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21 agosto 2010

0435 (finExTRA) 21 agosto 2010---- > WWW o WWC [57] Leggere i commenti

di Salvatore D'Agostino


«Gipi in esplorazione tra i commenti, in cerca di risposte ai commenti.

[…]

Ogni mattina mi faccio del male. Mi considero immortale.
Così, partendo da questa considerazione, perdo tempo. Se un giorno il Signore volesse farmi il più bel regalo del mondo, dovrebbe darmi la coscienza piena della mia mortalità. Vorrei che mi desse un nuovo senso, un settimo, quasi di serpente, che frammenti lo scorrere del tempo in schegge appuntitissime, che mi si sfiorino nel corpo con il sangue, e che mi tengano all’erta di continuo, al ritmo di un “io sono il tempo che passa e non tornerò. Quindi regolati. non gettare via le ore e le giornate. Fai le cose più belle. Costruisciti.”.
Ma questo non succede. Mi sveglio convinto di essere immortale e (se non devo urgentemente lavorare) mi metto a perdere mattine intere leggendo articoli sul web.
Gli articoli sul web, a differenza di quelli sulla carta hanno i commenti dei lettori. Io leggo anche quelli. Ci sono 437 commenti. Li leggo.
Li leggo tutti. Passano le ore, ed il senso di serpente non si fa sentire. Spenderò questo secolo così, poi nel prossimo vedremo. Ginnastica, magari.
Il mio giro di lettura è, più o meno, sempre lo stesso: Parto da Repubblica. Vado sul Post. Il Fatto Quotidiano. A volte L’Unità. Spesso Il Giornale.
Leggo gli articoli. Seguo i collegamenti ai blog degli autori e leggo qualche pezzo in più. Se ci sono commenti, leggo anche quelli.
Posso andare sul sito di Grillo, se me lo ricordo. E andavo su quello di Antonio di Pietro, abbastanza spesso, almeno fino ai giorni dell’appoggio a De Luca.
Ci sono cinquecentosessantaquattro commenti. Li leggo.
Leggo i commenti, quelli delle persone senza firma, che sono rappresentate in rete da pseudonimi o nomi di battesimo con cifre appese che cerco sempre di capire se sono date di nascita, o altre cifre dai significati nascosti. Mi interesso a questo aspetto, quello dei nomi. Ci sono commentatori che ritrovo, di alcuni sono diventato grande estimatore. A volte guardo se, collegato al soprannome usato per lasciare un commento , si può trovare un indirizzo di posta elettronica. Si, perché vorrei scrivere a questi sconosciuti, a volte, e comunicargli il mio apprezzamento per i ragionamenti espressi, o per lo humour messo in pagina, dipende. I motivi possono essere numerosi.
Spesso, la mattina, faccio questo. Perdo tempo così. Se sono in un giorno ottimista cerco di consolarmi dicendomi che leggendo imparo delle cose, ma in realtà la mia idea di apprendimento sarebbe distante dal livello raggiungibile con il sedere sulla sedia e gli occhi sullo schermo.
“Tutte le strade portano a Woodstock 5 stelle”.
Ci sono, in questo momento esatto (ricarico la pagina, sono le 13:02) 803 commenti.
Non li leggerò tutti. Non leggerò neppure l’articolo, non ora, adesso sto ragionando d’altro. Questa è una operazione scientifica, se non si fosse ancora capito.
Guardo i commenti. Non li leggo. Li guardo soltanto, li scorro. Attuo una ricerca per vedere se, oltre agli ottocento e passa commenti si trovi una qualche replica dello staff del redattore dell’articolo. Una risposta, insomma.
Non c’è.
Cambio sito. Unità.it. So che cercando l’editoriale della direttrice, sempre seguitissimo, troverò moltissimi commenti. Questa sarà una cosa buona, ai fini della mia ricerca scientifica amatoriale.
“Le domande semplici”, questo il titolo dell’editoriale della direttrice de L’unità, alle ore 13:05 di oggi. Commenti: zero.
Zero?
Non è possibile. Forse per uno scienziato queste risposte imprevedibili ad un test sono la normalità, per me è scioccante.
Commenti: zero. È stato appena pubblicato. Non va bene per il mio test.
Prendo l’articolo precedente: “Vecchi amici”. Redatto il 25 Luglio alle 22, 31.
Commenti presenti: duecentonovantatre.
Ancora, non mi interesso al contenuto dell’articolo e neppure alle argomentazioni dei commenti, rilevo solo il numero di risposte a questi: Ancora zero.
Una volta, un giornalista del Fatto rispose a un commento. Sobbalzai e ne fui felice.
Per evitare fraintendimenti: non rispose a me. Io non lascio mai commenti, sono solo uno spione.
Rispose, così, in generale. Non ricordo, l’articolo originale. Non ricordo la domanda del commento, ne lo pseudonimo del commentatore, ne se avesse numeri nel nome.
Ricordo solo che quella risposta, per un attimo, mi tolse quell’immagine di balcone assolato dalla mente. Mi fece bene».

