di Salvatore D'Agostino
«Non mi piace proprio sentir parlare di Internet come di un’entità monolitica, tu non detesti i luoghi comuni che la stampa dedica alla Rete su base quotidiana? Insomma su, il web è il regno delle differenze, il posto più plurale e assurdo e sfaccettato che si possa immaginare. Che poi è il mondo a essere incredibilmente diversificato, solo che mai questa diversità era uscita così fuori e con così tanta forza. Potevamo solo intuirla. Ora possiamo viverla ogni giorno, certo bisogna cercare un po’.» Valentina Tanni1
Dopo le ripetute incursioni nel mondo dei blog, è arrivato il momento di mettere ordine tra le pagine scritte nel Web in questi anni.
Cominciamo a rispondere alla domanda posta qualche tempo fa su questo blog: chi è stato il pioniere dei blog di architettura?
La risposta è: Marco Brizzi con la creazione di Arch’it nel marzo 1995 (aveva appena compiuto 28 anni).2
Arch’it è una semplice pagina bianca con pochi e chiari rimandi alle rubriche. In questi quindici anni ha ospitato gli scritti dei migliori critici/architetti - e non solo – italiani. Mantenendo un registro critico e disinteressandosi all’aspetto ‘virale’ di internet o ‘all'estetica Web' del momento. Usando la rete come pagina d’approfondimento e non come campo di una rivoluzione in corso.
Per Arch’it il web log ha la stessa radice della pagina cartacea: la scrittura.
Per seguire il work in progress di Wilfing Architettura sulla storia blog (rimasta in sospeso al 20023) ho creato la pagina web | A | log. Dove sarà possibile trovare - gradualmente - l'elenco cronologico ragionato dei Web Log più significativi.
Invece il post web | AL | log raccoglierà la lista - senza nessuna selezione - delle pagine Web dedicate all’architettura.
Delle scritture Web – trasversalmente – e altro ne parlerò nel prossimo dialogo MONDOBLOG con Luca Diffuse, ma per approfondire meglio la storia dei blog ho chiesto alla rivista Abitare di poter pubblicare il primo articolo, del neo Corso di blog, affidato a Geoff Manaugh autore del blog bldgblog.
Autorizzazione concessa, eccolo: Geoff Manaugh, Blogging 101 - La storia Abitare n. 506, ottobre 2010, pp. 40-43
di Geoff Manaugh
Leggi le altre puntate del Corso di blog: L'attrezzatura, I contenuti, Per chi si scrive? e Il futuro
Nel corso dei prossimi cinque numeri di Abitare, questa serie di brevi articoli avrà come tema la pratica del blog nel mondo dell’architettura e del design. Il tono generale però sarà più pratico che critico e la serie sarà una sorta di guida concreta al mondo dei blog di architettura. Fra le numerose domande che verranno poste, ci chiederemo cosa è un blog, come ne possiamo iniziare uno, per quali motivi si comincia a scrivere un blog e infine cosa dovrebbe aspettarsi esattamente chi decida di aprire un blog.Farò subito chiarezza: ho fondato tutta la mia presente carriera sui blog. Per questo non dovrebbe sorprendere il fatto che la maggior parte delle mie risposte a queste domande sarà alquanto positiva, sia riguardo agli effetti che alle future possibilità del blog.
Nel corso degli ultimi anni riguardo al mondo dei blog sono state fatte numerose dichiarazioni, spesso decisamente avventate. Alcuni sostengono che scrivere blog sia il futuro della critica di design. Oppure, che i blog renderanno obsoleto l’intero sistema universitario. “Questo eliminerà quello”, ha scritto una volta Victor Hugo. Dopotutto, perché andare all’università quando possiamo semplicemente leggere una manciata di blog d’architettura in continua evoluzione? I blog possono diventare la nuova università, un’accademia mobile di autori temporanei e di conoscenze specialistiche.
Queste sicuramente sono prospettive entusiasmanti. Ma sono anche costruite sull’assunto che i blog siano diversi da ogni altra forma di scrittura o pubblicazione creata in passato. La loro semplice esistenza non salverà la scrittura sul design, e non costituisce in nessun modo una certezza nel futuro della critica d’architettura. Inoltre, i blog certamente non causeranno la fine prematura di questi due generi narrativi. In realtà, un blog è autorevole quanto lo è la persona che lo scrive. Se gli autori di articoli di cattiva qualità sul design si spostassero semplicemente, in massa, al mondo dei blog, allora i blog ripeterebbero a oltranza gli stessi riferimenti, assunzioni, toni, pubblico, propri del giornalismo di design su carta. I blog sono una realtà promettente solo se aprono a nuovi autori, nuove voci e nuove ma del tutto impreviste prospettive. Senza di questo, molto poco cambierà nel mondo della letteratura di design e architettura.
