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30 dicembre 2010

Il più bel blog di architettura di sempre

di Salvatore D'Agostino

Qual è il più bel blog di architettura di sempre?

Eccolo: il suo indirizzo è http://iostudioarchitettura.splinder.com/ registrato su blogbabel come Architettura irrazionale e su Wikio irrazionalMEnte arkitettonica


L’autrice si firma arki ma in realtà si chiama Maddalena. Il 4 aprile 2007 ha compiuto 28 anni e vive - o forse ha vissuto - a Genova.

20 dicembre 2010

0001 [URBAN BLOG] Cartellopoli

di Salvatore D'Agostino
  Media civico è una TAG non una definizione. La TAG è contenitore di diversi 'punti di vista'

Iniziamo la nostra indagine sugli URBAN BLOG, raccontando la storia del blog CARTELLOPOLI, inaugurato il 24 febbraio del 2010 e oscurato dalla magistratura l'1 dicembre 2010*.

In poco meno di un anno il blog ‘cartellopoli’ ha lottato contro il degrado visivo dilagante nella capitale, tanto che, il neologismo (cartellopoli) si è meritato l'osservazione da parte dagli studiosi della Treccani:
«Ecco chi sono i cittadini che si ritrovano in Rete e che scendono in strada per oscurare gli impianti-scempio».


Salvatore D'Agostino: Perché nasce Cartellopoli?

Cartellopoli: Cartellopoli nasce per dare visibilità allo scandaloso aumento di impianti pubblicitari legali e illegali che è avvenuto a Roma a partire dalla metà del 2009. Nasce come strumento per mettere insieme tutte le proteste, pubblicare le foto, fare da collettore di tutte le iniziative. Insomma, per dare una voce, per fare un po' da organo ufficiale "giornalistico" alla protesta che stava e sta montando ai quattro angoli della città.

Nei vostri post usate un linguaggio diretto, spesso oltre il limite dell’invettiva.
Definite le agenzie pubblicitarie con secchi sostantivi: mafiose, camorriste e ‘ndranghetiste.
Che sia chiaro, cartellopoli, non è un fenomeno di malavita d’esportazione, poiché sono stati ‘alcuni romani’ che hanno devastato in due anni il paesaggio urbano della capitale.
Qual è il loro potenziale giro d’affari?

Abbiamo sempre parlato di "mafia cartellonara" non per attaccare questa o quell'altra ditta in particolare, ma per descrivere un sistema che è gestito con logiche e con approcci criminali come ha più volte costatato anche la magistratura. Questo tra l'altro, in primis, danneggia le ditte stesse.
È difficile calcolare quale sia il giro d'affari dell'impiantistica pubblicitaria a Roma. Mi rendo conto di affermare cifre mirabolanti, ma ritengo che non ci si discosti molto dai 500milioni di euro annui.


I cartellonari romani pur di creare un nuovo spazio pubblicitario non si sono preoccupati di abbattere alberi, coprire tabelle dell’autobus o metropolitana, recingere parchi, occupare strade ciclabili, ostruire passaggi per disabili, mettersi a fianco di monumenti importati.
Non solo, si sono inventati spazi pubblicitari 'socialmente utili' come: orologi, segnali delle vie o parcheggi, parapedonali anche se non necessari ed infine l’uso dei tetti delle edicole.
Cerchiamo di essere onesti, questi nei bar di Roma, sono dei simpatici mattacchioni.
Gli amati Cesaroni che ne fanno di tutti i colori in barba alle regole.
Siamo a Roma non a Parigi?

È il problema, il vero cancro che sta distruggendo questa città: la mancanza di condanna sociale. La mancanza di ingegno civico. Dato il presupposto che della città e del suo decoro non interessa nulla a nessuno, sono troppo poche le persone disposte a indignarsi, a parlare dei furbetti in termini di gente che danneggia la città e non di 'ganzi' che riescono a fare un sacco di quattrini. I blog nascono per sensibilizzare la cittadinanza, per aprirgli gli occhi. Ecco perché danno fastidio, visto che questo 'lavoro' non lo fa nessuno: non lo fa la famiglia, non lo fa la scuola, non lo fa la stampa.