Gipi, Balcone 2.0, Il post, 3 agosto 2010. Link

21 agosto 2010

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27 febbraio 2009

...a proposito di bagno di sangue, Postopolis! e il potere dell'architettura...

di Salvatore D'agostino

...bagno di sangue,



Leggendo questo articolo di: Richard Waite, It's a bloodbath': architects savaged by the recession, The Architect’s Journal, 20 febbraio 2009.
Dove si racconta del ‘bagno di sangue degli architetti’, da intendersi come perdita del lavoro, causata dalla recessione economica, resto esterrefatto sull’apparente passività italiana verso questo problema. Forse perché non esistono studi di architettura ben strutturati?
Ne ho parlato, fugacemente, con Daniele A. Diana, architetto Italiano a Londra, che collabora da due anni alla progettazione di uno dei più prestigiosi aeroporti del Medio oriente.

Daniele,
[...]
ti passo questo link: http://www.architectsjournal.co.uk/news/daily-news/its-a-bloodbath-architects-savaged-by-the-recession/1990568.article
Aspetto un tuo cenno.
Saluti,
Salvatore D'Agostino
Mail spedita il 22 febbraio 2009 23.21

grazie Salvatore

Posso solo confermare quello che l'articolo scrive. Credo di averti raccontato che la nostra azienda ha dovuto fare a meno di un centinaio di persone poco prima dello scorso Natale. Studi ancora più numerosi e solidi a livello mondiale come Foster & Partners ha annunciato che sarà costretto a considerare un esubero di quattrocento persone. I progetti vengono sospesi o cancellati settimanalmente ormai da un bel po' di tempo.

Al momento non ho, e non voglio avere, il tempo per preoccuparmi di perdere il posto di lavoro, non ne ho mai avuto motivo da quando ho iniziato a lavorare, più di dieci anni fa, fortunatamente. Ma non è forse vero che non si finisce mai di fare nuove esperienze?
Se dovesse succedere: non mi mancano le risorse, probabilmente dopo un certo sconforto proverei a prenderla come un'opportunità.
Per esempio un amico, a cui è recentemente capitato, ha fatto di necessità virtù: E' stata una benedizione! Mi ha detto. Si è messo a lavorare in proprio. In altre circostanze non avrebbe avuto l'opportunità di pensare ad emanciparsi, forse. È anche vero che è un fortunato: la moglie da alcuni anni lavorava già in proprio per piccole committenze private.
Talvolta sono un po' infastidito dalle notizie che circolano, sembra che vogliano contribuire a seminare il panico (che purtroppo è comunque motivato).
Il Credit Crunch ha dato a molte aziende l'opportunità di effettuare innanzitutto una grossa scrematura: molte delle persone che sono state licenziate, spesso non erano semplicemente produttive, sopratutto rispetto ai loro guadagni.

