10 giugno 2010

0030 [MONDOBLOG] Sui blog e i siti delle riviste di architettura

di Salvatore D'Agostino
intervista prima e seconda parte
«Nel migliore dei mondi possibili, la pubblicazione di questo libro scuoterebbe come un terremoto il dibattito italiano su Internet e le nuove tecnologie di comunicazione. Se ne produrrà nemmeno uno scarto, significa che quel dibattere è una parvenza di vita, finestre sbattute dal vento in una villa disabitata, mortorio al cui confronto un poltergeist è il Carnevale di Rio.» Wu Ming1
Un monito che com’era prevedibile non ha sortito nessun effetto - escludendo qualche amatore - il libro non ha generato nessun dialogo rilevante.
Cultura convergente è uno strumento concettuale teorizzato da Henry Jenkins, per immergersi nei media vecchi e nuovi - specialmente dove questi collidono - e mostrarci, attraverso il classico reportage, la realtà non dei mezzi di comunicazione ma di coloro che li usano per esprimersi.
Su questa sottile soglia delle scritture Web e la narrazione, recentemente, ne hanno discusso Luca De Biase e Giuseppe Genna nella scuola virtuale Oilproject.2
Riporto una sintesi di Luca De Biase scritta sul suo blog:
«Qualcuno può pensare che la rete non abbia contribuito a rispondere. Altri possono pensare che i blog e le narrazioni emerse nella rete abbiano aiutato. Ma un fatto è chiaro: se la narrazione generale che descrive la società in cui viviamo non ci piace o non sembra "vera davvero", o è troppo priva di prospettiva, la rete di (sic) dice che qualcosa di concreto possiamo sempre fare (sia nei contenuti che nelle piattaforme). Non è una soluzione. Ma rispetto all'epoca del dominio assoluto del broadcast, è un passaggio sensazionale.»3
Qualcosa di concreto possiamo fare “sia nei contenuti che nelle piattaforme”, ripartendo da questo presupposto vorrei riprendere alcune note scritte in un post e nei commenti, circa un anno fa: 0004 [BLOG READEAR] L’architettura blog.

Sull’inconsistenza critica dei blog restano i dubbi che più volte abbiamo trattato su Wilfing Architettura – mentre contemporaneamente registriamo il dibattito sui blog non compatibili con le vicende italiane: il recente articolo del giornalista e Managing Editor del New York Times Jill Abramson che equipara i post dei blogger alle notizie date dai giornalisti4 o le dichiarazioni fatte in una conferenza indetta dal The wall street journal dall’inventore dell’Apple Steve “io non voglio vivere in una nazione di blogger”5 - dopo due anni d’interscambi con gli addetti ai lavori vorrei integrare le riflessioni.

A proposito dell’obsolescenza dei contenitori blog, riporto alcune proposte scritte nei commenti, occorre creare un blog che dia la possibilità:
  • d’inserire degli aggiornamenti senza modificare il post originale. Stratificare i contenuti cronologicamente;
  • ai commentatori d’inserire link/video/note fuori dall’area dei commenti, richiamando punti specifici dell’articolo:
  • avere una piattaforma più interattiva modificabile (o personalizzabile) anche dagli utenti.
Aggiungo nuovi spunti.

I domini del blog sono la scrittura, le immagini, i video e i link, tutti aspetti che non collimano con il ‘mondo di senso’ dell’architetto, ovvero il disegno.

Un’assenza che credo demotivi l’architetto blogger. Un post non disegnabile limita, non di poco, l’interattività tra architetti.6
Occorre creare una piattaforma dove sia possibile non solo inserire le viewer per visualizzare i disegni CAD, ma soprattutto, avere l'opportunità di veri e propri post disegnabili. Con la possibilità di fare dei commenti attraverso il disegno. Immagino una schermata molto semplice, tipo Paint, con dei comandi essenziali, idonea a creare un commento ‘layer’ da sovrapporre al post originale.

Riprendendo i concetti di Franco Purini sul disegno rielaborati sulla base del suo mentore Maurizio Sacripanti,7 occorre progettare un blog che possa offrire la migliore creazione e visione di [le note tra le quadre sono mie]:
  • DISEGNI O GLI SCHIZZI “DAL VERO”, con i quali l’architetto non solo decifra il reale attribuisce ad esso un senso [Penso a un taccuino ‘tavoletta grafica’ direttamente collegato in tempo reale al blog];
  • DISEGNI DI CLASSIFICAZIONI, il cui ruolo è quello di conferire un ordine accettabile all’incredibile eterogeneità degli elementi che formano il mondo fisico [In modo da creare un immaginifico abaco perpetuo. Ponendo fine alle tassonomie];
  • DISEGNI PROGRAMATICI, vale a dire tabulazioni, elenchi, istogrammi, con i quali l’architetto rende visibili e operabile per tipologie precise il proprio universo teorico [Immagino la potenza degli scontri di universi teorici differenti, sul sano scontro on-line suggerisco di leggere un’apprezzabile post di Sergio Maistrello. Vedi nota8]
  • SCHIZZZI DI PROGETTO E GLI ELABOREATI TECNICI – da quelli che approfondiscono i vari aspetti della proposta alle scale opportune fino alle definizioni esecutive – che da questi discendono. (…lo schizzo rappresenta un vero e proprio codice genetico nella cui struttura è impresso ogni possibile sviluppo futuro del progetto) [Dove sia possibile innescare un sistema Wiki atto a migliorare la fattibilità del progetto];
  • PAESAGGI TEORICI, i disegni più importanti [Già latenti nella rete, con interessanti esperimenti, ne parleremo subito dopo];
  • GLI SCRIPT [Ovvio, questo punto non è stato indicato da Franco Purini è una mia integrazione. Attualmente presenti in molti blog attraverso immagini e stringhe di testo. Il mio interesse non si sofferma sugli script ‘tout court’, ma sui: processi olistici che determinano l’elaborazione architettonica al CAD, gli schizzi elettronici e gli appunti ai margini del lavoro a video dell’architetto].
Bene, adesso cercasi finanziatore o editorialista che possa dar credito a queste bislacche idee blogger. Scherzo, mi piacerebbe conoscere le vostre idee, poiché questi restano semplici e perfettibili appunti.

Che cosa sono i ‘Paesaggi teorici’? Ripropongo la spiegazione di Franco Purini:
«Sono rappresentazioni complesse che mettono in scena con gli strumenti grafici interi sistemi di problemi architettonici. Svincolati da preoccupazioni progettuali dirette, tali disegni raggiungono spesso un valore autonomo di opere d’arte che fanno del contenuto disciplinare la loro stessa forma. Iconograficamente sapienti, costruiti con una esattezza tematica e visiva che traduce nella bidimensionalità della superficie del foglio la logica tettonica che è propria dell'edificare, i paesaggi teorici costituiscono il luogo più elevato della ricerca architettonica. Immaginarli e rappresentarli permette inoltre di non cadere nel diffuso equivoco consistente nello stabilire relazioni troppo dirette tra disegno e costruzione. Unico limite di simili disegni è che pochi architetti li pensano e li realizzano.»9
Come vi avevo anticipato in rete sono già presenti, eccovi due esempi:

LUCA DIFFUSE

Per Stefano Mirti (prima citazione): «il lavoro dell’architetto è quello di (in prima istanza) raccontare storie.»10
Luca Diffuse ha elaborato i suoi progetti narrativi:
Attraverso un lento e continuo dialogo in rete. Essenzialmente attraverso il suo blog Mi manca Chiunque, curando la sezione di architettura di una delle più internettiane riviste dedicata all’arte Exibart e infine nel nuovo approdo su Ymag di Luca Molinari con la rubrica [Diffuse tapes].

Le sue architetture narrative non transitano nella rete ma nascono e si alimentano attraverso l’ubiquo sguardo dentro e fuori il Web.

