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3 dicembre 2012

0014 [POINTS DE VUE] Martino Di Silvestro | I sikh dell’agro pontino

di Salvatore D'Agostino
da leggere insieme l’intervista al sociologo Marco Omizzolo

La prima volta che Martino Di Silvestro ha fotografato i sikh dell'agro pontino era il 2004 quando, per puro caso, partecipa al corteo religioso che si svolge tutti gli anni nel mese di giugno a Sabaudia. La festa celebra il sacrificio del quinto divino sikh, considerato dai devoti un’incarnazione consapevole della grazia di Dio, Shri Guru Arjan Dev Ji. Da allora una o più volte all'anno ritorna in questi luoghi aggirandosi nei paraggi di un residence per la villeggiatura estiva mai abitato dai vacanzieri nei pressi di Bella Farnia.

L’indole mite dei sikh, l’assenza di diffidenza e la totale disposizione a lasciarsi ritrarre gli hanno offerto la possibilità di un atto fotografico lento e prolungato in controtendenza al suo consueto fotografare rapido quasi furtivo. 

I sikh, in queste fotografie, non costituiscono lo sfondo di un paesaggio ma sono il paesaggio che ogni giorno trasformano con il proprio lavoro e abitano dispersi nei mille anfratti abbandonati all'interno della pianura. I sikh sono terra. Una terra che racconta l’ennesima dura storia delle ‘terre di speranza’.














0034 [A-B USO] Marco Omizzolo | I sikh dell’agro pontino

di Salvatore D'Agostino
da leggere insieme il points de vue di Martino Di Silvestro

L’agro pontino dopo la bonifica integrale del 1926-1937 voluta dal regime fascista si è trasformato in una ricca terra di opportunità lavorative prima per le allora povere e sovraffollate regioni del nord soprattutto del Veneto ma anche del Friuli e dell'Emilia, in seguito nel dopoguerra, in concomitanza con lo sviluppo industriale dell’area, quando arrivarono i lavoratori dal sud: dall'Abruzzo, dalla Sicilia e in prevalenza dalla Campania. Negli anni novanta, dopo la crisi del settore industriale e l’investimento intensivo nell'agricoltura e nell'allevamento, si sono aggiunti i braccianti extra-europei provenienti dai paesi del Nordafrica e dell'Africa sub sahariana e dai paesi asiatici come l'India, il Pakistan e il Bangladesh, e si è insediata una grossa comunità di sikh del Punjab una regione posta a cavallo della frontiera tra India e Pakistan.

In questi decenni quindi questa ricca area geografica è stata una terra di opportunità per lavoratori provenienti da diverse province dell’Italia e dal mondo cambiando il paesaggio culturale e civico dell’agro pontino. Oggi queste differenti culture le vedi vivere e lavorare, con ruoli diversi, nei campi del pontino. Un territorio che ho voluto analizzare da una parte attraverso l’indagine diretta del sociologo Marco Omizzolo, che per due mesi ha lavorato insieme ai sikh ed è andato nel Punjab per capire meglio la loro cultura e dall'altra attraverso le fotografie di Martino Di Silvestro che da quasi dieci anni svolge una costante ricerca visiva su questo territorio.

Più che un’analisi definitiva di un paesaggio complesso come quello dell’agro pontino, ho pensato a due diverse modalità d’indagine diretta sul luogo: quella scritta e quella visiva. A seguire l’intervista a Marco Omizzolo e in questa pagina i points de vue di Martino di Silvestro.



17 settembre 2010

...a proposito di Adriano Olivetti, Biennale di architettura e Le Corbusier...

di Salvatore D'Agostino

...Adriano Olivetti, 
Da Emanuele Piccardo
06 settembre 2010 12:04
oggetto Adriano Olivetti

Ciao Salvatore,
il premio che l'Asolo Art Film Festival ha dato al film "Lettera22" dimostra quanto sia importante diffondere il pensiero e le azioni di Adriano Olivetti che ha sempre posto al centro del suo agire l'uomo e la comunità. 
Egli ha teorizzato e realizzato in parte, un nuovo modello di società attraverso l'architettura. Ha dimostrato che l'architettura se viene usata bene consente all'essere umano di migliorare le proprie condizioni di vita.
Un esempio per tutti gli architetti che oggi mettono al centro dei loro interessi unicamente il profitto e l'egoismo.

emanuele
case per famiglie numerose di Figini&Pollini

...Biennale di architettura,
Da Salvatore Gozzo
31 agosto 2010 12:15
oggetto Cartoline da Venezia

Salvatore,
due cartoline da Venezia: una di mente, l'altra di cuore.
Saluti 


 e Le Corbusier... 
Da Martino Di Silvestro
03 dicembre 2009 10:56
oggetto Le Corbusier

Ciao [...]
Ti mando queste foto, niente di che, ma rappresentative.
È la strada dell'abitazione di Le Corbusier, la maison blanche, anzi dei genitori di Le Corbusier a La chaux de Fonds.
Passava da lì, forse ancora non aveva gli occhialoni... [...]

...e poi in quel boschetto alle spalle della maison ho trovato, irrazionalmente, questa scultura lignea vivente, perbacco!


17 settembre 2010
Intersezioni ---> ...a proposito di...
Come usare WA ------------------------------------------------------------------------------------------Cos'è WA

5 dicembre 2008

...a proposito di diagrammi, incrocio e fotografia...


