2 febbraio 2010

0026 [MONDOBLOG] La storia del blog e una storia blog Elmanco

di Salvatore D'Agostino
intervista

Quasi 16 anni fa, il 27 gennaio 1994 Justin Hall1 studente dello Swarthmore College, scriveva le sue prime frasi sul Web (aveva 15 anni), ed annunciava:
 «Welcome to my first attempt at Hypertext.»
Benvenuti nel mio primo tentativo di Hypertext. Ecco come si presentava la sua pagina2:

Justin Hall è considerato il primo blogger, i suoi pensieri ipertestuali raccontano molti aspetti della sua vita.
In un post del 26 gennaio 2009 sul suo blog, Justin's links (un anno fa)3 ricordando la sua quindicennale esperienza, afferma che scrivere in rete è stato come trovare un posto nel mondo che gli ha offerto la possibilità di trovare amici e persone appassionate con cui lavorare, conclude che questo si è verificato solo grazie alla sua vita in rete:
«It's happening right now, and you're a part of it :-)»
Sta succedendo adesso e tu fai parte di esso, frase che caratterizza spesso l'ottimismo incondizionato dell'uso delle nuove tecnologie.
Adesso si occupa di giochi multiplayer
online.

Ma procediamo con ordine: quando nasce il blog?
«Lo schema di una piattaforma base per blogging - osserva Giuseppe Granieri4 - potrebbe ridursi ad un modulo per l'inserimento dei testi in un database e ad un modulo di output che li estrae e li visualizza in una pagina web, con l'ultimo testo inserito collocato in alto e gli altri a seguire verso il basso. Utilizzando un sistema simile, per pubblicare qualcosa sul Web non è necessaria nessuna competenza tecnica, se non quella di elaborare testi al computer.
Se guardiamo all'organizzazione dei contenuti, caratterizzata appunto dall'annotazione più recente in alto, secondo alcuni il primo weblog [...] fu anche il primo sito web in assoluto, ovvero la pagina costruita da Tim Berners-Lee sui server del CERN (Comité Européen pour la Recherche Nucléaire).»
Ecco come si presentava la prima pagina Web5 il 6 agosto 1991:
L'atto di annotare o registrare in inglese è tradotto con 'to log'.6
Il log, cioè prendere nota o registrare in una pagina Web per comunicare ad altri i contenuti è l’idea originaria del Web. Da qui la nascita del neologismo Web Log.7
Si deve al programmatore Jorn Barger che chiamò la sua pagina Web 'Robot Wisdom Weblog' la nascita del termine Weblog.8 Nel suo primo post9, mercoledì 17 dicembre 1997, segnalava un articolo e una discussione su un newsgroup sulla spartizione del malaffare della città di Chicago di bande cinesi, con l'aiuto di alcuni poliziotti corrotti.
Il 14 luglio 2007, il 'The Wall street Journal' celebra il 10° compleanno dei blog con uno speciale curato da Tunku Varadarajan dal titolo Happy Blogiversary.
«The dating of the 10th anniversary of blogs, and the ascription of primacy to the first blogger, are imperfect exercises. Others, such as David Winer, who blogged with Scripting News, and Cameron Barrett, who started CamWorld, were alongside the polemical Mr. Barger in the advance guard. And before them there were "proto-blogs," embryonic indications of the online profusion that was to follow. But by widespread consensus, 1997 is a reasonable point at which to mark the emergence of the blog as a distinct life-form.»10
