di Salvatore D'Agostino
Media civico è una TAG non una definizione. La TAG è contenitore di diversi 'punti di vista'
Iniziamo la nostra indagine sugli URBAN BLOG, raccontando la storia del blog CARTELLOPOLI, inaugurato il 24 febbraio del 2010 e oscurato dalla magistratura l'1 dicembre 2010*.
«Ecco chi sono i cittadini che si ritrovano in Rete e che scendono in strada per oscurare gli impianti-scempio».
Salvatore D'Agostino: Perché nasce Cartellopoli?
Cartellopoli: Cartellopoli nasce per dare visibilità allo scandaloso aumento di impianti pubblicitari legali e illegali che è avvenuto a Roma a partire dalla metà del 2009. Nasce come strumento per mettere insieme tutte le proteste, pubblicare le foto, fare da collettore di tutte le iniziative. Insomma, per dare una voce, per fare un po' da organo ufficiale "giornalistico" alla protesta che stava e sta montando ai quattro angoli della città.
Nei vostri post usate un linguaggio diretto, spesso oltre il limite dell’invettiva.
Definite le agenzie pubblicitarie con secchi sostantivi: mafiose, camorriste e ‘ndranghetiste.
Che sia chiaro, cartellopoli, non è un fenomeno di malavita d’esportazione, poiché sono stati ‘alcuni romani’ che hanno devastato in due anni il paesaggio urbano della capitale.
Qual è il loro potenziale giro d’affari?
Abbiamo sempre parlato di "mafia cartellonara" non per attaccare questa o quell'altra ditta in particolare, ma per descrivere un sistema che è gestito con logiche e con approcci criminali come ha più volte costatato anche la magistratura. Questo tra l'altro, in primis, danneggia le ditte stesse.
È difficile calcolare quale sia il giro d'affari dell'impiantistica pubblicitaria a Roma. Mi rendo conto di affermare cifre mirabolanti, ma ritengo che non ci si discosti molto dai 500milioni di euro annui.
I cartellonari romani pur di creare un nuovo spazio pubblicitario non si sono preoccupati di abbattere alberi, coprire tabelle dell’autobus o metropolitana, recingere parchi, occupare strade ciclabili, ostruire passaggi per disabili, mettersi a fianco di monumenti importati.
Non solo, si sono inventati spazi pubblicitari 'socialmente utili' come: orologi, segnali delle vie o parcheggi, parapedonali anche se non necessari ed infine l’uso dei tetti delle edicole.
Cerchiamo di essere onesti, questi nei bar di Roma, sono dei simpatici mattacchioni.
Gli amati Cesaroni che ne fanno di tutti i colori in barba alle regole.
Siamo a Roma non a Parigi?
È il problema, il vero cancro che sta distruggendo questa città: la mancanza di condanna sociale. La mancanza di ingegno civico. Dato il presupposto che della città e del suo decoro non interessa nulla a nessuno, sono troppo poche le persone disposte a indignarsi, a parlare dei furbetti in termini di gente che danneggia la città e non di 'ganzi' che riescono a fare un sacco di quattrini. I blog nascono per sensibilizzare la cittadinanza, per aprirgli gli occhi. Ecco perché danno fastidio, visto che questo 'lavoro' non lo fa nessuno: non lo fa la famiglia, non lo fa la scuola, non lo fa la stampa.
«L’appassionata analisi di Pasolini, vecchia di oltre trent’anni, andrebbe rovesciata: non sono le borgate che si stanno imborghesendo, ma è la borghesia che si sta (se così si può dire) “imborgatando”. Al di là dell’esperienza biografica di pochi individui sbrancati, o dell’arroganza esibizionistica di qualche ricco che gioca al sottoproletario (“se hai dei soldi, una bella macchina e un po’ di cocaina, puoi scopare chiunque” è un motto del carcere ammirato e condiviso da Fabrizio Corona) – al di là dei casi singoli, vige un’effettiva solidarietà strutturale: nel continuum indifferenziato di chi il mondo non sa più vederlo intero, è l’ideologia di quelli che una volta si chiamavano gli esclusi (i lumpen, i sub-culturali) a risultare egemone»1.
Secondo lo scrittore Walter Siti, per i romani non vi è differenza alcuna tra ‘furbetti e ganzi’, poiché sono un ‘continuum indifferenziato’.
Il fondo, il borgataro, non ha nessuna intenzione (forse non sa come fare) di rimettere in discussione la sua identità.
Non credi che la vostra lotta contro questa peculiarità becera e distruttiva - dell’identità romana - sia persa in partenza?