«L’appassionata analisi di Pasolini, vecchia di oltre trent’anni, andrebbe rovesciata: non sono le borgate che si stanno imborghesendo, ma è la borghesia che si sta (se così si può dire) “imborgatando”. Al di là dell’esperienza biografica di pochi individui sbrancati, o dell’arroganza esibizionistica di qualche ricco che gioca al sottoproletario (“se hai dei soldi, una bella macchina e un po’ di cocaina, puoi scopare chiunque” è un motto del carcere ammirato e condiviso da Fabrizio Corona) – al di là dei casi singoli, vige un’effettiva solidarietà strutturale: nel continuum indifferenziato di chi il mondo non sa più vederlo intero, è l’ideologia di quelli che una volta si chiamavano gli esclusi (i lumpen, i sub-culturali) a risultare egemone
»1.
Secondo lo scrittore Walter Siti, per i romani non vi è differenza alcuna tra ‘furbetti e ganzi’, poiché sono un ‘continuum indifferenziato’.
Il fondo, il borgataro, non ha nessuna intenzione (forse non sa come fare) di rimettere in discussione la sua identità.
Non credi che la vostra lotta contro questa peculiarità becera e distruttiva - dell’identità romana - sia persa in partenza?

Tutte le citazioni sono pertinenti, ma la battaglia nonostante ciò può essere non so se vinta, ma senz'altro vale la pena di essere combattuta. Perché una strada c'è, ed è quella, semplice semplice, serve aprire gli occhi alla gente. Lo abbiamo notato, non solo noi, ma tutti i blog e i comitati che si occupano di combattere il degrado: lo schifo che ammanta le nostre città non è più "visto" da nessuno. Non se ne accorgono, non lo vedono proprio. E lo scopri quando racconti a qualcuno, per esempio appunto, la storia dei cartelloni, che gli spieghi che in altre città non ci sono, che gli fai notare la quantità, le mille tipologie diverse che creano disordine, che squalificano il panorama urbano e lo skyline della città, che oscurano la segnaletica. La gente cambia prospettiva, riesce a focalizzare ciò che prima semplicemente non propriamente "ignorava", ma proprio "non vedeva". I nostri cari amministratori sono stati geniali nel farci assuefare al degrado urbano, siamo come anestetizzati: la battaglia è quella di svegliare le persone, aprire loro gli occhi, urlare nelle loro orecchie "perché accettate di vivere nei sistemi urbani più sciatti d'Europa?". 
Questa può essere una strada. Se imboccata tutto il resto del percorso dovrebbe essere in discesa: grazie al passaparola si diventerà in tanti a richiedere un certo tipo di risposte e quando si è in tanti e si spostano tanti voti, buona ultima, arriva anche la grande stampa e la politica. E a quel punto è fatta.


In un post del 4 agosto scrivevate: «Gli step sono i seguenti: piccoli movimenti popolari > un blog > azioni civiche di piccolo sabotaggio > l'attenzione della stampa locale > l'attenzione della stampa nazionale > l'attenzione delle tv > l'attenzione dei grandi programmi di inchiesta > il lavoro della magistratura > la punizione dei responsabili».2

Effettivamente il 1 dicembre 2010 la magistratura si è attivata, ma contrariamente alle vostre previsioni, ha oscurato il vostro blog.
Perché?

La Magistratura ha ritenuto opportuno sequestrare Cartellopoli per "istigazione a delinquere". È stato sufficiente pubblicare -accogliendole con entusiasmo- le foto dei cartelloni "danneggiati" (delle semplici scritte
«ABUSIVO» o «BASTA CARTELLONI») per venire trattati come pericolosi terroristi. È curioso, vi sono decine di denunzie contro gli scempi e i danneggiamenti -questa volta reali- dei cartellonari e nessuna va avanti. Quando si tratta di tappare la bocca ai cittadini arrabbiati per colpa di una depredazione urbana che non ha eguali al mondo, bastano 10 giorni per sequestrare un blog.
Si tratta di un episodio di una gravità inaudita.