Dunque, cos’è un blog? Nella sua forma più elementare, gestire un blog significa mettere testi e/o immagini in rete, con regolarità, utilizzando un sito dedicato a questo tipo di pubblicazione. Quali possano essere queste parole e immagini è tutt’altra questione, come anche chi ne possano essere i lettori (di questo parleremo più avanti nel corso della serie). Cosa scrivere, e per quale pubblico, è in realtà sempre stato il dilemma che gli scrittori hanno dovuto affrontare attraverso la storia: questo dilemma non viene alterato dai blog.
E per questo io vorrei sottolineare, sin dal principio, un aspetto poco trattato: la storia. Il luogo comune, errato, vuole che il blog sia una forma radicalmente nuova di auto-espressione letteraria. Sembrerebbe quasi che finora la gente non abbia mai avuto l’opportunità di esprimersi in pubblico utilizzando la parola scritta. Scrivere blog come attività viene di solito equiparato a una rottura radicale con le tradizioni retoriche del passato – una cosa rivoluzionaria e messianica al tempo stesso. La verità è che i blog fanno parte di una lunghissima storia di auto-pubblicazione. In realtà, fanno addirittura parte di una lunghissima storia di scrittura e iscrizione. A partire dai manoscritti eretici riprodotti a mano e distribuiti attraverso vie di comunicazione sotterranee durante il Medio Evo, fino alle copie samizdat di narrativa breve di carattere sovversivo nella Russia sovietica; dagli opuscoli di poesia mimeografati che venivano passati di mano in mano in luoghi come New York e San Francisco degli anni Sessanta del Novecento, fino ai notiziari fotocopiati, scritti e prodotti da gruppi di mercanti o società segrete. Esiste una lunga storia di reti sociali che hanno prodotto e distribuito loro giornali non ufficiali o altri atti scritti minori. Arriverei a dire che in effetti i blog diventano un mezzo ancora più potente quando non sono limitati solo al contesto digitale di Internet 2.0 e dell’imprenditoria in rete; che i blog in realtà appartengono a un contesto storico più ampio e ancora più ambizioso, che contiene di tutto: dalla profezia religiosa – San Giovanni che sogna l’incubo dell’Apocalisse e della fine del mondo nell’isola greca di Patmos prima di scrivere la sua Rivelazione – alla politica insurrezionale sulle strade e i marciapiedi nell’Europa della prima modernità, che veniva registrata in pamphlet e libri tascabili. La scrittura di un blog non deve assolutamente essere limitata alle aspettative accademiche di un saggio critico ben scritto – con le sue note a piè di pagina verificate e i suoi riferimenti a Walter Benjamin accuratamente notati e approvati – ma non deve neanche essere tenuta in ostaggio dagli snark del ventunesimo secolo e soggetta alla classifica dei link del momento.
Ogni possibile genere di letteratura è rappresentato nel mondo del blog, e lo sarà sempre, incluse tutte le migliaia di forme che ancora devono essere inventate. In un blog si può leggere di fantascienza architettonica o della nuova dichiarazione costituzionale dei diritti dell’uomo; si possono leggere liste quotidiane di preferenze personali o assurde anti-mitologie di culti sociali a venire. Dare per scontato che i blog esistano solo per confermare le metodologie e gli assunti della critica architettonica degli anni Sessanta e Settanta del Novecento è una cosa noiosa e profondamente erronea al tempo stesso. I blog, grazie all’auto-pubblicazione alla loro struttura editoriale priva di supervisione, consentono l’acquisizione nelle discussioni sul design di riferimenti finora inutilizzati. I blog permettono ai critici e ai professionisti di sfuggire alla ristrettezza della gamma di testi ed edifici che una volta venivano considerati indispensabili a una rassegna d’architettura. La debolezza dei vincoli editoriali dei blog, nell’offrire la possibilità di uscire completamente dai canoni, consente anche una nuova libertà sia nei riferimenti a cui fare ricorso che nei soggetti da trattare.
Se i blog di architettura e design fossero semplicemente l’ultima incarnazione di quella mentalità di pubblicazione artigianale già identificata da Beatriz Colomina e dai suoi studenti all'Università di Princeton ed etichettata “clip/stamp/fold”, allora faremmo molto meglio a guardare molto più indietro nel passato, ben prima di Archigram e del Manifesto del Futurismo, verso gente come William Blake e – perché no – Martin Lutero.
L’uso del blog ha una storia molto più profonda di quella che anche il blogroll più longevo potrebbe indicare, e i suoi punti di riferimento di questa storia sono tanto entusiasmanti quanto ampi.
20 novembre 2010
L’uso del blog ha una storia molto più profonda di quella che anche il blogroll più longevo potrebbe indicare, e i suoi punti di riferimento di questa storia sono tanto entusiasmanti quanto ampi.
20 novembre 2010
Intersezioni ---> MONDOBLOG
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Note:
1 Luca Diffuse, Rovistare in pezzi di cultura caotica, minore e disorganizzata può dare grandi benefici, Abitare Web rubrica 'DIFFUSE OUTTAKES', 16 novembre 2010
2 Web log (contratto successivamente in blog per approfondire qui) indica un sito web autogestito - quindi in forma teorica non redazionale - dove vengono pubblicati in tempo reale storie, informazioni, notizie, opinioni o note personali visualizzate in ordine cronologico inverso, cioè, l'ultimo testo inserito collocato in alto e gli altri a seguire verso il basso. Non necessariamente i web log sono aperti ai commenti.
