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31 agosto 2009

0032 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] In viaggio col taccuino di Simonetta Capecchi

Salvatore D’Agostino:
  • Qual è l’architetto noto che apprezzi e perché?
  • Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?

Qui l’articolo introduttivo


In viaggio col taccuino di Simonetta Capecchi

Caro Salvatore,
aspettavo a rispondere per aver qualcosa di intelligente da dire. Però nel frattempo ho capito che mi sono allontanata parecchio dall'architettura. E dire che ho fatto persino un dottorato e tenuto un corso integrativo in Facoltà qui a Napoli fino al 2006.
Sembrano anni luce. Ho cominciato ad occuparmi di taccuini di viaggio e non sono riuscita a farlo insieme agli architetti.
Coinvolgerli e coinvolgere l'Università sembrava una fatica inutile, così mi sono avvicinata agli artisti, ai fumettisti, agli illustratori...
Ora sono abbonata ad Animals, invece che a Casabella.

I vari social network (quelli utili!) e il blog sono strumenti che ho cercato di diffondere tra gli studenti di architettura, con scarsi risultati. Qualcosa ho fatto anche insieme a Franco Lancio, nel 2008, in questo blog collettivo 4crediti degli studenti di un suo corso, Era ancora una novità. Ora vedo che i blog si stanno un po' diffondendo anche tra gli architetti italiani.

Per il tuo sondaggio... in questa fase della vita, sono attratta da persone multiformi e con approccio globale alla creatività e alla creazione.
Per questo vorrei rispondere Bruno Munari, per la prima categoria, anche se non è architetto.
E il mio amico Franco Lancio, per la seconda. Lui si, è architetto, ma spazia molto oltre il confine della categoria!
Qui alcune cose sue o fatte per la nostra rassegna dei taccuini negli ultimi anni:
  1. http://inviaggiocoltaccuino.blogspot.com/search?q=franco+lancio
  2. http://4crediti.blogspot.com/search/label/3.franco%20lancio

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28 agosto 2009

0031 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Beyond The Light Bulb di Carlo Beltracchi

Salvatore D’Agostino:
  • Qual è l’architetto noto che apprezzi e perché?
  • Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?
Qui l’articolo introduttivo


Beyond The Light Bulb di Carlo Beltracchi

Non è semplice dare una risposta categorica alle tue domande. Probabilmente da un giorno con l'altro cambierei idea: riesco a giudicare meglio un'opera architettonica piuttosto che un architetto, anche perché al giorno d'oggi l'architetto è un'azienda, l'espressione del lavoro di un team già nella fase di concept.

Detto ciò, l'architetto che ho scelto è Jean Nouvel: la scelta deriva dal fatto che nelle sue opere pur mantenendo un grande eclettismo formale, lascia trasparire una filosofia di sobrietà e armonia che è ben distinguibile, e, dal mio punto di vista, destinata a far vivere bene chi ne fruisce.

L'architetto non noto che apprezzo maggiormente è Andrea Graziano di Torino, per la sua opera di ricerca e divulgazione nel campo dell'architettura digitale, e per il suo impegno costante affinché questa corrente si integri nel contesto Italiano, tradizionalmente poco incline all'innovazione nel campo architettonico. Avrei potuto citare molti altri architetti non noti e che mi piacciono (Matias Del Campo, Plasmastudio, Steven Ma), ma poi ho pensato che se li ho conosciuti, è anche grazie al suo blog.

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27 agosto 2009

0030 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Aedendesign

Salvatore D’Agostino:
  • Qual è l’architetto noto che apprezzi e perché?
  • Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?

Qui l’articolo introduttivo


Aedendesign

L'architetto noto che apprezziamo maggiormente è Renzo Piano, del quale stimiamo l'eleganza dei progetti, la coerenza della sua produzione (dai materiali, scelti alla rappresentazione degli elaborati) e la grande attenzione riservata al rapporto con il contesto, in particolare al verde.
A proposito possiamo citare, tra le molte esperienze museali condotte, la Fondazione Beyeler e il Zentrum Paul Klee, capaci di entrare in sintonia, in una mutevole partecipazione, con il paesaggio circostante.

