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Visualizzazione post con etichetta Franco Purini. Mostra tutti i post
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10 giugno 2010

0030 [MONDOBLOG] Sui blog e i siti delle riviste di architettura

di Salvatore D'Agostino
intervista prima e seconda parte
«Nel migliore dei mondi possibili, la pubblicazione di questo libro scuoterebbe come un terremoto il dibattito italiano su Internet e le nuove tecnologie di comunicazione. Se ne produrrà nemmeno uno scarto, significa che quel dibattere è una parvenza di vita, finestre sbattute dal vento in una villa disabitata, mortorio al cui confronto un poltergeist è il Carnevale di Rio.» Wu Ming1
Un monito che com’era prevedibile non ha sortito nessun effetto - escludendo qualche amatore - il libro non ha generato nessun dialogo rilevante.
Cultura convergente è uno strumento concettuale teorizzato da Henry Jenkins, per immergersi nei media vecchi e nuovi - specialmente dove questi collidono - e mostrarci, attraverso il classico reportage, la realtà non dei mezzi di comunicazione ma di coloro che li usano per esprimersi.
Su questa sottile soglia delle scritture Web e la narrazione, recentemente, ne hanno discusso Luca De Biase e Giuseppe Genna nella scuola virtuale Oilproject.2
Riporto una sintesi di Luca De Biase scritta sul suo blog:
«Qualcuno può pensare che la rete non abbia contribuito a rispondere. Altri possono pensare che i blog e le narrazioni emerse nella rete abbiano aiutato. Ma un fatto è chiaro: se la narrazione generale che descrive la società in cui viviamo non ci piace o non sembra "vera davvero", o è troppo priva di prospettiva, la rete di (sic) dice che qualcosa di concreto possiamo sempre fare (sia nei contenuti che nelle piattaforme). Non è una soluzione. Ma rispetto all'epoca del dominio assoluto del broadcast, è un passaggio sensazionale.»3
Qualcosa di concreto possiamo fare “sia nei contenuti che nelle piattaforme”, ripartendo da questo presupposto vorrei riprendere alcune note scritte in un post e nei commenti, circa un anno fa: 0004 [BLOG READEAR] L’architettura blog.

Sull’inconsistenza critica dei blog restano i dubbi che più volte abbiamo trattato su Wilfing Architettura – mentre contemporaneamente registriamo il dibattito sui blog non compatibili con le vicende italiane: il recente articolo del giornalista e Managing Editor del New York Times Jill Abramson che equipara i post dei blogger alle notizie date dai giornalisti4 o le dichiarazioni fatte in una conferenza indetta dal The wall street journal dall’inventore dell’Apple Steve “io non voglio vivere in una nazione di blogger”5 - dopo due anni d’interscambi con gli addetti ai lavori vorrei integrare le riflessioni.

A proposito dell’obsolescenza dei contenitori blog, riporto alcune proposte scritte nei commenti, occorre creare un blog che dia la possibilità:
  • d’inserire degli aggiornamenti senza modificare il post originale. Stratificare i contenuti cronologicamente;
  • ai commentatori d’inserire link/video/note fuori dall’area dei commenti, richiamando punti specifici dell’articolo:
  • avere una piattaforma più interattiva modificabile (o personalizzabile) anche dagli utenti.
Aggiungo nuovi spunti.

I domini del blog sono la scrittura, le immagini, i video e i link, tutti aspetti che non collimano con il ‘mondo di senso’ dell’architetto, ovvero il disegno.

Un’assenza che credo demotivi l’architetto blogger. Un post non disegnabile limita, non di poco, l’interattività tra architetti.6
Occorre creare una piattaforma dove sia possibile non solo inserire le viewer per visualizzare i disegni CAD, ma soprattutto, avere l'opportunità di veri e propri post disegnabili. Con la possibilità di fare dei commenti attraverso il disegno. Immagino una schermata molto semplice, tipo Paint, con dei comandi essenziali, idonea a creare un commento ‘layer’ da sovrapporre al post originale.

Riprendendo i concetti di Franco Purini sul disegno rielaborati sulla base del suo mentore Maurizio Sacripanti,7 occorre progettare un blog che possa offrire la migliore creazione e visione di [le note tra le quadre sono mie]:
  • DISEGNI O GLI SCHIZZI “DAL VERO”, con i quali l’architetto non solo decifra il reale attribuisce ad esso un senso [Penso a un taccuino ‘tavoletta grafica’ direttamente collegato in tempo reale al blog];
  • DISEGNI DI CLASSIFICAZIONI, il cui ruolo è quello di conferire un ordine accettabile all’incredibile eterogeneità degli elementi che formano il mondo fisico [In modo da creare un immaginifico abaco perpetuo. Ponendo fine alle tassonomie];
  • DISEGNI PROGRAMATICI, vale a dire tabulazioni, elenchi, istogrammi, con i quali l’architetto rende visibili e operabile per tipologie precise il proprio universo teorico [Immagino la potenza degli scontri di universi teorici differenti, sul sano scontro on-line suggerisco di leggere un’apprezzabile post di Sergio Maistrello. Vedi nota8]
  • SCHIZZZI DI PROGETTO E GLI ELABOREATI TECNICI – da quelli che approfondiscono i vari aspetti della proposta alle scale opportune fino alle definizioni esecutive – che da questi discendono. (…lo schizzo rappresenta un vero e proprio codice genetico nella cui struttura è impresso ogni possibile sviluppo futuro del progetto) [Dove sia possibile innescare un sistema Wiki atto a migliorare la fattibilità del progetto];
  • PAESAGGI TEORICI, i disegni più importanti [Già latenti nella rete, con interessanti esperimenti, ne parleremo subito dopo];
  • GLI SCRIPT [Ovvio, questo punto non è stato indicato da Franco Purini è una mia integrazione. Attualmente presenti in molti blog attraverso immagini e stringhe di testo. Il mio interesse non si sofferma sugli script ‘tout court’, ma sui: processi olistici che determinano l’elaborazione architettonica al CAD, gli schizzi elettronici e gli appunti ai margini del lavoro a video dell’architetto].
Bene, adesso cercasi finanziatore o editorialista che possa dar credito a queste bislacche idee blogger. Scherzo, mi piacerebbe conoscere le vostre idee, poiché questi restano semplici e perfettibili appunti.