FABIO FORNASARI AKA ASIAN LEDNEV
«L’ultimo lavoro di costruzione fatto da Asian Lednev è in qualche modo un “manifesto” che rappresenta il fare le valigie, il cercare strategie per portare fuori il lavoro dell’avatar.
Un fare tesoro di quello che si è imparato facendo.
Che senso ha tutto questo? Perché tutto questo?
La prima architettura è la relazione costruita tra noi e l’avatar. E’ la serie di ponti che ci lega e ci tiene insieme. Col tempo viene voglia di percorrerla nei due sensi.
Non basta più lasciare lì questa esperienza. Ma non è razionale. Razionalmente si può solo smontare il proprio avatar e veder cosa ci restituisce dopo tanto lavoro.
Ed è la cosa che ho fatto e che mostrerò.»11 Fabio Fornasari
Dopo 800 giorni di attività su Second Life, Fabio Fornasari aka Asian Lednev, abbandona il suo avatar decostruendolo dentro una teca cilindrica, dove ogni parte del corpo ha una sua orbita.

Nelle sue architetture su Second life, troviamo il senso più alto del concetto di ‘paesaggio teorico’ anche qui, non transitando sul Web ma in questo caso inventando luoghi sensibili nell’immersività dello spazio creato da Philip Rosedale per Linden Lab nel 1999.

Per questo motivo v’invito a visitare le sue architettura in Second Life, La torre di Asian, Lucania Lab e NeoKublai. Un'avvertenza, non dimenticate che siete in viaggio all'interno di uno spazio autonomo, quindi mentre camminate-volate, mi raccomando, perdete il vostro senso del luogo.

Prima di chiudere questo post vorrei ritornare sulla 'blogghizzazione delle riviste storiche' ne avevo parlato qui.
Se è comprensibile (aggiungo anche per motivi di tempo ed economici) una certa incapacità d’azione dei singoli blogger a inventare nuovi spazi e temi, questa indulgenza non è possibile trasporla nel caso dei siti delle riviste d'architettura, sia per le loro possibilità economiche, sia per l'equipe qualificate a cui fanno riferimento.
Dalla mia indagine (vedi il report* alla fine dell’articolo) i siti delle riviste italiane si limitano a introiettare le novità derivanti dalla rete, soffrendo della:

SINDROME DA MAINSTREAM

I siti sono immaginati per duplicare i contenuti della rivista o per mainstreammizzare la rivista: vedi l’esperienza dei sensor (blog gestiti dalla redazione) di Domus e i mirrors (autopresentazione studi di architettura filtrati dalla redazione) di Abitare.

Stefano Mirti (seconda citazione) in un recente post pungola Domus:
«Mr Grima (ndr Joseph Grima sarà il direttore di Domus dopo l'anno transintorio diretta da Alessandro Mendini), please, convinci chi di dovere a togliere lo snervante processo della login e dei campi da compilare. Il contenuto sembra figo, le venti domande a cui rispondere per guardare il tutto non hanno senso alcuno. Abitare on-line necessita di un Domus web che lo faccia a pezzi e lo disintegri. Sennò non c’è gusto e ci annoiamo tutti quanti. Se togliete le login siete a metà dell’opera… :-)»12
Rem del blog Architetti senza tetto a proposito di Abitare e Domus con il consueto piglio ironico constata:
«Abitare.it è una delle poche riviste online che non ha paura dei commenti (Domus è talmente fifona che anche solo per farti leggere un banalissimo comunicato stampa prima ti chiede il codice fiscale) e in questo ha il suo punto di forza.»13
Ed ecco che cosa dobbiamo aspettarci da Domus secondo le anticipazioni di Joseph Grima:
«Domus si propone di ridefinire, come del resto ha già fatto più volte in passato, quello che significa raccontare l’architettura, l’arte, il design e lo spazio urbano contemporanei, con particolare attenzione alle influenze di una nuova cultura progettuale che non conosce barriere culturali o confini fisici. Muovendosi su molteplici piattaforme comunicative, offrirà una concezione radicalmente diversa di proposta architettonica, incentrata non più sul passaggio unidirezionale di informazioni bensì sull’idea di creare una piattaforma privilegiata di dialogo costante fra i suoi lettori e la comunità progettuale ed artistica globale.»14
Spero che non sia una sfida tra siti pensati dai webmaster ma da architetti. Occorre un'emancipazione dal cartaceo, esplorando le capacità intrinseche del Web, provando a sperimentare nuovi e più proficui approcci. Altrimenti è da preferire il semplice blog (e non sito) di Casabella. Soprattutto, occorre evitare l’ossimoro mainstream redazionale.

Un'ultima nota, sarei curioso di conoscere le reazioni ricevute dalla rivista Arca nel suo tentativo di portare il blog all’interno del cartaceo, inaugurato con il numero 250, settembre 2009. Ecco come spiegava il progetto Cesare Maria Casati:
«Con questo mese la rivista inizia una nuova avventura, che si svilupperà, di mese in mese, aprendo un blocco significativo delle sue pagine a nuovi "direttori" esterni, i quali disporranno della facoltà di utilizzare ben 32 pagine liberamente. Abbiamo invitato un gruppo di architetti di successo e di grande qualità professionale a disporre di questo nuovo e originale "maxi blog" di carta, dove, completamente liberi e incontrollati, potranno scrivere, illustrare e documentare i loro pensieri sull’architettura, sul mondo della progettazione e della costruzione, progettando loro stessi anche l’impaginazione e la copertina della rivista.»15
Ho fatto un giro nei siti delle riviste di architettura più note, di seguito troverete un report su ciò che ho trovato.
Questo post è stato scritto per avvisarvi che prima della pausa estiva – non mi assenterò, posterò delle citazioni dense di piccole storie e proverò a presentarvi alcuni brani del mio lavoro su facebook finExTRA – pubblicherò un dialogo con Stefano Mirti (ed ecco il motivo della terza citazione).

* Note sui siti delle riviste di archietttura

A. D.
| Men Style
La storica rivista americana Architectural Digest edita anche in Italia non ha un sito in italiano. Mario Gerosa - redattore capo della rivista - mi ha detto che se ne parla su Men Style.#

Abitare
| Abitare
Ovvero l’ossimoro: mainstream redazionale.

Arca | ARCADATA
Sito ‘troppo pieno’ con in evidenza la pubblicità della sezione video: Online la migliore TV internazionale sull’architettura.

Area, Arketipo, Costruire in laterizio, d’Architettura, Frames, Materia | Archinfo
Semplici informazioni sull'esistenza delle riviste accomunate dallo stesso distributore.

Architetti, Flare, Paesaggio urbano, Urban Design | Periodici Maggioli
Una casa editrice per diverse testate. Sito redazionale.#

Non vi arrabbiate, vi segnalo semplicemente il blog At Casa blog.

Casabella | Casabellablog
Ne avevo già parlato qui, ne approfitto per segnalarvi l'inizio delle pubblicazioni degli estratti dei nuovi numeri della rivista su Issuu.

Costruire | Costruire.it
Sito da webmaster. Interessante la sezione 'Parole e pareri'.

Domus | Domusweb
Aspettando le novità di Joseph Grima vi segnalo la sponsorizzazione di Domus all’evento postopolis! (qui l'anno scorso su WA) ovvero una conferenza nata dai blog che coinvolge molti blogger di varie nazioni. Ovviamente, a parte la mediazione della rivista non vi è nessun blogger italiano tra i relatori. Qui su DomusWeb, Postopolis! in diretta streaming dal Museo El Eco di Città del Messico fino al 12 giugno.

KLAT | Klatmagazine
Nata alla fine del 2009 è una rivista di sole interviste. Interessante l'idea di offrire un contenuto free per ogni numero. Da seguire.
#

Il giornale dell'architettura | Il giornale dell'architettura
Sospeso tra un sito e un blog. In attesa
.

Interni | Interni
Possiamo trovare il massimo dell'innovazione nella nuova applicazione Interni Design Guide New York per iPhone e basta.

L'industria delle costruzioni | L'industria delle costruzioni
Sottotitolo: Rivista tecnica dell'ANCE. Un semplice sito.#

Lotus | Lotusbookshop
Dov'è possibile acquistare i pdf della rivista. Natura prettamente commerciale.

Modulo | Modulo.it
Bene! Anche Modulo ha un sito.