Tra gli architetti non-noti quello che finora ci sembra più interessare e promettente è il team italo-catalano MAB (Marotta Basile Architettura) di Barcellona, progettisti dell'intervento di edilizia residenziale di via Gallarate a Milano, per il concorso "Abitare a Milano", proponendo soluzioni progettuali e di disegno della facciata originali e "nuove" per la nostre città.

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26 agosto 2009

0029 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Il nido e la tela di ragno di Rossella Ferorelli

Salvatore D’Agostino:
  • Qual è l’architetto noto che apprezzi e perché?
  • Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?
Qui l’articolo introduttivo



Il nido e la tela di ragno di Rossella Ferorelli (*)

Per quanto riguarda l'architetto famoso, la limitazione a un solo nome mi rende la vita alquanto difficile, perché ormai da anni ho rimosso dal mio modo di pensare la categoria "il preferito". Per questo motivo, mi prendo la libertà di allargare un pochino il cerchio della mia selezione... tu fanne pure ciò che vuoi!
Mi arrogo quindi il diritto di dire almeno un paio di nomi, accuratamente selezionati tra i due paesi che detengono a mio parere la palma di più avanzati in fatto di cultura architettonica: Olanda e Giappone.

Per l'Olanda the winner is: Ben Van Berkel, frontman di UNStudio. La mia preferenza nei confronti di questo team di progettisti si giustifica con il fatto che, se è vero che gli Olandesi sono campioni in materia di sperimentazione/sperimentalismo spaziale ed hanno senz'altro in mano il futuro di tutti noi, molti di essi sono a mio parere affetti da alcune patologie estetiche, per così dire, per le quali il loro modo di rappresentare il progetto - probabilmente più che i loro progetti stessi - li fa a mio avviso retrocedere in una logica cyberpunk che continua a risentire troppo di una disturbante atmosfera anni '90. Van Berkel, invece, è in grado di coniugare una ricerca dal sapore squisitamente rotterdamense ad un inappellabile talento compositivo. Per quel che ne so, tuttavia, mi sembra gli manchi quell'approfondimento etico-politico-teorico che come sai ritengo indispensabile e che oggi non so bene dove cercare.
Per il verso nipponico, invece, devo suddividere le mie simpatia tra la storica accoppiata Sejima-Nishizawa (anche se vedo che ultimamente lavorano spesso divisi... lo studio si è sciolto a mia insaputa?) ed il rubicondo Kengo Kuma. Fondamentalmente ritengo che entrambi incarnino alla perfezione quella japan-ness in architecture di cui parla Isozaki e che per me è sinonimo di assoluta levità, di grazia allo stato puro. Identifico questa dote squisitamente orientale in una tendenza dell'architettura a farsi, per così dire, tessile, e pertanto meravigliosamente gentile (persino femminile, benché tale aggettivazione in generale mi indispettisca). Se attribuisco ai signori SANAA in generale maggiori doti nel trattare i volumi, amo Kuma più propriamente per i suoi studi sui reticoli e i tessuti, che rimandano a questioni fascinosamente organiche. Non a caso, lo sfondo del mio blog è opera sua.

Ora, per quanto riguarda il progettista non-noto, il compito mi riesce ben più arduo. Non solo perché tale progettista probabilmente è non-noto anche a me (nel senso che, essendo ancora studentessa, ho relativamente scarsi contatti con le realtà poco conosciute al grande pubblico dell'architettura), ma soprattutto perché sarebbe forse corretto e interessante fornire qualche nome della mia realtà locale, magari di studi avviati da poco, e tuttavia il contesto di riferimento potrebbe giocare da convitato di pietra, falsando (o arricchendo?) la preferenza. Faccio ugualmente questa scelta anche per promuovere l'operato di un giovane studio della mia città, Moodmaker, che ha all'attivo appena una manciata di progetti ma che, nel loro piccolo, operano un vero e proprio taglio contemporaneo nel muro di gomma che avvolge Bari da capo a piedi e fa tornare tutto sempre nelle stesse vecchie mani, con le stesse vecchie regole. Anche solo per questo, per esser riusciti qualche volta a strapparglielo, a loro va tutto il merito ed il mio incoraggiamento.

