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12 febbraio 2010

0038 [SPECULAZIONE] Il DDL 1865 e lo stile ‘Caltagirone’

di Salvatore D'Agostino

Buongiorno Salvatore,
non so ne hai già parlato sul tuo blog.
Conosci il disegno di legge 1865?

“Disposizioni in materia di competenze professionali dei geometri, dei geometri laureati, dei periti industriali con specializzazione in edilizia e dei periti industriali laureati nelle classi di laurea L-7, L-17, L-21 e L-23"

http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/37600

Daniele Diana

Mail del 10 febbraio 2010 ore 12.41


Tornato da [omissis] adesso,
ho visto sul mio Google Reader il post 'Pannelliano' di Architettura Catania.
Non conoscevo questo disegno di legge.
Fa riflettere molto.
Magari ci costruisco sopra un post.
A presto (periodo di fuoco),
SD
Mail del 10 febbraio 2010 ore 19.26

Caro Daniele,
ho letto il disegno di legge c’è un passaggio che trovo perfettamente aderente alla nostra realtà: «L’articolo 2, comma 2, tende ad incentivare la partecipazione di più professionisti alla progettazione ed alla realizzazione di opere complesse, ciascuno secondo le proprie competenze e con distinte ed autonome funzioni, quando ciò corrisponda alle scelte del committente nella fase di conferimento dell’incarico professionale. Tale collaborazione professionale, in special modo tra ingegneri, geologi e geometri, è oggi ampiamente diffusa, stante il fatto che spesso l’intervento del geometra e del perito edile si limita alla sola progettazione architettonica nel rispetto delle norme edilizie ed igienico-sanitarie, lasciando gli aspetti strutturali a tecnici laureati specialisti del settore»[1].


Come puoi notare non esiste la figura dell’architetto ed è pratica ’ampiamente diffusa’ che la progettazione architettonica spetta al geometra e i calcoli statici all’ingegnere.
Questa legge, come dice la premessa, cerca di dare: «sicurezza operativa ad una compagine di professionisti composta da oltre 120.000 tecnici dando maggiore dignità alle loro prestazioni ed assicurando alla collettività servizi professionali svolti da persone selezionate, preparate e costantemente aggiornate».

Daniele,
parliamoci francamente i legislatori hanno ragione il nostro paese non ha bisogno di architetti ma di geometri ‘costantemente aggiornati’.
Nel 1996 la direttrice del quotidiano ‘Il Tirreno’ Sandra Bonsanti chiese a Oliviero Toscani di scrivere una rubrica dal titolo ‘Natura morta’.
Per il fotografo fu una buona occasione per raccontare la sua Toscana distrutta da due contrapposti poteri forti, i fondamentalisti della conservazione per la tutela economica del turista e le case moderne costruite - da tutte le categorie ‘professionali’ - al di là della parola sacra ‘centro storico’ in uno di questi articoli racconta di un sogno:
«Ho fatto un sogno. Ho sognat
o che un giorno, dalle parti della California (ebbene sì, la località si chiama proprio così, La California), verso Bibbona, atterrava un disco volante con una delegazione di marziani. Subito venivano ricevuti dai sindaci dei comuni del comprensorio, desiderosi di instaurare rapporti di amicizia che, in futuro, chissà, avrebbero potuto trasformarsi in relazioni commerciali.
I marziani erano molto interessati alla vita sulla Terra e facevano un sacco di domande. Naturalmente avevano una macchina fotografica e, quando il sindaco di Cecina ha regalato loro il volume illustrato Le bellezze della Toscana, i marziani hanno espresso il desiderio di vederle dal vivo.
È iniziato così un giro turistico che comprendeva la visita delle torri di San Gimignano, delle mura antiche di Volterra, del viale dei cipressi di Bolgheri, di piazza del Campo a Siena.
"Bello, bello," ripetevano i marziani. "Ma questa è roba di tanto tempo fa. Cosa ha da mostrarci di moderno?" Il sindaco di Cecina guardava i suoi colleghi sindaci sgomento: "Ci sarebbe il centro commerciale, la rotonda della superstrada, a Cecina," azzarda uno. "Ci sarebbe la chiesa nuova a La Califomia," dice un altro. "O le case dei geometri," dice un altro ancora. La carovana si mette in marcia. I sindaci erano di pessimo umore. E quando i mar
ziani hanno cominciato a sghignazzare davanti al centro commerciale dello svincolo di Cecina, quando si sono fatti fotografare davanti al campanile lanciamissili della chiesa cosiddetta moderna che a loro ricordava un'astronave di cinquant'anni fa, quando hanno vomitato davanti al lusso pacchiano della villa dell'architetto Rossi, i sindaci hanno capito che non c'era più nulla da fare. Hanno realizzato di non aver niente da vendere se non quel che restava del passato. Di fronte al megaimpianto industriale di Rosignano Solvayi marziani si sono messi a piangere e anche i sindaci apparivano visibilmente provati. Il mare era pieno di chiazze d'olio nero, l'aria ammorbata dai gas di scarico. Anche ciò che restava di antico, i bei palazzi, le rovine etrusche, le chiese, sembravano soffocare sotto la morsa dei condomini, degli ipermercati, delle stazioni di servizio»[2].


