di Salvatore D'Agostino
Vista dall'autostrada, mi era sembrata la prua di una nave e mi sono detto: ancora un'architettura tautologica. Invece, facendo qualche ricerca, ho scoperto che si tratta del National Museum of the Marine Corps, disegnato dall'architetto Curtis W. Fentress. Wikipedia definisce questa architettura 'decostruttivista', ma penso che non ci siano i presupposti per definirla tale. In realtà, essa evoca l'azione immortalata in una fotografia iconica scattata da Joe Rosenthal, in cui si vedono sei marines degli Stati Uniti che issano la bandiera americana in cima al monte Suribachi durante la battaglia di Iwo Jima, nelle fasi finali della guerra del Pacifico.
In questo museo si espone l’arte della guerra, un'arte che faccio tanta fatica a comprendere, perché ho sempre con me le parole di Vincenzo Rabito, che mi ha raccontato il terrore di chi vive in un campo di battaglia, dove o uccidi o vieni ucciso. Questo terrore non viene mai raccontato in musei di questo tipo, e senza questo racconto del terrore, qualsiasi museo celebra il nulla. In questo caso, la tautologia non era una nave, anche se trattandosi di marines avrebbe potuto essere pertinente, ma un'azione rappresentata in una foto.
Seen from the highway, it looked like the bow of a ship, and I thought to myself: another tautological architecture. However, after doing some research, I discovered that it is the National Museum of the Marine Corps, designed by architect Curtis W. Fentress. Wikipedia describes this architecture as 'deconstructivist,' but I don't think it meets the criteria to be defined as such. In reality, it evokes the action immortalized in an iconic photograph taken by Joe Rosenthal, showing six U.S. Marines raising the American flag atop Mount Suribachi during the Battle of Iwo Jima, in the final stages of the Pacific War.
This museum showcases the art of war, an art I struggle to understand because I always carry with me the words of Vincenzo Rabito, who recounted the terror of those living in a battlefield, where you either kill or get killed. This terror is never conveyed in museums of this type, and without this narrative of terror, any museum celebrates nothing. In this case, the tautology wasn't a ship, though considering the Marines, it could have been relevant, but rather an action depicted in a photograph.
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