Giuseppe,
non avevo capito il senso dei tuoi Big [Cit.].
Ti confesso, che avevo trovato banale - per non usare un intercalare siculo - la frase che mi avevi inviato attraverso Facebook “Lo scrittore è un ingegnere dell’anima” e conoscendo il festival UVAGRAPES mi ero concentrato sugli appuntamenti.
Perdonami, hai il diritto di denunciarmi per vilipendio all’intelligenza.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
«Dalla parola tramandata a quella scritta. O meglio citata. Nell'epoca virtuale del copia e incolla è sempre più diffuso il ricorso alla citazione. Un comportamento linguistico sollecitato soprattutto dai nuovi strumenti di comunicazione, da Twitter a Facebook. Il cosiddetto sapere lento e astratto, costruttore di concetti e produttore di pensiero argomentato, è stato letteramente sbaragliato da una comunicazione/informazione fai da te, veloce e immediata. Sms, profili, bacheche, status: oggi più che mai la parola viaggia sul binario dell'aggiornamento on line. Una costante diffusione di informazioni private invade blog e social network, diari virtuali e di dominio pubblico, in cui la parola vieneconsumisticamente usurata, riprodotta, abusata. Anche quella citata. «La citazione è divenuta così popolare e democratica, che nella sua reiterazione compulsiva è divenuta una nuova declinazione dello spamming». Da questo cortocircuito crossmediale parte e si muove il progetto “Big [Cits]” di Giuseppe Parito, architetto e artista visivo, socio del noto studio mono | architetti di Catania. L'evento, un'anteprima della settima edizione del festival uvagrapes, ideato da Scenario Pubblico performing arts e organizzato quest'anno con l'AME Associazione Musicale Etnea, si mostrerà dal 16 agosto al 1 settembre 2010 sui cartelloni stradali di alcune città della Sicilia orientale. Uno spam visivo e a tinte colorate che disseminerà, nelle nostre caotiche vie cittadine, gli aforismi di cinque anonimi autori. «Il termine spamming» spiega Parito «è adattabile anche alla pubblicità da affissione e all’inquinamento da essa prodotto. I 6x3 sono ad una scala diversa il luogo del paesaggio dove le parole si vanificano l’un l‘altra, ma dove andrebbe maturato un diverso senso di responsabilità. Il paesaggio è l’unico “media” indisattivabile che pone l’osservatore in una condizione di crudele impotenza».
Ecco allora giganti messaggi off line, ragionamenti fugaci ma avveduti di ignoti personaggi, cinque riflessioni trasversali facilmente condivisibili, piccole verità a caratteri cubitali che piombano improvvisamente nel tran tran quotidiano e suggeriscono spunti di riflessione. «Le parole in determinati momenti possono essere dei fatti», indica saggiamente uno dei poster. Con “Big [Cits]” le parole diventano un accadimento, uno spazio fisico di incontro e scontro, una dimensione privata e collettiva, un luogo di transizione del pensiero e del dubbio. Non importa a chi appartengano, diventano nostre subito dopo averle lette. Eppure provando a trascriverle nei motori di ricerca scopriremo che dietro quelle frasi si celano identità insospettabili: Silvio Berlusconi, Adolf Hitler, Benito Mussolini, Iosif Stalin, Mao Tse-tung. Immediatamente ci sentiamo spiazzati, ammoniti e responsabilizzati: le parole, come i fatti, sono importanti».
Vanessa Viscogliosi, Big [cits], Tribenet, 19 agosto 2010. Link
Ecco allora giganti messaggi off line, ragionamenti fugaci ma avveduti di ignoti personaggi, cinque riflessioni trasversali facilmente condivisibili, piccole verità a caratteri cubitali che piombano improvvisamente nel tran tran quotidiano e suggeriscono spunti di riflessione. «Le parole in determinati momenti possono essere dei fatti», indica saggiamente uno dei poster. Con “Big [Cits]” le parole diventano un accadimento, uno spazio fisico di incontro e scontro, una dimensione privata e collettiva, un luogo di transizione del pensiero e del dubbio. Non importa a chi appartengano, diventano nostre subito dopo averle lette. Eppure provando a trascriverle nei motori di ricerca scopriremo che dietro quelle frasi si celano identità insospettabili: Silvio Berlusconi, Adolf Hitler, Benito Mussolini, Iosif Stalin, Mao Tse-tung. Immediatamente ci sentiamo spiazzati, ammoniti e responsabilizzati: le parole, come i fatti, sono importanti».