Op. Cit. | Op. Cit.
La rivista diretta da Renato De Fusco dal 1964 ad oggi non ha un sito bensì una pagina su Facebook al momento piace a 12 persone (30 luglio 2010)
.#

Ottagono | Ottagono
Potete trovarla nelle migliori librerie mentre transita in rete con parsimonia.

Parametro | Parametro.it
Sito snello ed efficace. Niente di più.

The plan | The plan
Ahimè, qui i webmaster sono sia italiani che inglesi.

P.S.: Per favore segnalate le eventuali dimenticanze.

10 giugno 2010 (Ultima modifica 30 luglio 2010)
Intersezioni ---> MONDOBLOG


Come usare WA---------------------------------------------------Cos'è WA

__________________________________________
Note:
1 Henry Jenkins, Cultura convergente, Apogeo, Milano, 2007, p. VII
2 Luca De Biase incontra Giuseppe Genna, Narrazione e attenzione ai tempi frenetici di Internet, scuola virtuale Oilproject, 10 maggio 2010
3 Luca De Biase, Narrazioni e prospettiva, Blog omonimo, 10 maggio 2010. Link
4 Jill Abramson, Other Voices: What Exactly Is a Blog?, The New York Times, 4 giugno 2010. Link
5 Steve Jobs, Apple CEO Steve Jobs Live at D8: All We Want to Do is Make Better Products, D8, 1 giugno 2010. Vedi il live blog 7:01 pm: « I don’t want us to see us descend into a nation of bloggers,». Link
6 In riferimento ai professionisti non Dio o accademici. Quest’ultimi si guardano bene a esporsi in pubblico, pena la perdita dell’autorevolezza acquisita attraverso il saggio uso di specifiche relazioni.
7 Franco Purini in, AA. VV., Il disegno come idea, Gangemi, Roma, 1996, p. 13
8 Sergio Maistrello, A te, che sei nuovo di qui, Blog omonimo, 4 giugno 2010. Link
9 Franco Purini in, op. cit.
10 Stefano Mirti, wunderkammer (1), Abitare Web blog ‘Mirtilli’, 29 marzo 2010. Link
11 Fabio Fornasari, Il giro del Mondo in 800 giorni: decostruire Asian, Virtual Worlds Magazine, 31 maggio 2010. Link
12 Stefano Mirti, being robinson crusoe Abitare online rubrica Mirtilli, 17 maggio 2010. Link
13 Rem, Messaggi passivo-aggressivi tra design blogger, Blog ‘Architetti senza tetto’, 29 maggio 2010. Link
14 Redazionale, Domus cambia direttore, domusweb, 23 febbraio 2010. Link
15 Sommario numero 250 della rivista Arca settembre 2009. Link

# integrazioni del 30 luglio 2010: A. D., Architetti, Flare, Klat, L'industria delle costruzioni, Paesaggio urbano, Op. Cit., Urban Design.

28 commenti:

  1. Grazie per l'ottimo articolo e i molteplici spunti di riflessione sulla relazione fra riviste e blogosfera architettonica. Vi volevo segnalare che da una decina di giorni, nello spirito di un Web sempre più aperto e accessibile, abbiamo tolto l'obbligo di registrazione per lettura degli articoli su DomusWeb. Unica eccezione sono gli articoli pubblicati lo stesso mese nella rivista, che sono comunque accessibili gratuitamente. Buona lettura! Accogliamo con piacere ulteriori commenti e suggerimenti.

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  2. Salvatore grazie dell'affetto con cui segui il mio lavoro. Con te sono indietro almeno un testo che ti avevo promesso. Arriverà. Sono molto impegnato con un progetto in chiusura questa settimana.

    Forse il mio blog personale non è così centrale nel mio lavoro come ti può sembrare. Certo fino a poco tempo fa ha registrato alcuni passaggi. M;a ora non è così importante.

    Proprio qui su mondoblog mi fa però piacere annunciarti la nascita di una piattaforma blog organizzata da quello che mi sembra il miglior magazine tra quelli recenti in ambito arte, architettura, design, stuff. Per adesso niente nomi. Ma la line up dei bloggers invitati è davvero preziosa. No diciamolo: impressionante. La mia agenzia web 'writing extended explanations' sta lavorando allo sviluppo di questo portale che dovrebbe essere terminato prima di agosto. ti terrò informato. Indovina te la testata.
    Comunque.

    La lista degli spazi web delle riviste cartacee che proponi è davvero triste visivamente. Sono piuttosto sensibile in questo periodo perché uno dei magazine che ospita una mia rubrica ha subito una involuzione grafica altrettanto triste proprio in queste settimane. Vedremo.

    Il fatto è che esiste una relazione tra una certa sensibilità verso la grafica tipografica e la chiarezza dei propri obiettivi.

    Soltanto Abitare – con tutti i problemi che può avere il portale - ha percepito la necessità di un approccio grafico ai contenuti e dichiara nel colophon uno studio esterno come responsabile del sito.

    Tutti gli altri soffrono un po’ o di bassi budget o di una generica mancanza di stile che possiamo chiamare sindrome del gestore di bar: “Ah no lo so perfettamente come lo voglio fare, un bel controsoffitto con le modanature stuccate e un bel bancone ondulato ad esse.”

    Invece è così bello e leggero vedere che uno magari si occupa di produrre contenuti o editing ma con molta naturalezza sa a chi affidarsi per le sue esigenze grafiche, progettuali, quello che è.

    Domusweb è molto atteso. Un po’ tutti si aspettano che la qualità di Storefront venga applicata a questo spazio. Ma forse qualcosa non va. Sarei molto curioso di un making-of da parte di Joseph Grima.

    Baci baci.

    Luca Diffuse

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  3. segnalo questo post sul rapporto mainstream e blogger

    http://www.lucanicotra.org/blog-riciclano

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  4. Ciao Salvatore!
    Riguardo ai blog, come scrivi, c'è un'obsolescenza abbastanza forte dal punto di vista innovativo riguardante il nostro settore. Forse però un "nuovo blog" potrebbe essere inteso come Second Life in cui noi entriamo in un'interazione quasi integrale con il nostro interlocutore. Allora forse bisognerebbe capire e delineare cosa intendiamo per blog. Nella mia breve esperienza ho avuto la fortuna di trovare il limite della comunicabilità di quest'ultimo ed allora ho sfruttato il mondo virtuale per poter avere dei feedback "materiali" su lavori che, nel bidimensionale, non sarebbero potuti essere criticati.
    Il giusto compromesso sarebbe quello che accenni in cui ognuno può dire la sua in un modo più interattivo e pratico. insomma al posto dei commenti mettere una lavagnetta... e probabilmente ne vedremo qualche versione beta a breve!

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  5. Joseph Grima,
    tralascio l’aspetto tecnico, ognuno è libro di tutelare il proprio spazio Web dai possibili ‘commenti’: snark, troll, flame.
    I miei appunti in brainstorming volevano far riflettere sul paradosso delle riviste di non creare uno spazio autonomo (innovativo) diverso dal supporto cartaceo.
    Semplificando la Domus ‘cartacea’ deve essere diversa dalla Domus ‘Web’ poiché i supporti mediatici non sono simili.
    Non è solo una questione di commenti (che non sempre sono interessanti) ma di progettazione e ideazione di spazi antitetici.
    Essendo Domus una rivista non generalista -ideata per gli architetti-design - lo spazio Web dovrebbe essere ripensato non dal punto di vista dei webmaster ma da quello dell'architetto-design.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

    P.S.: Dimenticavo in bocca al lupo per la sua prossima direzione di ‘Domus’.

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  6. Luca,
    so pazientare, consegna il tuo progetto.

    A che cosa serve un blog?
    «Ha registrato alcuni passaggi» questa tua frase condensa ciò che ho riscontrato nel tuo percorso formativo d’architetto.
    Il blog, credo che sia, uno spazio senza tempo, dove a volte si spende un po’ di tempo e come succede di sovente, dopo qualche tempo, si abbandona per fare altro.
    Non contiene tutta l’esperienza ma ‘registra qualche passaggio’.