Penso proprio di sì.
Escludendo gli Urban Blog, quali sono state le reazioni dell'informazione ufficiale e della politica?

Ci sono stati molti comunicati da parte di politici locali, consiglieri comunali e municipali, addirittura presidenti di municipio. Certo, sempre troppo poco ma è qualcosa. In questo link si trova tutta la documentazione relativa alla rassegna stampa oltre alla nostra raccolta fondi.



Che intendete fare? 

Chiedere tramite un avvocato -che va pagato, ecco la raccolta fondi- il dissequestro del sito. Speriamo di poterlo ottenere quanto prima e di spiegare al GIP che quello che ha disposto non è giusto.

Quali sono i tempi giuridici?

Speriamo di riavere cartellopoli all'inizio del 2011.

Non avete mai pensato di riaprire il blog in qualche luogo/provider 'Web' fuori dalla giurisdizione italiana?

No. Perché mai dobbiamo scappare, lavoriamo per far si che fuori dai confini italiani vadano a finire i tanti disonesti che rendono la nostra città un luogo osceno, non di certo noi che lavoriamo per il bene comune. Sarebbe una sconfitta.

A che cosa può servire un URBAN BLOG?

Mi ripeto, a due cose:
  • ad aprire gli occhi alla gente, a fargli capire che quello che ci circonda, che la sciatteria, il pressappochismo, la sporcizia, il degrado ad ogni livello non è una cosa normale e non è una cosa che esiste dovunque;
  • a sollecitare il 'lavoro' dell'amministrazione orientando, suggerendo, facendo pressioni. Una sorta di lobby civica in positivo, che spinge la politica verso decisioni di qualità.
Coraggio e in bocca a lupo.


20 dicembre 2010 (ultima modifica 11 novembre 2011)

Intersezioni ---> Urban blog

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Note:
*
Qui per iniziare a capire cos'è successo.
1 Walter Siti, Il contagio, Mondadori, Milano, 2008, p. 234. Qui l'intervista di WA.
2 Redazionale, Tg5 !!!, Blog Cartellopoli,4 agosto 2010.

17 dicembre 2010

0003 [POINTS DE VUE] Simona Caleo | Beirut was beautiful

di Simona Caleo 

“Beirut was beautiful”.  Inizia così la presentazione di Save Beirut Heritage, gruppo affiliato ad APSAD, l’associazione per la protezione dei siti naturali e dei vecchi edifici in Libano. Il 25 settembre hanno sfilato per le strade di Achrafieh e Gemmayze per protestare contro l’inarrestabile distruzione del patrimonio architettonico dei due quartieri storici: almeno 400 delle 1200 case della zona sono state buttate giù per far spazio ai condomini di una decina di piani e alle torri residenziali stile Dubai, in grado di contenere una allettante quantità di appartamenti di lusso. Siamo intorno a un milione di dollari l’uno e a nessuno interessa restaurare vecchie dimore ottomane di pochi piani che in confronto renderebbero cifre irrisorie.
I cantieri, a Beirut, non sono certo una novità, fa specie però che sorgano, e a un ritmo frenetico,  nelle poche aree dove la guerra non ha lasciato grandi vuoti e ferite, per cancellare la storia. “History is what used to be”,  ricordano i dimostranti. “Then come the sharks”.





17 novembre 2010
Intersezioni ---> POINTS DE VUE

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Fotografie e nota iniziale di Simona Caleo: giornalista e fotografa freelance di base a Roma. Collabora con l'agenzia OtN e con il sito dell'Espresso. Ha collaborato con il World Food Programme e l'Unicef e pubblicato sui principali quotidiani e magazine italiani.