Che cosa sono i ‘Paesaggi teorici’? Ripropongo la spiegazione di Franco Purini:
«Sono rappresentazioni complesse che mettono in scena con gli strumenti grafici interi sistemi di problemi architettonici. Svincolati da preoccupazioni progettuali dirette, tali disegni raggiungono spesso un valore autonomo di opere d’arte che fanno del contenuto disciplinare la loro stessa forma. Iconograficamente sapienti, costruiti con una esattezza tematica e visiva che traduce nella bidimensionalità della superficie del foglio la logica tettonica che è propria dell'edificare, i paesaggi teorici costituiscono il luogo più elevato della ricerca architettonica. Immaginarli e rappresentarli permette inoltre di non cadere nel diffuso equivoco consistente nello stabilire relazioni troppo dirette tra disegno e costruzione. Unico limite di simili disegni è che pochi architetti li pensano e li realizzano.»9
Come vi avevo anticipato in rete sono già presenti, eccovi due esempi:

LUCA DIFFUSE

Per Stefano Mirti (prima citazione): «il lavoro dell’architetto è quello di (in prima istanza) raccontare storie.»10
Luca Diffuse ha elaborato i suoi progetti narrativi:
Attraverso un lento e continuo dialogo in rete. Essenzialmente attraverso il suo blog Mi manca Chiunque, curando la sezione di architettura di una delle più internettiane riviste dedicata all’arte Exibart e infine nel nuovo approdo su Ymag di Luca Molinari con la rubrica [Diffuse tapes].

Le sue architetture narrative non transitano nella rete ma nascono e si alimentano attraverso l’ubiquo sguardo dentro e fuori il Web.

FABIO FORNASARI AKA ASIAN LEDNEV
«L’ultimo lavoro di costruzione fatto da Asian Lednev è in qualche modo un “manifesto” che rappresenta il fare le valigie, il cercare strategie per portare fuori il lavoro dell’avatar.
Un fare tesoro di quello che si è imparato facendo.
Che senso ha tutto questo? Perché tutto questo?
La prima architettura è la relazione costruita tra noi e l’avatar. E’ la serie di ponti che ci lega e ci tiene insieme. Col tempo viene voglia di percorrerla nei due sensi.
Non basta più lasciare lì questa esperienza. Ma non è razionale. Razionalmente si può solo smontare il proprio avatar e veder cosa ci restituisce dopo tanto lavoro.
Ed è la cosa che ho fatto e che mostrerò.»11 Fabio Fornasari
Dopo 800 giorni di attività su Second Life, Fabio Fornasari aka Asian Lednev, abbandona il suo avatar decostruendolo dentro una teca cilindrica, dove ogni parte del corpo ha una sua orbita.

Nelle sue architetture su Second life, troviamo il senso più alto del concetto di ‘paesaggio teorico’ anche qui, non transitando sul Web ma in questo caso inventando luoghi sensibili nell’immersività dello spazio creato da Philip Rosedale per Linden Lab nel 1999.

Per questo motivo v’invito a visitare le sue architettura in Second Life, La torre di Asian, Lucania Lab e NeoKublai. Un'avvertenza, non dimenticate che siete in viaggio all'interno di uno spazio autonomo, quindi mentre camminate-volate, mi raccomando, perdete il vostro senso del luogo.

Prima di chiudere questo post vorrei ritornare sulla 'blogghizzazione delle riviste storiche' ne avevo parlato qui.
Se è comprensibile (aggiungo anche per motivi di tempo ed economici) una certa incapacità d’azione dei singoli blogger a inventare nuovi spazi e temi, questa indulgenza non è possibile trasporla nel caso dei siti delle riviste d'architettura, sia per le loro possibilità economiche, sia per l'equipe qualificate a cui fanno riferimento.
Dalla mia indagine (vedi il report* alla fine dell’articolo) i siti delle riviste italiane si limitano a introiettare le novità derivanti dalla rete, soffrendo della:

SINDROME DA MAINSTREAM

I siti sono immaginati per duplicare i contenuti della rivista o per mainstreammizzare la rivista: vedi l’esperienza dei sensor (blog gestiti dalla redazione) di Domus e i mirrors (autopresentazione studi di architettura filtrati dalla redazione) di Abitare.

Stefano Mirti (seconda citazione) in un recente post pungola Domus:
«Mr Grima (ndr Joseph Grima sarà il direttore di Domus dopo l'anno transintorio diretta da Alessandro Mendini), please, convinci chi di dovere a togliere lo snervante processo della login e dei campi da compilare. Il contenuto sembra figo, le venti domande a cui rispondere per guardare il tutto non hanno senso alcuno. Abitare on-line necessita di un Domus web che lo faccia a pezzi e lo disintegri. Sennò non c’è gusto e ci annoiamo tutti quanti. Se togliete le login siete a metà dell’opera… :-)»12
Rem del blog Architetti senza tetto a proposito di Abitare e Domus con il consueto piglio ironico constata:
«Abitare.it è una delle poche riviste online che non ha paura dei commenti (Domus è talmente fifona che anche solo per farti leggere un banalissimo comunicato stampa prima ti chiede il codice fiscale) e in questo ha il suo punto di forza.»13
Ed ecco che cosa dobbiamo aspettarci da Domus secondo le anticipazioni di Joseph Grima:
«Domus si propone di ridefinire, come del resto ha già fatto più volte in passato, quello che significa raccontare l’architettura, l’arte, il design e lo spazio urbano contemporanei, con particolare attenzione alle influenze di una nuova cultura progettuale che non conosce barriere culturali o confini fisici. Muovendosi su molteplici piattaforme comunicative, offrirà una concezione radicalmente diversa di proposta architettonica, incentrata non più sul passaggio unidirezionale di informazioni bensì sull’idea di creare una piattaforma privilegiata di dialogo costante fra i suoi lettori e la comunità progettuale ed artistica globale.»14
Spero che non sia una sfida tra siti pensati dai webmaster ma da architetti. Occorre un'emancipazione dal cartaceo, esplorando le capacità intrinseche del Web, provando a sperimentare nuovi e più proficui approcci. Altrimenti è da preferire il semplice blog (e non sito) di Casabella. Soprattutto, occorre evitare l’ossimoro mainstream redazionale.