    Aspetto con piacere il primo post della piattaforma blog che stai ideando.
    Sarà un toccasana per la nostra iperpiagnucolona ‘blogosfera’ italiana.

    Hai perfettamente ragione sull’involuzione di ‘Ymag’ doppiamente triste poiché si prepara a ospitare le news della biennale di Venezia.
    Ho avuto difficoltà a trovare la tua rubrica.
    Un chiaro esempio di webmasterizzazione di un sito.
    In un paio di giorni è diventato un classico contenitore Web, niente di più.

    A mio avviso, il problema di abitare, è di mescolare i contenuti cartacei (articoli rivista) con quelli Web (post esclusivi per la sezione on-line).
    A mio avviso i due spazi andrebbero scissi, anche graficamente.

    Hai perfettamente reso l’idea della webmasterizzazione: «Ah no lo so perfettamente come lo voglio fare, un bel controsoffitto con le modanature stuccate e un bel bancone ondulato ad esse».

    Infine, anch’io sono in standby per la prossima ‘Domus’.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  7. qfwfq,
    Grazie per il link, che pone due interessanti spunti:

    1) la visione errata tra nuovi e vecchi media;

    2) la confusione 'di senso' dei nuovi media.

    Spunti che m’interessava trattare nella seconda parte, ahimè, non avvenuta al convegno di Roma.

    Rispondo brevemente:

    1) «Benvenuti nella Cultura Convergente, dove i vecchi e i nuovi media collidono, dove s’incrociano i media grassroots [ovvero i contenuti generati dal basso, da utenti/fan non professionisti] e quelli delle corporation, dove il potere dei produttori e quello dei consumatori interagiscono in modi imprevedibili». (Henry Jenkins)

    Insistere sulle letture parziali degli old e new media è un grosso errore metodologico. Spesso l’informazione hard ‘cartacea’, ‘TV’ e ‘radio’ prelevano le loro fonti dalle stesse agenzie stampa. Parafrasando gli articoli citati ‘i vecchi media riciclano notizie’ un paradosso su cui riflettere.

    2) i nuovi media ‘grassroots’ non riciclano notizie, nessuno di loro (blog, facebook, twitter, myspace, friendfeed, youtube...) è nato per sostituire il giornalismo scritto e filmato.
    Sono semplicemente dei contenitori ideati per comunicare a qualcuno ‘qualcosa’ ognuno con la su peculiarità.
    Spesso quel ‘qualcosa’ è del tipo ‘ho trovato interessante quest’articolo, segue link’, ‘che ne pensi di ciò che dice X, segue link’, ‘non sopporto chi la pensa così, segue link’ e via dicendo.
    Nessuno ricicla notizie tutti convergiamo nel calderone dell’informazione attraverso Web.
    Capire i limiti della convergenza implica un sacrifico analitico notevole, ancora non chiaro a molti operatori della ‘old’ informazione.

    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  8. Filippo,
    io sono sempre stato un lurken in Second Life (10/26/2006 Nato da 3 anni 7 mesi).
    Sono stato sempre molto attratto dall’idea latente di ‘Paesaggio teorico’ insita su SL.
    Tra gli aspetti più innovativi del Web 3.0 (un’indicazione fittizia di ciò che stiamo sperimentando adesso e che diventerà un protocollo mainstream tra qualche anno) c’è il Web 3D, ovvero dove si abbandona la pagina per immergersi in uno spazio tridimensionale interattivo.
    Occorre non dimenticare che tutto ciò che facciamo a video è sempre una simulazione del 3D con una visualizzazione flat.
    Un dominio culturale molto vicino agli architetti.
    Sulla lavagnetta speriamo di vederla al più presto.
    Io in questo contenitore, ci sto stretto, per non dire strettissimo, la struttura blogpost (come gli altri servizi di blogging) è distante dal ‘mondo di senso’ dell’architetto.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

    RispondiElimina
  9. Salve, come da suo suggerimento volevo segnalarvi il nostro sito Ymag.it, peraltro menzionato nel post.

    Ymag è una rivista online di architettura e design diretta da Luca Molinari e Anna Barbara. La rivista è inoltre media partner del Padiglione Italia alla prossima Biennale di Architettura curato dallo stesso Molinari.
    Grazie mille ed un saluto

    RispondiElimina
  10. ---> Ymag,
    grazie per le informazioni.
    Mi piacerebbe conoscere i motivi del vostro nuovo progetto grafico ed editoriale.
    Ad esempio perché avete eliminato i commenti?
    Perché gli articoli sono inclusi in una pagina da scrollare?
    Perché non sembra una rivista digitale di architettura?
    Che cos’è la Guest Room?
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  11. La carta stampata e' morta da un bel pezzo e penso che questa affermazione non sia una mia opinione ma un dato di fatto.
    Domus e' uno dei tanti esempi obsoleti di gestione editoriale e di piattaforma web perche' tra pensano ancora che possa esistere una connessione tra carta stampata e web.

    Tra l'altro una volta le riviste anticipavano nuovi movimenti, pensieri e avanguardie adesso quello che uscira' in una rivista e' scontato perche' probabilmente e' gia' pubblicato dal primo scemo patentato che ha aperto un blog sul web.

    Guarda Marcus Fairs che era editore di Icon che ha deciso di mollare la baracca per aprire dezeen che colleziona riscontri positivi da qualsiasi parte del mondo.

    Perche' gli editori italiani non fanno questo passo? cosa li ferma? il budget? ma avete visto mai la redazione di dezeen o archinect?

    Gli italiani purtroppo perdono troppo tempo a lamentarsi e molte volte le idee buone si perdono per strada...

    Un salvatore d'agostino con il suo blog ha smosso piu' acque che una rivista del calibro di abitare o domus.

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  12. Prima parte:

    ---> Anonimo,
    ho pubblicato il tuo commento perché non lesivo o offensivo.
    Per avere il piacere di conversare tra umani, ti chiedo d’identificarti nel tuo prossimo commento.
    Altrimenti rischi di far perdere le tue idee nell’affascinate vuoto della rete.
    Ritornando al tuo commento sono d’accordo soprattutto su questo punto: «una volta le riviste anticipavano nuovi movimenti, pensieri e avanguardie adesso quello che uscira' in una rivista e' scontato perche' probabilmente e' gia' pubblicato dal primo scemo patentato che ha aperto un blog sul web».

    Come dicevo nel post le riviste soffrono della SINDROME DA MAINSTREAM ovvero sono affascinati dai grandi numeri di accesso dei siti Web.
    La rete non valuta la qualità o la genuinità del post (articolo) ma ama la quantità dei click, fregandosene dei link virali, poiché più click più guadagna.
    Per capire questo strano paradosso di una rete apparentemente gratuita c’è un ottimo saggio di Chris Anderson dal titolo lapalissiano ‘Gratis’.
    Libro dall’indole poco europea intuitivo, veloce e semplice.
    Se ci permetti ti riporto un passaggio:
    «Qui sta il paradosso del Gratis: c’è gente che guadagna un mucchio di soldi senza farsi pagare niente. Non “niente in cambio di tutto”, ma niente in cambio di quanto basta a creare un’economia pari a quella di una nazione, sulla sola base del prezzo di zero dollari e zero centesimi. Come è potuto accadere tutto ciò, e come evolverà in futuro?
    Questa è la domanda centrale a cui il mio libro tenta di rispondere.
    Per me, tutto è iniziato con una questione rimasta in sospeso dopo ‘La coda lunga’, il mio primo libro; lì parlavo di come cambia la domanda di consumo quando possiamo scegliere in un negozio infinito anziché solo nella cesta dei bestseller. L’abbondanza del mercato descritto nella ‘Cosa lunga’ era resa possibile dallo spazio illimitato sugli “scaffali” di internet: il primo sistema di distribuzione nella storia che riesca a gestire altrettanto bene la nicchia e la massa, il gioiello per intenditori e il grande successo popolare. Ne risultava, da un lato, la nascita di una cultura nuova e straordinariamente variegata, e dall’altro una minaccia alle istituzioni della cultura esistente, dai media tradizionali alle etichette discografiche» (p. 9).

