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25 giugno 2012
0032 [A-B USO] Giacomo Leone | Paesaggi o paepazzi?
9 settembre 2008
0009 [A-B USO] Catania: Cratere San Berillo un affare tra compari?
Uno dei difetti del provinciale è reiterare gli errori senza processare gli eventi. Oggi la bella, scura ed esplosiva Catania sembra avere queste referenziali.
Eppure a mio avviso non mancano le eccellenze, ma sembrano non emergere e soprattutto non occupare i posti di potere congeniali. Il catanese, come il siciliano, non ama le chiacchiere, il dialogo o le poesie della gente pensante e si crogiola su idee fisse senza sfaccettature.
Una di queste idee fisse è l’economia basata sul cemento, in piena sinergia con l’ultimo rapporto congiunturale dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili, maggio 2008, che festeggia, per il nono anno consecutivo, la crescita del settore, la Confcommercio catanese chiama gli imprenditori ad investire nell’etneo.
Ma investire nel cemento significa sviluppo?
L’economia edile è basata sull’uso del suolo, un bene che non può più considerarsi illimitato. I nostri imprenditori, incapaci di investire su settori competitivi e innovativi, si rifugiano in un bene antievolutivo. Cementificare senza tregua sembra essere l’unica idea redditizia.
Il fotografo cinese Yao Lu inventa paesaggi irreali fotografando i teli verdi dustproof che caratterizzano i cantieri della new-China. Per l’artista un paesaggio privo di questi elementi significa che quel paese non è entrato nel processo di ammodernamento e quindi non ha futuro. Questo paradosso è possibile per Catania? Vi è una strategia di marketing mondiale come in Cina? Catania ha il respiro internazionale nelle sue iniziative imprenditoriali?
Io temo di no. Osservando la vicenda San Berillo che riguarda il vuoto in prossimità del Corso Martiri della Libertà, non si nota un sistema virtuoso tra imprenditoria e politica, dove al profitto si deve contrapporre l’efficienza e l’armonia di un brano di città. Sembra un tipico affare tra compari.
Basta seguire la cronaca per accorgerci dell’abuso di potere da parte di chi deve investire, avallato da una classe politica autoreferenziale e senza identità sociale:
- il 30 maggio 2008 viene firmato l’accordo alla presenza di tutti gli uomini politici vecchi e nuovi;
- lo stesso giorno il difensore civico del Comune di Catania, Francesco Siracusano, scrive una lettera al commissario straordinario Vincenzo Emanuele invitandolo ad astenersi dal sottoscrivere l’intesa: «L'eventuale sottoscrizione della transazione tra il Comune di Catania ed i privati proprietari delle aree di Corso Martiri della Libertà può presentare gravissimi profili di illegittimità, tanto per la violazione della vigente disciplina urbanistico-edilizia, quanto per la violazione delle competenze proprie del Consiglio Comunale che, cosa ancor più grave, da mesi è impegnato nelle procedure volte all'approvazione del nuovo Prg della città di Catania»;
- il giorno prima l’architetto Giacomo Leone scrive una lettera-monito al Presidente della Repubblica per invitarlo a sorvegliare sulla trattativa (riportato anche su Wilfing Architettura: San Berillo la Citylife di Catania e San Berillo e l'architettura. Chiarimenti di Giacomo Leone;
- il 5 agosto 2008, Roberto Di Caro sul settimanale l’Espresso pubblica una piccola inchiesta sullo stato attuale di Catania che appare come tutta un buco (metafora non casuale);
- leggendo quest'ulimo articolo, Giorgio Muratore, l'attento professore di Storia dell’Arte e dell’Architettura Contemporanea della Facoltà di Architettura "Valle Giulia" e autorevole Blogger, fa notare come gli attori imprenditoriali siano gli stessi di alcuni funesti interventi romani: «com’è, anche, “romana” ’sta storiella … ce se ritrova l’Immobiliare … quella de li preti vaticani … ce se ritrova Palmeri … quello de Risorse pe’ Roma … de Rutelli e de Veltroni … ce se ritrova Parnasi … quello dell’Euromostro2 … de Purini … ce se ritrova puro Massimiliano … imperatore dell’architetti capitolini … ma allora è proprio vero … che tutte le strade … c’ariportano a Roma …».