Per Wilfing Architettura ha posto una domanda a Luca Molinari curatore del padiglione italiano della Biennale di Venezia 2010. qui 

14 dicembre 2010

0006 [WILFING] DANNEGGIATA LA TECA DELL'ARA PACIS. Ma altri manifestanti la proteggono

di Salvatore D'Agostino

Nel pomeriggio ho seguito il consiglio del Il Post di Roma (vi ricordate la domanda di Alfredo Bucciante aka AlFb posta a Luca Molinari? Ecco! I twitter che seguiranno sono i suoi):
«Per gli aggiornamenti dalla strada, il Corriere dovrebbe far partire una diretta video da tenere in sottofondo sul computer, altrimenti ci siamo anche noi con Twitter».
E mentre in TV andava in onda:
  • Raiuno: salottino vip;
  • Raidue: salottino vip;
  • Raitre: film natalizio;
  • Rete4: questura popolare;
  • Canale5: salottino popolare;
  • Italia1: si ride;
  • La7: film.
Ho seguito la cronaca del pomeriggio romano al computer.
Vi ripropongo i Twitter di AlFb e alcuni screenshot tratti dalla diretta del Corriere TV.
Le voci di sottofondo del video, erano spesso degli studenti, che urlavano
ai devastatori: "Basta! Basta!"  o "Cretini! Cretini".

[11.02] Primi blocchi per le manifestazioni. Problemi a Piramide

[13.01] Scontri a Piazza Venezia


11 dicembre 2010

0035 [MONDOBLOG] La nuova Domus e la futurologia

di Salvatore D'Agostino
Cari Domus Sensor,
avrete probabilmente notato alcuni cambiamenti in domusweb nei mesi scorsi. Alcuni minori (aggiustamenti del layout della pagina e modifiche alla sezione libri) mentre altri sono più significativi. Avrete notato, ad esempio, che non è più necessario registrarsi per leggere la maggior parte degli articoli e che la registrazione è più semplice per renderla più facile per chi vuole registrarsi.
Come amici e collaboratori di domusweb vogliamo che siate i primi a sapere che queste modifiche preludono a ben più sostanziali cambiamenti. Negli ultimi sei mesi abbiamo lavorato a un sito completamente nuovo che ridefinisce la presenza di Domus sul web.
Un nuovo inizio che introduce altre caratteristiche, di cui siamo piuttosto fieri, e che teniamo a farvi conoscere.
Questo non significa che l’iniziativa “sensor” sia conclusa, cambia nome: da ora si chiamerà Domus network. Sin dall’inizio il nostro obiettivo primario è stato quello di creare una piattaforma che valorizzi i vostri eccellenti contributi, speriamo perciò che continuerete a inviarci, pensieri, idee e proposte.
I cambiamenti del sito sono anche il primo segno visibile di cambiamenti più ampi della rivista. Dal numero di aprile assumerò la direzione anche della rivista cartacea e un gruppo di nuovi brillanti collaboratori si aggiungerà sia sul sito che sulla rivista. Nel 2011 presenteremo man mano un nuovo insieme di pubblicazioni digitali per iPhone, iPad e Android, e continueremo ad aggiungere nuove funzioni e nuove sezioni al sito. C’è un futuro eccitante sia per Domus che per i suoi lettori.
La data prevista di lancio del nuovo sito è il 9 dicembre, manderemo un’altra comunicazione subito prima. Non preoccupatevi se i vostri precedenti contributi non saranno immediatamente visibili al momento del lancio – il processo di migrazione del database richiederà diverse settimane ma niente andrà perduto.
Nel frattempo, in attesa di leggere i vostri prossimi contributi, vi ringrazio per essere parte del network di Domus.
Joseph Grima
Direttore editoriale
Domus
Ho ricevuto questa mail il 2 dicembre 2010. Ecco come si presentava Domusweb l’8 dicembre 2010:



Ed ecco domusweb del 9 dicembre 2010:


Domus triplica e chiarisce i suoi ambiti sia nei contenuti che nella grafica:

1. Cartacea: aspettiamo il numero di aprile 2011.

2. Web:

  • doppia home italiana e inglese;
  • gli articoli (vari autori) sono pubblicati in ordine cronologico inverso, cioè, l'ultimo testo inserito collocato in alto e gli altri a seguire verso il basso;
  • sono aperti ai commenti con la possibilità di condividerli su Facebook e Twitter;
  • interessante la relazione dei post con la mappa.
3. Mainstream: mantiene i blog aperti dagli utenti, cambiandogli sezione e nome da Sensor a Network.