Sappiamo bene che noi architetti non siamo impiegati delle poste ma liberi professionisti e quindi le nostre prestazioni vengono principalmente valutate secondo diversi criteri: qualità, efficacia, esperienza, attendibilità, skills (ciò che sai fare), e molto altro.... la lista può essere più o meno lunga.
È proprio in virtù della nostra libera professione che dobbiamo anche essere disposti ad accettarne pro e contro.
Rimane comunque il fatto che la crisi è vera. Molti istituti di credito hanno chiuso i battenti. Non ho la competenza per spiegarne i perché o i come, ma, nella sostanza, molti budget sono stati ridotti, dimezzati o spariti del tutto.
Se il committente chiude, l'architetto è a spasso - più o meno bravo.
Un abbraccio.
Daniele.


Mail spedita il 23 febbraio 2009 0.19


...Postopolis!,
caro salvatore
[...]
ti mando un link. dovrebbe interessarti.
http://www.storefrontnews.org/event_dete.php?eventID=88
a presto
louis [Kruger ndr]

Mail spedita il 23 febbraio 2009 0.19


Louis,

grazie per il suggerimento, ho notato che manca un blogger italiano, ma questo è normale dato che assorbiamo sempre in ritardo le innovazioni tecnologiche. Come puoi osservare, i 'blog di architettura' in Italia sono quasi inesistenti, spesso legati a logiche autoreferenziali o trasposte da altri media. Nessuno riesce a sfruttare a pieno le sue potenzialità, recentemente la rivista 'Abitare' ha aperto una pagina simile al forum/blog, interessante perché catalizza il meglio dei suoi scritti/ori, ma non è una voce indipendente.
Il problema principale di tali operazioni è la mancanza di finanziamenti economici. Negli Stati Uniti (come puoi ben vedere dal link che mi hai inoltrato) ci sono due modi per autofinanziarsi: le pubblicità sul sito (i cosiddetti clic per pagina) e le donazioni. In Italia la prima funzione è stata recentemente introdotta, ma premia solo i grandi numeri (accessi sul sito); la seconda non funziona perché le donazioni, culturalmente, si fanno solo per scopi umanitari.
Infine per ottenere facili accessi devi strutturare gli argomenti in modo tale da richiamare i possibili lettori (o guardoni che entrano nel sito e fanno numero) questo è possibile farlo in tanti modi, ma due sono più efficaci: il 'gossip notizia' anche non vera, ma pruriginosa e lo 'scandalo notizia' anche non vera, ma pruriginosa (ripetizione voluta). Anche le notizie alla 'Grillo' sono efficaci perché attirano i 'Troll', ovvero gli indignati del divano, ma questa è un'altra storia.
[...] a presto,
Salvatore D'Agostino

Mail spedita l'8 febbraio 2009 9.57





POSTOPOLIS! parola che coniuga post articolo per i blogger e polis città:


sei blogger da cinque diverse città del mondo ospiteranno una serie di dibattiti, interviste, presentazioni, pannelli, colloqui sull’approccio interdisciplinare e informale della blogosfera e la loro influenza sull’architettura.

Ecco gli invitati:
ArchDaily (English) & Plataforma Arquitectura(Spanish), David Basulto (Santiago, Chile);
BLDGBLOG , Author: Geoff Manaugh (San Francisco);
City of Sound , Author: Dan Hill (Sydney, Australia);
Subtopia , Bryan Finoki (San Francisco);
Mudd Up! , Jace Clayton (New York);
We Make Money Not Art, Regine Debatty (Paris, France).