Vanessa Viscogliosi, Big [cits], Tribenet, 19 agosto 2010. Link
20 agosto 2010
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1° rapporto da facebook
RispondiEliminaGiuseppe Parito:
macchè sono io che mi sono espresso lento ma strategico! :)
Filippo Romano:
Prima o poi finiremo tutti nella tua FINEXTRA
Salvatore D’Agostino:
---> Peppe ho appena postato questa finExTRA su Wilfing.
Ciacimino prima del Sacco ha detto: "Palermo è bella facciamola bellissima".
Mi piace questa tua campagna :-)
Ti aspetto sempre per una granita tra i monti Erei.
Salvatore D’Agostino:
----> Filippo,
stai attento a passare da queste parti.
:-)
Buona serata.
Giuseppe Parito:
tranquillo che ci passo
Salvatore D’Agostino:
a presto
Simona Caleo
che bello
Salvatore D’Agostino:
---> Simona,
condivido mi piace, per chiarezza ti riporto questo dialogo (tralascio le reazioni dei media catanesi):
“Le parole sono importanti” (cit.)
Ma anche e soprattutto:
“Non si sa mai di chi si masticano i pensieri” (cit.)
é un’ efficace sintesi di questo lavoro /progetto e che riflette sull’uso, l’abuso e l’usura delle parole.
Non esiste nel nostro recente passato un momento in cui la parola scritta è stata prodotta e veicolata in modo così "massivo". Dal momento in cui torna protagonista con gli SMS è arrivata ad elevarsi ed elevare “Status” attraverso i nuovi e popolarissimi comportamenti suggeriti dai network sociali.
Il nuovo complesso sistema di iperconnessioni insieme all’ enorme mole di servizi e accessori strumentali la rende facilmente producibile, ri-producibile e modificabile a piacere, così come nella già consolidata sconcertante deriva del linguaggio della "informazione giornalistica", nel nuovo “libero mercato dei pensieri” in cui ciascuno può dare il proprio eccezionale contributo.
Le leggi di mercato e le regole di persuasione hanno geneticamente modificato il sistema di comunicazione collettiva e la relazione autore/pensiero/parola.
La citazione è divenuta così popolare e democratica, che nella sua reiterazione compulsiva è divenuta una nuova declinazione dello SPAMMING.
E’ a questo processo interstiziale e cortocircuito crossmediale che voglio affidare le “big cits”, come contributo autoriale da chi opera come creativo della comunicazione e del copywriting.
SPAMMING è un termine adattabile anche alla pubblicità da affissione e all’inquinamento da essa prodotto. I 6x3 sono ad una scala diversa il luogo del paesaggio dove le parole si vanificano l’un l‘altra, ma dove andrebbe maturato un diverso senso di responsabilità. Il paesaggio è l’unico “media” indisattivabile che pone l’osservatore in una condizione di crudele impotenza.
Altro fattore importante e di cui ho tenuto conto è l’importanza della parola per i due protagonisti che si incontrano in questo Network: Roberto Zappalà e Biagio Guerrera. Per Roberto la parola e la citazione sono da sempre un motivo “cromatico” determinante per incorniciare e illuminare le idiosincrasie del corpo. Biagio Guerrera fa della parola la sua prevalente forma espressiva cercando di fertilizzarne con essa ogni altra.
2° rapporto da facebook
RispondiEliminag.p.
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Caro Peppe
pensaci un po’ su… come ti dicevo ieri, al di là di tutto, l’idea di utilizzare energie
così negative come quelle degli autori delle citazioni che hai scelto e legare il
nostro nome alla “banalità del male” non mi mette per niente a mio agio
concludo a titolo di esempio/esortazione con le parole
del mio caro amico poeta Salvo Basso
a ppicca a ppicca / tutti i cosi / s’aggiustunu – picchì / sulu a vita / nun c’è rriparu.
un abbraccio, Biagio
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Caro Biagio,
adoro Salvo Basso, lui un vero poeta e maestro di parola... il mio campo però è
altro. Mi considero un uomo per dirla alla Fromm “Biofilo” credo nell’amore e
nella vita, e mi sono tenuto a giusta distanza da devianze “maudit” come non mi
interessa lo “scandalo” fine a se stesso. Ci sono questioni che però che riguardano
una mia esigenza di verità. Una voglia che da piccolo ho avuto di gridare in certi
contesti e occasioni “il re è nudo” / oggi siamo nudi tutti in qualche misura.
Ho voglia di dirla questa cosa.
Mi urge. / Mi sembra giusta. / Mi sembra verità.
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Caro Peppe
non voglio assumere il ruolo del censore. Comunque vada Uva Grapes per me
rappresenta e deve rimanere uno spazio di libertà. Facciamo dunque questo
esperimento. Danilo Dolci diceva che non c’è comunicazione senza relazione.
