«Il paese non è più povero ma è abitato da gente rancorosa, maldicente, abituata a fallire la propria vita e a far fallire la vita degli altri»[1]. (Franco Armino)
Gentile Stefano Boeri
condivido, l’articolo di Luca Guido ha un tono risentito[2], ma sono rimasto colpito, in negativo, dal suo rivendicare una giusta bocciatura allo IUAV[3]. Una caduta di stile che non mi sarei mai aspettato.
Io credo che sia inutile parlare dei recenti avvenimenti, soprattutto via Web, non serve a niente discutere di un caso specifico senza osservare nella sua interezza lo stato in cui versa l'architettura italiana.
Come sa, dato che è stato tra i partecipanti, la rivista online 'Edge' quest’anno ha posto a molti intellettuali una domanda: L’uso della rete ha cambiato il nostro modo di pensare?[4]
Interessante la riposta di Kevin Kelly (cofondatore di Wired):
«Il web è la mia carta e penna, e sono diventato più bravo a raccogliere informazioni. Ma la mia conoscenza è più fragile. Per ogni informazione che trovo c’è qualcuno pronto a dire il contrario. Ogni dato ha il suo “antidato”. L’enorme ragnatela del web mette in rilievo sia i dati sia gli antidati. Alcuni sono stupidi, altri sono convincenti. Non possiamo lasciar decidere agli esperti, perché per ogni esperto c’è un antiesperto altrettanto bravo. Perciò tutto quello che imparo subisce l’erosione di questi antifattori. Non ho più certezze. Invece di affidarmi a un’autorità, sono costretto a crearmi le mie certezze, non solo sulle cose che mi interessano, ma su tutto quello che leggo, compresi i campi in cui non posso avere nessuna esperienza dirett a. In generale, quindi, mi capita di presumere sempre più spesso che quello che so è sbagliato. Un atteggiamento ideale per uno scienziato. Ma questo significa anch e che ho più probabilità di cambiare idea per i motivi sbagliati. La capacità di accettare l’incertezza è uno dei cambiamenti che ho subìto. […] Sono meno interessato alla Verità e più interessato alle verità»[5].
L’architettura nei confronti del Web ha un grosso problema non può essere vista attraverso le immagini o letta sui saggi, poiché va osservata concretamente.
Io credo che sia arrivato il momento di un'analisi ampia del problema 'architettura' ed essendo lei uno dei maggiori intellettuali d'italia e non solo, nonché architetto, le vorrei fare due domande non prima di citare un passo tratto da Italo Calvino da ‘La speculazione Edilizia’:
«A Quinto più ne sentiva dir male più gli piaceva: il bello degli affari - quello che per la prima volta egli credeva d'andare scoprendo - era proprio questo cacciarsi avanti tra gente d'ogni risma, trattare con imbroglioni sapendo che sono imbroglioni e non lasciandosi imbrogliare, magari cercando d'imbrogliarli. Era «il momento economico» che contava, non altro. Però lo prese l'allarme che le informazioni di Canal fossero così cattive da sconsigliare la continuazione delle trattative.- Vediamo: - disse, - con noi imbrogli non può farne.Se paga il terreno è suo, se non paga no, è semplice. Come sta a soldi?- Finora gli sono andate tutte bene, - disse l'avvocato.- E sceso a *** dalla montagna coi calzoni rattoppati, mezzo analfabeta, e adesso impianta cantieri dappertutto, maneggia milioni, fa la pioggia e il bel tempo col Comune, coll'Ufficio Tecnico...Quinto riconobbe l'astio nelle parole di Canal come un accento familiare; era la vecchia borghesia del luogo, conservatrice, onesta, parsimoniosa, paga del poco, senza slanci, senza fantasia, un po' gretta, che da mezzo secolo vedeva intorno cambiamenti cui non riusciva a tener testa, gente nuova e difforme prender campo, e doveva ogni volta recedere dalla propria chiusa opposizione facendo ricorso all'indifferenza, ma sempre a denti stretti. Ma non erano gli stessi sentimenti a muovere anche Quinto? Solo che Quinto reagiva sempre buttandosi dall'altra parte, abbracciando tutto quel che era nuovo, in contrasto, tutto quel che faceva violenza, e anche adesso, lì, a scoprire l'avvento d'una classe nuova del dopoguerra, d'imprenditori improvvisati e senza scrupoli, egli si sentiva preso da qualcosa che somigliava ora a un interesse scientifico («assistiamo a un importante fenomeno sociologico, mio caro...») ora a un contraddittorio compiacimento estetico. La squallida invasione del cemento aveva il volto camuso e informe dell'uomo nuovo Caisotti»[6].