...il potere dell'architettura...
Emanuele,
interessante vorrei linkarlo sul mio blog nella rubrica ...a proposito di…
Ti faccio una domanda con cui dopo costruisco il post, basta solo una tua risposta:
Così Vitruvio introduceva il suo lavoro, nonché il primo trattato sull’architettura ‘De Architectura’: «Fino a quando il tuo spirito divino e la tua volontà, o Cesare Imperator, erano impegnati a conquistare il dominio sul mondo e i tuoi concittadini, ormai abbattuti i tuoi nemici tutti grazie al tuo invincibile valore, traevano vanto dal tuo trionfo e dalla tua vittoria e tutte le popolazioni sottomesse stavano in attesa di un tuo cenno e il popolo romano e il Senato liberati dalla paura cominciavano a farsi guidare dai tuoi disegni politici e dalle tue decisioni altamente autorevoli, non osavo, in mezzo a situazioni così impegnative, pubblicare quanto sull'architettura avevo già scritto e le idee cui avevo dato sviluppo dopo lunghe riflessioni, trattenuto com'ero dal timore di andare incontro alla tua irritazione, disturbandoci in un momento poco opportuno.
Quando notai però che tu non ti prendevi cura soltanto della vita pubblica della comunità e dell'organizzazione dello stato, ma anche dell'opportunità di dare sviluppo all'edilizia pubblica, in modo tale che per opera tua non solo lo stato risultasse accresciuto grazie alle nuove province, ma la grandezza del potere si manifestasse anche nello straordinario prestigio degli edifici pubblici, ritenni di non dovere lasciare passare la prima occasione per pubblicare, dedicandoli a te, quei miei scritti sull'argomento in questione, e la ragione prima era che in relazione ai miei interessi in questo campo ero stato conosciuto da tuo padre ed ero stato un ammiratore del suo valore.»… (Vitruvio, De Architectura, Libro I, Einaudi, 1997, p. 11.)

Mail spedita il 25 febbraio 2009 19.14

Emanuele Piccardo: Vitruvio ben rappresenta questo rapporto tra l'architetto e il potere, quando afferma di non voler irritare Cesare con le sue riflessioni d'altronde è un rapporto antico quello di cui discuteranno gli ospiti che ho invitato a Genova il 5 marzo. Si discuterà, appunto, sul tema Architettura e Potere, una riflessione necessaria dopo le recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto alcuni progettisti italiani con ruoli importanti, ma non si personalizzerà anzi si cercherà di esprimere un pensiero critico attraverso uno sguardo multidisciplinare sul rapporto architettura-affari-politica. Architettura intesa come rappresentazione fisica di un potere dominante: economico e politico. Alla luce della recente crisi economica che ha generato architetture di carta, in assenza di un progetto politico di città, qual è il ruolo che deve assumere l'architetto? Ha ancora senso che l'architetto sia il portavoce del mercato? Ha ancora senso parlare di etica nel fare architettura?
Una discussione tra Stefano Boeri/direttore Abitare, Massimo Ilardi/sociologo urbano, Enrico Arosio/L'espresso, gli architetti Tommaso Principi e Paolo Brescia fondatori di OBR, Giovanni Caudo/urbanista, Fabrizio Violante/critico cinematografico.

Mail spedita il 25 febbraio 2009 19.32

Architettura e Potere: Genova, 5 marzo 2009 ore 17

27 febbraio 2009 (Ultima modifica: 9 giugno 2010)


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N.B.: La vignetta di Dilbert mi è stata suggerita da Damiele Diana.

31 maggio 2008

0009 [MONDOBLOG] Mort ... archiwatch

di Salvatore D'Agostino

Giorgio Muratore autore del corrosivo, caustico, sarcastico e sferzante blog: 'ARCHIWATCH'. 

Salvatore D'Agostino Giorgio dal greco gheorgòs "agricoltore": agricoltore/muratore/architetto chi è Giorgio Muratore?

Giorgio Muratore Se potessi scegliere … naturalmente … il primo, poi il secondo e quindi il terzo, che sarei comunque tentato di escludere fin da principio. Sono senz'altro un architetto “pentito” e, in fondo, lo ero diventato, tanti anni fa decisamente “per caso” … scegliendo una facoltà e quindi un “mestiere” che nel ’64, con i miei occhi di allora … sarebbero dovuti essere “del futuro” ...