Un'ultima nota, sarei curioso di conoscere le reazioni ricevute dalla rivista Arca nel suo tentativo di portare il blog all’interno del cartaceo, inaugurato con il numero 250, settembre 2009. Ecco come spiegava il progetto Cesare Maria Casati:
«Con questo mese la rivista inizia una nuova avventura, che si svilupperà, di mese in mese, aprendo un blocco significativo delle sue pagine a nuovi "direttori" esterni, i quali disporranno della facoltà di utilizzare ben 32 pagine liberamente. Abbiamo invitato un gruppo di architetti di successo e di grande qualità professionale a disporre di questo nuovo e originale "maxi blog" di carta, dove, completamente liberi e incontrollati, potranno scrivere, illustrare e documentare i loro pensieri sull’architettura, sul mondo della progettazione e della costruzione, progettando loro stessi anche l’impaginazione e la copertina della rivista.»15
Ho fatto un giro nei siti delle riviste di architettura più note, di seguito troverete un report su ciò che ho trovato.
Questo post è stato scritto per avvisarvi che prima della pausa estiva – non mi assenterò, posterò delle citazioni dense di piccole storie e proverò a presentarvi alcuni brani del mio lavoro su facebook finExTRA – pubblicherò un dialogo con Stefano Mirti (ed ecco il motivo della terza citazione).

* Note sui siti delle riviste di archietttura

A. D.
| Men Style
La storica rivista americana Architectural Digest edita anche in Italia non ha un sito in italiano. Mario Gerosa - redattore capo della rivista - mi ha detto che se ne parla su Men Style.#

Abitare
| Abitare
Ovvero l’ossimoro: mainstream redazionale.

Arca | ARCADATA
Sito ‘troppo pieno’ con in evidenza la pubblicità della sezione video: Online la migliore TV internazionale sull’architettura.

Area, Arketipo, Costruire in laterizio, d’Architettura, Frames, Materia | Archinfo
Semplici informazioni sull'esistenza delle riviste accomunate dallo stesso distributore.

Architetti, Flare, Paesaggio urbano, Urban Design | Periodici Maggioli
Una casa editrice per diverse testate. Sito redazionale.#

Non vi arrabbiate, vi segnalo semplicemente il blog At Casa blog.

Casabella | Casabellablog
Ne avevo già parlato qui, ne approfitto per segnalarvi l'inizio delle pubblicazioni degli estratti dei nuovi numeri della rivista su Issuu.

Costruire | Costruire.it
Sito da webmaster. Interessante la sezione 'Parole e pareri'.

Domus | Domusweb
Aspettando le novità di Joseph Grima vi segnalo la sponsorizzazione di Domus all’evento postopolis! (qui l'anno scorso su WA) ovvero una conferenza nata dai blog che coinvolge molti blogger di varie nazioni. Ovviamente, a parte la mediazione della rivista non vi è nessun blogger italiano tra i relatori. Qui su DomusWeb, Postopolis! in diretta streaming dal Museo El Eco di Città del Messico fino al 12 giugno.

KLAT | Klatmagazine
Nata alla fine del 2009 è una rivista di sole interviste. Interessante l'idea di offrire un contenuto free per ogni numero. Da seguire.
#

Il giornale dell'architettura | Il giornale dell'architettura
Sospeso tra un sito e un blog. In attesa
.

Interni | Interni
Possiamo trovare il massimo dell'innovazione nella nuova applicazione Interni Design Guide New York per iPhone e basta.

L'industria delle costruzioni | L'industria delle costruzioni
Sottotitolo: Rivista tecnica dell'ANCE. Un semplice sito.#

Lotus | Lotusbookshop
Dov'è possibile acquistare i pdf della rivista. Natura prettamente commerciale.

Modulo | Modulo.it
Bene! Anche Modulo ha un sito.

Op. Cit. | Op. Cit.
La rivista diretta da Renato De Fusco dal 1964 ad oggi non ha un sito bensì una pagina su Facebook al momento piace a 12 persone (30 luglio 2010)
.#

Ottagono | Ottagono
Potete trovarla nelle migliori librerie mentre transita in rete con parsimonia.

Parametro | Parametro.it
Sito snello ed efficace. Niente di più.

The plan | The plan
Ahimè, qui i webmaster sono sia italiani che inglesi.

P.S.: Per favore segnalate le eventuali dimenticanze.

10 giugno 2010 (Ultima modifica 30 luglio 2010)
Intersezioni ---> MONDOBLOG


Come usare WA---------------------------------------------------Cos'è WA

__________________________________________
Note:
1 Henry Jenkins, Cultura convergente, Apogeo, Milano, 2007, p. VII
2 Luca De Biase incontra Giuseppe Genna, Narrazione e attenzione ai tempi frenetici di Internet, scuola virtuale Oilproject, 10 maggio 2010
3 Luca De Biase, Narrazioni e prospettiva, Blog omonimo, 10 maggio 2010. Link
4 Jill Abramson, Other Voices: What Exactly Is a Blog?, The New York Times, 4 giugno 2010. Link
5 Steve Jobs, Apple CEO Steve Jobs Live at D8: All We Want to Do is Make Better Products, D8, 1 giugno 2010. Vedi il live blog 7:01 pm: « I don’t want us to see us descend into a nation of bloggers,». Link
6 In riferimento ai professionisti non Dio o accademici. Quest’ultimi si guardano bene a esporsi in pubblico, pena la perdita dell’autorevolezza acquisita attraverso il saggio uso di specifiche relazioni.
7 Franco Purini in, AA. VV., Il disegno come idea, Gangemi, Roma, 1996, p. 13
8 Sergio Maistrello, A te, che sei nuovo di qui, Blog omonimo, 4 giugno 2010. Link
9 Franco Purini in, op. cit.
10 Stefano Mirti, wunderkammer (1), Abitare Web blog ‘Mirtilli’, 29 marzo 2010. Link
11 Fabio Fornasari, Il giro del Mondo in 800 giorni: decostruire Asian, Virtual Worlds Magazine, 31 maggio 2010. Link
12 Stefano Mirti, being robinson crusoe Abitare online rubrica Mirtilli, 17 maggio 2010. Link
13 Rem, Messaggi passivo-aggressivi tra design blogger, Blog ‘Architetti senza tetto’, 29 maggio 2010. Link
14 Redazionale, Domus cambia direttore, domusweb, 23 febbraio 2010. Link
15 Sommario numero 250 della rivista Arca settembre 2009. Link

# integrazioni del 30 luglio 2010: A. D., Architetti, Flare, Klat, L'industria delle costruzioni, Paesaggio urbano, Op. Cit., Urban Design.