Tu mi dirai ma che c’entrano le considerazioni di un personaggio forse troppo sopravvalutato dai ‘media’?
Ti sembrerà strano ma è stato l’unica persona (sarei felice di essere smentito) che, invitato a un convegno dell’ANCE, ha osato proporre agli imprenditori di diventare i tutori della bellezza, cominciando a distruggere il brutto ed investendo sul bello, suggerendo di:
  • individuare in ogni città le tre costruzioni più brutte, edifici simbolo, non le baracche abusive;
  • acquisirne e distruggerne una per ogni città;
  • dopo la distruzione, promuovere la costruzione di un luogo simbolo del XXI secolo;
  • l’ANCE dovrà impegnarsi a non costruire più senza la consulenza degli architetti;
  • a diventare ambientalisti nell’operare e permettersi di distruggere ciò che è stato costruito[3].
Sinceramente ti sembra possibile che geometri, ingegneri e imprenditori si possano fidare degli architetti?

Perdona un’altra lunga citazione, ma l’architetto nonché scrittore Gianni Biondillo, a proposito dei geometri merita di essere ascoltato:
«Pasolini parlò della televisione come lo strumento principe dell'omologazione voluta dal centro, dal potere, nei confronti del popolo. Parlò della sua mutazione antropologica ottenuta, soprattutto, dai modelli rappresentati dalla pubblicità. Ebbene, se dovessi aggiungere una chiosa alla denuncia pasoliniana, specificherei che - mentre i progettisti urbani erano presi dal rispondere al problema delle periferie cittadine con progetti di enormi dimensioni, ma in fondo ben delimitati sul territorio - la mutazione antropologica ha trovato come sua concretizzazione ossea, sul territorio, un alleato potentissimo che dal basso e orizzontalmente ha davvero mutato, nei comportamenti e nel gusto collettivo, la nazione. Parlo del programma ministeriale del corso quinquennale per geometri.
Non ci si rende conto di quanto sia stato davvero devastante aver consentito a dei semplici diplomati di progettare e costruire case alte fino a tre piani (praticamente la stragrande maggioranza della volumetria edilizia; esistente sul nostro territorio nazionale). È stato come; dare ad un infermiere la possibilità di operare a cuore aperto. Non è colpa dell'infermiere, in fondo, ma della legge che glielo ha permesso (perché questo è successo e succede soprattutto da noi. In Germania, ad esempio, sarebbe impensabile. E non è una coincidenza che le case tedesche siano, generalmente, più «belle»).
Parli perché sei un architetto, potreste dirmi. No. Parlo perché, prima di tutto, sono un perito edile, un geometra, e perciò so, io so, cosa e come pensa un geometra. Nel paese dei furbi, dove i ragionieri sono dottori commercialisti, gli odontotecnici sono odontoiatri e i geometri sono progettisti, io so cosa ti insegnano in quel quinquennio. Conosco il peso specifico che ha nella formazione di progettisti il manuale del geometra, la bibbia risolutrice di ogni problema progettuale. Che non è mai posto come problema, ma sempre e solo come un'unica indiscutibile soluzione tipologica, indifferente al territorio e alla realtà storica a cui fa riferimento il progetto.
Conosco a menadito le idee a mala pena orecchiate sul confort o l’existenz minimum - temi che hanno tenuto per anni in ballo le migliori menti della generazione di progettisti di inizio secolo - trasformate in una assurda, banalizzata, emulazione fallita (il kitsch per antonomasia, per dirla con Tommaso Labranca).
Tutto l'incasato che si spalma per l'intera pianura padana, la successione senza soluzione di continuità che attanaglia le nostre coste, i neo-paesi di seconde e terze case sulle nostre Alpi, o sugli Appennini, le villettopoli che annientano i confini fra comune e comune del casertano, del barese, i paesi gonfi come tumori di cemento e gres porcellanato delle nostre isole, le costruzioni abusive sui greti dei fiumi, sui terreni smottati, nei parchi archeologici, gli interi paesi condonati, tutta questa edilizia, tutta, senza alcuna speranza, si riconduce a quel programma ministeriale, con una violenza omologatrice spaventosa. Gli stessi tetti, gli stessi spioventi, che tu sia sulle Prealpi o in Sardegna, la stessa identica distribuzione funzionale dell'appartamento, che tu viva su un fiume, in paese, al lago, in aperta campagna, gli stessi identici box, giardini, recinti, canne fumarie, pozzetti d'ispezione, terrazze, archi, finiture interne ed esterne, tutto uguale, omologato, annullata ogni differenza, lo stesso identico sfoggio delle stesse identiche, false «finiture di pregio ». Un incubo»[4].