Muratore, quindi di nome e di fatto … mi piacciono le cose concrete … I muri, le pietre, i mattoni, le cose e le case semplici, normali, naturali, … detesto l’artificio, la maschera, le cose urlate, la “messa in scena”, la manfrina, l’arroganza, l’ignoranza, l’ipocrisia … in breve: l’architettura vincente di oggi …

Agricoltore, quindi, contadino … come un sogno, un’aspirazione alla ciclicità, alla visione naturale di un tempo che si è pur sempre perduto, è altrettanto capace di ricominciare … sempre uguale … il fascino dell’immutabilità e del mutamento … metamorfosi … natura …

A che cosa serve un 'blog' per un architetto? 

Assolutamente a niente … quindi: indispensabile … soprattutto per uno come il sottoscritto che negli ultimi anni non poteva più scrivere praticamente da nessuna parte …
Tutto quello che dice Grillo sulla stampa è vero … la censura esiste … il mondo della carta stampata nella quale ho vissuto per quarant'anni, come l’università è un letamaio; … un blog … finché non staccheranno la spina … è l’unico modo per avere l’illusione di poter parlare, ma è, comunque, una bottiglia nell'oceano, … ma, sicuramente, sempre meglio di niente ...

Perché Archiwatch? 

Immagino che tu voglia sapere come è nata la scelta di un logo così banale … trendy … e, al fondo, volutamente kitsch … la scelta risale ad alcuni anni fa, molto prima del blog ed era il titolo di una rubrichetta su una rivistina architettonica, inventata da Massimo Catalani che, in qualche modo, era a sua volta un’appendice di una testatina artistica di Ludovico Pratesi che, ben prima della rete, si autoriproduceva via fax … e delle quali, vista l’età, non ricordo neppure il nome … sicuramente, erano i primi anni del primo Rutelli, sarà stato il ’93 o il ‘94 e proprio “via fax” [N.d.R.: La rivista si chiamava Artel] … iniziò, per me, la lunga battaglia dell’Ara Pacis … i primi scazzi con l’amministrazione capitolina e i suoi sinistri suggeritori … poi entrai in contatto con James Beck un famoso e compianto professore della Columbia che, con grande modestia, intelligenza ed energia animava un’associazione e un sito intitolato “ArtWatch[N.d.R.: Sito attuale ArtWatch] che lui usava per denunciare le malefatte degli addetti ai lavori nel campo dell’arte antica e del restauro (famosa la sua denuncia contro i restauri della Sistina …) così quando capitò l’eventualità, su due piedi, di dare un nome ad un blog elettorale in occasione delle ultime elezioni per il consiglio dell’ordine degli architetti di Roma … non trovai di meglio che riesumare quell’Archiwatch … che, in fondo, conservava pressoché intatta una certa quale attualità comunicativa … oscenamente trendy … come ho già detto … in fondo l’Archiwatch di oggi è una specie di residuato bellico … riciclato … un po’ come la vespa … come Internet … se vogliamo fare qualche paragone “alto” … si parva licet ...

Un osservatorio sull'architettura … un diario … un pulpitino … dal momento che per me si erano praticamente chiuse le possibilità di comunicare via stampa a causa di una censura lunga ormai diversi anni …

… sono puntini di sospensione che in grammatica indicano pausa, altro, non detto e così via. Perché questa scrittura sospesa e romana? 

Non so se i miei troppi puntini … siano una pratica “romana” o meno … quello che è certo che nella scrittura, come in qualsiasi altra forma di espressione mi sembra opportuno lasciare sempre spazio all'immaginazione, alla creatività del lettore e quindi … giù coi puntini ...  

È sempre preferibile a un nudo … anche se di Marilyn … il panneggio delle vesti dell’estatica Teresa berniniana … è più sexy ...

È possibile costruire oggi a Roma senza fare i conti con la retorica della città storica? 

Naturalmente si … chi lo impedisce?
Basta avere la modestia, la cultura, l’intelligenza e soprattutto le palle per saperlo fare ... La città storica è un’invenzione dei giornalisti e degli urbanisti … due categorie dannose e inutili, destinate alla demolizione ...