5 aprile 2009

0004 [BLOG READER] L'architettura blog

«Importa solo sottolineare che lapsus ed errori possono capitare scrivendo o parlando, ma anche leggendo o ascoltando: ed è per questo che così spesso le nostre conversazioni sono fitte di interruzioni e richieste (eh? che cosa hai detto? devo aver capito male!) e le nostre letture sono spesso continue riletture, per afferrare parole che non sembrano mai stare ferme.»1
Ed è in un lapsus di lettura come è stato descritto da Stefano Bartezzaghi la causa del mio inciampo.
A proposito di una lettera di risposta2, a una scorrettezza blog3 nei miei confronti da parte di Giorgio Muratore nel suo Archiwatch.
Come di consueto, prima della pubblicazione avevo riletto la fonte4, ma il lapsus resta un mistero per psicoanalisti.
Un errore che ha sminuito e delegittimato il mio intervento circa il ruolo della critica nei blog.
Franco Purini nel suo libro, La misura italiana dell'architettura, annovera Giorgio Muratore tra i protagonisti della critica italiana attento: «alla ragione della scrittura architettonica»5 ma la scrittura analitica sul suo blog appare marginale, attento più a tutelare la propria idea di architettura che a creare i cortocircuiti necessari per alimentare una crescita culturale. Spesso gli interventi sono privi delle letture sui processi architettonici. Roland Barthes sosteneva: «appena una forma viene vista è necessario che assomigli a una cosa: l'umanità sembra condannata all'analogia.»6 La critica di Muratore è legata all'analogia.
Nella presS/Tletter n. 10-20097 Edoardo Alamaro, con la sua scrittura barocca napoletana, riporta una conversazione in occasione di una presentazione di un libro: «Purini ha rilevato (forse, mi è tarso) che la critica della rete, quella nata o abortita nei blog e nelle presS/Tletter, non riesce a sviluppare un linguaggio proprio convincente. Lasciamo stare i contenuti, per caritè di patria. Con troppi salti e trippi com’è, buchi e saltimbanchi. Intermezzi e intervalli senza galli e palli. Una critica a puntate senza punta. Né tacchi. Che non riesce a sviluppare un discorso veramente coinvolgente. E avvolgente.
Insomma un quadro preoccupante, quelli di Purini.» Evito i sic perché non conosco l'esperanto di Edoardo Alamaro.

Con l'editoriale di Domus del marzo 2009, Flavio Albanese8 annuncia l'inizio della rubrica 'Intersection' «dedicata al nuovo web», ma sembra essere più preoccupato della possibile manipolazione mediatica sull'identità, che delle potenzialità latenti del web. Più che una novità Domus propone un risveglio. Dov'è stata la critica nella prima fase Web?
Vi consiglio di vedere la cura grafica di Onlab con Tobias Krafczyk9 (creatori di una pagina che per contrasto non è fruibile via web, con la possibilità di una lettura 'tattile') e gli articoli di Nicholas G. Carr , Bruce Sterling, Lev Manovich, Richard Baraniuk, David Weinberger, Stefan Heidenreich.

Se Purini appare preoccupato (forse perché legge solo archiwacth e presS/Tletter) io non lo sono, se è vero che i blog di architettura in Italia10 non hanno colto appieno le loro potenzialità, non va trascurato ciò che attualmente i blog in modo latente stanno producendo.
Vi è una contraddizione di fondo nelle idee di Muratore, di Purini, e nel ritardo di Albanese, la nostra epoca non può più essere spiegata per semplificazioni tassonomiche. Occorre capire a pieno la complessità del nostro tempo analizzando la logica del web dal suo interno.
Non più apocalittici accorati appelli su cosa salvare da questa mutazione (come è stata chiamata da Alessandro Baricco), ma entrare dentro la mutazione: «E adesso ci starebbe bene un bel paragrafo per spiegare cosa secondo me bisognerebbe portare in salvo nella mutazione. Ma il fatto è che non ho le idee molto chiare, al proposito. So che c'è sicuramente qualcosa, ma cosa, è difficile dirlo, adesso, con esattezza.» (Alessandro Baricco) 11
Non è facile capirlo e tantomeno inutile parlarne in questi termini pre WWW o da osservatori esterni.
La riflessione sull'utilità dei blog, avviata su Wilfing Architettura, mi ha portato a selezionare alcuni post che raccontano una cultura 'altra' svincolata dalla cultura 'editoriale', aventi un importante autonomia. Ecco tre esempi:

Andrea Graziano architetto e autore del blog DigitAG& e Davide Del Giudice neoarchitetto autore del blog Made in California hanno dato vita ad AAST ovvero: Advanced Architecture Settimo Tokio.
«Da più di due anni infatti dialoghiamo, ci interfacciamo e discutiamo sulle tematiche dello scripting e del computational design nell'architettura ed in questi due anni abbiamo avuto modo, attraverso i nostri blog, di conoscere moltissime persone.»12 Graziano inoltre spiega che in questi anni ha potuto constatare come ci siano due categorie di utenti, gli studenti e i professionisti, quest'ultimi anche se italiani spesso lavorano all'estero. «Con il passare del tempo con molti di questi colleghi italiani all'estero si è instaurato un rapporto di amicizia (per lo più virtuale) con un sempre più fitto dialogo da cui abbiamo capito alcune cose che tutti accomunano. Innanzitutto la disponibilità al confronto, a raccontarsi ed a rendere palesi i propri lavori e le proprie sperimentazioni (cosa che si contrappone sostanzialmente ad una italianissima tendenza all'occultamento ed al segreto).»13
Si inizia martedì 7 aprile 2009 alle 17,30, Settimo Torinese, Teatro Garybaldi – Via Garibaldi 4 con la conferenza di Filippo Innocenti, Architetto presso Zaha Hadid Architects London. Per gli altri appuntamenti leggere sul blog AAST [Link].
AAST si lega all'idea dell'architettura parametrica teorizzata nel 1939/40 da Luigi Moretti e si propone di promuovere la ricerca tramite l’uso di software parametrici e generativi.
Un'idea nata attraverso i blog che supera l'input dell'accademia e degli accademici.