Daniele,
in Italia tra architetti, ingegneri e geometri si stimano 400.000 tecnici registrati nei vari ordini, significa un tecnico ogni centocinquanta abitanti escludendo la categoria dei muratori.
400.000 tecnici che hanno scritto sul paesaggio italiano il recente racconto dell’architettura contemporanea non a caso il 24 ottobre 2009 l’accademia italiana[5], ha conseguito a Francesco Bellavista Caltagirone, uno degli artifici di questo racconto la Laurea honoris causa: «Il titolo che mi viene conferito - ha affermato Caltagirone - avvalora ancora una volta la mia personale idea che un' imprenditoria sana, condotta con etica e con il rispetto del contesto sociale e ambientale nel quale si inserisce, possa portare giovamento al territorio che non è più da considerare come mero spettatore dell' impresa».
Tu da tempo hai deciso di andare via dall’Italia io ho capito che devo cominciare a studiare ‘lo stile Caltagirone’ credo a questo punto che non mi resta altro da fare poiché come diceva Bruno Zevi: «La cultura degli architetti moderni è troppo spesso legata alla loro cronaca polemica»[6].

Non voglio finire con una geremiade, sappiamo bene che non serve a niente ti propongo alcuni spunti di riflessione:
  • abolire gli istituti tecnici per geometri com'è avvenuto per gli istituti magistrali, da qualche anno per insegnare nelle scuole primarie occorre la laurea, in modo tale che tra 70 anni la figura del geometra - nata per esigenze che adesso non ci sono più - scompaia;
  • prevedere per tutti gli edifici di carattere pubblico (comprese le costruzioni private) un processo progettuale e tecnico sinergico tra ingegnere e architetto, chiarendo le competenze di ciascuno ed eliminando le mille lauree specialistiche che alimentano una confusione di competenze;
  • ritornare a occuparsi di città e rivedere le leggi urbanistiche eliminando dal vocabolario le parole ‘centro storico’ e ‘periferia’;
  • eliminare la discrezionalità politica sugli affidamenti degli incarichi ‘pubblici’.
Un caro saluto,
Salvatore


Di seguito una piccola cronistoria BLOG/FACEBOOK sul DDL 1865.

6 febbraio 2010:

sulla pagina (chiamata Wall) di Facebook Federazione Nazionale Architetti ed Ingegneri Liberi professionisti viene scritto questo messaggio: GETILI COLLEGHI UN NUOVO ATTENTATO ALLA PROFESISONE è IN ATTO CON UN DISEGNO DI LEGGE CHE PROPORREBBE LA POSSIBILITà AI DIPLOMATI DI PROGETTARE, CALCOLARE E DIRIGERE LAVORI DI VOLUMETRIA FINO 5.000 MC(UNA PALAZZO DI 10 APPARTAMENTI E 5 NEGOZI!!!)esprimete il vostro dissenso,e i vostri mi piace alle nostre osservazioni;

viene aperta una pagina NO al DDL 1865 presentato in Senato dalla Senatrice Simona Vicari fondatrice Bianca Maria Canepa;

viene inoltarta una lettera alla senatrice Simona Vicari promotrice del disegno di legge;

Simona Vicari risponde alla lettera sopracitata sul suo blog Diario di bordo di Simona Vicari post: DDL 1865 - ARCHITETTI,INGEGNERI,GEOMETRI.....