Spero che al di là delle mie perplessità la relazione si metta in moto,
non solo tra di noi ma con la città.
sinceramente, Biagio
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Caro Biagio, caro Daniele (che ci legge per partecipata e accorata conoscenza)
l’idea di pubblicare la nostra corrispondenza chiude il cerchio “significativo”
in modo esatto.
Se qualcuno ha avuto la fortuna di intercettare anche le nostre appassionate
telefonate e ce ne volesse fare pubblico dono gliene saremmo grati.
ti (vi) ringrazio, peppe
Simona Caleo:
beh, l'idea di usare quelle energie negative è geniale, altrimenti sarebbe stata solo un'amplificazione pleonastica di un modo di comunicare, alla fine un esercizio di stile
Salvatore D’Agostino
---> Simona,
ricondivido.
Scrivevo altrove:
Peppe,
avevo letto questo colloquio.
La mia frase del post: Perdonami, hai il diritto di denunciarmi per vilipendio all'intelligenza.
Gioca con le accuse che i reazionari dei media siciliani ti stanno rivolgendo.
Mi piace la tua idea, smonta la parte 'dura' degli aforismi.
In qualche modo, invita ad abbandonare i luoghi comuni per inventarsi una nuova grammatica.
Perdona quest'associazione d'idee con i cartelloni natalizi del sindaco di Palermo di qualche anno fa: “Palermo, la città più cool d’Italia” e i manifesti di protesta dell’Mpa: “Cammarata ci hai preso per il cool. Ti nn’ha gghiri”.
Tra i tuoi manifesti e quelli palermitani vi è una grande differenza, ma è meglio non aggiungere altro.
Con Stima,
Salvatore
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina---> Maurizio,
RispondiEliminacome ho scritto nel titolo questo lavoro di Parito ‘Mi piace’.
Sono interessato all’ecologia della parola.
L’idea del manifesto come spamming credo sia consona.
Come ricordavo su FB, qualche anno fa il sindaco di Palermo Cammarata per la sua campagna elettorale usò una fantomatica citazione (essendo quasi dicembre scrisse la frase su fondo rosso natalizio) di un presunto giornale + giornalista (non si è mai capito la fonte) invadendo Palermo con questo pensiero: “Palermo, la città più cool d’Italia”.
La neo nata Mpa, dopo qualche giorno, rispose con il seguente manifesto : “Cammarata ci hai preso per il cool. Ti nn’ha gghiri”.
Parito invita a riflettere su ciò che siamo costretti a leggere ogni giorno, senza la libertà di utilizzare un efficace antivirus.
A proposito di citazioni mi piace ricordare una frase di Vito Ciancimino prima del cosiddetto ‘Sacco di Palermo’: "Palermo è bella, facciamola bellissima".
Qualche girono fa leggendo un articolo di Valensise Marina ‘L’eccezione etnea’ sul Foglio del 10 agosto 2010 (ti passo il link ----> http://www.rassegnastampa.comune.roma.it/View.aspx?ID=2010081016379015 e non ti fermare alle prime righe) ho archiviato questa citazione tratta da una frase di Mario Ciancio Sanfilippo: “Il peggio per Catania è passato”.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina----> Maurizio,
RispondiEliminal’incipit del libro di Giuseppe Genna ‘Assalto a un tempo devastato e vile (3.0)’ è straordinario.
Finisce la prima parte con questa frase: “Benvenuti nel Tempo dell’Astio’.
Le consonati B, T e A sono maiuscole. Forse formano un acronimo BTA.
A pagina 16 trovi una frase lapidaria: “Come cani randagi ci guardiamo, tra amici, pochissimi: rabbiosi e disperati. Con la schiuma alla bocca e le lacrime agli occhi”.
A mio parere abbiamo bisogno di un’ecologia della parola nonché sociale.
Poiché - come ci racconta Genna - viviamo in un tempo devastato e vile.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
----> Maurizio,
RispondiEliminasolo adesso mi sono accorto che hai cancellato il tuo messaggio, perché?
Saluti,
Salvatore D’Agostino
W.Burroughs, faceva re-citare a qualcuno che nn ricordo, all'incirca: "Non c’eravate per Il Principio. Non ci sarete per La Fine". ...oppure come diceva Karl Jaspers : "È possibile spiegare qualcosa senza comprenderlo", perché la "spiegazione" prescinde dalla soggettività a cui la "comprensione" si rivolge... insomma, semplicemente, non ero più contento delle parole di cui mi ero fatto ed ho preferito togliere l'acqua!
RispondiEliminaMaurizio,
RispondiEliminabene.
Ne hai tutto il diritto.
Buona giornata,
Salvatore D’Agostino