Più che una storia blog si può parlare delle tracce ancora visibili in rete o resi tali dalla critica.
C'è da chiedersi come rendere meno labile la 'memoria' Web?

Il prossimo colloquio di Wilfing Architettura ripercorre una di queste storie o tracce in rete ed interloquirà con Stefano Ricci autore di Elmanco.

2 febbraio 2010 (ultima modifica: 12 febbraio 2012)
Intersezioni ---> MONDOBLOG
Come usare WA---------------------------------------------------Cos'è WA
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Note:
1 Fu il giornalista Jeffrey Rose del The New York Times a identificare in Justin Hall il primo blogger intimista. Jeffrey Rose, Your Blog or Mine?, 19 dicembre 2004, The New York Times (qui). 
2 Justin Hall, Welcome to my first attempt at Hypertext, Justin's home page, 27 gennaio 1994 (qui).
3 Justin Hall,15 years of fun online: nonfiction transcription to layering game, Blog Justin' links, 26 gennaio 2009 (qui). Puoi trovare un approfondimento sulla sua vita su Scott Rosernberg, Say Everything: How Blogging Began, What It's Becoming, and Why It Matters, Hardcover, 2009. Qui il primo capitolo pubblicato online. 
4 Giuseppe Granieri, Blog generation, Laterza, Roma-Bari, 2005, pp. 25-26. 
5 Tim Berners-Lee, World Wide Web, Archivio storico prima pagina Web (breve sintesi del progetto World Wide Web), 6 agosto 1991 (qui).
6 Log in inglese ha anche un altro significato di ‘giornale di bordo nautico’, il verbo to log significa registrare fatti nel giornale di bordo. Da questa traduzione ‘Web Log’ sviluppa il concetto di diario in rete, resa ancora più interessante dal legame con la navigazione (navigare in rete). Ambiguità semantica che non può essere facilmente risolta. Ripercorrendo il pensiero generativo di Tim Berners-Lee la pagina Web sembra più un muro dove inserire degli avvisi (o post) per facilitare la comunicazione non fisica (in rete) su argomenti condivisi che un diario.
7 Il sostantivo Web nasce dalla contrazione della frase 'World Wide Web' identifica tutte le risorse che possono essere raggiunte mediante il protocollo HTTP.  
8 Faccio ammenda spesso su Wilfing Architetura ho attribuito la paternità di primo blogger a Jorn Barger vedi qui, qui e qui. La pagina Web che testimonia la nascita del termine Weblog (qui). 
9 Post dall'inglese affiggere è un messaggio 'affisso', inserito, su una pagina Web. I messaggi spesso non sono semplicemente testuali. 
10 Tunku Varadarajan, Happy Blogiversar, The wall street Jornal, 14 luglio 2007(qui). 
11 Tom Wolfe, Maledetti architetti, Bompiani, Milano, 1988.  
12 Rose Aguilar, Gates endorses 24 Hours of Democracy, CNET News, 23 febbraio 1996 (qui).  
13 Dave Winer, The Blackout, 8 febbraio 1996 (qui)  
14 Paul Festa, Blogging comes to Harvard, cnet news, 25 febbraio 2003 (qui) 
15 Richard Darkins (Biologo evoluzionista) risponde alla domanda dell'anno 2010 'HOW IS THE INTERNET CHANGING THE WAY YOU THINK? - L'uso della rete ha cambiato il nostro modo di pensare?" della rivista online Edge (qui). Alcune risposte sono state pubblicate sul settimanale, Internazionale, n. 831, 29 gennaio/4 febbraio, pp. 34-41. (Leggibile qui).  
16 Peter Merholz, Play With Your Words, Blog peterme, 17 maggio 2002 (qui). 
17 Una mail tra John Baker e Meg Hourihan dove si ricostruisce l'invenzione del termine blog e si dice che il 22 giugno del 1999 fu registrato il marchio 'blogger' (qui).  
18 Marco Rinaldi mi aveva segnalato questa notizia (qui). Judith Newmark, Repertory Theatre di Brad Graham muore, St. Louis Post-Dispatch. 4 gennaio 2010 (qui).  
19 Brad L. Graham, 'Friday, September 10, 1999', 10 settembre 1999, Blog Must See (qui). In realtà il termine blogosfera cominciò a essere usato grazie a William Quick attraverso un commento informale: Copykitten, 5 gennaio 2002, Rationales for an Irrational World, (qui).