di Salvatore D'Agostino
“You press the button, we do the rest” - "Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto" - era lo slogan con cui, agli inizi del Novecento, il fondatore della Kodak, George Eastman, promuoveva le sue prime macchine fotografiche. A mio avviso, immaginava già ciò che avviene oggi, perché la sua idea si basava sul fatto che proprio tutti potessero creare immagini. Pubblicare milioni di foto in un'ora sul web è ormai una realtà, ed è impensabile che ci sia una supervisione per capire chi, tra queste milioni di immagini, abbia catturato qualcosa di significativo. Purtroppo, queste foto generano dati che vengono studiati principalmente per fare marketing e guerre. C'è chi pensa anche al valore della foto come gesto artistico e come memoria, ma questo è un discorso molto marginale, non centrale rispetto a ciò che le immagini oggi generano.
“You press the button, we do the rest” was the slogan with which, in the early 20th century, Kodak founder George Eastman promoted his first cameras. In my opinion, he was already envisioning what happens today because his idea was based on the notion that everyone could create images. Publishing millions of photos online in an hour is now a reality, and it’s unthinkable that there could be any oversight to determine who, among these millions of images, has captured something significant. Unfortunately, these photos generate data that is mainly studied for marketing and warfare. There are those who also consider the value of the photo as an artistic gesture and as a memory, but this is a very marginal discussion, not central to what images generate today.
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