10 agosto 2010

0428 (finExTRA) 10 agosto 2010----> WWW o WWC [54] Sul rapporto con il futuro

di Salvatore D'Agostino


GIUSEPPE GENNA
«Io credo, che diventare padri, significhi proprio, non solamente diventare responsabili di una prole, ma essere pronti allo scontro con una generazione che viene dopo. A tentare di essere maestri, ma non nel senso pedagogico per cui ‘ex cattedra’ noi diamo chissà quale sapere o scendiamo da chissà quale poltrona perché non ci siamo ancora seduti su nessuna poltrona. Significa invece avere un rapporto con il futuro. David Foster Wallace, a mio parere si uccide perché non sente più il rapporto con il futuro e credo che restituirci questa prospettiva di futuro e di rapporto fattivo, attivo e anche politico con il futuro sia in questo momento la massima responsabilità di un intellettuale, di un artista e di uno scrittore».

Servizio di Andrea Scartabelli: Giuseppe Genna, Restituiteci il futuro, CQ.com, 5 agosto 2010. Link
Partendo da una citazione di Wu Ming 1: Sulla necessità che noi ora si ci faccia padri. Link


ITALO CALVINO

«Intervistatore: Il rapporto tra padri e figli come potrà cambiare, cambierà?
Italo Calvino: Bisogna vedere che padri saranno.
Io credo che continuerà questa crisi di discontinuità tra le generazioni.
I padri sono sempre più insicuri su quello che devono insegnare o insegnano delle cose che praticamente non servono».

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JEAN-CLAUDE CARRIÈRE
«Nei mondi che definiamo primitivi, che non cambiano, i vecchi detengono il potere perché sono loro a trasmettere ai loro figli la conoscenza. Quando il mondo è in rivoluzione permanente, sono i figli che insegnano ai genitori l'elettronica. E i loro figli, cosa impareranno da loro?»

Jean-Claude Carrière e Umberto Eco, Non sperate di liberarvi dei libri, Bompiani, Milano, 2009, p. 58

10 agosto 2010

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4 commenti:

  1. Imparare a rapportasi con i figli, necessita di una nostra attenta analisi per confrontarsi con l’ambiente in continua evoluzione, crescita e nuove idee, lavoro, economia, devianza e disagio, modelli e schemi attuali....
    l'aspetto fondam...entale per avere uno scambio di insegnamento credo sia renderli indipendenti da noi, ma soprattutto dai nostri schemi. Accettare i loro errori,gratificarli per ul loro aiuto nei nostri confronti e avere la forza di comprendere un individuo che cresce e matura, una sorta di amicizia da alimentare, da conservare per un soddisfacente successo. Incoraggiamento all’indipendenza, all’autonomia rispettarli e consideratli.Ciò può insegnare un genitore ad un figlio!!!
    Viviana Terzoli

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  2. Viviana,
    io credo che sia venuto il momento di un rapporto tra genitori e figli più maturo, non nel senso amicale, ma nel coraggio di affrontare insieme le complessità della vita.
    Non esiste il ‘mondo’ idilliaco.
    Oriana Fallaci cercava di raccontare a suo figlio che il mondo fuori dalla sua pancia era complesso (purtroppo quel figlio non nacque).
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  3. Infatti, non una vera amicizia una "sorta" di amicizia. Essere genitori è il mestiere più difficile che nessuno può insegnarci e anche se volessimo ripercorrere i nostri ricordi più positivi vissuti con i nostri genitori,oggi non sarebbe possibile è tutto completamente diverso! Credo però che renderli indipendenti, con un doveroso e amorevole controllo sia la cosa più giusta, un autonomia di pensiero, la libertà di esprimersi in ciò che più li rende felici e gratificati, cercare di condividere con loro alcune passioni in comune e non dimenticare mai di "farli raccontare". Un dialogo si da padre a figlio, ma vissuto sempre con serenità e verità per affrontare la vita che non è cosi sempre in discesa!
    Il libro di O.Fallaci lo lessi a 16 anni.... mi lasciò molto a riflettere e ne ho un ricordo molto triste
    Viviana Terzoli

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  4. Viviana,
    ho citato il libro di Fallaci perché contiene un duro dialogo di una madre che è consapevole di far nascere il figlio in un mondo ‘ostico’ e non ‘libero’.
    Un dialogo monito nei confronti degli adulti ad impegnarsi un po’ di più per rendere la propria e la vita del figlio un po’ migliore.
    Quel dialogo di Oriana Fallaci (di cui non condivido niente dopo l’11 settembre) è molto attuale.
    Dobbiamo cambiare atteggiamento nei confronti dei nostri figli, magari iniziare la lotta insieme per alcune cause ‘sociali’ e finirla finalmente con quell’inghippo dello scontro ‘generazionale’ (forse ormai logoro).
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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