Per lei e altri, "Citylife " a Milano è una speculazione finanziaria alla stregua delle villette-abitazione di Monticchiello. È possibile un connubio architettura/imprenditoria senza scadere nell'epiteto 'operazione di speculazione'? 

Da che mondo è mondo dietro ad ogni architetto ci sono un committente e un imprenditore … è il ragionevole equilibrio tra le loro tre esigenze a produrre un’Architettura degna di questo nome ... Tra il caso di Milano e quello di Monticchiello c’è poi una bella differenza ...

Il caso di Monticchiello è stata sostanzialmente una montatura giornalistica estiva in stile Repubblica … vip in vacanza … presenzialismo di vecchi e baffuti intellettuali-guru decotti, scandali colti, ipocrisia e arroganza da cortile snob tra Capalbio e la Val d'Orcia … Insomma: … una tempesta … in un bicchiere di Brunello ...

A Milano mi sembra che le cose stiano ben diversamente … si tratta di un modello di sviluppo incivile e selvaggio che si sta sviluppando in tutto il pianeta da parte di alcuni gruppi bancari internazionali e degli architetti al loro servizio … un modello che si potrebbe utilmente evitare nel nostro paese, ma che non trova forze sociali, politiche economiche e culturali capaci di contrastarlo … anzi, da destra e da sinistra, … tutti accorrono in aiuto innescando la catastrofe definitiva, prossima ventura; … l’idea di sviluppo, di sperimentazione e di innovazione sottintesa a queste operazioni è solo uno specchietto per le allodole, un’attrattiva per i gonzi che accorrono a frotte … incoscienti e felici … verso il sedicente “nuovo” che avanza …

Lei è attualmente professore presso la Facoltà di Architettura "Valle Giulia", dov'è titolare della cattedra di "Storia dell'Arte e dell'Architettura Contemporanea". Qual è la situazione dell'università in Italia? 

Questo è un tema un po’ troppo grande per trattarlo in poche battute … sull'argomento credo poi di aver rotto abbastanza le balle … ai miei colleghi e ai miei studenti, per circa quarant'anni, per insistere ancora ... L’università è, com’è ovvio, lo specchio del paese … lei ha presente Napoli … Palermo … Casal di Principe … Gioia Tauro … Roma?

Mi può raccontare lo studente di oggi? 

In questi casi è buona norma lasciarsi andare alla leggerezza … alla speranza … al ritornello: delle nuove idee che vengono dalle nuove generazioni; … tutti contenti e tutti coglionati; … purtroppo non credo che sia così … credo che gli studenti, oggi come ieri, siano sostanzialmente “sempre gli stessi” … con i loro problemi e con le loro speranze … ma che, come sempre, esista soltanto una piccolissima minoranza “realmente” interessata, realmente in grado di capire criticamente le cose, le situazioni, i contesti … insegnare è difficile, ma anche studiare dovrebbe esserlo, almeno un po’ … oggi poi con l’informatica, con i telefonini … si potrebbero fare cose magnifiche, ma … al massimo si scopiazza Zazà o si fanno le tesine copia-incolla … ci sono, come sempre le eccezioni dalle quali c’è sempre qualche cosa da imparare, ma sono veramente eccezioni …

Quanti studenti spengono il telefonino a lezione? … e quanti professori fanno altrettanto? Quest’anno poi mi è capitata, per la prima volta, una strana vicenda: mi si avvicina, prima della lezione uno studente un po’ imbarazzato con un foglietto in mano e mentre io, tutto contento, sperando in una domanda sul programma … in un chiarimento … in un suggerimento bibliografico … tra me e me andavo già dicendomi: “vedi come sono interessati gli studenti di quest’anno …”, mi allunga il bigliettino e mi sussurra con voce implorante “potrebbe farmi una dedica prima della lezione … sa … è il suo compleanno …” capito? Come nelle radio private, nelle feste di paese, nelle televisioni trash di prima serata, … io, naturalmente, ho fatto premurosamente la “dedica”, … ma ho anche pensato per settimane al mio professore di meccanica razionale … se l’avessero chiesto a lui? ...