Questo libro fu scritto tra il 5 aprile 1956 e il 12 luglio 1957, descrive l’identità della cultura architettonica italiana, che caratterizzerà i cinquant’anni a seguire, le chiedo:
possiamo permetterci che la cultura 'imprenditoriale' dei Pietro Caisotti possa essere la stessa degli stimati architetti?
possiamo permetterci che la cultura 'imprenditoriale' dei Pietro Caisotti possa essere la stessa degli stimati architetti?
è in grado la migliore classe pensante dell’architettura italiana di disinteressarsi alla propria verità - spesso concepita come taumaturgica - e interessarsi alle verità?
Un caro saluto,
Salvatore D’Agostino
Gentile Luigi Prestinenza Puglisi,
a proposito di questa sua frase: «Il fatto però e' che in altri casi pare attuarsi un gioco tanto semplice quanto brutale: il politico, di destra o di sinistra che sia (spesso di sinistra, alla faccia di tutte le sbandierate questioni morali), decide a tavolino il progettista e lo impone come condizione all’impresa»[7] le chiedo:
a che serve puntualizzare su una presunta supremazia di una parte politica rispetto ad un'altra?
Un caro saluto,
Salvatore D’Agostino
Risponde LPP
Si, in effetti non serve. Però, hai provato a lavorare in certe regioni rosse o rosa, se non fai parte della banda (intendo: quella che suona)? LPP[8]
Luigi Prestinenza Puglisi,
io vivo nell’enclave rossa della Sicilia gestita da Vladimiro Crisafulli, inventore dell’università di Enna’ Kore’, della privatizzazione dell’immondizia (ATO), ideatore di un parco di divertimenti intorno al lago Pozzillo di Regabulto, tutore dell’area industriale della Valle del Dittaino e fervente sostenitore di un aeroporto internazionale da costruire a Centuripe.
Un politico molto amato da Giuliano Ferrara poiché la sua faccia gli ricorda quella di Marlon Brando nella versione ‘Il padrino’ di Francis Ford Coppola e osannato da Pietrangelo Buttafuoco che in un intervista alla domanda: «Quale politico italiano rappresenta meglio la destra che lei vorrebbe?» Rispose: «Il mio amico Vladimiro Crisafulli. È il leader del Pd in Sicilia. Non è di destra ma solo lui saprebbe come fare».
Un politico che sa monitorare gli investimenti pubblici e gestire le poche attività dei privati. Legato al territorio con fidelizzazione conquistata sui palchi e i sottopalchi dei comizi di paese.
Vladimiro Crisafulli è un uomo concreto, ha eliminato l’unica possibilità per i paesani di affacciarsi fuori dal mondo ‘l’Università’, com'è noto noi paesani ogni tanto migriamo da resort in resort o da centro storico in centro storico senza superare mai i confini del buon turista, in questo siamo molto ordinati. Il nostro sa bene che la ‘kore’ gli garantirà i voti delle giovani leve, alienando le loro menti con gli insegnamenti dei professori universitari paesani (professionalità nata e diffusa in tutta Italia con le ultime riforme).
Dicevo, concreto, perché sa promettere la modernità, usato come pretestuoso grimaldello per emancipare il suo mondo elettorale dall’atavico provincialismo.
Cappiddazzu, come viene chiamato dai suoi ammiratori o detrattori, sa bene che non può prospettare ai figli dei vecchi contadini il mito del borgo antico, poiché il suo elettorato non è costituito da borghesi misoneisti da centro storico.
Qui, nel plesso solare della Sicilia, finalmente i paesi si sono svecchiati, completando la fase dell’evacuazione delle zone storiche, un vero e proprio esodo dalle inospitali città di pietra. Adesso gli abitanti sono 'moderni' vivono nelle città di cemento che pagheranno tra venti, trent’anni, progettate dai tecnici amici sia esso geometra, ingegnere o architetto non interessa.
