4 novembre 2010

0005 [WIKIO] URBAN BLOG la classifica di novembre e la rete reale civica

di Salvatore D'Agostino

Anteprima classifica URBAN BLOG mese di novembre:

1.   [=]        Rosalio
2.   [New]   Il blog di Marco Boschini
3.   [ +2]  Stop al consumo di territorio 
4.   [New]   Roma fa schifo 
5.   [New]   Mobilita Palermo
6.   [ -4]   Degrado Esquilino 
7.   [New]   Riprendiamoci Roma 
8.   [ -5]   Comunità provvisoria
9.   [ -1]   Comuni virtuosi
10. [ -6]   Coordinamento Palermo Ciclabile
11. [New  Bike sharing Roma
12. [New]   Michele Dotti
13. [New]   Snark space making
14. [New]   Lunedi sostenibili
15. [ -9]   Badilibadola
16. [ -2]   Amo Palermo
17. [New  Malaroma
18. [New]   Degrado ApriliaNo
19. [New]   SpeziaPolis
20. [New]   Domenico Finiguerra



Per Umberto Eco i nemici dell’Italia siamo noi stessi: i pisani contro i lucchesi, i lucchesi contro i fiorentini, i veneziani contro i milanesi. 
Una caratteristica che si nota anche nelle nostre interazioni sociali attraverso il Web.
In un recente studio sull’analisi delle relazioni dei link, è emerso:
«Particolarmente interessante è il caso italiano, che appare molto isolato, rinchiuso in se stesso, sostanzialmente disinteressato rispetto all’agenda dell’Unione e pesantemente incline alle opinioni personali piuttosto che alle analisi politiche».
Abbiamo trasposto nel Web la nostra abitudine a coltivare i nemici all’interno delle nostre mura.
Personalmente più mi relaziono con ‘gli italiani connessi’, più sento il bisogno di migliorare - concretamente - il mio piccolo mondo.
Questo monitoraggio sugli Urban Blog non serve per capire la profondità civile dei nostri umori in rete.
«Ora invece ci si appropria con un oltranzismo sconsiderato dell’idea di valorizzazione e di meritocrazia, facendone un uso aberrante per cui basta essere un attentatore suicida per diventare martire, oppure capire il funzionamento del logaritmo dei motori di ricerca per diventare degni di passare alla posterità. Nel primo caso il nudo fatto prende il posto della lunga esperienza in cui si matura il punto di arrivo del martirio: nell’attentato suicida il miracolo il trauma combaciano perfettamente l‘uno con l’altro, ma esso non ha più niente che fare cibo l’inchiostro dei sapienti a cui una lunga tradizione paragonava la shahāda. Nel secondo caso si stabiliscono classifiche e canoni demenziali, abilmente manipolati, con cui, attraverso l’introduzione di tutta una serie di vecchie parole riabilitate, ma adoperate in modo tendenzioso e iniquo, come reputation, authority, pertinency, relevance, rank, impact, scrutiny e simili, possono essere schedati e valutati tutti gli abitanti del globo in tutti gli aspetti della loro vita quotidiana, economica, ricreativa, turistica, intellettuale, spirituale e perfino intima. (p.125) 
[…] 
La nuova “classe pericolosa” non sarà quella che restaurerà la possibilità dell’azione, impresa impossibile, ma quella che, attraverso la comunicazione, sarà padrona del wuwei, del non –agire. (p. 136)». (Mario Perniola)1
Il monito del filosofo Mario Perniola ci serve, per non perdere tempo sui meccanismi di una possibile classifica, ma per iniziare a domandarci: come possiamo costruire dei sensori attivi sul territorio, per migliorare la nostra qualità di vita sociale o se volete la rete reale civica? 

Come avevo scritto, presto su questo tema Wilfing Architettura aprirà un approfondimento (qui un inizio). 

4 novembre 2010
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Note:


1 Mario Perniola, Miracoli e traumi della comunicazione, Einaudi, Torino, 2009

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