(*) I caratteri del disturbo cronico è l'altro blog curato da Rossella Ferorelli.

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25 agosto 2009

0028 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Low-Res Architecture di Alessandro Rocca

Salvatore D’Agostino:
  • Qual è l’architetto noto che apprezzi e perché?
  • Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?

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Low-Res Architecture di Alessandro Rocca

Francois Roche, sparato sull'innovazione estrema e radicale ma, nonostante le apparenze, concreta e realizzabile. Intelligente, deciso, schierato contro il falso ideale di una facile bellezza.

Sanei Hopkins, che praticano un'idea di architettura ironica e antiretorica intelligente e divertente, con un senso dell'umorismo e della misura che purtroppo è rarissimo. Bravi, colti, schierati contro il falso ideale di una facile bellezza.

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24 agosto 2009

0027 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Linea di Senso di Robert Maddalena

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  • Qual è l’architetto noto che apprezzi e perché?
  • Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?
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Linea di Senso di Robert Maddalena

Solitamente valuto le opere tanto che, ultimamente, tendo a dimenticare i nomi degli autori ragion per cui dovrei mescolare almeno una ventina di architetti, shakerarli e versarli sul tavolo, ne uscirebbe una cacofonia e, probabilmente, è il modo in cui intendo l'architettura e il paesaggio, però mi hai chiesto due nomi e quindi mi sforzo.


Gilles Clément, non tanto per i risvolti formali dei suoi interventi ma per aver stabilito tre concetti: terzo paesaggio, giardino in movimento e giardino planetario. Il primo legato all'importanza della biodiversità che si genera negli anfratti che l'uomo lascia a se stessi; il secondo legato alla vita casuale e incidentale del paesaggio (per la prima volta il paesaggista decide di non dominare la natura); il terzo relativo alla consapevolezza che finalmente s'è fatta strada di esser tutti abitanti dello stesso giardino e del dovere di mantenerlo pena la nostra sopravvivenza.

Alla seconda domanda ti rispondo BM: a differenza di Clèment la natura la dominava, eccome. Guai lasciarla a se stessa. Orti coltivati, teli stesi per raccogliere le acque piovane, wc improvvisati in situ con relativa raccolta del concime organico, capanno a due piani perché... sai com'è... è divertente sparare agli uccelli dall'alto. Avessi imparato anche solamente il venti per cento della sua capacità di dominare la natura! (Non cercare BM su internet, non lo trovi, era mio padre).

Se mi chiedi perché ti parlo di paesaggisti e non di architetti ti rispondo che prediligono le relazioni tra le cose piuttosto che le cose stesse
e penso (e spero) che nei prossimi decenni le relazioni prendano sempre di più il sopravvento pena la sopravvivenza del nostro piccolo giardino planetario.

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21 agosto 2009

0026 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Il papua di Fabio Massimo Rocchi

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  • Qual è l’architetto noto che apprezzi e perché?
  • Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?
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Il papua di Fabio Massimo Rocchi

Le domande che mi ha posto sono stimolanti quanto specifiche e forse hanno più ampio respiro di quanto sembri ma magari sbaglio. Questo lavoro è comunque difficilissimo e complesso e spesso fare il meglio diventa veramente un impresa ardua. La regola credo affievolisca per gli architetti noti che tuttavia si trovano incastrati di frequente nelle richieste autocelebrative del committente alla ricerca del sensazionale. Valutare caso per caso mi sembra il modo migliore per non incorrere nelle generalizzazioni.
Di seguito rispondo alle tue domande:

1. Apprezzo tutti gli architetti noti perché c'è sempre qualcosa di positivo nel loro lavoro, ma il mio taccuino è pieno di disegni stupidi su come l'avrei potuto fare io.

2. Preferisco l'architetto comune che nelle soluzioni semplici trova la grandezza della perfezione. Amo quando la vita si impadronisce dell'opera dell'architetto, perché è diventata patrimonio di tutti.