...diagrammi,
Salottobuono,
ho sistemato l'intervista secondo il tuo/vostro suggerimento.
Interessante il libro Data Flow
a presto,
Salvatore D'Agostino
Mail spedita il 20 ottobre 2008 10.19

Grazie sì, il libro è molto bello e pieno di lavori interessanti. E' anche molto ben fatto, l'hanno curato e disegnato gli svizzeri Onlab (www.onlab.ch – gli stessi che hanno realizzato la grafica del padiglione tedesco alla Biennale di quest'anno e che hanno fatto il lifting all'attuale Domus...).
Salottobuono

Che cos'è un Data Flow Diagram?

Una semplificazione grafica dei flussi d'informazione, teorizzata nel 1978 da Tom De Marco e descritta nel suo libro Structured Analysis and Systems Specification, Paperback, 1979.


...incrocio,
ho chiesto ai miei amici Ugo Sgambetterra e Carina Peinado Sarubbi, di tradurmi una vignetta di Daniel Paz un fumettista argentino.
Grazie Ugo e Carina.

Clicca sull'immagine per ingrandire.


MALBA: http://www.malba.org.ar/web/


...fotografia,
Martino Di Silvestro un architetto/
fotografo che lavora in Svizzera mi ha spedito una mail:
Oggetto: Mormorio-Alemanno Delogu...
Perchè non pubblichi questo?

http://www.fotoinfo.net/news/detail.php?ID=447
http://liste.racine.ra.it/pipermail/s-fotografie/2008-July/001213.html
http://liste.racine.ra.it/pipermail/s-fotografie/2008-July/001214.html
nel tuo blog?

Ciao
Martino
Mail spedita il 17 ottobre 2008 16.08


Di Diego Mormorio ricordo con piacere un suo libro sulla fotografia "Un'altra lontananza", Sellerio, 1997.
Interessante il capitolo Vedute & Paesaggio (Città, giardini, periferie, lontananze) dove si può leggere un'acuta definizione di paesaggio:


Questo vicenda romana chiarisce il male profondo della nostra Italia, mi chiedo, può la politica gestire le eccellenze?
In una lettera aperta di Diego Mormorio pubblicata su libero il 13 luglio 2008 "7 anni di fotografia. Festival internazionale di Roma". Un bilancio deludente." Leggiamo:

«Ma il sindaco Veltroni – che (per la cronaca) è stato studente all’Istituto Cine-Tv – intendeva evidentemente realizzare intorno alla fotografia non tanto un progetto orientato all’approfondimento o alla crescita dello spirito critico, quanto uno dei tanti appuntamenti romani di consumo, utili alla crescita del consenso elettorale. Pensò, dunque, che non fossero necessari né uno né molti esperti, ma che bastasse la buona volontà di un fotografo, ignoto a molti, ma suo amico. Così Marco Delogu, per dirla ricordando i tanti cardinali che ha fotografato, venne creato “direttore artistico"».

Riporto un articolo apparso sul sito Associazione Italiana Giornalisti Dell'Immagine", 09 ottobre 2009:

«Dal 2009 stop al Festival Internazionale della FotoGrafia di Roma. Lo ha dichiarato all’Ansa l’assessore alla cultura Umberto Croppi, lanciando contemporaneamente la costituenda Festa Futurista e le altre iniziative culturali del comune.
Ufficialmente la causa è finanziaria: l’assessore ha detto di aver trovato una “situazione disastrosa”, anche se la passione revisionista della giunta Alemanno, dai festival del cinema "autarchici" alla celebrazione dei caduti papalini proprio durante la commemorazione della Breccia di Porta Pia il 20 settembre scorso, e l’evidente intenzione di cancellare qualsiasi ricordo delle precedenti amministrazioni di centrosinistra, fanno pensare a forti motivazioni di natura politico-ideologica. Il direttore della rassegna Marco Delogu ha dichiarato in un’intervista a Repubblica che l’edizione del 2009 si terrà ugualmente, anche senza l’appoggio comunale, per rispettare gli impegni presi a livello internazionale.
Sembra giusto ricordare che il Festival e la gestione di Delogu hanno ricevuto in passato diverse critiche, per la mancanza di un Comitato Scientifico, la discutibilità di alcune scelte, l’assenza di un serio percorso critico e storiografico, riassunte in un recente intervento di Diego Mormorio su S-Fotografie e in una seguente precisazione

Diego Mormorio nella sua successiva precisazione riporta un aneddoto:

«Ho sentito circolare una battuta: Se in Italia si fulmina una lampadina, prima fanno un convegno politico sulla lampadina, poi la sostituiscono.»

Tralasciando la vicenda Mormorio/Delogu, Alemanno/Veltroni, revival futuristico/fotografia internazionale, provinciali/provinciali, perché in Italia la retorica della politica di sinistra--->comunisti/destra--->fascisti crede che gli italiani siano gente da addomesticare con eventi culturali propagandistici e provinciali?
Perché la politica deve gestire la cultura?
L'Italia è bloccata da un manipolo cospicuo di politici che gestiscono i propri interessi a discapito della gente intelligente ormai relegata fuori orario o nel retrobottega.
La politica sembra considerare stupidi i propri elettori, spendendo soldi statali per operazioni di basso marketing elettorale.
Personalmente credo che bisogna non aver più buonsenso e disobbedire, perché la politica di destra/sinistra non rispetta le regole primarie del buon vivere, agire con intelligenza.

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