di Salvatore D'Agostino
Un dialogo doppio con il gruppo blogger architetti senza tetto. Provincia, ironia, sbalzi umorali, Computer Aided Design, parcelle, uffici tecnici e storie di un gruppo di amici architetti che dialogano in rete.
introduzione e prima parte
Un dialogo doppio con il gruppo blogger architetti senza tetto. Provincia, ironia, sbalzi umorali, Computer Aided Design, parcelle, uffici tecnici e storie di un gruppo di amici architetti che dialogano in rete.
Legenda:
ANG Angiolo;
AST Architetti senza tetto;
LB Lina Bo;
MF Massimiliano;
RK Rem;
SD Salvatore D'Agostino;
TD Tadao;
ZH Zaha.
SD Nel maggio del 2008 bandite un concorso Vectorialize This! invitate gli architetti ad uscire fuori dagli schemi di routine di vetorializzazione e offrite l'occasione di una nuova visione artistica.
Tra le proposte pubblicate segnalo quella di:- Massimiliano che presenta una variante del Modulor Lecorbuseriano "Saturday Night Modulor";
- LineadiSenso offre l'immagine del suo desktop dove si annida un messaggio subliminale. Una zoommata di troppo;
- Tadao prospetta il suo lavoro con un enigma Vectorialize this, but... what is this?;
- Davide (Eraser) anche se viene squalificato con questa motivazione: «[...] la gomma è solo una mega pippona mentale.»
«[...] le dico una differenza [...] nel mio studio prima si sentiva la radio, la musica, il chiacchiericcio e tutti disegnavano parlando, vedendo, chiedendosi e quindi un gran fracasso, oggi il silenzio è preoccupante, perché tutti hanno la testa dentro il computer, si parla solo quando si organizzano le riunioni.» 1
MF Concordo sul fatto che ci sia silenzio assordante anche nel nostro studio, ma io ci provo a fare djset nello studio ritmicamente interrotti da telefonate e altro. Un plotter che stampa comunque è un ottimo sottofondo glitch/loop se si vuole ;)
TD Ciao Salvatore,
La chiamo per nome come compete alle persone ormai familiari... Il timore della Aulenti lo condivido, e in effetti anche rispondere a una mail mi genera perplessità in merito... in fin dei conti nei nostri studi un po' di baccano c'è ancora... io (potendoLe testimoniare solo quanto mi riguarda personalmente) quando lavoro da solo è un conto, sono concentrato, "dentro" il monitor del mio computer, mi faccio accompagnare solo dalla mia musica preferita (non sopporto la radio, perché amo decidere da me la colonna sonora della mia vita...), principalmente classica con una preferenza al barocco, ma quando condivido l'ambiente con qualcuno allora la parola e la musica (di lastfm.it) non mancano mai... sarà che la dimensione del mio lavoro non è quella "industriale" di certi grandi studi e che preferisco contornarmi di persone con cui ho un rapporto personale prima che professionale?
RK L’idea di Vectorialize This! È nata per gioco quando, lavorando con un altro studio a distanza ci sono arrivati, nascosti tra le sezioni, omini e sagome bizzarre. È la follia del caddista che nasconde dove non te lo aspetti scherzi e trabocchetti. Da lì la cosa è degenerata in un concorso, tuttora aperto e senza un vincitore (d’altronde se partecipi e ti diverti hai comunque vinto!), che ha come fine la valorizzazione dell'uso "improprio" del disegno tecnico al cad.
Per quanto riguarda l'effetto che il computer ha sulla vita dello studio devo dire che la nostra esperienza è molto diversa da quella di Gae (che tra l'altro saluto con affetto - non si fa così in tv quando un intervistato cita qualcuno che non ha mai nemmeno lontanamente incontrato? - ): quando siamo sotto consegna siamo silenziosi e concentrati ma quando siamo meno stressati facciamo veramente di tutto tra cui: improvvisare duetti canori a squarciagola fingendo di stare girando un musical ambientato in uno studio di architettura, sfidarci in accese competizioni di ginnastica ritmica (la mia specialità preferita è il nastro), inventare nuove ricette a base di nutella e crackers integrali, giocare a baseball su poltrone a rotelle e molte altre cose amene di questo tipo.