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20 agosto 2009

0025 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Mezzo mondo di Miki Fossati

Salvatore D’Agostino:
  • Qual è l’architetto noto che apprezza e perché?
  • Qual è l’architetto non noto che apprezza e perché?
Qui l’articolo introduttivo


Miki Fossati exblogger di Mezzo mondo e The city of blogs (su Wilfing qui)
| da tempo che non leggo un post sul tuo blog.
Credo dipenda dal fatto che il mio blog è stato chiuso sei mesi fa.
| Ti pongo due domande per un'inchiesta su Wilfing Architettura:
Mi sa che non mi occupo più di architettura, ormai.
| Qual è l’architetto noto, ancora in attività, che apprezzi e perché?
Peter Zumthor, perché ha il "Thor" nel cognome, ed era come predestinato ad essere un dio.
| Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?
Peter Zumthor, perché ha il "Thor" nel cognome, ed era come predestinato ad essere uno sconosciuto.


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19 agosto 2009

0024 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Architettura, tempo, spazio e materia di Claudio Catalano

Salvatore D’Agostino:
  • Qual è l’architetto noto che apprezzi e perché?
  • Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?
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Architettura, tempo, spazio e materia di Claudio Catalano


Mi dispiace se a qualcuno potrò sembrare supponente e immodesto ma posso rispondere serenamente che il miglior architetto da me conosciuto sono me medesimo e il motivo lo conosco molto bene: semplicemente non vorrei essere nessun altro!

Per quanto riguarda l'architetto sconosciuto... beh per definizione ancora non lo conosco!

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18 agosto 2009

0023 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Urban Quality di Master

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  • Qual è l’architetto noto che apprezzi e perché?
  • Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?
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Urban Quality di Master

Santiago Calatrava ne apprezzo molto lo stile luminoso e solare nella creazione di strutture snelle, bianche e flessibili, spesso mobili (come i ponti), che danno al paesaggio intorno un aspetto più contemporaneo e tecnologico senza essere di "intralcio" al paesaggio urbano o rurale nel quale si inseriscono. La "città delle arti e delle scienze" di Valencia è un capolavoro paesaggistico e architettonico perché fonde i materiali bianchi delle strutture all'azzurro dello specchio d'acqua che circonda tutto ed è una splendida conclusione del parco creato sul letto del fiume Turia.

Mario Cucinella apprezzo il fatto di cercare spesso di proporre idee innovative e di non scopiazzare in giro forme e contenuti di moda o che fanno tendenza. La sua ricerca in campo architettonico è sempre una originale e intelligente visione del problema che cerca di sviluppare e risolvere con soluzioni razionali e attente anche al mercato e alle esigenze della gente, non campate in aria.


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17 agosto 2009

0022 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Architettura moderna di Vilma Torselli

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  • Qual è l’architetto noto che apprezzi e perché?
  • Qual è l’architetto non noto che apprezzi e perché?
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Architettura moderna di Vilma Torselli

1.
Herzog & de Meuron, trovo divertente e geniale il loro ultimo lavoro, lo stadio delle Olimpiadi 2008 di Pechino, che esaspera uno dei temi ricorrenti della loro architettura, altamente tecnologica ed al tempo stesso piena di echi arcaici. Il loro rapporto con la natura, profondo, ironico, sensuale e sentimentale, richiama alla memoria gli elementi naturalistici di un Gaudì del 2000, le colonne arboree della sagrada familia dove la decorazione ha valenza rigorosamente strutturale, accuratamente mimetizzata da quel filo di follia onirica che, solo, in un mondo che tende a dimenticare, può legare l’uomo moderno con la sua origine più antica. Trovo che sia un modo intelligente, al tempo stesso intellettuale ed istintivo, di proporre un’architettura che cerca le sue ragioni nelle forme archetipiche dell’universo.

2.

Tra i giovani non (ancora?) noti mi incuriosisce il gruppo
Tecla Architettura, formazione mista di napoletani e spagnoli di Barcelona, che a modo loro cercano un’identità nella frantumazione della globalizzazione e si propongono come una squadra ‘mediterranea’, in un certo senso glocal, che riesce a mantenere una sorta di ‘singolarità collettiva’, pur con notevoli analogie culturali, storiche ed ambientali. Interessante un loro progetto ad Amalfi (Mediterranean Biodiversity Center), ricco di spunti originali, in un rapporto misurato e controllato con luoghi di rara bellezza.

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