Tutte le citazioni sono pertinenti, ma la battaglia nonostante ciò può essere non so se vinta, ma senz'altro vale la pena di essere combattuta. Perché una strada c'è, ed è quella, semplice semplice, serve aprire gli occhi alla gente. Lo abbiamo notato, non solo noi, ma tutti i blog e i comitati che si occupano di combattere il degrado: lo schifo che ammanta le nostre città non è più "visto" da nessuno. Non se ne accorgono, non lo vedono proprio. E lo scopri quando racconti a qualcuno, per esempio appunto, la storia dei cartelloni, che gli spieghi che in altre città non ci sono, che gli fai notare la quantità, le mille tipologie diverse che creano disordine, che squalificano il panorama urbano e lo skyline della città, che oscurano la segnaletica. La gente cambia prospettiva, riesce a focalizzare ciò che prima semplicemente non propriamente "ignorava", ma proprio "non vedeva". I nostri cari amministratori sono stati geniali nel farci assuefare al degrado urbano, siamo come anestetizzati: la battaglia è quella di svegliare le persone, aprire loro gli occhi, urlare nelle loro orecchie "perché accettate di vivere nei sistemi urbani più sciatti d'Europa?".
Questa può essere una strada. Se imboccata tutto il resto del percorso dovrebbe essere in discesa: grazie al passaparola si diventerà in tanti a richiedere un certo tipo di risposte e quando si è in tanti e si spostano tanti voti, buona ultima, arriva anche la grande stampa e la politica. E a quel punto è fatta.
In un post del 4 agosto scrivevate: «Gli step sono i seguenti: piccoli movimenti popolari > un blog > azioni civiche di piccolo sabotaggio > l'attenzione della stampa locale > l'attenzione della stampa nazionale > l'attenzione delle tv > l'attenzione dei grandi programmi di inchiesta > il lavoro della magistratura > la punizione dei responsabili».2
Effettivamente il 1 dicembre 2010 la magistratura si è attivata, ma contrariamente alle vostre previsioni, ha oscurato il vostro blog.
Perché?
La Magistratura ha ritenuto opportuno sequestrare Cartellopoli per "istigazione a delinquere". È stato sufficiente pubblicare -accogliendole con entusiasmo- le foto dei cartelloni "danneggiati" (delle semplici scritte «ABUSIVO» o «BASTA CARTELLONI») per venire trattati come pericolosi terroristi. È curioso, vi sono decine di denunzie contro gli scempi e i danneggiamenti -questa volta reali- dei cartellonari e nessuna va avanti. Quando si tratta di tappare la bocca ai cittadini arrabbiati per colpa di una depredazione urbana che non ha eguali al mondo, bastano 10 giorni per sequestrare un blog.
Si tratta di un episodio di una gravità inaudita.
Penso proprio di sì.
Escludendo gli Urban Blog, quali sono state le reazioni dell'informazione ufficiale e della politica?
Ci sono stati molti comunicati da parte di politici locali, consiglieri comunali e municipali, addirittura presidenti di municipio. Certo, sempre troppo poco ma è qualcosa. In questo link si trova tutta la documentazione relativa alla rassegna stampa oltre alla nostra raccolta fondi.
Che intendete fare?
Chiedere tramite un avvocato -che va pagato, ecco la raccolta fondi- il dissequestro del sito. Speriamo di poterlo ottenere quanto prima e di spiegare al GIP che quello che ha disposto non è giusto.
Quali sono i tempi giuridici?
Speriamo di riavere cartellopoli all'inizio del 2011.
Non avete mai pensato di riaprire il blog in qualche luogo/provider 'Web' fuori dalla giurisdizione italiana?
No. Perché mai dobbiamo scappare, lavoriamo per far si che fuori dai confini italiani vadano a finire i tanti disonesti che rendono la nostra città un luogo osceno, non di certo noi che lavoriamo per il bene comune. Sarebbe una sconfitta.
A che cosa può servire un URBAN BLOG?
Mi ripeto, a due cose:
- ad aprire gli occhi alla gente, a fargli capire che quello che ci circonda, che la sciatteria, il pressappochismo, la sporcizia, il degrado ad ogni livello non è una cosa normale e non è una cosa che esiste dovunque;
- a sollecitare il 'lavoro' dell'amministrazione orientando, suggerendo, facendo pressioni. Una sorta di lobby civica in positivo, che spinge la politica verso decisioni di qualità.
Coraggio e in bocca a lupo.
20 dicembre 2010 (ultima modifica 11 novembre 2011)
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Note:
* Qui per iniziare a capire cos'è successo.
1 Walter Siti, Il contagio, Mondadori, Milano, 2008, p. 234. Qui l'intervista di WA.
2 Redazionale, Tg5 !!!, Blog Cartellopoli,4 agosto 2010.