«R. - Direi che viviamo un momento difficile, pesante, non vorrei esagerare, drammatico per certi versi. La lettura che abbiamo dato preparando le Settimane sociali è che a noi, oggi, l’Italia appare un Paese senza classe dirigente, senza persone che per il ruolo politico, imprenditoriale, di cultura, sappiano offrire alla nazione una visione, degli obiettivi condivisi e condivisibili. L’analisi che abbiamo fatto, lavorando al documento preparatorio della prossima Settimana sociale, è proprio della sensazione di un Paese che sta vivendo un passaggio pesante, in cui però la politica non svolge la funzione che le dovrebbe competere, cioè tentare di dare una visione con obiettivi di medio e lungo termine. Ravvisiamo questa grande fatica rispetto ad una realtà che nei territori ha tante persone vive, capaci di tentare impresa, ha tanto buon associazionismo, professionisti.
D. - Manca classe dirigente in politica, ma anche nella società civile?
R. - Sì. Quando parlo di classe dirigente parlo non solo della politica ma anche di tutti quei soggetti, imprenditori, associazionismo. Mancano cioè soggetti che abbiano la capacità di orientare, che si assumano la responsabilità di costruire percorsi nuovi di speranza. Il cardinale Bagnasco ha parlato spesso di questo bisogno di riprendere a crescere, economicamente ma anche moralmente da un punto di vista educativo.
D. - Cosa fare di fronte a questa situazione così difficile?
R. - Questo è il tempo per una chiamata alla responsabilità per il laicato cattolico. Abbiamo voluto mettere la settimana sociale sotto il segno di don Sturzo, partendo dall’appello per i Liberi e i Forti del 1919. Noi crediamo che questa responsabilità ce la dobbiamo assumere, altrimenti rischiamo davvero non tanto di essere irrilevanti ma di compiere un peccato di omissione verso il bene comune. Oggi il laicato cattolico, le comunità cristiane, l’associazionismo sono l’unica rete, non voglio essere presuntuoso, che regge in Italia, che si ritrova, che riflette. I partiti, i sindacati? Sì forse, gli industriali? Può darsi. Noi cattolici dobbiamo assumerci una grande responsabilità. I cattolici la smettano di lamentarsi della Chiesa, dei vescovi e davvero iniziamo ad assumerci in prima persona il rischio della responsabilità. Se non lo facessimo sarebbe un gesto molto grave verso il bene comune e verso la carità cristiana».
Luca Collodi, I cattolici verso la Settimana sociale di Reggio Calabria: intervista con Edoardo Patriarca, Radio Vaticana, 31/07/2010. Link
D. - Manca classe dirigente in politica, ma anche nella società civile?
R. - Sì. Quando parlo di classe dirigente parlo non solo della politica ma anche di tutti quei soggetti, imprenditori, associazionismo. Mancano cioè soggetti che abbiano la capacità di orientare, che si assumano la responsabilità di costruire percorsi nuovi di speranza. Il cardinale Bagnasco ha parlato spesso di questo bisogno di riprendere a crescere, economicamente ma anche moralmente da un punto di vista educativo.
D. - Cosa fare di fronte a questa situazione così difficile?
R. - Questo è il tempo per una chiamata alla responsabilità per il laicato cattolico. Abbiamo voluto mettere la settimana sociale sotto il segno di don Sturzo, partendo dall’appello per i Liberi e i Forti del 1919. Noi crediamo che questa responsabilità ce la dobbiamo assumere, altrimenti rischiamo davvero non tanto di essere irrilevanti ma di compiere un peccato di omissione verso il bene comune. Oggi il laicato cattolico, le comunità cristiane, l’associazionismo sono l’unica rete, non voglio essere presuntuoso, che regge in Italia, che si ritrova, che riflette. I partiti, i sindacati? Sì forse, gli industriali? Può darsi. Noi cattolici dobbiamo assumerci una grande responsabilità. I cattolici la smettano di lamentarsi della Chiesa, dei vescovi e davvero iniziamo ad assumerci in prima persona il rischio della responsabilità. Se non lo facessimo sarebbe un gesto molto grave verso il bene comune e verso la carità cristiana».
Luca Collodi, I cattolici verso la Settimana sociale di Reggio Calabria: intervista con Edoardo Patriarca, Radio Vaticana, 31/07/2010. Link
1 agosto 2010
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RispondiEliminaMichele Sacco:
"Caro Salvatore, quest'anno ho ascoltato due persone di valore ad un ciclo di conferenze nella mia città, sarebbe interessante tu arrivassi ad intervistarle! Prof. Paolo Feltrin sul tema politica e Prof. Rosario Drago sul tema scuola! A breve dovrei avere i testi sbobinati dei loro interventi, ma sarebbe da contattarli secondo me!"
Commento che piace a Roberta Torre
Salvatore D’Agostino:
Perché no?
Al momento vorrei chiudere un po' d'inchieste aperte sul mondo del Web e l'architettura.
OLTRE IL SENSO DEL LUOGO su tutti.
Perché non m'invii una mail più dettagliata sui Prof.?
Salvatore D’Agostino:
Benvenuta Roberta Torre
Marinella Caselli:
sarò forse troppo giovane......ma non ho ricordi di una classe dirigente in Italia da molto tempo, ma nessuno se ne era mai accorto.
Salvatore D’Agostino:
---> Marinella
non sono molto vecchio, ma condivido ciò che dici.
Io ho vissuto tre anni d’illusione di buona politica post tangentopoli, post attentati mafiosi.
La politica dei sindaci.
Enzo Bianco a Catania.
Leoluca Orlando a Palermo (ricordi la rete?).
Italo Falcomatà a Reggio Calabria.
Perché no! Il giovane Francesco Rutelli (più radicale che di centrosinistra).
Ripeto vera e propria illusione (giovanile).
Buona serata,
SD