    Nei media tradizionali non si osserva solo la deriva del PARADOSSO DA MAINSTREAM ma anche dell’OSSIMORO BLOGGER-GIORNALISTA
    (ne avevo parlato in un mio precedente post “0006 [BLOG READER] Bla, bla, bla…BLA. Qui il link ---> http://wilfingarchitettura.blogspot.com/2010/01/0006-blog-reader-bla-bla-blablag.html)
    come avevo detto nel post appena citato:«Per le sue caratteristiche intrinseche, nel blog possiamo trovare la scrittura mediata dai bar, non è ammesso il contrario, ovvero, il giornalismo molle-asservito».

    Siamo di fronte alla diffusione sconfinata dei contenuti alti-medi-bassi: «E da questa nuova libertà è scaturito il miracolo del web di oggi, il più grande patrimonio di conoscenza, esperienza ed espressione umana che il mondo abbia mai avuto» (C. Anderson).

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  13. Seconda parte:
    Di fronte questo sconfinato mondo di gente che linka, le riviste tradizionali devono imparare a saper scegliere.
    Per capire cosa intendo dire vi riporto un episodio avvenuto qualche mese fa, su Facebook, che con curiosità ho osservato e annotato nella mia finExTRA:
    «0269 (finExTRA) 17 febbraio 2010 ---> WWW o WWC [27] Ki nn mette MI PIACE èRikkione e la cameretta.

    Stamattina verso le 11 ho trovato sulla homepage di facebook una nota di una persona a me sconosciuta un certo Antonio Cicala (del 1990) vi riporto la frase della nota:«Ki nn mette MI PIACE èRikkione» seguita da questa foto ---> http://news2000.libero.it/speciali/foto/i300%282%29.jpg

    Link originale ---> http://www.facebook.com/?ref=home#!/profile.php?v=feed&story_fbid=312662568160&id=100000217133550&ref=nf

    A parte la foto, mi avevano stranito i 90 mila ‘Mi piace’ e gli 8 mila commenti (biascicati borbottii più che frasi).

    Adesso (ore 15.50) dopo appena cinque ore la nota registra 208 mila ‘Mi piace’ e quasi 15 mila commenti.

    Io credo che gli addetti al marketing studieranno per bene questo fenomeno.

    Tornando a casa per il pranzo ho trovato la mia copia di ‘Animals' a tal proposito vi suggerisco di leggere l’articolo di Antonio Sofi:

    «Il problema è, però, cosa si pubblica – su MySpace o Facebook o Badoo – l’adolescente di turno. Che di solito ha una versione tutta sua di cosa è privato e cosa è pubblico. Una versione che, spiega Danah, è tutta colpa della cameretta: “Rispetto agli adulti, che possono contare sulla casa come spazio privato in cui è vietato l’accesso a chi non è desiderato, i più giovani non hanno un vero controllo su chi viene e chi va, anche dalla loro cameretta”. Ed ecco perché i social network sembrano loro spesso molto più “privati” e controllabili. Forse l’esimio giurista Louis Brandeis pensava a questo quando formulò il primo concetto di privacy: “Il diritto di essere lasciato in pace, o da solo”. Mamma, vai via dal mio profilo.
    Oggi il cerchio si sta chiudendo un po’ vizioso: il web sociale si sta adolescentizzando. Siamo le camerette che stavamo aspettando. I social network si conformano intorno alla socialità dei più giovani. Che mettono online foto e video imbarazzanti, scrivono come se non ci fosse domani, flirtano pubblicamente e sostanzialmente se ne fottono.

    […]

    Ora siamo qui. Che se non sei su internet, non esisti. Giro, scimmione, per l’ultima volta l’ascia di pietra intorno a questa frase adolescente, che è solo apparentemente un monolite scuro e inattaccabile. La retroversa conseguenza è che esistiamo solo su internet. Dove non ci possono essere troppe distinzioni tra il pubblico e privato. Perché è tutto fluido, la gente entra ed esce senza soluzione di continuità. Non volevamo più la cameretta e ci hanno dato un open space».

    Antonio Sofi, Privacy, Animals, n. 9, Febbario 2010, p. 97 (ancora in edicola)

    Dimenticavo al momento per facebook sono Rikkione».
    Link: http://www.facebook.com/profile.php?v=feed&story_fbid=312662568160&id=100000217133550&ref=nf#!/photo.php?pid=30805553&id=1543884450

    Il 23 febbraio si registravano: 599.603 ‘Mi piace’ e 46.751 commenti.

    RispondiElimina
  14. Terza parte:
    Ecco spiegato il senso del saper scegliere (mi piace ricordare che l’etimologia di scegliere derivi dal latino eligere ovvero eleganza).
    Mi/vi chiedo qual è il target di riferimento della rivista tradizionale il numero di link (quindi, Ki nn mette MI PIACE èRikkione) o la straordinaria opportunità dei margini della coda lunga?
    Per riflettere su come muoversi con eleganza (ovvero il principale compito dell’informazione non mainstream) v’invito a riflettere utilizzando il flusso di pensieri di un intellettuale occidentale ‘Gillo Dorfles’:«In contrasto con l’antico horror vacui dell’uomo preistorico, che colmava ogni angolo della sua caverna con immagini autoprodotte, oggi “l’orrore del troppo pieno” corrisponde all’eccesso di “rumore” sia visivo che autiditivo che costituisce l’opposto di ogni capacità informativa e comunicativa» (Horror Pleni, Castelvecchi, 2008, p. 15).

    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

    RispondiElimina
  15. Molto interessante.

    Sono convinto che difficilmente un progetto editoriale nato sul cartaceo riesce a muoversi in modo interessante nel mondo di internet.

    Internet è dialogo orizzontale e distribuito.
    Le riviste difficilmente lo sono state, al massimo sono riuscite a descrivere una realtà e a generare piccoli dialoghi fra elite.

    Vivo e lavoro in Spagna da più di 6 anni. Qui tutto è molto diverso.

    In Spagna si sta creando una rete orizzontale dove si dibatte quotidianamente di architettura. Le grandi riviste, i grandi gruppi editoriali continuano ad esistere, tuttavia le cose più interessanti (il dibattito) avviene sui blog e sui social network.

    Mi sembra di capire che questa rete in Italia ancora non si sia sviluppata.

    Mi sorprende un po' che si parli di web 3.0, di second life, di web 3D. Amici probabilmente quello che manca è una condizione favorevole a creare nuove opportunità per il dialogo.

    Cioè.... il dialogo nasce dalla passione pero anche dalla professione. In italia non esiste una borghesia (nel senso di professionisti) diffusa e popolare. C'è solo una borghesia di elite.

    I giovani non hanno nessuna speranza di modificare alcunchè, perchè mai dovrebbero dibattere.

    In un paese poco meritocratico, elitista e vecchio il risultato può essere solo questo...

    Mi colpisce questa ricerca di riferimenti in "alto". Non credo che ce ne sia davvero il bisogno.

    A me viene da dire... lasciamoli morire questi vecchi e cominciamo a creare il nostro futuro!!!

    Abbandoniamo i vecchi nodi elitisti e creaiamo nuove reti distribuite.

    Saluti
    Domenico Di Siena

    RispondiElimina
  16. Prima parte:

    ---> Domenico,
    i tuoi quattro punti di riflessioni sono interessanti:

    1- carta/Web;

    2 – dialogo orizzontale e distributivo;

    3 – società elitaria/borghesia italiana;

    4 – creare nuove reti distributive.

    Riprendendo la tua frase 'il dialogo nasce dalla passione pero' anche dalla professione", prima di alcune mie note (spero entro domani) per non ripetere i concetti, riporto un dialogo avvenuto qui ---> http://www.abitare.it/mirtilli/kisskiss/

    Purtroppo il limite di 4,096 (spazi inclusi) dei commenti imposto da blogspot mi costringe a postare la nota divisa in più parti.