Fabio Fornasari autore del Blog Luoghi Sensibili14, architetto, libero professionista e insegnante universitario, da classico viaggiatore da anni indaga i luoghi virtuali e Mario Gerosa, autore del blog Played Italy giornalista e capo redattore della rivista AD Architectural Digest sono stati intervistati dalla rivista di Architettura e design Ottagono cui ha dedicato la copertina (autore della foto lo stesso Fabio Fornasari) e lo sviluppo del tema: Metacreatività, materia e immaginario. Il lavoro degli autori attraverso lo strumento del blog è stato fondamentale. In una vecchia intervista Mario Gerosa dice: «Per quanto riguarda le linee di tendenza, è estremamente difficile definire dei trends. Second Life e i mondi virtuali in generale sono dei flussi in continua mutazione, non si possono congelare dei movimenti. Le tendenze in SL (second life N.d.R.) sono come quelle creature aliene che si possono modificare all’istante, come gli skull dei Fantastici Quattro.
Per percepire le tendenze nei mondi virtuali bisogna entrarci, lasciarsi trasportare, far parte di quelle culture. Se si rimane osservatori distaccati, non si capisce niente di ciò che vi succede.»15
La vita reale non può considerare aliena la vita virtuale.
La mutazione non è un omicidio perpetrato a danno dell'identità ma semplicemnete il suo sviluppo.
Per questo tipo d'indagine sarebbe impossibile pensare ad una sede diversa da un blog.

Antonino Saggio è un architetto, critico, professore universitario e autore del blog Conferenze e talks of Architettura by Antonino Saggio16. È il primo professore universitario a credere negli strumenti offerti dal web, tutte le sue lezioni o conferenze sono pubblicate sul blog. In questo modo ha fondato il primo podcast informale in un'università di architettura.
Il blog diventa uno strumento di mediazione fondamentale per scambiare conoscenze con i suoi studenti.
Nei corsi, i lavori degli allievi sono resi noti attraverso l'apertura di blog personali. Una lezione che dall'aula si espande attraverso il web.
Ascoltando le lezioni sul podacast, può succedere che si venga incuriositi dal suo entusiasmo «ho pensato ad una cosa fantastica!»", dalle sue urla incalzanti per animare il dibattito e dagli applausi che spesso sanciscono la fine della lezione. Su Facebook è stato fondato un gruppo Cloniamo il prof. Antonino Saggio!! a cura dei suoi studenti.
V'invito a leggere un dialogo sviluppatosi all'interno dell'ultimo corso:
Studente: Andrea Albanese, L'ellenismo e il dinamismo, blog Pensieri di un protoarchitetto, 17 marzo 2009 [qui]
Professore: Antonino Saggio, Del dinamismo in rapporto al concetto di Modernità, Blog Conferenze e talks of Architettura by Antonino Saggio, 27 marzo 2009 [qui]
Un guru o un'idea concreta d'insegnamento interattivo?

Ciò che appare evidente è il ritardo della critica sullo sviluppo culturale del web. Non capire le mutazioni significa ignorare le dinamiche del presente e soprattutto del futuro.
Dopo un anno di Wilfing Architettura ho la sensazione
di usare uno strumento già datato.
Bruce Sterling ha scritto: «La maggior parte dei blog di oggi non sono affatto blog. Sono fondamentalmente riviste con un altro nome. E il 94% dei blog è già morto.»17
Gianluca Nicoletti giornalista e conduttore radiofonico del programma Melog 2.0 su radio 24, il 2 aprile 2009, nella sua pagina Facebook ha annunciato: Facebook è morto.


Ah! Dimenticavo
il 3 aprile sul sito della rivista Domus è stato aperto un blog redazionale18.
Che tempismo!

Intersezioni --->BLOG READER

Come usare WA ---------------------------------------------------Cos'è WA
________________________

1Stefano Bartezzaghi, Non ne ho la più squallida idea, Mondadori, Milano, 2006, p. 166

2
Giorgio Muratore, D'Agostino ... incazzatissimo ..., Blog Archiwatch, 16 febbraio 2009 [qui]

3Salvatore D'Agostino, D'Agostino ... amareggiato ..., Blog Archiwatch, 10 marzo 2009 [qui]

4Eduardo Alamaro, Amara Befana napoletana..., Blog Archiwatch, 7 gennaio 2009 [qui] (Leggendo il mio commento a questo post si può notare come l'errore si ripete.
)

5Franco Purini, La misura italiana dell'architettura, Laterza, Bari, 2008, p. 22

6Roland Barthes, La camera chiara. Nota sulla fotografia, Einaudi, Torino, pp. 130

7Edorado Alamaro, Zeppole e panzarotti della critica web, presS/Tletter n.10-2009, 19 marzo 2009 [qui]


8Flavio Albanese, Architetture del pensiero in perpetual beta, Domus n. 923, Marzo 2009

9
Folding the Intersections 923 (miss)
e (Mister)



10Vedi articoli su Wilfing Architettura: [1]; [2]; [3];[4]

11Alessandro Baricco, I barbari, Biblioteca di Repubblica, Roma, 2006

12Andrea Graziano, Finalmente ..... AAST, Blog DigitAG&, 10 marzo 2009 [qui]

13Andrea Graziano, op. cit.

14
ecco come descrive la sua ricerca blog Fabio Fornasari: «La fiction è stata sostituita dal racconto della realtà. Memorie, biografie, diari e racconti di vita riempiono le pagine del digitale. Il digitale stesso più abitato, second life, talvolta ne è uno specchio.
Anche io, da tempo, raccolgo storie legate all’abitare i luoghi.

Faccio collezione di questi racconti anche a fini didattici: in un’epoca nella quale si è dichiarata la fine delle grandi narrazioni, come tanti, raccolgo storie, eventi fatti particolari apparentemente senza senso e senza una funzione. Tutti parlano di luoghi, spazi ed architetture. Non dicono, questi racconti, come si deve progettare una città o come ci si deve vivere, o ancora come si deve disegnare una architettura. Per me che li raccolgo, quanto meno, servono per capire cosa sono le città e gli edifici, in realtà, ancora meglio cosa significa abitarci dentro e intorno.»
[qui]

15s.a., Intervista a Mario Gerosa, Wuz, 27 aprile 2007 [qui]

16Franco Purini, op. cit., p.22 descrive la ricerca di Antonino Saggio nel classico schema di contrapposizione tassonomica: «La polemica zeviana continua ancora oggi attraverso i suoi seguaci, fra i quali si distinguono Luigi Prestinenza Puglisi e Antonino Saggio. Si tratta di una posizione non molto chiara, se considera Renzo Piano e Massimiliano Fuksas come audaci sperimentatori, non riconosce ad altri architetti, altrettanto capaci di produrre opere significative, dense di valori innovativi, la stessa capacità di prefigurare scenari progettuali avanzati. Le possibilità di una sperimentazione avanzata vengono individuate nella sola dimensione tecnologica, nel rilievo spettacolare delle immagini e soprattutto negli orizzonti teorici aperti dagli strumenti digitali, ampiamente mitizzati. Non solo non è riconosciuto alcun valore al lavoro sul segno architettonico, sulla corrispondenza tra spazio e struttura, sulla tettonica, sulla stratificazione semantica e sulla memoria, ma, anzi, tale lavoro viene considerato un esercizio fuori dal tempo, inutile, se non proprio dannoso. Questo orientamento è contrastato da molti critici attenti alle ragioni della scrittura architettura, tra i quali, oltre a Francesco Dal Co, Renato De Fusco, Cesare de Seta, Fulvio Irace, Giorgio Muratori, Mario Pisani, Vittorio Savi, Francesco Tentori.»

