Link originale
«Inchiesta di Rainews24 sulle mafie a Modena perché la geografia di Gomorra cambia spostandosi sempre più verso il Nord ricco dove fare affari. Ma il procuratore della Repubblica di Modena, Vito Zincani, nei giorni scorsi era stato ancora più netto nella sua denuncia: se eliminassi il crimine, sarebbe un disastro finanziario».
Enzo Ciconte: «Nel mondo dell'edilizia, ormai, sta penetrando ampiamente la presenza mafiosa. In modo particolare dei casalesi a Modena, della 'ndrangheta a Reggio Emilia, a Parma, in altre realtà emiliane romagnole e del nord italia.
[...]
L'edilizia è il cavallo di troia delle penetrazioni. Perché non crea allarme sociale, nessuno se ne accorge e di difficile identificazione».
Flaviano Masella, Le mafie che ingrassano Modena, Inchiesta Rai news 24, 21 gennaio 2010. Link
Enzo Ciconte: «Nel mondo dell'edilizia, ormai, sta penetrando ampiamente la presenza mafiosa. In modo particolare dei casalesi a Modena, della 'ndrangheta a Reggio Emilia, a Parma, in altre realtà emiliane romagnole e del nord italia.
[...]
L'edilizia è il cavallo di troia delle penetrazioni. Perché non crea allarme sociale, nessuno se ne accorge e di difficile identificazione».
Flaviano Masella, Le mafie che ingrassano Modena, Inchiesta Rai news 24, 21 gennaio 2010. Link
11 agosto 2010
Cos'è finExTRA------Archivio finExTRA------Tag finExTRA
__________________________________________
Come usare WA ---------------------------------------------------Cos'è WA
1° report facebook
RispondiEliminaMatteo Seraceni:
Dai! Ma come nessuno se ne accorge?!? A 5 km da dove vivono i miei genitori hanno fatto una lotizzazione per 5000 abitanti in un paese che ne conta poco più di 7000...cos'è? Prevedono un boom delle nascite?
Questo si chiama "riciclaggio" bello e buono!
Italo Boccafogli:
Il problema Mafie è altro. Ritenendo che le Mafie siano alla guida del Paese è però normale che siano in edilizia, settore che si presta. Ma il settore si presta anche perchè, scusate il tormentone, sono svanite le imprese di costruzione. Nella Provincia di Bologna, quando io ho cominciato a fare il mestiere che faccio c'erano le seguenti Imprese Coperative: Edilter, Edilcoop Crevalcore, EdilFornaciai, Cima, Coop Costruzioni, Cesi. Ne ho dimenticata qualcuna. C'erano fior d'imprese private: Frabboni, Marchesini, Lambertini Edilsistemi, Scardovi, Schiavina, Adanti, Altre. Contate tre o quattro superstiti di queste. Le altre sono svanite da anni E pensare che fino a due anni fa il mercato immobiliare non ha subito traumi, anzi, si è cementificato decisamente troppo. Eppure erano sparite. Svanisce tutto ciò che è settore produttivo, anche in altri settori (se veda la meccanica). L'Italia ha smesso di produrre, o di voler produrre. Le Mafie hanno i denari e si fanno facilmente anche impresa. Putroppo di ArchInGeometri pronti a certificare c'è la fila.
Matteo Seraceni:
Probabilmente perchè in economica "la moneta cattiva scaccia quella buona" e quindi è più facile che costruttori inetti e scadenti (non solo mafiosi) lavorino più di quelli capaci.
Anche perchè se agli interessi economici si aggiungono quelli politici allora la frittata è fatta: vi consiglio un video illuminante sulla questione
http://www.facebook.com/l/b80aa;www.youtube.com/watch?v=EnUHdlSJe8E&feature=related
2° report da facebook
RispondiElimina---> Italo,
non sono svanite si sono riciclate.
L'edilizia è il perno 'economico' di tutte le mafie italiane (metti anche le mafie delle tangenti del Nord).
Condivido la sua chiosa:"Putroppo di ArchInGeometri pronti a certificare c'è la fila".
----> Matteo,
questa è la vera identità 'architettonica' italiana.
Non più urbanistica ma 'lottizzazione' + il sistema delle seconde 'case' (ovvero la presunta vita extraurbana).
Saluti,
Salvatore D'Agostino
LA PAX N'DRINA E LA SUA FINE.
RispondiEliminaDove abito io, a Reggio Emilia, fino al 2009 si viveva in una cosiddetta pax mafiosa (o, meglio, pax n'drina).
Alle cooperative, piccole o grandi, bianche o rosse, andavano i lavori pubblici o di iniziativa pubblica e le lottizzazioni nel centro urbano, alla strana confederazione tra le due n'drine Calabresi del crotonese (Grande Aracri e Dragone, in tregua nel Reggiano ma in aspra guerra in Calabria) spettavano tutti gli edifici singoli (i condominietti) e le piccole lottizzazioni nelle frazioni del capoluogo. Alcune eccezioni a questa regola aurea erano tollerate (forse addirittura concordate), più per non dare nell'occhio che per necessità o reale concorrenza. Arbitro e garante della pace era una correntona del fu PDS facente capo alla ex sindaca (soprannominata la zarina) rimasta in carica per diciassette anni consecutivi.
Il mercato tirava, tutti speculavano, c'era trippa davvero per tutti e quindi l'equilibrio reggeva a meraviglia.
Gli enormi proventi degli oneri di urbanizzazione sono serviti in buona parte a foraggiare stipendi e prebende politiche, ma una quota non indifferente ha finanziato per fortuna gli ottimi servizi sociali di cui ancora gode la mia città.