    8. fabrizio.gallanti Dice:
    19.06.2010 alle 10:40
    D’Agostino, lei è troppo elegante, qualche volta vale la pena di essere più bruschi. Siccome per garbo non si autopromuove, mi permetto di segnalare il link alla sua conversazione con Mirti, che, in fondo, è un bilancio retroattivo, eccellente, di Mirtilli. http://wilfingarchitettura.blogspot.com/2010/06/0031-mondoblog-coraggio-il-meglio-e.html Sono curioso di sapere cosa potrebbe diventare il suo archivio di blog. Un evento italiano analogo a Postopolis, messo in piedi da Joseph Grima, e sostenuto dalla nostra concorrente Domus? Perché i blogger non convergono sulla Biennale a settembre?

    RispondiElimina
  17. Seconda parte:

    9. Salvatore D'Agostino Dice:
    20.06.2010 alle 11:41

    Fabrizio Gallanti,
    grazie per due motivi per il link e per il libro citato in un suo recente articolo ‘The Uncamy’ di Mike Kelley che non conoscevo.

    Lei mi pone tre domande

    1) Sono curioso di sapere cosa potrebbe diventare il suo archivio di blog. Un evento italiano analogo a Postopolis, messo in piedi da Joseph Grima?

    2) Perché i blogger non convergono sulla Biennale a settembre?

    3) Un evento italiano analogo a Postopolis, messo in piedi da Joseph Grima, e sostenuto dalla nostra concorrente Domus?

    Ecco le mie risposte:

    1) Al momento è un reportage (se vuole inchiesta) sulle voci mainstream del nostro paese.
    Da una prima analisi (non definitiva e perfettibile) la blogosfera italiana, a grandi linee, non esiste (infatti, a ragione, non è presente nell’evento POSTOPOLIS!) soffre (per dirla alla Mario Perniola + Wu Ming + Fabio Metitieri) di tre grossi problemi:

    Primo ECOLALIA: ovvero parla esclusivamente di ‘argomenti fatti’ (parafrasi di frasi fatte). Mancando di spessore critico. A tal proposito, sono interessanti i generatori di frasi inventate nella rete, ad esempio il ‘Generatore di poesie di Sandro Bondi’ le passo il link —> http://gamberorotto.com/miscellanea/sandro-bondi-il-generatore-di-poesie/

    Secondo GRILLO: Il blog di Beppe Grillo, il primo in Italia per volume di accessi, ha creato gli ‘Incazzati in pigiama’ ovvero chi urlacchia (nascondendosi nella cloud) contro tutti e tutto dimenticandosi dell’azione civile quotidiana.
    Ha presente l’episodio de “I mostri” di Dino Risi intitolato “La strada è di tutti” ? Le passo il link: http://www.youtube.com/watch?v=LeIl2na7H1Q
    Per capirci: Beppe Grillo sta alla politica italiana come Vittorio Sgarbi sta all’architettura italiana.

    Terzo AUTORE: ovvero il dramma dell’opinionismo, legato più al nome dell’autore che ai contenuti delle opere.
    «Opere, va ribadito. È forse il punto più importante. Opere. Stiamo parlando prima di opere e solo per conseguenza anche di autori. Gli autori sono meno importanti. Se solo fosse possibile una storia letteraria [ndr dell’architettura] senza nomi, una ‘Literaturgeschichte ohne Namen …’» (Wu Ming).

    2) Perché un blogger non è strutturato economicamente. Non ha i grandi numeri di accesso, per avere un’economia di ritorno. Un suggerimento a Luca Molinari curatore del padiglione italiano: accreditare i blogger italiani-stranieri come giornalisti, esperimento fatto l’anno scorso dal settimanale ‘Internazionale’ per il suo festival (qui il solito link —>http://festival.internazionale.it/blog/2009/10/08/il-festival-dei-blogger). Una sensibilità ripagata.

    3) Chiarita, a grandi linee, la debolezza della blogosfera italiana. Vorrei parlare della debolezza delle riviste italiane partendo dalla sua frase: «dalla nostra concorrente Domus». Riducendola (quindi senza pretesa di completezza) a due paradossi A e B.

    Paradosso A [LA GUERRA FREDDA]: Tutte le critiche interessanti tra le riviste avvengono nei corrispettivi corridoi. Da anni non esistono scambi di opinioni. Ogni tanto – in rete – Luigi Prestinenza Puglisi prova a farlo. Troppo poco. Le/vi chiedo dov’è finito il sano scontro critico?

    Paradosso B [DEL PRODOTTO EDULCORATO]: Nella realtà non esiste l’architettura eugenetica, portatrice sana ed esclusiva di cultura architettonica. Capisco il vostro problema legato alla pubblicistica vendibile. Le/vi chiedo dov’è andata a finire la narrazione critica dell’architettura?

    Buona domenica,
    Salvatore D’Agostino

    RispondiElimina
  18. Terza parte:

    11. fabrizio.gallanti Dice:
    21.06.2010 alle 13:09
    Ecolalia, son d’accordo. Si parla di parole e non di oggetti concreti (guardi BLDBLOG, per esempio, Geoff Manaugh, parla di libri, progetti, luoghi, altri siti). Chez nous, tutti a commentare commenti. “Grillo”, lo vedo sul nostro sito, commenti, veleni, pettegolezzi, opinionismo è uguale a Ecolalia. Prenda un quotidiano o un settimanale, sono tutti geni, pieni di idee e opinioni, ma a fare i giornalisti pochi (le pagine iniziali di D di Repubblica o Io Donna, per esempio, lei credo che Zucconi o Rampini lavorino? No esprimono opinioni sulla base di un po’ di google).
    Sul fatto che i blogger non hanno soldi, può darsi, ma non hanno neppure passione. Mirtilli, era un parablog, almeno c’era passione, la voglia di condividere idee e scoperte. Tutti i blog migliori iniziano perché qualcuno ha un’ossessione e qualche idea da trasmettere, siano i viaggi che fa, ricette di cucina, libri che legge. Poi se X è interessante arriveranno soldi e altri riconoscimenti (guardi tutti i blog spagnoli d’architettura, ce ne sono almeno 4 ottimi, e so che chi li fa è mortissimo di fame).
    Sulle riviste, siamo d’accordo, sono in crisi e autistiche: da ripensare e rivedere. Sulla critica: non sarà che non c’è critica perché non c’è domanda di critica da parte del pubblico?

    12 Salvatore D'Agostino Dice:
    21.06.2010 alle 18:14
    Fabrizio,
    condivido l’idea di passione/ossessione dei blog.
    Ovvio che anche i blogger hanno la passione dell’italiano di ‘compiacersi delle miserie altrui’, ma lascerei perdere quest’aspetto.
    Mi creda, anche tra i blogger italiani c’è qualcuno malato di passione/ossessione, ovviamente occorre cercarlo tra le eccezioni.
    Questa sua domanda: Sulla critica: non sarà che non c’è critica perché non c’è domanda di critica da parte del pubblico?
    Contiene la risposta.
    Poiché il pubblico è determinato dalle aspettative dell’editore.
    Le faccio due esempi ‘italiani’ di come fregarsene del ’pubblico- numero copie vendute – introiti pubblicitari’: la cartacea ‘Lotus’ e la Web ‘Arch’it’.

    Occorrerebbe chiedersi: come rieducare (avrei dei dubbi sul rieducare, da sempre la critica è stata dominio di pochi) alla critica i 400mila professionisti (ingegneri-geometri-architetti) italiani, ovvero gli artefici dell’architettura italiana?

    Perché non scongelate la GUERRA FREDDA?

    Perché non iniziate a fare delle inchieste ‘non prelevate dall’agenzie di notizie’ sulla condizione dell’architettura italiana, abbandonando il ‘battage pubblicitario’ delle architetture iconiche?

    Perché non abbandonate la blogghizzazione della rivista, con le autopresentazioni degli studi, l’ossigeno italiano, videoblog, notizie dal carattere blog e iniziate una riflessione sulla vostra indole critica-giornalistica?

    Al solito, le mie osservazioni restano semplici appunti.