ZH ricordo anch'io le notti prima di un esame passate a bere caffè, ascoltare la radio, ridere e lucidare, panico da rapidograph 0,13 rotto in quanto caduto di punta, o lo 0,40 che sbavava rovinando all'ultimo una tavola quasi finita... o il tentativo di incollare piccolissimi e complicatissimi retini che rimanevano ostinatamente incollati al dito o al taglierino... o la cancellazione con la lametta, e si finiva sempre con la tavola bucata... la preparazione dei sottolucidi... il mal di schiena da tecnigrafo e/o parallelografo, a seconda se eri un purista oppure no (per non parlare delle sacre tecniche di sistemazione del parallelografo, due fili o un unico filo passante?)...
Al ricordo provo contemporaneamente nostalgia e nausea. Oggi il panico è dovuto alla stampante o al plotter che si rifiutano di lavorare all'ultimo minuto, oppure salta la corrente eletGAe Aulentitrica. Però è vero che si parla meno, il disegno al computer richiede più concentrazione. Ma in realtà ha talmente cambiato i tempi e le modalità del progetto, che solo un "boss" come Gae Aulenti può rilevare l'aspetto marginale della conversazione in studio. Immagino che lei faccia gli schizzi, e gli altri disegnino.
Invece, il disegno al computer influisce sul modo di progettare, sulle possibilità di modifiche, sulla complessità degli edifici, e consente cose prima inimmaginabili (e non mi riferisco alla grafica). Magari non necessariamente tutte cose positive, è vero, però... è una rivoluzione, come la catena di montaggio di Ford per l'automobile, ed ancora tutta da valutare, secondo me.
AST & presS/Tletter Il nome di un edificio famoso che non ti piace affatto.
SD La ricostruzione della cattedrale di Noto un falso storico perfetto, bianco, ideale, giusto per i filologici che amano farsi prendere in giro dalla storia.
AST & presS/Tletter Il nome della tua rivista preferita e perché.
SD Lotus perché si deve leggere.
AST & presS/Tletter Non c'è critica, ma solo storia (Tafuri). Sei d'accordo?
SD In parte. Tafuri ha presentato agli architetti italiani Peter Eisenman nel suo libro Five architects N.Y.2, in quel testo non esiste la parola decostruttivismo, termine che in seguito ha creato una totale confusione linguistica perché chi conosce il significato (dal vocabolario De Mauro: filos. scomposizione di un'elaborazione concettuale in un insieme di concetti allo scopo di analizzarli in modo comparativo e di relativizzarli storicamente) intuisce che l'architettura bisogna leggerla processandola, chi invece ha un cultura intuitiva cade in una sorta di ambiguità linguistica-figurativa del de-costruire, ovvero un'attività di smontaggio formale come le costruzioni Lego. Dato che, come dice Franco La Cecla - «gli architetti non leggono ma sfogliano» -3 molti guardano l'aspetto e non lo sviluppo semantico dell'architettura creando una confusione storica. Bisognerebbe osservare la storia con conoscenza evitando la critica militante.
AST & presS/Tletter Bruno Zevi. Un giudizio sintetico sul personaggio.
SD Spazialista, aveva capito che lo studio dell'architettura non può avvenire attraverso la lettura delle piante, sezioni o fotografie, al limite attraverso lo sguardo cinematografico. Io sono convinto che l'architettura sia teatrale e non flat ---> disegno/rendering/fotografia. Inoltre asseriva che l'architettura non può essere giudicata come un quadro, lezione ancora non compresa da molti critici della forma.
SD A che cosa serve un blog per un architetto?
LB ...forse qualcuno al posto di Gae potrebbe dire: "[...] oggi tutti si mandano messaggi in chat, postano video, si scambiano file per email, commentano libri arte musica e architettura attraverso il blog... !!!" ...
Ecco a che cosa serve un blog per un architetto o per lo meno a cosa potrebbe servire... fare scambio.
Come dice Roy Ascott (ndr Cybercettività, 1994):
«Siamo tutti interfacce. Siamo computer-mediati e computer aumentati».
MF Può servire a quello che si vuole ma nel nostro caso è uno sfogo, una possibilità di non prendersi troppo sul serio, l'autoironia è sempre meno presente, ovunque.