Un malvezzo degli imprenditori è non considerare il proprio investimento come ‘progetto sociale’. Sono dell’idea che una città accorta non può fare a meno di importanti capitali ed investimenti soprattutto esteri, ma quest’ultimi devono essere mediati, da chi governa, in modo trasparente e lungimirante per garantire l’economia all’imprenditore e la città al cittadino.
Catania ancora una volta sembra aver scelto la roba verghiana degli interessi personali al suo latente nero splendore, per degradare dall’etichetta di provinciale a quella di paesano.
Buon viaggio.
Intersezioni ---> A-B USO
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P.S.: Augurandomi che Massimiliano Fuksas non sia solo per il suo nome garanzia di legalità e bellezza …a proposito alla fine ha costruito il barbecue a Messina?
6 giugno 2008
0008 [A-B USO] San Berillo e l'architettura. Chiarimenti di Giacomo Leone
Aspettando il progetto di San Berillo, nella speranza che sia architettura e non edilizia, l'architetto Giacomo Leone mi ha spedito un'e-mail dove chiarisce il suo acceso e caloroso intervento:
ho visto sul suo blog, la citazione che ha richiamato anche luigi prestinenza puglisi nella sua press letter. Per completezza di informazione le invio copia della mail inviata, come appello, quando si annunciò una possibile transazione. Il contenuto voleva essere un segnale di allerta.
Cordialmente giacomo leone
Il giorno 5/giu/08, alle ore 18:42 inviato a Salvatore D'Agostino
Riportiamo l'allegato all'e-mail:
Ai Sig.ri
Procuratore della Repubblica Dott. Vincenzo D’Agata
Tribunale Piazza Verga Catania
Procuratore Aggiunto Dott. Renato Papa
Via Francesco Crispi 268 Catania
Al Comandante Nucleo Polizia Tributaria Dott. Giuseppe Arbore
Via Vittorio Emanuele, 222 Catania
LETTERA APERTA
Oggetto: Piano Particolareggiato e concessioni edilizie Corso Martiri della Libertà
Il Consiglio comunale di Catania si appresta ad autorizzare il più grave attacco al cuore della città degli ultimi sessant’anni, il colpo di grazia.
Nessuna scusa o motivo potranno sollevare dalle responsabilità i rappresentanti politici catanesi, di ogni schieramento.
L’operazione Martiri della Libertà, già paventata, oltre vent’anni addietro, da illustri urbanisti di fama europea con un appello, a cui aderiva anche il famoso storico dell’architettura Bruno Zevi, è un coacervo di provvedimenti gravi, di dubbia utilità pubblica e di inammissibili forzature interpretative delle norme. Questi originano dalla partigiana proroga, concessa dall’Assemblea Regionale, come al solito di Natale, quello del 1983, con il parere favorevole di tutti i gruppi politici, nessuno escluso, anche da qualche rappresentante regionale che aveva condotto le battaglie per la salvaguardia e l’acquisizione di quelle aree per uso pubblico, dai banchi del Consiglio Comunale di Catania, con il supporto della previsione di spesa inserita nel bilancio approvato.
Ora, il Piano Particolareggiato, predisposto da privati, supportato dal parere della Commissione Consiliare Urbanistica, presieduta da un medico, certo non esperto in materia , viene portato frettolosamente dal Commissario al Consiglio Comunale, quasi fosse vitale, dargli la precedenza rispetto ai gravissimi problemi che assillano, questa sciagurata città.
Il giornale “La Sicilia” che sponsorizza tutti i macrointerventi imprenditoriali in project financing, dai parcheggi, alla cementificazione del porto, del quartiere S. Cristoforo, delle aree prospicienti l’aeroporto e quelle in prossimità della foce del Simeto, Corso Martiri della Libertà ecc., in merito a quest’ultimo, ospitava il 26/2/84 un articolo su sette colonne dal titolo “Requiem per il Corso Sicilia” dove si riportava, la scandalosa votazione dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Il viatico ai “Martiri” gode il supporto dei noti consulenti del pubblico e del privato e del responsabile del P.R.G., Ing. Luigi Asero, che avviano la città al “crematorio” senza preoccuparsi di doversi cospargere la testa delle sue ceneri.
Il Commissario ad acta e il Consiglio Comunale, sembrerebbero determinati, ad autorizzare contestualmente all’approvazione del piano anche la concessione preferenziale (in project financing o altro, senza le opportune gare di appalto) per la realizzazione di attività commerciali direzionali e finanziare, interpretando sorprendentemente la D.P.R. n.47/A del 1/3/1973, che viceversa al capo II, punto 4 , così recita:
“destinazione delle aree edificabili, per non meno del 50% ad edilizia per attrezzature e servizi pubblici.”