17Bruce Sterling, Tra fantascienza e realtà, Domus, marzo 2009, n. 923, p. 110

18Il primo post è firmato da Flavio Albanese, Babhell TV, Domus blog, 3 aprile 2009 [qui]

4 febbraio 2009

0002 [BLOG READER] Notizie sullo stato dell'architettura in Italia

«E strano: crediamo di sapere tutto sull'ultimo concorso di Berlino o sulle Olimpiadi di Barcellona ma siamo sempre più imbarazzati a soddisfare la curiosità di chi ci chiede notizie su Milano. Dipenderà di certo dalla loro maggiore trasparenza, mentre da noi le cose più importanti non si vengono a sapere. Di fatto, per paura di fare brutte figure, diciamo sempre più spesso che non succede niente. Ancora adesso, se mi chiedono chi ha progettato le torri di Ligresti a Milano non so rispondere se non azzardando un'analisi alla Morelli; posso dire, deducendo dai dettagli: forse lo studio BPR (sic), ormai ridotto al solo attempato Belgioioso. Ci comportiamo nello stesso modo di chi lamenta che non ci sono più romanzi in letteratura.»
[…]
«Non bisogna pensare ingenuamente che negli altri paesi l'architettura goda di ottima salute: non siamo i soli ad avere problemi, condividiamo i drammi epocali con il resto del mondo, e i fenomeni di degrado osservati nel nostro territorio sono soltanto un frammento della rovina generale, anche se da noi non c'è altro. E poi hanno proporzioni colossali. Tuttavia esiste un'anomalia italiana, che consiste innanzitutto nella difficoltà a dar conto della situazione.»
[…]
«Così il problema della corruzione pone domanda che supera le altre: che cosa ha reso possibile che non si aprisse il fronte della denuncia? E ancora: perché nessuna reazione seria da parte della cultura architettonica?»1 (Pierluigi Nicolin - 1994)

Pierluigi Nicolin fu invitato ad una riflessione su 'Tangentopoli' e scrisse un piccolo saggio ponendosi una domanda: «Tangentoli è premoderna, moderna o postmoderna?»2
Dopo quindici anni le riflessioni di allora appaiono immutate, architetti incapaci di opporsi alla corruzione e spesso complici di azioni speculative.

Questo blog reader inizia con una lettera di Stefano Mirti inviata al direttore della rivista Abitare, Stefano Boeri, in conseguenza del Caso Casamonti nella quale pone una domanda: «Perché su “Abitare” non promuovete un dibattito vero sulle nuove modalità di rapporto tra soggetti pubblici e soggetti privati? »
E si chiude con l’editoriale di Stefano Boeri conseguente a quest’invito.

La professione in Italia - Una discussione aperta sulla professione in Italia | Abitare Featured ---> 14 dicembre 2008
Abitare ha aperto uno spazio simile ad un blog: Abitare Featured. In un post vi è una lettera di Stefano Mirti che invita la direzione di ‘Abitare’ ad aprire una discussione seria sull'essere architetto in Italia, lo spazio dei commenti è stato congestionato e per motivi redazionali al centesimo è stato sospeso.

Racconto del primo dell'anno. Autobiografia dei luoghi | Luoghi sensibili ---> 1 gennaio 2009
Fabio Fornasari c'invita a camminare nei luoghi con l'attitudine a stupirsi perché: «per ascoltare un luogo “… basta un po (sic) di fantasia e di bontà…”»

Il caso Casamonti | presS/Tletter ---> 2 gennaio 2009
La presS/Tletter cambia aspetto e la sua homepage diventa più dinamica simile ad un blog, con continui aggiornamenti, unica differenza la mancanza dei commenti.Il critico Luigi Prestinenza Puglisi parla del caso Casamonti, mette da parte la vicenda giudiziaria e analizza la strategia dell'architetto per diventare una star del sistema e chiama in causa Paolo Portoghesi, Franco Purini e Stefano Boeri.
Il 20 gennaio 2009 Stefano Boeri risponde adirato: «Non puoi giocare così con la credibilità di altri. (sic) e la stessa cosa, se mi permetti, vale per Purini.»
Il 27 gennaio 2009 e la volta di Franco Purini anch'esso stupefatto: «Trovare il mio nome in un articolo nel quale si parla di “giochi di potere” e di “opportunismo” mi ha sorpreso.»

N.B.: Da queste osservazioni è evidente che in Italia il conflitto d'interesse è molto più ampio di quello che si possa immaginare. Ho la sensazione che si preferisce sempre il sistema oligarchico in modo tale che: «le cose più importanti non si vengono a sapere.»3

Maniera | PEJA TransArchitecture research ----> 2 gennaio 2009
Peja e Valerio dialogano sulla Torre all'EUR di Franco Purini, Purini teorico, Valle Giulia, studenti passivi, studio e dei progetti alla 'Maniera' di Zaha Hadid o Steven Holl.
Tra i commetattori troviamo l'architetto Franco Purini:
«Gentile Marco Alcaro
le chiarisco che il mio rapporto con l’università è a tempo limitato.
Franco Purini»

La finestra Rotta su internet * Does the broken windows theory hold online? | Internazionale * KOTTKE ---> 9 gennaio 2009
Ricordate le finestre rotte! Jason Kottke un designer e blogger newyorchese prende spunto dalla teoria della finestra rotta per parlare della gestione di un blog: «Una pagina disordinata, confusa e piena di banner e di pubblicità è una mancanza di rispetto nei confronti del lettore, che di conseguenza ha una minore predisposizione a una partecipazione civile o moderata.»