TD Il blog è un luogo. Architettisenzatetto è luogo dove ci si ritrova e dove si romanza la propria giornata, un luogo di evasione, di riflessione, di autocritica... direi un luogo dove si socializza, dove infondo si può stare insieme a ritmi asincroni e a distanze qualunque, cose che nella fisicità spesso risultano complicate... A cosa serve questo? In una professione difficile da esercitare, che richiede orari di lavoro impensabili ad altre categorie, direi che serve, insieme a tante altre cose, a ricordarsi di essere "persone", prima che architetti...
RK La questione è aperta, da grande esperto e guru del Web (scusa ma mi vien da ridere anche a scriverlo...) vedo nel futuro degli architetti sempre più blog e meno siti impaludati e raffinati (come se non sapessimo cosa c'è dietro questa patina di algida perfezione...). Oramai guardo distrattamente i siti degli architetti, sempre più simili tra di loro, e la cosa di cui sento fortemente la mancanza è la possibilità di interagire colloquialmente. Mi piacerebbe che anche gli architetti si esponessero ai commenti, che intorno a un progetto o a un dettaglio si scatenassero scambi infuocati di post come tra fan e detrattori dei Tokyo Hotel.
ZH il blog serve a non sentirsi soli.
AST & presS/Tletter L'università italiana...la consiglieresti? E se sì in quale città.
SD No, consiglio un'iniziazione pedestre, l'architettura di strada accompagnato da uno o più Virgilii e non dai ciceroni come lo sono molti 'insegnanti della poltrona' in Italia.
AST & presS/Tletter Mettimi in ordine di preferenza i seguenti architetti: Eisenman, Koolhaas, Moss, Hadid, Herzog e de Meuron, Gehry, Coop Himmelb(l)au, Fuksas, Piano, Anselmi, Purini, Cellini, Casamonti, Culotta (per cortesia non mettere parimerito).
SD
Koolhass|La misura del contemporaneo;
Eisenman|Il diagramma e il concetto;
Piano|L'ultimo degli artigiani;
Herzog & De Meuron|Allegorici formalisti;
Hadid| Concreti Aritmetici Disegni;
Purini|Paesaggio teorico;
Gehry|Detto F.O.G. il baroccaccio;
Fuksas|Anno zero;
Casamonti|Villamare;
Culotta|Dov'è l'architettura mediterranea?;
Cellini|Architetto o professore?;
Anselmi|Apologia del recinto;
Moss|s. v.;
Coop Himmelb(l)au|s. v.
AST & presS/Tletter Un libro che consiglieresti a uno studente, a un architetto, a un critico.
SD
- studente ---> Leo Colovini, I giochi nel cassetto. Guida teorica per aspiranti autori di giochi, Unicopli, Milano, 2002;
- architetto ---> Stefano Bartezzaghi, Lezioni di enigmistica, Einaudi, Torino, 2001;
- critico ---> Freccero & Lucentini, I ferri del mestiere. Manuale involontario di scrittura creativa con esercizi svolti. Einaudi, Torino, 2007.
SD Sarah Schneider, Estudio Barozzi Veiga e il mio amico Alessandro Cavallaro, una provocazione, ma anche una speranza perché rappresenta uno dei tanti bravi e giovani architetti di provincia che devono arrabattarsi con il lascito culturale dequalificante della figura dell'architetto e dell'edilizia in generale.
AST & presS/Tletter Tre parole oggi importanti.
SD Trans, Distopia e la disobbedienza di Don Milani.
23 giugno 2009 (ultima modifica 23 giugno 2009)
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Note:
1 Tratto dal programma di radio tre "Il Terzo Anello - Mostri sacri" con Roberto Andreotti e Federico De Melis ospite Gae Aulenti del 27/10/2008. Link
2 Manfredo Tafuri, Five architects N.Y., Officina edizione, 1981
3 Franco La Cecla, Contro l’architettura, Bollati Boringhieri, Torino, 2008
1 Tratto dal programma di radio tre "Il Terzo Anello - Mostri sacri" con Roberto Andreotti e Federico De Melis ospite Gae Aulenti del 27/10/2008. Link
2 Manfredo Tafuri, Five architects N.Y., Officina edizione, 1981
3 Franco La Cecla, Contro l’architettura, Bollati Boringhieri, Torino, 2008