9 febbraio 2010:

sul blog di Archiportale Elena Fedi scrive: SICCOME SAREI POCO ATTENTA ....LEGGETE LEGGETE;

viene aperta la pagina di Facebook SI AL Disegno di Legge DDL 1865 fondata da Ciro Petriccione.

10 febbraio 2010:

sul blog Architettura Catania viene pubblicato In esame al Senato un assurdo disegno di legge per estendere le competenze d progettazione architettonica e strutturale ai geometri dove si minaccia: SE QUESTA LEGGE DOVESSE ESSERE APPROVATA VORRA' DIRE CHE L'ITALIA HA DEFINITIVMENTE RINUNCIATO ALL'ARCHITETTURA SIA COME DISCIPLINA TECNICO/PROESSIONALE CHE COME BENE CULTURALE.
IN TALE EVENIENZA QUESTO BLOG VERRA' CHIUSO

11 febbraio 2010:

il blog Amate l'Architettura invita a firmare una petizione PER LA SALVAGUARDIA DELL'ARCHITETTURA CONTRO IL DDL 1865 e scrivere una lettera al ministro Simona Vicari mail vicari_s@posta.senato.it nel loro post: Bisogna riconoscerlo: i geometri sono più bravi di noi;

Matteo Seraceni attraverso mail mi segnala di aver aggiornato un suo post:
«Ciao.
Volevo segnalarti una cosa preoccupante che ho segnalato già sul mio blog:
http://arching.wordpress.com/2010/01/20/competenze-di-ingegneri-architetti-e-geometri-redux/
e che proviene da http://architetturacatania.blogspot.com/2010/02/in-esame-al-senato-un-assurdo-disegno.html.
Senza parole»;

il blog Voltare Pagina pubblica un post dal titolo emblematico DISEGNO DI LEGGE SHOCK! e indica la pagina del sito del parlamento, dove si può votare ‘Sei favorevole o contrario’;


Eleonora Bonanno pubblica su FB una nota: Contro l'assurdo disegno di legge per estendere le competenze dei geometri
.

12 febbraio 2010:


la senatrice Simona Vinci sul suo blog Diario di bordo di Simona Vicari nel post DDL 1865 - ARCHITETTI,INGEGNERI,GEOMETRI..... scrive: Comunico che incontrerò il Presidente nazionale dell'Ordine a fine mese, per discutere serenamente sulle possibili migliorie al ddl;


Matteo Capuani sulla bacheca Facebook federazione Architetti Ingegneri Liberi Professionisti
scrive:. ..........E' di poche ore fa la conferma che la Senatrice Vicari, con estrema disponibilità, ha fissato un incontro presso il senato con il presidente del Consiglio Nazionale Architetto Massimo Gallione, ed il sottoscritto, per discutere sul Disegno di Legge (fissato per mercoledì 24 febbraio). Ovviamente ci aspettiam...o un incontro importante, dove poter rappresentare ogni nostra ragione, ed ogni motivo, di interesse generale (per il paese) e particolare (per gli architetti).........
..........Confidiamo che la sensibilità politica e la capacità tecnica del nostro interlocutore, possano permettere al buon senso di prevalere sugli interessi particolari a tutela e beneficio del paese, del paesaggio, della sicurezza dell'abitare e in ultimo ma non meno importante di una intera classe professionale di lavoratori (125.000 architetti italiani) oggi in condizione di grande sofferenza!!!............
architetto matteo capuani
.

12 febbraio 2010
(Ultima modifica: 13 febbraio 2010)

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Note:

[1]DISEGNO DI LEGGE n. 1865 d’iniziativa dei senatori Simona Vicari, Antonio Battaglia, Valerio Carrara, Salvatore Cuffaro e Elio Massimo Palmizio. Link

[2] Oliviero Toscani, Io non sono obiettivo, Feltrinelli, 2001, pp. 126-127


[3] Palazzinari Anno Zero” pubblicato su Abitare, aprile 2008, n. 481, pp. 13-16.
Su Wilfing Architettura: 0011 [SPECULAZIONE] Palazzinari anno zero

[4] Gianni Biondillo, Metropoli per principianti, Guanda, 2008. pp.20-22


[5] Redazionale, Laurea honoris causa a Bellavista Caltagirone, Corriere della Sera, 24 ottobre 2009. Link

[6] Bruno Zevi, Saper vedere l’architettura, Einaudi, Torino, 1948, p. 15