29 luglio 2010

0416 (finExTRA) 29 luglio 2010----> WWW o WWC [51] Web e letteratura?

di Salvatore D'Agostino



«I fatti hanno smentito clamorosamente le analisi che indicavano nell'era digitale il trionfo dell'audiovisivo e il tramonto della scrittura: nessuna epoca storica ha mai assistito a una produzione di testi di dimensioni paragonabili a quella attuale; ogni attimo delle nostre vite è scandito dalla lettura di sms, email, chat, post di blog, variazioni di stato di social network, che si sommano - più che sostituire - a libri, giornali e riviste. Ma la valanga di parole che popola piccoli e grandi schermi può ambire, al pari delle «vecchie» parole di carta, alla definizione di letteratura? La «antologia della webletteratura italiana» curata da Mario Gerosa (Parla come navighi, Edizioni il Foglio, pagine 330, Euro 18) risponde con un convinto sì, anche se, dalla ricca massa di testi online e di articoli critici dedicati al fenomeno raccolti nel volume, emergono problematiche che suggerirebbero giudizi più sfumati. In primo luogo occorre distinguere, come opportunamente suggerito da alcuni contributi, fra letteratura sul web e webletteratura».

Carlo Formenti, Nasce la webletteratura, ovvero un' antologia di testi inconsapevoli, Corriere della Sera, 25 luglio 2010. Link

Sul tema, parlando con Emanuele Piccardo ho scoperto un libro: Marco Brizzi e Luigi Prestineza Puglisi, GR. La generazione della rete, Castelvecchi 2002. Devo recuperare.

Invece attraverso un Wilfing ho trovato: a cura di Loredana Lipperini, La notte dei blogger. La prima antologia dei nuovi narratori della rete, Einaudi, 2004.

29 luglio 2010 (Ultima modifica 30 luglio 2010)

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7 commenti:

  1. Naturalmente, dipende dal tipo di contenuto e dal contenitore entro il quale è racchiuso.

    La tendenza di certi strumenti, tra cui i blog, è quella di creare una letteratura differente, che nella forma assomiglia molto di più al discorso orale che a quello scritto (come classicamente inteso).
    Insomma, non è che noi si scriva più veramente. Piuttosto si parla in forma scritta.
    Un po' come diceva McLuhan? Un po' come diceva McLuhan. Che questo tolga ricchezza tecnica al mezzo letterario è fuor di dubbio, ma che possa crearne di nuova e diversa mi sembra verosimile.

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  2. È per questo, tra le altre cose, che non dobbiamo nè stupirci nè men che meno scandalizzarci del bisogno che spesso sentiamo di utilizzare emoticon, quando scriviamo online. È, appunto, perché stiamo chiacchierando, e non scrivendo. E chiacchierare escludendo la mimica facciale crea ambiguità, oltre che legittima frustrazione.

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  3. A quanto mi risulta è tra le primissime volta che si parlava di pubblicazioni di architettura in rete in Italia in forma pubblica e certamente qualificata

    Organizzai la serata sulla base di una serie di considerazione.
    A. quelle che mi sembravano le iniziative al momento più significative.
    B. il coinvolgimento non solo di figure attive in rete .. sono nominate nel link, ma anche di intellettuali italianio interessati al fenomeno tra cui Francesco tentori di cui è da poco ricorso l'anno dalla scomparsa.
    c.L'estesa raccolta dei miei articoli trasmigrati alla fine del 2000 sul web nella rubrica "Coffee break" sono ancora li. Avevo aperto il mio sito nel 1998 e progressivamente mi stavo accingendo a trasferirvi sempre più la mia attività didattica..

    Sono quasi certo che l'InArch di Roma abbia il nastro. Magari a qualche studioso serio interesserebbe sbobinarlo, capire che cosa fu detto, come sono cambiate le cose, commentare sulla base di dati veri. E capire

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  4. Rossella,
    l’inchiesta OLTRE IL SENSO DEL LUOGO partiva da questi presupposti.
    Chi sono gli architetti-blogger?
    Cosa dicono-scrivono?
    Non a caso il titolo è preso in prestito dal libro di Joshua Meyrowitz (che indagava sui linguaggi ‘differenti’ che ognuno di noi usa secondo l’uditorio - nel Web la piattaforma in cui si scrive -).
    Condivido il tuo pensiero sugl'emoticon.
    In questo modo si evita l’effetto ‘telefono’ della mancanza d’espressione facciale.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  5. Antonio Saggio,

    GR. LA GENERAZIONE DELLA RETE
    Sicuramente è la prima pubblicazione qualificata.
    Ho già prenotato una copia (tempi previsti tre settimane escluso pausa di ferragosto).

    Sarei molto interessato ai contenuti della serata. Non sono uno studioso serio –non gravito nel mondo dell’accademia – però mi piacerebbe fare la comparazione che lei auspica.

    Francesco Tentori?
    Che coincidenza! Parlerò della sua attività in una prossima intervista.
    Avevo spedito una mail molto tempo fa, mi è arrivata la risposta l’altro ieri e non sapevo che avrei omaggiato Francesco Tentori.

    Alcune domande:

    Perché la rivista ‘l’architettura’ ha chiuso?
    Dov'è possibile comprare o trovare On&off?
    Titolerebbe oggi il libro ‘LA GENERAZIONE DELLA RETE’?

    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  6. GR ho cercato di comprarlo parecchie volte, ma non ci sono mai riuscita.
    Tu dove l'hai trovato, Salv?

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  7. ---> Rossella,
    ahimè su IBS.
    Mi è appena arrivata una mail che mi avvisa: "a causa della chiusura del fonitore ci sarà un ritardo nella consegna".
    Perfetto!
    Saluti,
    Salvatore D'Agostino

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