Tra i dodici commentatori figura il giornalista Tom Wolfe, che molti di voi ricorderanno per il suo libro 'Maledetti Architetti'.11 Tom Wolfe è stato il padre del 'giornalismo di opinione' negli Stati Uniti, non a caso il suo libro appena citato è privo di spunti critici e ricco di considerazioni personali.
Quasi in contraddizione con il suo spirito 'opinio
nistico' afferma che è stanco di grida narcisiste e prive di fondamento giornalistico e non legge i blog. Racconta anche un episodio della sua morte prematura sulla voce Wikipedia a lui dedicata.
Secondo il 'The Wall street Journal' il pioniere dei blog è lo sviluppatore di software, scrittore ed editorialista della rivista Wired, Dave Winer.
Dave Winer racconta alla giornalista Rose Aguilar
12 che nel febbraio del 1996, organizzando il sito della ‘24 Hours of Democracy’, per una protesta a cui aderì anche Bill Gates contro una legge restrittiva nei confronti della libertà di parola13, avvertì l'esigenza di aggiornare frequentemente i partecipanti della manifestazione. Il 15 febbraio 1996 pubblica le sue prime note in rete avvisando che appena avrà qualcosa di nuovo lo scriverà in una nuova pagina del sito. In una pagina scriverà: 
«The web is a positive energy space.»
Il Web è uno spazio di energia positiva. Riporto la pagina riassuntiva in ordine cronologico inverso:
Interessanti le norme di comportamento: si può essere in disaccordo ma è importante evitare considerazioni personali su altre persone.
«PS: We're guests on AOL's server. Be respectful. Keep the traffic to essential statements and questions. No one-line messages saying "Thanks!" or "Got it." It's a high-traffic list. No flames, no personal statements about other people, you can make personal statements about yourself, of course. Remember it's OK to disagree. It's going to be a lot of fun! Cooool!» (qui)
Il 2 aprile 1997 pubblica il suo primo post una semplice lista di link reputati interessanti su Scripting News ovvero la sua pagina Web, dove riprende l'idea dell'inserimento in ordine cronologico inverso degli scritti. Scripting News per questa sua peculiarità è considerato il primo blog.
Dave Winer, sei anni dopo sarà chiamato dall'università di Havard per un corso universitario il cui scopo era d'insegnare agli studenti a costruire i blog personali e agevolare le interazioni per la didattica.14
Ritorniamo all'incipit dello speciale, tra i pionieri viene indicato altresì Cameron Barrett e il suo
CamWorld, il suo primo post dell'11 giugno 1997 (circa due mesi il primo post di Dave Winer) sembra riassumere la vita da interconnessi: 
«Life is a constant challenge».
La vita è una sfida costante.
Vorrei segnalare che Cameron Barrett in seguito sarà l'ideatore di un blog atipico ma molto innovativo, ‘Watch Blog’ ovvero un blog diviso in tre colonne, dove in ogni colonna c'è il punto di vista degli esponenti dei vari partiti: Democrats & Liberals, Third Party & Independents (ovvero tutte le voci indipendenti), Republicans & Conservatives, lanciato il 21 maggio 2003.
Come dice lo stesso Barret: Perché? Diciamolo chiaro, la politica è confusa. A volte è difficile a chi credere, a chi ascoltare a chi sostenere. Siamo qui per aiutarvi.



