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14 agosto 2024

|074| a mano libera nei dintorni di Brooklyn #amanolibera 13*08*2024

                 di Salvatore D'Agostino

    In giro per Brooklyn, attraversiamo il quartiere ebraico e mi viene in mente una battuta di Woody Allen: “Lei di che confessione è?” “Di nascita sono di confessione ebraica, poi crescendo mi sono convertito al narcisismo.” Le città, più cerchiamo di narrarle, più sembrano sfuggire al racconto. La città è una realtà antropologica, sempre in continuo movimento di storie ed edifici, nulla mai si cristallizza. Le storie delle città sono destinate alla narrativa, non alla verità storica. Sono affreschi che in un attimo cambiano, come tonalità di luce, colore e umanità. A differenza degli uomini, la città non può permettersi di essere narcisista, perché per sua natura entra in empatia con chi la vive.
    As we wander through Brooklyn, we pass through the Jewish neighborhood, and a Woody Allen joke comes to mind: “What’s your religion?” “I was born Jewish, but later I converted to narcissism.” The more we try to narrate cities, the more they seem to escape the story. The city is an anthropological reality, always in constant motion, with stories and buildings never crystallizing. The stories of cities are meant for narrative, not historical truth. They are frescoes that change in an instant, like tones of light, color, and humanity. Unlike humans, the city cannot afford to be narcissistic, because by its very nature, it empathizes with those who live in it.


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