Basta con la storia pulp della fuga dei cervelli | Il primo amore ---> 19 gennaio 2009
Giuseppe Caliceti: «L'articolo sulla "Fuga dei cervelli" fa ormai parte di un genere letterario delle terze pagine dei giornali nazionali. E' un articolo che va bene per tutte le stagioni. Io, ormai, quando leggo 'sti articoli mi immagino proprio questa massa cerebrale spappolata che corre via su millepiedi. Diciamo la verità: gli articoli sulla "Fuga dei cervelli" hanno rotto... [...] Non è forse meglio che certi "talenti" operino dove il contesto sociale, culturale e scientifico è migliore?»

N.B.: Condivido e rimando alla rubrica su Wilfing Architettura 'Fuga di Cervelli' un'indagine sulla migrazione degli architetti.

Jan Kaplicky | Rosy e Filippo da Londra su Professione Architetto ---> 22 gennaio 2009
Il 14 gennaio 2009 è morto Jan Kaplicky architetto e fondatore della Future Systems il ricordo delicato di Filippo, architetto italiano e suo collaboratore: «Jan mi chiese di come andavano le cose e si accerto' che io fossi felice in studio con il mio lavoro. Per la prima volta mi fece i complimenti per tutto quel che avevo fatto fino a quel momento e poi disse qualcosa che mai scordero'.....ma quello lo portero' dentro di me. Un piccolo segreto tra me e il vecchio Jan».


Il giorno della memoria a Monaco | Der Pilger (Il Pellegrino)---> 27 gennaio 2009
Memoria dal vivo.

«
E' per questo che dico che il giorno della memoria andrebbe eliminato e i campi chiusi, perche' fungono da alibi. Mantere la memoria significa evitare i pericoli, significa riconoscere le stesse situazione e a cambiare il corso degli eventi, significa evitare di commettere gli stessi errori.
Se non si riconosce che anche oggi, anche adessso si stanno commettendo dei piccoli olocausti, con modalita' e simboli diversi ma sempre con lo stesso atteggiamento, quello che de-umanizza la gente, allora che senso ha ricordare?
»

Lo spazio crea la società | Abitare Featured ---> 3 febbraio 2009

Pubblicato anche on-line l’editoriale di Stefano Boeri sul numero di Abitare, n. 489, febbraio, 2009. Soffusamente dedicato al caso Casamonti, per il direttore in Italia si rischiano tre voragini:

«La prima potenziale voragine è dovuta al rarefarsi nel nostro Paese di amministratori locali che svolgano seriamente una funzione di rappresentanza istituzionale degli interessi collettivi.

[…]

La seconda voragine, conseguente alla prima, corrisponde all’alzarsi nella nostra professione della soglia di tolleranza nei confronti di comportamenti non deontologici o addirittura illeciti.

[…]

Del resto, il terreno su cui matura questa tolleranza eccessiva è anche la scarsa consapevolezza che la nostra professione ha una implicita funzione critica rispetto allo stato delle cose. Questa dimenticanza è una terza voragine. Perché ogni contatto tra ricerca e professione, tra didattica e professione, tra media e professione, rischia di essere equivocato in assenza di una forte intenzionalità critica. »

Infine invita gli architetti a recuperare il significato civile del fare architettura.


N.B.: Il direttore dimentica di indicare la strada per avviare una profonda analisi sullo stato dell’architettura. Credo che la sola coscienza civile non possa bastare e temo che il suo sia un editoriale come atto dovuto. Letto con riserva.


Intersezioni --->BLOG READER

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1Pierluigi Nicolin, Notizie sullo stato dell'architettura in Italia, Bollati Boringhieri, Torino, 1994.
2
op. cit.

3op. cit.

6 ottobre 2008

0020 [SPECULAZIONE] Istruzioni per l'uso per futuri e neo architetti

Oggi, le analisi di mercato delle grandi aziende, i filtri di google (o dei diversi motori di ricerca) e l'editoria manualistica, sembrano i più attenti osservatori delle dinamiche sociali. In Italia ci sono più di 125.000 mila architetti e molte migliaia di laureandi, tra questi difficilmente ci sono compratori abituali di libri di critica o approfondimento, ma tutti almeno possiedono un manuale. Nelle mie frequentazioni in libreria mi hanno sempre incuriosito i titoli e gli editori di libri di pronto intervento, perché rispondono con tempismo alle esigenze dell'utente quando le istituzioni nicchiano. A tal proposito ne ho discusso con Sabrina Nart autrice di un manuale di orientamento per futuri e neo architetti.

Salvatore D'Agostino: A settembre è uscita la nuova edizione della sua guida sul Fare l'architetto in Italia, contiene dei suggerimenti di orientamento, per la scelta dell'università, i corsi post laurea e le prime informazioni sulla professione. La sintesi che sta alla base del suo studio implica una conoscenza abbastanza ampia del sistema universitario e professionale in Italia, quali sono i suoi punti di forza? E quali sono state le difficoltà per scriverla, se ci sono state?

Sabrina Nart: La principale ricaduta, verificatasi sul sistema universitario italiano dopo la riforma didattica a seguito del DM 509/99, è stata una generale semplificazione dei percorsi di laurea. Lo scopo della riforma era anche l’ottimizzazione delle risorse delle università e la maggior integrazione dei diversi cicli didattici all’interno dello spazio europeo della formazione, obiettivi che però stentano a verificarsi.
L’unico punto di forza del sistema universitario italiano è rappresentato da quelle Università che producono le eccellenze, cioè cercano di evitare di riprodurre all’infinito dovunque le stesse specializzazioni che rappresentano di fatto le maggiori difficoltà per l’orientamento studentesco.

SD: Francesco Dal Co nel suo editoriale sul numero 737 (ottobre 2005) di Casabella In Italia ci sono ventitré facoltà di architettura. Prossima tappa i Corsi di Laurea di quartiere?, accusava il sistema universitario di un dispendio di energia "intellettuale" a favore di "insegnanti privi di ruolo" esclusi dal mondo del lavoro e accolti dalle stesse università in cui si sono formate. Nella tua ricerca hai riscontrato questo decadimento degl'insegnanti?