Nel 1996 in occasione della VI Biennale di Venezia, diretta da Hans Hollein, si tenne un convegno dal titolo 'Architettura e media'.1 Un dialogo tra i direttori delle riviste più autorevoli di architettura del mondo. L'Italia era rappresentata da Pierluigi Nicolin (Lotus) e Bruno Zevi (l'Architettura). Riprendo il tema:
«Diamo per scontato che le riviste di architettura continueranno a essere i luoghi tradizionali di riflessione di questa disciplina.
Ma quale ruolo rivestono oggi di fatto nello sviluppo della disciplina?
La rivista di architettura è ancora il luogo e il mezzo adeguato di trasmissione dell' "idea" di progetto?
Come deve essere presentata e discussa l'architettura sulle riviste specializzate?
»2
Dopo quattordici anni, possiamo dare per scontato che le riviste non sono gli unici luoghi di discussione della disciplina. In questi anni ai media redazionali si sono affiancanti i media 'fai da te' del Web. Dato che, qualsiasi voce su internet diventa automaticamente media. Utilizzando un gioco di parole dell'artista Gino De Dominicis i D’IO (Di me stesso/Dio)3 della rete senza autorizzazione ‘redazionale’ partecipano allo 'sviluppo della disciplina'. Gli dei dell’architettura, con le loro riviste DIO non avevano immaginato l’avvento dei D’IO.
-
[Emoticon con la risata sardonica di Gino De Dominicis]

Qualche mese fa parlando dei siti delle riviste d’architettura scrivevo sulla mancanza di ricerca nell’uso del web: 

«Occorre un’emancipazione dal cartaceo, esplorando le capacità intrinseche del Web, provando a sperimentare nuovi e più proficui approcci.»
Domus, in questa nuova veste, sembra aver accettato la sfida, diversificando i contenuti cartacei dal Web e curando le voci non redazionali in una sezione specifica 'network'. Tra i primi post, vi suggerisco di leggere la lettera aperta dello studio genovese Baukuh, a proposito del concorso ‘all’italiana’ del padiglione italiano: ’Expo di Shanghai’ 2010.

Riporto alcune domande:
Non è forse nell'interesse di tutti gli architetti italiani incrementare il livello professionale delle giurie?
Il concorso per il padiglione non poteva essere un'occasione per promuovere professionisti con una qualche speranza di affermarsi poi anche sul mercato internazionale?
Davvero conviene allevare deliberatamente la mediocrità?
Non sarebbe forse il caso che chi ha già giudicato malamente troppe volte venga sostituito da qualcuno più competente?
Domus (almeno spero) non intende sottovalutare le vicende ‘gelatinose’ nostrane. Come ultima riflessione vi ripropongo un articolo di P. C. J., pubblicato sul primo numero di Domus nel gennaio del 1928, p. 31:
La storia di quest’ultimi anni, c’insegna che non abbiamo bisogno di futurologi o di nostalgici ma di intelligenti - perché no, abili - osservatori e operatori del presente.

A tal proposito, nel prossimo MONDOBLOG, con Vinicio Bonometto parleremo dell’uso concreto delle piattaforme Web all’interno di un corso di storia dell’architettura e dell’involontario blog di Francesco Tentori.