La differenza costruttiva tra i primi (cooperative di costruzione) e i secondi (calabresi) la si nota a colpo d'occhio: strade ben progettate, a misura di ciclisti e pedoni nelle aree edificate dalle cooperative, disordine urbanistico con attenzione maniacale solo per le auto in quelle realzzate dai secondi.
Gli abusi edilizi veri e propri si contano sulle dita di una mano, ma il risultato è stato in generale una cementificazione del verde agricolo intorno alla città, l'abbandono della manutenzione di aree più vecchie e quindi l'aumento delle fratture tra quartiere e quartiere.
In generale, i Reggiani ora abitano prevalentemente nelle estreme enormi periferie a Sud del centro, mentre lo stesso centro storico (eccettuato i bei palazzi nobiliari), il Nord e i quartieri degli anni 60 e 70 si sono popolati di immgrati, nazionali e stranieri, che hanno riempito i vuoti lasciati da chi cambiava casa, mescolandosi a quei vecchietti che non se la sono sentita di lasciare le zone in cui hanno vissuto una vita intera.
RispondiEliminaSe non si è arrivati ai ghetti è stato solo merito dell'attuale amministrazione comunale, succeduta a quella della zarina (dello stesso colore politico ma di ben altra corrente), che ha profuso non poche energie nel campo dell'integrazione con gli immigrati.
Dal 1998 al 2008 Reggio Emilia è passata da 140.000 a 162.000 residenti, in percentuale l'aumento record in tutta Italia.
Con la crisi economica del 2009 sono successi alcuni fatti molto inetressanti. Intanto il cambio del regolamento edilizio comunale è avvenuto all'immediata vigilia della crisi. Ciò ha amplificato gli effetti della stagnazione, poichè davvero pochi ora possono permettersi un'appartamento nuovo a 3000 Euro al mq. La scomparsa della classe media, principale cliente quantitativo di case nuove, ha comportato da un lato un calo improvviso nella domanda di nuovi alloggi civili (-63% in pochi mesi) a fronte di un lievissimo aumento di quella in categoria extralusso (+3%), dall'altro la fine o quasi dell'immigrazione e quindi il blocco quasi totale della mobilità degli abitanti, con il crollo quindi anche del mercato dell'usato (-50%).
Questa situazione, in aggiunta alla feroce stretta creditizia e di mutui da parte delle banche, ha spazzato via decine di imprese piccole. Soprattutto i calabresi, dato che le cooperative forse sopravviveranno per via della loro capacità (abitudine) di autofinanziamento nel credito e grazie alle attività un tempo giudicate residuali (i lavori pubblici!) ora invece più che mai indispensabili.
Il riaccendersi, poi, della faida tra le due cosche Crotonesi, anche nella mia città, sintomo della fine della pax n'drina, non di certo aiuta la numerosa comunità calabrese (20.000 abitanti) che da un anno a questa parte, per la prima volta dal 1975, è in calo.
Un'ultima breve considerazione va riservata, inoltre, allo stato preagonico del trasporto pubblico urbano, con le linee ancora impostate allo schema degli anni 70del secolo scorso.
Credo, infine, che le stesse cose siano successe anche a Modena e a Parma, sebbene a Modena ci siano i Casalesi e a Parma comandi Cosa Nostra.
Anonimo,
RispondiEliminaintervento interessante ti chiedo solo d’indentficarti.
Ti rispondo facendo sintesi dei contenuti del tuo commento.
TITOLO: IDENTITA’ ITALIANA EDILIZIA
1 LOTTIZZAZIONE SPECULATIVA
Interessante il disordine urbanistico e la maniacale attenzione nei confronti della mobilità su gomma.
2 ITALIANO ABITA LA PERIFERIA
Questo è un tema importante ma spesso trascurato. La disaffezione ‘abitativa’ degli italiani per il loro centro storico e il loro amore prettamente speculativo-turistico.
Altro aspetto rilevante è la tendenza dei ‘nuovi italiani’ ad abitare le zone ‘popolari’ storiche.
3 INCREMENTO DEMOGRAFIA
In questo caso Reggio Emilia non é una città in contrazione + 22.000 abitanti.
L’urbanistica slegata dalla demografia è il vero problema dei nostri piani regolatori.
4. POPOLO DEL MUTUO
Si sottovaluta il crack economico USA del ‘Mattone’ (anche se negli USA costruiscono con il legno). Ancora noi in Italia investiamo in questo settore saturo e prossimo alla crisi.
Piccola nota finale i tuoi dati sulla ‘ mafia e territorio’ non corrispondono a quelli del video?
Perché?
Saluti,
Salvatore D’Agostino
P.S.: ti chiedo la fonte dei dati che hai citato.
Si, è vero, infiltrazioni mafiose ce ne sono e sono pure tante.
RispondiEliminaMa il problema è che la vera "mafia" è rappresentata dagli stessi amministratori: anche dove non regnano i casalesi, da lungo tempo ci sono pochi imprenditori locali e tecnici compiacenti che si aggiudicano il 90% di tutti gli appalti.
Provate a chiedere i documenti di qualsiasi comune dell' Emilia (o della Romagna) e vedrete che la maggior parte degli appalti pubblici sono sempre e costantemente affidati agli stessi tecnici; allo stesso modo ad ogni revisione del PRG, spuntano lotti edificabili che vengono sempre e costantemente costruiti dagli stessi imprenditori.
Gli altri?
Si attaccano.
---> Matteo,
RispondiEliminaio chiamo questo modus operandi ‘IDENTITA’ ITALIANA’ anche nello stile edilizio da non confondere con ciò che leggiamo sui libri di storia (quell’architettura viene selezionata dagli storici per la storia ‘edulcorata’ dell’architettura italiana nei confronti dell’architettura mondiale).
Perdona la cacofonia e la triste semplificazione.
Saluti,
Salvatore D’Agostino