Comunque all'università, dagli studenti, non si smette di imparare io ci vado ancora per questo … 

Nel suo blog lei è spesso critico verso gli architetti denominati 'archistar' e il potere politico. Qual è la sua idea di architettura?  

“Una cosa semplice e fatta bene” … come diceva un mio vecchio professore che nessuno si filava … perché insegnava arte dei giardini, un “complementare”, … ma che era un galantuomo e si chiamava Francesco Fariello … e che, evidentemente, ripeteva una frase sentita, a sua volta, a scuola … quando, anche lui, era studente … i grandi professori, all’epoca già attigui ai politici, “insegnavano” invece … l’utopia … ed ecco i risultati … 

31 maggio 2008 (ultima modifica: 8 giugno 2011)
Intersezioni ---> MONDOBLOG
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Note:
Per i commenti vai sul blog di Giorgio Muratore: 'Intervista...blog...su blog' del 31 maggio 2008

7 maggio 2008

0004 [MONDOBLOG] Intervista Blog: Giorgio Muratore mort...archiwatch

di Salvatore D'Agostino

questa intervista è stata integrata vedi: 0009 [MONDOBLOG] Mort ... archiwatch 

Giorgio Muratore autore del corrosivo, caustico, sarcastico e sferzante blog: 'ARCHIWATCH'

Salvatore D'Agostino Giorgio dal greco gheorgòs "agricoltore": agricoltore/muratore/architetto chi è Giorgio Muratore? 

Giorgio Muratore Se potessi scegliere … naturalmente … il primo, poi il secondo e quindi il terzo, che sarei comunque tentato di escludere fin da principio. Sono senz'altro un architetto “pentito” e, in fondo, lo ero diventato, tanti anni fa decisamente “per caso” … scegliendo una facoltà e quindi un “mestiere” che nel ’64, con i miei occhi di allora … sarebbero dovuti essere “del futuro” ...

Muratore, quindi di nome e di fatto … mi piacciono le cose concrete … I muri, le pietre, i mattoni, le cose e le case semplici, normali, naturali, … detesto l’artificio, la maschera, le cose urlate, la “messa in scena”, la manfrina, l’arroganza, l’ignoranza, l’ipocrisia … in breve: l’architettura vincente di oggi …

Agricoltore, quindi, contadino … come un sogno, un’aspirazione alla ciclicità, alla visione naturale di un tempo che si è pur sempre perduto, è altrettanto capace di ricominciare … sempre uguale … il fascino dell’immutabilità e del mutamento … metamorfosi … natura … 

A che cosa serve un 'blog' per un architetto? 

Assolutamente a niente … quindi: indispensabile ... soprattutto per uno come il sottoscritto che negli ultimi anni non poteva più scrivere praticamente da nessuna parte ...

Tutto quello che dice Grillo sulla stampa è vero … la censura esiste … il mondo della carta stampata nella quale ho vissuto per quarant'anni, come l’università è un letamaio; … un blog … finché non staccheranno la spina … è l’unico modo per avere l’illusione di poter parlare, ma è, comunque, una bottiglia nell'oceano, … ma, sicuramente, sempre meglio di niente … 

È possibile costruire oggi a Roma senza fare i conti con la retorica della città storica? 

Naturalmente si … chi lo impedisce?
Basta avere la modestia, la cultura, l’intelligenza e soprattutto le palle per saperlo fare … La città storica è un’invenzione dei giornalisti e degli urbanisti … due categorie dannose e inutili, destinate alla demolizione … 

Per lei e altri, "Citylife " a Milano è una speculazione finanziaria alla stregua delle villette-abitazione di Monticchiello. È possibile un connubio architettura/imprenditoria senza scadere nell'epiteto 'operazione di speculazione'?  

Da che mondo è mondo dietro ad ogni architetto ci sono un committente e un imprenditore … è il ragionevole equilibrio tra le loro tre esigenze a produrre un’Architettura degna di questo nome ... Tra il caso di Milano e quello di Monticchiello c’è poi una bella differenza ...