    Le riporto un’editoriale di Giovanni De Mauro direttore di ‘Internazionale’, per un ulteriore spunto di riflessione:

    «Reporter
    I giornalisti non hanno mai avuto tanti lettori come oggi. Grazie a internet i loro articoli raggiungono un numero enorme di persone, soprattutto giovani. Il New York Times vende meno di un milione di copie su carta, ma online ha oltre 20 milioni di visitatori unici al mese. I giornali sono in crisi, non l’informazione. Oggi si scrivono e si leggono più notizie di quanto sia mai successo nella storia dell’umanità. Siamo in grado di informarci più rapidamente e più approfonditamente di trenta, venti o anche solo dieci anni fa. Cercare, raccogliere e distribuire notizie non è mai stato così facile e a buon mercato. Insomma, si è esaurito un modello industriale ed economico, non il mestiere di giornalista né il bisogno di essere informati. Naturalmente bisognerà trovare delle alternative a quel modello. Ma non è la fine del mondo. C’era un tempo in cui per comunicare con gli altri facevamo dei disegni nelle grotte. Qualcuno ne sente la mancanza? »
    Link: http://www.internazionale.it/sommario/?issue_id=379

    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

    RispondiElimina
  19. A tre mesi dall’apertura ufficiale di questo blog, il numero rilevante e la frequenza tuttora crescente di visite alle diverse pagine e ai post quotidiani sembrano confermare l’ipotesi (una ideale scommessa) da cui si è partiti nella costruzione della nostra idea di presenza in rete di una rivista di architettura: semplicità, sobrietà e concisione. Perciò: un sincero ringraziamento a tutti coloro che ci seguono, da parte di «casabella» e del sottoscritto.

    Come responsabile dell’impresa, non posso nascondere un personale fastidio per i siti in flash e, più in generale, una vera avversione per quelli troppo “pieni”, ove non riesco a orizzontarmi e mi perdo nello straboccare di link, effetti e immagini rutilanti -nonché banner da bandire; e questo credo che spieghi molte delle scelte di impostazione, inclusa quella di utilizzare una tra le più diffuse piattaforme di blogging, quale WordPress.com, con tutte le difficoltà e i limiti che ciò comporta. Non che manchino buoni siti di informazione di settore (ne ho segnalati molti e continuerò a farlo, eccezion fatta per quelli concorsuali, cronachistici o puramente commerciali), sia italiani che internazionali, tant’è che gran parte dei post vengono setacciati in rete da queste fonti, per fornire un flusso continuo ma misurato di informazioni al pubblico internazionale della rivista. Il bilinguismo dei testi (quasi sempre inglese/italiano) non è perciò una sciocca scelta snob ma una necessaria modalità di comunicazione; al proposito, devo segnalare la notevole difficoltà di reperire in rete notizie di interesse generale sul nostro paese: a differenza di buona parte del mondo, i nostri architetti (e le nostre istituzioni, ancor prima dei media nazionali), salvo poche fortunate eccezioni, paiono sottovalutare il ruolo della rete (troppi siti muti col cartello “in costruzione”, oppure semi-abbandonati, se non tutt’altro che aggiornati) epperciò sono e saranno assenti, se non si impegnano diversamente, da luoghi di scambio come questo –soprattutto in ambito internazionale. Dispiace dirlo ma è una banale constatazione che mi auguro di poter smentire presto.
    Un altro aspetto di cui il blog si occupa (oltre ad informare di eventi italiani di rilievo nella rubrica agenda Italia) è, ovviamente, di dar conto della rivista, sia per l’attualità dei numeri, man mano che escono, sia per la sua veneranda storia (stiamo completando l’archivio integrale delle copertine), che è patrimonio della cultura architettonica del paese; infine, regolari segnalazioni di nuovi libri della casa editrice e informazioni di servizio su abbonamenti, redazione, contatti…
    Poiché ogni luogo in rete è, comunque, work in progress, adesso credo sia ora di chiedere i vostri pareri –i vostri suggerimenti su come migliorare/modificare il blog saranno attentamente valutati: questo post è aperto ai commenti (moderati dall’amministratore, per evitare spam ed eventuali sconcezze varie, purtroppo possibili) e resterà nella home qb. Grazie in anticipo!

    Sergio Polano

    RispondiElimina
  20. ---> Domenico,

    riflessioni (doppie-triple) alle tue quattro note:

    1 - RAPPORTO CARTA/WEB

    Il dibattito è ancora in corso ed esula le mie competenze.
    Massimo Russo ieri ha scosso le acque ‘mondiali’ con uno scoop con questo articolo ‘Gli editori potranno vendere pubblicità su Google’ su Repubblica.
    Leggibile qui ---> http://massimorusso.blog.kataweb.it/cablogrammi/2010/06/25/gli-editori-potranno-vendere-pubblicita-su-google/

    Una notizia che cambierà non ti poco il panorama dell’informazione carta/Web.

    2 – DIALOGO ORIZZONTALE E DISTRIBUITIVO

    Il Web sta cambiando il nostro sistema relazionale e stiamo un po’ tutti cercando di capire come.
    Ammettiamolo, non sappiamo ancora cosa sta avvenendo utilizzando queste esponenziali conversazioni orizzontali.

    3 – SOCIETA’ ELITARIA / BORGHESIA ITALIANA

    Ti passo due spunti di riflessione:

    SOCIETA’: «Una realtà sociale che inclina pericolosamente verso una progressiva esperienza del peggio» CENSIS 07/12/2007
    Link: http://wilfingarchitettura.blogspot.com/2008/01/0001-speculazione.html

    BLOGOSFERE-INFOSFERE:«Da Anthony Hamelle di Linkfluence è arrivato uno studio molto interessante sulla “eurosfera”, la nuvola di contenuti e link del continente, per il momento limitata a quattro paesi: Germania, Olanda, Francia e Italia. Lo scopo era monitorare come le diverse blogosfere/infosfere nazionali si confrontassero vicendevolmente e soprattutto rispetto ai temi di attualità continentale. Particolarmente interessante è il caso italiano, che appare molto isolato, rinchiuso in se stesso, sostanzialmente disinteressato rispetto all’agenda dell’Unione e pesantemente incline alle opinioni personali piuttosto che alle analisi politiche. Da studiare il grafo sociale presentato».
    Link: http://wilfingarchitettura.blogspot.com/2010/01/0006-blog-reader-bla-bla-blablag.html

    4 – CREARE NUOVE RETI DISTRIBUITIVE

    T’invito a osservare la blogosfera della letteratura italiana dove possiamo troviamo alcune cose interessanti:
    - Wu Ming ---> New italian epic;
    - Il blog collettivo ‘Nazione indiana’;
    - Giuseppe Genna (Blogger-scrittore)
    - Tiziano Scarpa (Primo amore)
    - ecc.

    Saluti,
    Salvatore D'Agostino

    RispondiElimina
  21. ---> Sergio Polano,
    grazie per le precisazioni riferite al blog di Casabella.
    Io ho già detto tutto nel/i post.
    Saluti,
    Salvatore D'Agostino

    RispondiElimina
  22. Salvatore,

    permettimi alcune considerazioni.

    Come premessa mi riallaccio a quanto citato in precedenza "I giornalisti non hanno mai avuto tanti lettori come oggi. Grazie a internet i loro articoli raggiungono un numero enorme di persone, soprattutto giovani."

    L'informazione oggi è per certi versi un fatto estemporaneo. La replicabilità di un articolo, il fenomeno del "copia-incolla", ne permettono una rapida ed enorme diffusione ad ogni latitudine.
    Il titolo ( o le parole chiave se parliamo di blog ) di un articolo, da attrattori diventano fine ultimo della ricerca: la soluzione immediata al problema particolare.

    Aumenta così il numero di ricerche, il numero di click sulla pagina, e la quantità di persone che ne vede il contenuto. Che ne vede il contenuto, appunto.
    Ma credo che un articolo venga scritto per essere letto, e non solo per essere visto.

    Ritengo che oggi a fronte di una grande diffusione nella quantità di informazione - spesso replicata - vi sia in media un notevole restringimento nei tempi medi di lettura di una notizia in forma scritta.