Una modernità che sarà ancora più esaltata dalla costruzione del primo outlet nel sud, progettato dallo studio fiorentino di Guido Lorenzo Spadolini che per uno strano gioco del destino e di semplice marketing, costruirà in cemento un finto borgo toscano con la complicità del potente imprenditore catanese Mario Ciancio Sanfilippo.
Vladimiro Crisafulli incarna l’uomo politico dominante in Italia (che sia di sinistra o di destra non importa, questa è una sottigliezza per politici inani da salotto buono) con la sua idea di furba modernità ha conquistato il territorio politico ed edilizio, - connubio inscindibile in zone dove non è mai esistita l’industrializzazione - sono convinto che dopo l’allegro e condiviso sprawl dei paesi penserà a trovare i finanziamenti per i decadenti ‘centri storici‘ per ricostruirli a misura di turista.
Completerà così il ciclo di trasformazione del suo elettorato che da ex figli di contadini si trasformeranno in borghesi ‘economicus’ di seconda mano.
Caro Luigi,
se ti capita di venire da queste parti, mi raccomando dimentica il tuo mestiere di critico, quelle case che tu pensi non siano architetture, per chi ci vive sono le dimore più belle del mondo, ma non intenso nel senso del mondo globale, fluido e varie smancerie da intellettuali di città.
Riprendendo i contenuti del nostro dialogo ti pongo altre domande:
siamo proprio sicuri che la corruzione dei concorsi di architettura sia solo un problema di colore politico?
perché persone come Antonio Iannello (architetto campano, non di sinistra, che aveva denunciato lo scempio in corso nella sua terra prima di Roberto Saviano, morto nel 1997) non trovano spazio nelle riviste di architettura?
non credi che l’architettura inizi dal saper vedere queste città di nessuno?
Un caro saluto,
Salvatore D’Agostino
io vivo nell’enclave rossa della Sicilia gestita da Vladimiro Crisafulli, inventore dell’università di Enna’ Kore’, della privatizzazione dell’immondizia (ATO), ideatore di un parco di divertimenti intorno al lago Pozzillo di Regabulto, tutore dell’area industriale della Valle del Dittaino e fervente sostenitore di un aeroporto internazionale da costruire a Centuripe.
Un politico molto amato da Giuliano Ferrara poiché la sua faccia gli ricorda quella di Marlon Brando nella versione ‘Il padrino’ di Francis Ford Coppola e osannato da Pietrangelo Buttafuoco che in un intervista alla domanda: «Quale politico italiano rappresenta meglio la destra che lei vorrebbe?» Rispose: «Il mio amico Vladimiro Crisafulli. È il leader del Pd in Sicilia. Non è di destra ma solo lui saprebbe come fare».
Un politico che sa monitorare gli investimenti pubblici e gestire le poche attività dei privati. Legato al territorio con fidelizzazione conquistata sui palchi e i sottopalchi dei comizi di paese.
Vladimiro Crisafulli è un uomo concreto, ha eliminato l’unica possibilità per i paesani di affacciarsi fuori dal mondo ‘l’Università’, com'è noto noi paesani ogni tanto migriamo da resort in resort o da centro storico in centro storico senza superare mai i confini del buon turista, in questo siamo molto ordinati. Il nostro sa bene che la ‘kore’ gli garantirà i voti delle giovani leve, alienando le loro menti con gli insegnamenti dei professori universitari paesani (professionalità nata e diffusa in tutta Italia con le ultime riforme).
Dicevo, concreto, perché sa promettere la modernità, usato come pretestuoso grimaldello per emancipare il suo mondo elettorale dall’atavico provincialismo.
Cappiddazzu, come viene chiamato dai suoi ammiratori o detrattori, sa bene che non può prospettare ai figli dei vecchi contadini il mito del borgo antico, poiché il suo elettorato non è costituito da borghesi misoneisti da centro storico.
Qui, nel plesso solare della Sicilia, finalmente i paesi si sono svecchiati, completando la fase dell’evacuazione delle zone storiche, un vero e proprio esodo dalle inospitali città di pietra. Adesso gli abitanti sono 'moderni' vivono nelle città di cemento che pagheranno tra venti, trent’anni, progettate dai tecnici amici sia esso geometra, ingegnere o architetto non interessa.