11 dicembre 2010  
Intersezioni ---> MONDOBLOG
COMMENTA  
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Note:
1 Non sono riuscito a trovare gli estratti del convegno.
2 Catalogo mostra, Sensori del futuro. L'architetto come sismografo. Biennale di Venezia. 6/a Mostra internazionale di architettura, Electa Mondadori, 1996, p. 490
3 Una forte e prolungata risata che riecheggia nella galleria vuota (24 aprile 1971).

3 dicembre 2010

0006 [WIKIO] URBAN BLOG la classifica di dicembre inizia l'inchiesta

di Salvatore D'Agostino

Anteprima classifica URBAN BLOG mese di dicembre:

1. [=]           Rosalio
2. [=]           Il blog di Marco Boschini
3. [=]           Stop al consumo di territorio
4. [ +1]     Mobilita Palermo
5. [ -1]      Roma fa schifo
6. [ +3]     Comuni virtuosi
7. [New]      Vignaclarablog
8. [ +4]     Michele Dotti
9. [ -1]      Riprendiamoci Roma
10. [ -2]    Comunità provvisoria
11. [ -5]    Degrado Esquilino
12. [ +22] CARTELLOPOLI (oscurato due giorni fa qui per saperne di più)

[Aggiornamenti il blog Migliora Torino mi scrive che ha dovuto cancellare il suo post, ovvero il link da me suggerito ieri 3 dicembre. Ricordo che CARTELLOPOLI non era gestito da sprovveduti del web, per capire la vicenda vi segnalo altri link: Il post di RomaRiprendiamoci Roma06blogMigliora RomaBasta cartelloniromatodayGiornalettismoTuscolanaeurDegrado EsquilinoRoma fa schifoMala RomaDegrado Esquilino]
13. [ +7]   Domenico Finiguerra
14. [ +7]   Ciacci Magazine
15. [ -1]    Bike sharing Roma
16. [ +1]   Malaroma
17. [
- 3]   Lunedi sostenibili
18. [=]         Degrado ApriliaNo
19. [=]         SpeziaPolis
20. [ +18] PRO PUP ROMA


Classifica mesi precedenti ottobre e novembre

Per conoscere i dettagli di questa classifica leggi: 0001 [WIKIO] Un colloquio con i responsabili dell'aggregatore dei blog WIKIO.

Vi confesso che non è facile scovare nella rete italiana i blog urbani. Per questo motivo v’invito a segnalarmi i blog non in elenco, poiché più che una classifica vorrei costituire un inventario delle realtà attive in Italia.

Come annunciato a breve troverete i primi approfondimenti. Sarà un'inchiesta leggermente diversa da MONDOBLOG dedicata ai blog di architettura. A tal proposito, potete trovare un’anticipazione leggendo una vecchia intervista  a Domenico Finiguerra un politico, nonché blogger, con un forte senso urbano non biecamente affaristico.

In questi due mesi (v’invito a contattarmi) ho avuto modo di discutere - informalmente - con Comunità Provvisoria, LUA, Degrado Esquilino, Carlo Infante, Città in rete, Marco Boschini, Comuni virtuosi, Mobilità Palermo, Riprendiamoci Roma, Amo Palermo e Malaroma.

Vi segnalo un'idea interessante l'Urban Genome Project (su facebook) un lavoro di ricerca iniziato dall'editore e curatore di Joseph Grima e artista Pedro Reyes in collaborazione con il collettivo Pase Usted e Salottobuono.
Il loro obiettivo è creare una piattaforma dove gli utenti di tutto il mondo possono accedere alle idee e migliorare il loro ambiente urbano locale.


Wilfing Architettura cercherà di raccontare le vostre esperienze, spetterà a voi osservarle, usarle e ampliarle.
Dopo vent’anni di viaggi virtuali abbiamo bisogno di abitare decentemente le nostre piccole comunità.
Anche per semplici ‘reali’
camminate.

3 dicembre 2010 (ultima modifica 20 dicembre)
Intersezioni --->WIKIO
Come usare WA---------------------    -------------------------------------------------------Cos'è WA

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P.S.: v'invito ad andare oltre i meccanismi della classifica.