Vi riporto i titoli dei primi articoli:

Democrats & Liberals,
Feisty Texans a Model For Democratic Party, 29 maggio 2003.

Third Party & Independents,
The Green Party Dilemma, 21 maggio 2003.

Republicans & Conservatives,
Tax Cut Positions Bush for the 2004 Election, 27 maggio 2003. 

E Justin Hall e la sua prima pagina di diario sul Web del 1994?
«Il web è un'invenzione geniale - afferma lo scrittore Richard Dawkins -, uno dei traguardi più alti raggiunti della specie umana. La sua qualità migliore è quella di non essere stato creato da un singolo genio come Tim Berners-Lee o Steve Wozniak o Alan Kay, né da una grande azienda come la Sony o l'Ibm, ma da una comunità anarchica composta da singoli e gruppi per lo più anonimi sparsi in tutto il mondo.»15
Fare la storia del blog è forse impossibile, poiché il Web ha una memoria labile, ogni pagina nelle migliori delle ipotesi è in continuo mutamento sia nella grafica, sia nei contenuti ma spesso semplicemente nel tempo svanisce, poiché cancellate dall'autore o dal server.

Prima di riparlare di Justin Hall occorre domandarsi che cos'è un blog?

Parafrasando la definizione di Giuseppe Granieri un blog offre la possibilità di scrivere note (ipertestuali, immagini, video, audio) cronologiche inverse con la variante di poter essere commentate.
Riepiloghiamo i momenti di questo sviluppo anarchico collettivo:
  • il 6 agosto 1991 Tim Berners-Lee inventa la scrittura su una pagina Web;
  • il 27 gennaio 1994 Justin Hall utilizza il Web per scrivere il suo diario;
  • il 2 aprile 1997 Dave Winer codifica uno sviluppo cronologico inverso per i suoi appunti.
Manca l'ultimo tassello, i 'commenti'.

Fu Bruce Ableson che il 20 ottobre 1998 programma e lancia la prima piattaforma blog 'Open Diary’ dove offre la possibilità di pubblicare il proprio diario in rete attraverso semplici passaggi introducendo l'opzione di inserimento di un commento in calce alla nota.
Il 21 ottobre nel suo primo post Ink on My Hands racconta la sua esperienza lavorativa e stranamente il suo diario in rete non risulta abilitato per i commenti.
Mi sono messo alla ricerca del primo commento ma come abbiamo constatato fare la storia Web significa fare la storia di quel che resta, poiché in questo caso, molti diaristi si sono letteralmente smaterializzati senza lasciare tracce.

Il commento più vecchio che sono riuscito a rintracciare è stato postato sul blog di Jane Says Hellooo, Cyber Diary, - bella la definizione di Cyber Diario - il 12 novembre 1998 (24 giorni dopo il lancio), un enigmatico:
«Do you ware a wig around? MATT.»

Sempre su ‘Open Diary’ il 7 dicembre 1998, Xochiquetzal, scrive la sua prima pagina di diario dove a mio avviso si trova una delle più pregnanti definizione delle scritture Web:
«to write so beautifully on this alluring blank space.»
È bello scrivere in questo affascinante spazio vuoto (post Emergence of a Nonconformist).
Un'ultima curiosità SoCal Frank scrive nel suo primo post Yet another segment of my journal di aver iniziato il suo diario 'Off' ovvero non in rete nel 1996 mentre era militare di stanza nel Nord Italia. Un commentatore anonimo dice che anche lui viveva a Milano nel 1960.

Interessante e anche significativa per la casualità dell'invenzione è la storia legata ai neologismi.

Abbiamo già detto che Jorn Barger ideò il sostantivo Weblog unendo le parole Web e log, il 17 dicembre 1997.
Il termine blog fu coniato da Peter Merholz che tra l'aprile e il maggio del 1999 scrisse nella barra sinistra della sua pagina Web di avere preso una decisione, contrarre la parola Weblog in Wee-Blog o Blog.16
Una parola che sarebbe rimasta inutilizzata se Evan Williams per Pyra Labs nell'agosto 1999 non avesse lanciato la piattaforma basandosi sul modello di Open Diary chiamata ‘Blogger’, si deve a lui anche il verbo to blog (bloggare) e il sostantivo blogger.17 Un'altra curiosità, sarà lo stesso Evan Williams, essendo tra i cofondatori, a lanciare il primo microblogging 'Twitter' il 21 marzo del 2006 alle 12.50.
Non ci resta che concludere con l'invenzione del neologismo ‘blogosfera’ del blogger Brad L. Graham - morto il 4 gennaio scorso18 - in un post del 10 settembre 1999 dove parlava del termine blog con tono scherzoso dava l'addio alla parola ‘cyberspazio’ e al suo posto coniava il termine ‘Blogosphere’. 19
Più che una storia blog si può parlare delle tracce ancora visibili in rete o resi tali dalla critica.
C'è da chiedersi come rendere meno labile la 'memoria' Web?

Il prossimo colloquio di Wilfing Architettura ripercorre una di queste storie o tracce in rete ed interloquirà con Stefano Ricci autore di Elmanco.