    L'architettura, intesa come fatto esplicito che ha nel progetto l'implicito proposito di comunicare la visione in fieri di ciò che verrà realizzato, gode di alcini privilegi da questo punto di vista.

    Primo fra tutti, il potere comunicativo dell'immagine. L'immagine è un mezzo incredibilmente immediato: per leggere un'immagine, a volte basta solamente vederla.
    Per questo motivo ritengo che un blog di architettura di una rivista, che ha il compito di comunicare, e non di sviluppare un progetto, debba puntare molto sulle immagini. E sulle immagini più suggestive, quelle in grado di trasmettere un sogno o una visione nella mente di chi la vede,anche di sfuggita.

    Il blog è di fatto rivolto ad un numero indefinito di utenti, tutti coloro che per scelta o per caso si trovano su quella pagina per tanti motivi. Questo perchè si tratta di un luogo virtuale ed aperto a chiunque lo voglia visitare. Una sorta di vetrina, un luogo attrattore, per tanti destinatari.
    La rivista, dal canto suo, è un un oggetto fisico che viene acquistato da qualcuno che lo cerca,aspettandosi di trovare determinati contenuti; spesso si tratta un addetto ai lavori o un appassionato dei temi dell'architettura.
    Il rapporto rivista/lettore non è di uno/tanti, come nel caso del blog, ma uno/uno. Questo perchè la rivista è un oggetto materiale, ogni lettore ha la sua copia, verso la quale instaura un rapporto di appartenenza. Ci può scarabocchiare, pensare, collezionare: tutte azioni che richiedono tempi più lunghi rispetto alla semplice visione di una pagina di blog. Questa, a mio parere, è la forza su cui deve puntare la rivista.

    Per sviluppare un progetto a partire dal concept, passando per le fasi successive l'immagine, il sogno e la visione non bastano, ci vuole uno processo attento e ragionato, che deve tener conto di molti aspetti.
    Ed è in questo che, secondo me, la rivista deve aggiungere qualcosa rispetto a quanto si vede nel blog. Contenuti dettagliati, immagini da leggere e non da vedere, che non siano la soluzione al problema progettuale, ma che inducano all'intuizione di quella che sarà la soluzione.

    grazie per l'attenzione,

    Carlo

    RispondiElimina
  23. Carlo,
    lo scrittore Dave Eggers (40 anni) crede in ciò che hai appena affermato: «L’obiettivo è dimostrare che, se fatto bene, un giornale può vendere molte copie».

    Il giornalismo deve smetterla di scimmiottare il mainstream e la sua deriva dell’accumulo link/presunti lettori.
    Deve ritornare a fare il suo lavoro sul campo (camminando per le strade) e non rimanere semplicemente connesso.

    Le riviste d’architettura dovrebbero smettere di vendere dei prodotti architettonici.

    I lettori si aspettano da una rivista qualcosa di più e qualitativamente diverso dal mainstream.

    Non serve camuffarsi da blogger.

    Due suggerimenti:

    - WiKILEAKS cito da Wikipedia: «da leak, "fuga di notizie" in inglese) è un sito internet che dà spazio all'invio di materiale classificato e riservato, in genere documenti di carattere governativo o aziendale, da parte di fonti coperte dall'anonimato.
    Il progetto si occupa di preservare l'anonimato degli informatori e di tutti coloro che sono implicati nella "fuga di notizie".
    Wikileaks vuole essere "una versione irrintracciabile di Wikipedia che consenta la pubblicazione e l'analisi di massa di documentazione confidenziale". Lo scopo ultimo è quello della trasparenza da parte dei governi quale garanzia di giustizia, di etica, di una più forte democrazia».

    - <A HREF di Luca De Biase: «Nell'ecosistema dell'informazione c'è ormai uno spazio evidente per le iniziative che siano sostenute dalla comunità, con motivazioni legate alla responsabilità sociale e culturale dei cittadini e, dunque, organizzate in una forma non profit. […] Il nome viene dal comando html per creare un link. E il suo compito è proprio quello di sviluppare collegamenti. Per contribuire allo sviluppo di un ecosistema sano dell'informazione».
    Link: http://blog.debiase.com/2010/04/fondazione-ahref.html

    Due parole rilevanti ‘indagini-inchieste’ e ‘informazione sana’.
    Le due parole hanno un sapore antico, il giornalismo o nel caso delle riviste di architettura il critico, deve saperle coniugare.

    Appunto come dici nel finale del commento: «Ed è in questo che, secondo me, la rivista deve aggiungere qualcosa rispetto a quanto si vede nel blog. Contenuti dettagliati, immagini da leggere e non da vedere, che non siano la soluzione al problema progettuale, ma che inducano all'intuizione di quella che sarà la soluzione».

    Joseph Grima, Sergio Polano e Luca Molinari niente di più.

    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

    RispondiElimina
  24. Salvatore,

    - i commenti sono una possibilità legata al wordpress che utilizzavamo col sistema ymag-blog che, ha ragione, il portale non offre in questo momento in modo così esplicito. Non è comunque nostra intenzione escludere nessuno da un eventuale dibattito, tanto che invitiamo chiunque a dare il suo contributo. Probabilmente non è sufficiente e stiamo valutando le eventuali possibilità per aprire maggiormente la piattaforma...

    - il nuovo impaginato è un ibrido che rende conto di tante cose contemporaneamente. Riteniamo abbastanza libero e maturo l'utente che vuole andarsi a leggere l'eventuale ultimo articolo (sempre segnalato in homepage) dovendo conseguentemente scrollare la relativa scheda. Non ci sembra un handicap e crediamo che sia una questione legata al gusto...Certo ci fa piacere la sua attenzione e naturalmente il suo consiglio.

    - non sembra una rivista digitale di architettura perchè questa definizione non le è propria.

    - guest room è l'area in cui scrivono persone che non sono dello studio Viapiranesi ma ci fanno "gradita visita", per non buttare tutto in un calderone e riconoscere l'autorialità di chi vuole partecipare e ha qualcosa da raccontare...

    Milena

    RispondiElimina
  25. Milena,

    COMMENTI
    Capisco il vostro punto di vista.
    Una formula comoda per evitare la deriva (come il suo opposto) del dialogo aperto.

    SCROLLING
    Va bene.
    Sono convinto che appesantisce la lettura dell’articolo e non agevola il vostro intento di linkaggio barra destra dedicata alle inserzioni pubblicitarie. Ovvio, resta un mio semplice punto di vista.

    GUEST ROOM
    Trovo l’operazione ‘guest-autorialità’ fuori luogo. Il contenitore non cambia aspetto. Come dicevo: sono costretto a leggere il guest-autore immerso nei vostri ‘consigli dell’acquisto’ o suggerimenti a mio avviso un controsenso. Infine la rete, (almeno quella più matura) non ha bisogno della ridondanza guest-vip-best.

    Buon tutto alla vostra YMAG,
    Salvatore D’Agostino

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  26. Caro Salvatore, rispetto agli ultimi appunti su Ymag mi preme solo indicare che l'80% dei contributi dell'area Guest Room è prodotto da studenti, giovani critici e blogger...Chi sono i "vip"? Quali i "consigli per gli acquisti"? Non c'è pubblicità su Ymag (e se fosse?) se non per le cose che realizza Viapiranesi, dal momento che Ymag è anche il sito dello studio Viapiranesi. Come ho già scritto il portale è un ibrido, "un passaggio fuori/dentro Viapiranesi. Una soglia a braccia aperte". Può piacere e non piacere.
    Un saluto

    Milena
    ymag.it

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  27. ---> Ymag,
    nessun problema nei confronti della pubblicità.
    Mi limitavo a sottolineare (dal mio punto di vista) i problemi di leggibilità niente di più.
    In sintesi: c’è una homepage strapiena ma come dici ‘Può piacere e non piacere’.
    Punto.
    Buon lavoro,
    Salvatore D’Agostino

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  28. Ho appena integrato il report sulle riviste italiane: A. D., Architetti, Flare, Klat, L'industria delle costruzioni, Paesaggio urbano, Op. Cit., Urban Design.
    Saluti,
    Salvatore D'Agostino

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