SN: Per diventare professori universitari di II fascia (associato non confermato) occorre una valutazione comparativa di titoli pubblicati, integrata dalla discussione degli stessi titoli e da una lezione cattedratica di fronte a una commissione nazionale di cinque componenti (tre professori ordinari e due associati confermati, uno dei quali è indicato tuttavia come "membro nominato" dalla Facoltà che ha bandito il posto dopo aver avuto la garanzia della copertura stipendiale da parte del Senato Accademico e del Consiglio d'Amministrazione di un Ateneo). All'atto della chiamata in ruolo da parte delle Facoltà universitarie (qualora vi siano più idonei nello stesso concorso, spetta al Consiglio di Facoltà stabilire chi debba essere reclutato, tra gli idonei), s'assume per un triennio il titolo di professore associato (non confermato). Dopo un triennio di servizio in qualità di associato non confermato, si procede alla conferma in ruolo da parte di una commissione nazionale di tre professori (due ordinari, un associato), che esamina l'attività di ricerca e di didattica svolte nel triennio di prova. A seguito sempre di valutazione comparativa dei titoli pubblicati, si può conseguire l'idoneità a professore di I fascia dopo giudizio favorevole della maggioranza di una commissione di cinque professori ordinari, uno dei quali designato come "membro nominato" dalla Facoltà che ha bandito il concorso pubblico). All'atto della chiamata in ruolo da parte delle Facoltà universitarie (qualora vi siano più idonei nello stesso concorso, è la facoltà che decide chi debba essere reclutato e, generalmente, viene reclutato il candidato interno), l'idoneo assume per un triennio il titolo di professore straordinario. A seguito poi di una valutazione dei titoli pubblicati e delle attività istituzionali svolte da parte di una commissione nazionale di tre professori ordinari, dopo un triennio il professore straordinario, qualora venga confermato in ruolo, consegue la qualifica di professore ordinario, massimo grado della docenza accademica.Alla base della piramide ci sono i ricercatori universitari. Si diventa ricercatore universitario a seguito di una valutazione comparativa bandita dalle singole facoltà universitarie ed espletata da una commissione di tre membri (un professore ordinario, uno associato e un ricercatore confermato) che sottopone il candidato a esami scritti e orali, e alla disamina delle eventuali pubblicazioni a stampa. A decorrere poi dal terzo anno dalla presa di servizio, il ricercatore universitario può ottenere la conferma in ruolo da una commissione nazionale di tre membri. Attualmente il ruolo di assistente ordinario è assimilato a quello di ricercatore.Questa è la trafila per diventare docenti universitari e non mi sembra una gavetta così facile ed immediata; il consiglio per gli studenti è di verificare il ruolo del proprio docente di corso e quindi la sua qualità in base al percorso che occorre seguire per poter insegnare. Indubbiamente questo può essere un parametro per valutare l’eccellenza di una Università che non può fornire tutors che siano poco più grandi degli allievi, in termini di età naturalmente.

SD: Franco Purini, anche nel suo recente libro La misura italiana dell'architettura, ribadisce che in Italia c'è un numero eccessivo di laureati che congestionano il mondo del lavoro e della ricerca. Ci sono delle strade alternative per un'università di qualità e non di quantità?

SN: Dato per scontato che l’università di massa è un fatto naturale e corrisponde ad un innalzamento dei livelli medi di studio, all’allungamento della vita, alle maggiori possibilità economiche della popolazione e alla volontà di promozione sociale e professionale, il vero nodo dell’istruzione universitaria è la qualità media del sistema e del suo prodotto formativo. La situazione attuale dell’Università non consente di fornire adeguati strumenti di studio ad un numero illimitato di studenti e talvolta coloro che si iscrivono non sono in possesso dei requisiti adeguati a fornire un successo formativo. Il problema nasce dalla necessità di limitare gli accessi alle facoltà italiane e dall’affrontare il problema del numero chiuso richiesto dalla comunità europea ma inconciliabile con la Costituzione Italiana che sancisce il diritto per ogni cittadino di raggiungere i livelli più elevati di studio. Occorre quindi agire sull’orientamento e sulla formazione costante e non limitata al periodo universitario, come accade nel resto del mondo. In questo modo si potrebbe riequilibrare un’offerta che non prescinde mai dal mondo del lavoro, ma che continuamente dialoga con lui per mantenere e garantire un continuo livello di aggiornamento metodologico e didattico.

SD: Davide Del Giudice giovane architetto, in una mia intervista Blog, afferma: «Vorrei anche sfatare il luogo comune della facoltà di architettura italiana che non prepara lo studente. La facoltà da gli strumenti per capire come organizzarsi una volta raggiunto il mondo del lavoro; certo facciamo una fatica immensa, ma a questo ci si abitua». Tutte le università italiane riescono a dare gli strumenti di base al neo architetto?

SN: Dal VII rapporto del CNVSU si notano un numero eccessivo di abbandoni, la frammentazione dei percorsi, la scarsa o nulla internazionalità e deboli raccordi con il mercato del lavoro. Questi dati dimostrano come è difficile arrivare alla fine del percorso universitario per storture interne al sistema ma non tolgono l’ineludibile verità che sia necessario fare fatica e avere talento per diventare architetti. Dopodiché possiamo parlare di quali siano le Università che preparino meglio il neo architetto: quest’anno primeggia il Politecnico di Milano che torna in testa dopo aver ceduto la palma a Modena e Reggio oggi al terzo posto dietro Trieste. Ottime sono anche Architettura a Ferrara, il Politecnico di Torino e Roma Tre.

SD: Il maggiore studio al mondo di architettura è Gensler con 1216 professionisti, il quinto è Foster & Partners con 913 architetti, nessuno studio italiano è presente tra i primi 50 in Europa. Che lavoro svolge l'architetto in Italia e nel mondo?

SN: In parte la risposta si trova nel libro, dove indico quali siano attualmente alcuni sbocchi lavorativi per i neo laureati ma, se la domanda si riferisce espressamente all’architetto progettista la situazione in cui versa la cultura del progetto in Italia è abbastanza drammatica.
Il motivo dipende dal fatto che in Italia si privilegiano i progettisti stranieri che hanno avuto la possibilità di acquisire nei loro paesi - grazie alla realizzazione di grandi opere “di interesse sociale” - competenze tali da far privilegiare questi ai nostri architetti che si vedono ora sfuggire di mano analoghe “occasioni di lavoro”. Questa condizione di stallo che determina l'impiego sempre più massiccio di architetti stranieri nelle opere pubbliche e artistiche può essere poi spiegata con la presenza in Italia di un patrimonio storico massiccio che impone la salvaguardia nei confronti di “molte opere significative rimaste sulla carta”.


Intersezioni ---> SPECULAZIONE

Pubblicato sulla presS/Tletter


Come usare WA fsdafrdasfsdafdsafdasfdsafdsafdsafdsafdsafdsafdsfghsfCos'è WA