Una modernità che sarà ancora più esaltata dalla costruzione del primo outlet nel sud, progettato dallo studio fiorentino di Guido Lorenzo Spadolini che per uno strano gioco del destino e di semplice marketing, costruirà in cemento un finto borgo toscano con la complicità del potente imprenditore catanese Mario Ciancio Sanfilippo.
Vladimiro Crisafulli incarna l’uomo politico dominante in Italia (che sia di sinistra o di destra non importa, questa è una sottigliezza per politici inani da salotto buono) con la sua idea di furba modernità ha conquistato il territorio politico ed edilizio, - connubio inscindibile in zone dove non è mai esistita l’industrializzazione - sono convinto che dopo l’allegro e condiviso sprawl dei paesi penserà a trovare i finanziamenti per i decadenti ‘centri storici‘ per ricostruirli a misura di turista.
Completerà così il ciclo di trasformazione del suo elettorato che da ex figli di contadini si trasformeranno in borghesi ‘economicus’ di seconda mano.
Caro Luigi,
se ti capita di venire da queste parti, mi raccomando dimentica il tuo mestiere di critico, quelle case che tu pensi non siano architetture, per chi ci vive sono le dimore più belle del mondo, ma non intenso nel senso del mondo globale, fluido e varie smancerie da intellettuali di città.
Riprendendo i contenuti del nostro dialogo ti pongo altre domande:
siamo proprio sicuri che la corruzione dei concorsi di architettura sia solo un problema di colore politico?
perché persone come Antonio Iannello (architetto campano, non di sinistra, che aveva denunciato lo scempio in corso nella sua terra prima di Roberto Saviano, morto nel 1997) non trovano spazio nelle riviste di architettura?
non credi che l’architettura inizi dal saper vedere queste città di nessuno?
Un caro saluto,
Salvatore D’Agostino
19 febbraio 2010 (ultima modifica: 22 febbraio 2010)
Potete trovare le risposte qui: 0003 [WILFING] Non andare oltre: le risposte di Stefano Boeri e Luigi Prestinenza Puglisi
Intersezioni --->WILFING
Come usare WA ---------------------------- -----------------------Cos'è WA
__________________________________________
Note: [1] Franco Arminio, Il vocabolario di Fahrenheit, Programma radio tre del 31/12/2009
[2] Luca Guido: I costi dell' architettura, presS/Tletter n.03-2010
[3] Stefano Boeri risponde a Luca Guido sulla questione della Maddalena + un botta e risposta tra Boeri e LPP, presS/Tletter n.04-2004
[4] The Edge Annual Question, 2010, HOW IS THE INTERNET CHANGING THE WAY YOU THINK?
[5] Trad. it., Kevin Kelly, Il pensiero fluido, Internazionale, n 831, 29 gennaio 2010, pp.34-36
[6] Italo Calvino, La speculazione edilizia, Einaudi,Torino, 1963
[7] Luigi Prestinenza Puglisi, I concorsi: Boeri, Niemeyer e altre storie, presS/Tletter n.03-2010
[8] Salvatore D’Agostino: L’identità dell’architettura italiana e i Pietro Caisotti. Due domande a Boeri e una a LPP, presS/Tletter n.05-2010
[2] Luca Guido: I costi dell' architettura, presS/Tletter n.03-2010
[3] Stefano Boeri risponde a Luca Guido sulla questione della Maddalena + un botta e risposta tra Boeri e LPP, presS/Tletter n.04-2004
[4] The Edge Annual Question, 2010, HOW IS THE INTERNET CHANGING THE WAY YOU THINK?
[5] Trad. it., Kevin Kelly, Il pensiero fluido, Internazionale, n 831, 29 gennaio 2010, pp.34-36
[6] Italo Calvino, La speculazione edilizia, Einaudi,Torino, 1963
[7] Luigi Prestinenza Puglisi, I concorsi: Boeri, Niemeyer e altre storie, presS/Tletter n.03-2010
[8] Salvatore D’Agostino: L’identità dell’architettura italiana e i Pietro Caisotti. Due domande a Boeri e una a LPP, presS/Tletter n.05-2010