Il caso di Monticchiello è stata sostanzialmente una montatura giornalistica estiva in stile Repubblica … vip in vacanza … presenzialismo di vecchi e baffuti intellettuali-guru decotti, scandali colti, ipocrisia e arroganza da cortile snob tra Capalbio e la Val d'Orcia … Insomma: … una tempesta … in un bicchiere di Brunello ...

A Milano mi sembra che le cose stiano ben diversamente … si tratta di un modello di sviluppo incivile e selvaggio che si sta sviluppando in tutto il pianeta da parte di alcuni gruppi bancari internazionali e degli architetti al loro servizio … un modello che si potrebbe utilmente evitare nel nostro paese, ma che non trova forze sociali, politiche economiche e culturali capaci di contrastarlo … anzi, da destra e da sinistra, … tutti accorrono in aiuto innescando la catastrofe definitiva, prossima ventura; … l’idea di sviluppo, di sperimentazione e di innovazione sottointesa a queste operazioni è solo uno specchietto per le allodole, un’attrattiva per i gonzi che accorrono a frotte … incoscienti e felici … verso il sedicente “nuovo” che avanza … 

… sono puntini di sospensione che in grammatica indicano pausa, altro, non detto e così via. Perché questa scrittura sospesa e romana?

Non so se i miei troppi puntini … siano una pratica “romana” o meno … quello che è certo che nella scrittura, come in qualsiasi altra forma di espressione mi sembra opportuno lasciare sempre spazio all’immaginazione, alla creatività del lettore e quindi … giù coi puntini ...

È sempre preferibile a un nudo … anche se di Marilyn …il panneggio delle vesti dell’estatica Teresa berniniana ... è più sexy …

7 maggio 2008 
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Note:
 Pubblicato sulla presS/Tletter n.17-2008

26 marzo 2008

0009 [SPECULAZIONE] Benvenuti nell'era della decommissioning

Considerazioni su due post del pensatore Beppe Grillo.
Nel primo del 13 settembre 2006 spiegava come la cementificazione in corso è un serpente che si mangia la coda, perché prima si costruisce e dopo si investe per demolire e recuperare il territorio.
Nel secondo del 19 marzo 2008, mostra come una modifica alla legge sulle concessione edilizie abbia determinato una corsa senza sosta alla cementificazione: nel 2000 159.000 abitazioni costruite contro le 298.000 del 2007. In quest'ultimo il blogger, grida che è arrivato il momento di decementificare, chiedendo i motivi ai nostri sindaci dello scempio edilizio. Grillo chiede il rimborso, ma sembra chiaro che questo tsunami di cemento è stato fondamentale per la prossima fase di ricostruzione. Le imprese si convertiranno da stupratori in psichiatri del paesaggio, la stessa ruspa che ha cementificato abbatterà l’edificio indesiderato, pura legge economica.
Benvenuti nell'era della decommissioning:

Post di Beppe Grillo del 13 settembre 2006 'I serpenti di cemento'

Post di Beppe Grillo del 19 marzo 2008 '2001: Odissea nel cemento'

7 marzo 2008

0007 [SPECULAZIONE] Morire di lavoro

Nel 2007 vi sono stati 235 morti nel settore delle costruzioni, secondo Franco Martini (Segretario Generale della Fillea Cgil) vi è un «segno evidente di un imbarbarimento delle modalità e delle condizioni di lavoro». Bisogna vedere il film documentario di Daniele Segre, Morire di lavoro, per capire cosa significa cantiere: «In Africa avevo sempre studiato e quando sono arrivato qui, in cantiere, non sapevo fare nulla. Tanto i lavori si "improvvisano": oggi carpentiere, domani escavatorista, dopodomani manovale. L'unica cosa che conta, spiegano tutti, quasi in un coro, è "la fretta". Ed è quella che ammazza.» Il 50% del lavoro edile è sommerso sfuggendo a qualsiasi forma di controllo. Peccato che il film non passerà in tv, il paradosso dell’era dell’informazione:


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