Inoltre all’ Art. 2 delle Norme di riedificazione annesse al Piano Integrativo di Risanamento del Rione San Berillo, specifica, al punto 2:
“la costituzione del vincolo di destinazione ad uso pubblico delle aree e degli spazi liberi da edificazione che non saranno destinati a parcheggi ed a verde privato od altri usi condominiali, previsti dal progetto.”
E al punto 3:
“L’assunzione a carico del proprietario degli oneri per la sistemazione delle aree e degli spazi destinati ad uso pubblico, compresi gli impianti tecnologici.”
Lasciando al Comune soltanto l’onere della manutenzione.
In merito alla definizione di servizi pubblici ci si deve richiamare alla Giurisprudenza consolidata ed alle sentenze del Consiglio di Stato (p. es. la n. 2605/2001), suffragate da un’approfondita ricerca condotta dal “Dipartimento di Scienze della Gestione d’Impresa dell’Università La Sapienza di Roma” (v. http://www.managementuniroma1.it/DSGIWeb/showpage/1), che tra le caratteristiche dei servizi e delle attrezzature pubbliche, individua nelle qualità gli elementi costitutivi :
- indispensabilità per i consumatori;
- interesse generale;
- universalità (obbligo di fornitura a tutti, obbligo di praticare un’unica tariffa nazionale).
Ma i dubbi sulla convenienza e la normalità dell’operazione del Corso Martiri della Libertà aumentano anche per le seguenti considerazioni:
a) per la “generosa” disponibilità della proprietà, all’acquisizione della scuola pubblica esistente (di recente costruzione), per realizzarne una nuova in sito ritenuto più idoneo dall’Amministrazione, acquisendo di conseguenza il diritto di realizzare una cubatura del 150% superiore a quella esistente (2 metricubi su metroquadro, contro i 5 del piano) in una zona in cui le percentuali di permuta sono rilevantissime.
b) la proposta, altrettanto “disinteressata” di permutare aree di Corso Martiri della Libertà con il maxi-relitto di Piazza Grenoble, per trasferirvi una piccola parte del mercato di Piazza Carlo Alberto, senza considerare il conseguente intasamento della rete viaria circostante.
c) l’acquisizione, seppur onerosa, dell’area di proprietà della Curia Arcivescovile destinata ad edifici di culto ed oggetto di un concorso nazionale espletato nel 1963, destinandola presumibilmente a residenzialità.
d) la generosità di destinare, come si legge sui giornali e proposto dal comune, l’ingente somma prevista per gli oneri di urbanizzazione, per la realizzazione di una nuova stazione della metropolitana a qualche centinaio di metri da quelle previste in piazza Giovanni XXIII e Stesicoro, per servire un insediamento, residenziale e commerciale, di interesse prevalentemente privato. Lasciando quindi a carico del Comune le opere di urbanizzazione (strade, parcheggi, verde pubblico, impianti, ecc.).
Tutto ciò cancellando, quelli che la stessa Amministrazione, segnalò in qualità di spazi di raccolta e di soccorso, in caso di eventi sismici.
Si ritiene, pertanto che detti argomenti possano essere motivo di riflessione ponderata. Sarebbe saggio rinviare ogni decisione alla futura Amministrazione.
Giacomo Leone U. Architetto. Catania, 29 Aprile 2008
Pubblicato sulla presS/Tletter n. 23-2008
Intersezioni ---> A-B USO
3 giugno 2008
0007 [A-B USO] San Berillo la 'Citylife' di Catania?
Egregio amico combatto questa guerra da oltre quarant'anni e avevo con me Italia Nostra, urbanisti di fama internazionale, partito comunista e sindacati di un tempo. Defilata, sempre, la facoltà di Ingegneria; insensibili gli Ordini professionali; disinteressati i cittadini che, come nei secoli addietro, cercano una città da "mostrare" e non da vivere.
Siamo assediati da grilli parlanti, graffitari da protesta, movide ..... senza riferimenti.... Anche l'immondizia produce denaro.
Una petizione?
Nel nostro Paese si cerca di trovarsi un posto a tavola, come tanti altri.
La Sicilia di ieri registrava, fra i critici "qualche isolato intellettuale" senza citare la lettera che oggi trova spazio su internet ricercando "catania san berillo lettera aperta a Napolitano" grazie per la solidarietà.