3 nel 2003, nella quinta parte del libro dei 2A+P, Marco Brizzi e Luigi Prestinenza Puglisi - GR. La generazione della rete, Cooper Castelvecchi, Roma, 2003 - furono ordinati cronologicamente gli episodi notevoli avvenuti in rete dal 1995 al 2002.
bellissima iniziativa, sia la tua che quella di Abitare, solo che, la nostra blog-star di riferimento per parlare del blog inizia proprio dalla preistoria (ehi, a questo punto mi indigno perchè non ha citato un esempio lampante e imprescindibile di proto-proto-proto-blog, cioè le grotte di Lascaux) e di questo passo quando arriverà al tema saliente, quello che sotto sotto interessa a tutti: ddò stanno li soldi?
RispondiElimina(lo so salvatore, perdonami se abbasso il livello culturale del tuo blog, sono proprio forastico :-) )
Rem,
RispondiEliminala storia, in questo caso, ha un inizio preciso: 1991 (anzi il 6 agosto del prossimo anno il Web compierà vent’anni).
Essendo tu, tra i più vecchi del Web perché non rispolveri i tuoi blogroll o preferiti?
La lista dei blog è da costruire vedi qui ---> http://wilfingarchitettura.blogspot.com/2007/12/web-al-log.html
Aspetto le tue dritte :-)
Sui soldi, posso dirti che in Italia - al momento - siamo tagliati fuori.
Solo chi è già strutturato come giornalista, o giù di lì, ricava introiti dal blog (più come benefit esterni).
Ne avevo parlato qui ---> http://wilfingarchitettura.blogspot.com/2010/03/0027-mondoblog-elmanco-guadagnare-con.html
Ti riporto la biografia scritta su abitare di Geoff Manaugh: (USA, 1976) critico. Vive a Los Angeles, USA. Nel 2004 ha lanciato BLDGBLOG per esplorare gli incroci tra architettura, paesaggio, narrazione, politica, scienza e mitologia. Attualmente insegna presso la School of Architecture, University of Southern California, Los Angeles. Nel 2009 ha pubblicato “The BLDGBLOG Book”.
Geoff Manaugh ha 34 anni e il suo blog ha 1.967 iscritti (feed).
Ricordo che è tra gli autori di POSTOPOLIS! un evento mondiale di ‘critica architettonica’, ideato da blogger.
Come vedi i suoi post sono poco commentati ma molto densi e interessanti.
Geoff Manaugh punta sui contenuti, se ne frega di dover scrivere qualcosa contro qualcuno.
Spesso molti blogger italiani aprono un blog perché devono alzare la voce contro il nemico che hanno sotto casa.
Rem,
tu non abbassi assolutamente il tono culturale di questo blog, anzi, i tuoi commenti sono spesso laterali e quindi perfetti per chi come me ama la diversità.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
Ma insomma! Prima mi dal del "vecchio del web" e poi mi dici che sono "laterale", sono costretto a schiaffeggiarti telematicamente e a sfidarti a singolar tenzone.
RispondiEliminaScegliti un secondo che io per me nomino arch-ing (alias matteo) che di sicuro mi farà i giusti calcoli balistici.
Rem,
RispondiEliminabene.
Io mi scelgo l’arma di distrazione di massa dei blog d’architettura, ovvero, mort…archiwatch.
Sicuro che i suoi accoliti ti sfiancano con i loro borbottii architettesi, accademici poltonisti, antimodernisti me te magno, pseudo antichisti camuffati da centurioni romani, o’ parcheggio no!, o’ museo no! o’ vino dei castelli si!
Aspetto istruzioni.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
bene, ci vediamo domani all'alba e facciamo all'incirca 543.742 passi (uno più uno meno la distanza che ci separa in linea d'aria - fonte google earth), al segnale di arch-ing si spara la blog-pallottola in direzione nord-sud/sud-nord e si aspetta.
RispondiEliminaRem,
RispondiEliminaperdonami ma mi sono perso.
Non vado molto d'accordo con queste cose digitali.
Buona giornata,
Salvatore D'Agostino
vabbè, in pratica ho vinto per abbandono del campo dell'avversario.
RispondiEliminaPace.
:-)
RispondiEliminaRem,
RispondiEliminapace.
:-)
Comunque è vero che su google map mi ci perdo.
Ad esempio, qualche mese, cercando un riferimento geografico mi sono imbattuto in questo fiume, più che fiume una discarica a cielo aperto in prossimità di Castelvolturno
Link: http://maps.google.it/?ie=UTF8&ll=41.075032,13.90101&spn=0.009414,0.021973&t=k&z=16
Un punto marrone nel blu.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
Lds,
ciao
:-)