di Salvatore D'Agostino
«Sono un blogger e un entusiasta degli spezzoni di narrativa associati casualmente, ma mi è sempre stato chiaro che il contenuto di un blog ha una vita corta. È come recitare una stand-up comedy.» (Bruce Sterling)1
Wilfing Architettura è una parte del mio tavolo da disegno che vive in rete. E, come sul mio tavolo da disegno, transitano progetti e idee con vite alterne: alcuni si dissolvono in poco tempo, altri stentano a partire, qualcuno resta a lungo. I più efficaci sostano poco tempo. C’è anche qualche amara eccezione: idee che non ho mai realizzato e che altri, nel frattempo, hanno concretizzato meglio di me. Progetti e idee che, osservati a distanza di qualche anno, se non mese, appaiono logori, forse un po’ inutili, imprecisi, ingenui, ma conservano l’energia spesa rincorrendo l’ossessione di un pensiero.
Per questo motivo, quasi annualmente, ho la necessità di fare ordine sul mio tavolo web. Quest’anno ci sarà solo una novità grafica: un secondo punto sull’header (titolo).
Poiché cercherò di lavorare su due punti:
primo | sulle continue metamorfosi delle idee:
nel suo libro ‘L’arte del romanzo’ Milan Kundera scrive:
«DEFINIZIONE. La trama meditativa del romanzo è sorretta dall’armatura di alcune parole astratte. Se non voglio cadere nel vago dove tutti credono di capire tutto senza capire nulla, devo non solo scegliere queste parole con estrema precisione, ma continuamente definirle e ridefinirle. (Si vedano DESTINO, FRONTIERA, GIOVINEZZA, LEGGEREZZA, LIRISMO, TRADIRE). Un romanzo, mi sembra, spesso non è che un lungo inseguimento di alcune definizioni sfuggenti.»2
WA (acronimo di Wilfing Architettura) è stato ed è un lungo inseguimento di alcune ‘parole’ dove ho cercato di far coesistere «idee e utopie distanti dal mio o nostro punto di vista». Ho incluso questa ricerca sulle parole nel post: intersezione.
Intersezione è un sostantivo che mi sono accorto manca di quella precisione che ricerca Milan kundera, in un primo momento ho pensato di sostituirlo contraendolo in ‘sezioni’ ma restava ancora vago, come anche le parole: rubriche, repertori, concetti, appunti, temi, contenuti. Per un po’ avevo semplificato trasponendo il concetto con un’immagine che lo rappresentasse, quindi per definire ‘WA come un contenitore d’idee precarie’ avevo pensato a una ‘scatola’, ma le occorrenze per scatola: cassetta, contenitore, recipiente, cofanetto non mi hanno aiutato; l’unica parola efficace e precisa era il corrispettivo in inglese: ‘box’. Non so come e non ricordo perché, mentre riflettevo sulla parola box mi è venuta in mente la parola ‘Aporia’. Aporia è un sostantivo nato nel 1829, secondo la definizione del Devoto Oli, e significa:
«Problema le cui possibilità di soluzione risultano annullate in partenza dalla contraddizione.»
Perfetto! mi sono detto, è la giusta sintesi per il mio tavolo da disegno in rete; non solo, l’etimo perfeziona ciò che in realtà è WA: dal greco aporía ‘difficoltà, incertezza’.
La parola vaga 'intersezione' da oggi sarà sostituita da 'aporie'.
secondo | nuove aporie:
la recente aporia Calendario è stata tra le più lette dello scorso anno; è un’aporia che ha bisogno di tempo che cercherò d’intensificare nei prossimi mesi.
Le due novità saranno:
Pugno, carta, forbice
un viaggio disorganizzato alla ricerca delle centinaia di riviste, fanzine, dazebao, fogli, incunaboli, magazine pubblicati in Italia ogni giorno;
Buca
per ringraziare chi in questi anni mi ha spedito dei libri e che non ho mai trovato il tempo, o forse non ho mai voluto farlo, di parlarne.
Il tavolo da disegno di WA, anche quest’anno, cercherà d’immergersi nella realtà di cui parla.
A dopo.
14 gennaio 2014
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Note:
1 Intervista collettiva,
Bruce Sterling: “Ci salverà l'ingenuità”, La stampa, 25 gennaio 2013
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2 Milan Kundera,
L’arte del romanzo, Adelphi, Milano, 1988, p. 176