2 febbraio 2010 (ultima modifica: 12 febbraio 2012)
Intersezioni ---> MONDOBLOG
Come usare WA---------------------------------------------------Cos'è WA
_________________________________________
Note:
1 Fu il giornalista Jeffrey Rose del The New York Times a identificare in Justin Hall il primo blogger intimista. Jeffrey Rose, Your Blog or Mine?, 19 dicembre 2004, The New York Times (qui). 
2 Justin Hall, Welcome to my first attempt at Hypertext, Justin's home page, 27 gennaio 1994 (qui).
3 Justin Hall,15 years of fun online: nonfiction transcription to layering game, Blog Justin' links, 26 gennaio 2009 (qui). Puoi trovare un approfondimento sulla sua vita su Scott Rosernberg, Say Everything: How Blogging Began, What It's Becoming, and Why It Matters, Hardcover, 2009. Qui il primo capitolo pubblicato online. 
4 Giuseppe Granieri, Blog generation, Laterza, Roma-Bari, 2005, pp. 25-26. 
5 Tim Berners-Lee, World Wide Web, Archivio storico prima pagina Web (breve sintesi del progetto World Wide Web), 6 agosto 1991 (qui).
6 Log in inglese ha anche un altro significato di ‘giornale di bordo nautico’, il verbo to log significa registrare fatti nel giornale di bordo. Da questa traduzione ‘Web Log’ sviluppa il concetto di diario in rete, resa ancora più interessante dal legame con la navigazione (navigare in rete). Ambiguità semantica che non può essere facilmente risolta. Ripercorrendo il pensiero generativo di Tim Berners-Lee la pagina Web sembra più un muro dove inserire degli avvisi (o post) per facilitare la comunicazione non fisica (in rete) su argomenti condivisi che un diario.
7 Il sostantivo Web nasce dalla contrazione della frase 'World Wide Web' identifica tutte le risorse che possono essere raggiunte mediante il protocollo HTTP.  
8 Faccio ammenda spesso su Wilfing Architetura ho attribuito la paternità di primo blogger a Jorn Barger vedi qui, qui e qui. La pagina Web che testimonia la nascita del termine Weblog (qui). 
9 Post dall'inglese affiggere è un messaggio 'affisso', inserito, su una pagina Web. I messaggi spesso non sono semplicemente testuali. 
10 Tunku Varadarajan, Happy Blogiversar, The wall street Jornal, 14 luglio 2007(qui). 
11 Tom Wolfe, Maledetti architetti, Bompiani, Milano, 1988.  
12 Rose Aguilar, Gates endorses 24 Hours of Democracy, CNET News, 23 febbraio 1996 (qui).  
13 Dave Winer, The Blackout, 8 febbraio 1996 (qui)  
14 Paul Festa, Blogging comes to Harvard, cnet news, 25 febbraio 2003 (qui) 
15 Richard Darkins (Biologo evoluzionista) risponde alla domanda dell'anno 2010 'HOW IS THE INTERNET CHANGING THE WAY YOU THINK? - L'uso della rete ha cambiato il nostro modo di pensare?" della rivista online Edge (qui). Alcune risposte sono state pubblicate sul settimanale, Internazionale, n. 831, 29 gennaio/4 febbraio, pp. 34-41. (Leggibile qui).  
16 Peter Merholz, Play With Your Words, Blog peterme, 17 maggio 2002 (qui). 
17 Una mail tra John Baker e Meg Hourihan dove si ricostruisce l'invenzione del termine blog e si dice che il 22 giugno del 1999 fu registrato il marchio 'blogger' (qui).  
18 Marco Rinaldi mi aveva segnalato questa notizia (qui). Judith Newmark, Repertory Theatre di Brad Graham muore, St. Louis Post-Dispatch. 4 gennaio 2010 (qui).  
19 Brad L. Graham, 'Friday, September 10, 1999', 10 settembre 1999, Blog Must See (qui). In realtà il termine blogosfera cominciò a essere usato grazie a William Quick attraverso un commento informale: Copykitten, 5 gennaio 2002, Rationales for an Irrational World, (qui).

4 commenti:

  1. Non vorrei sembrare eccessivamente critico, condivido questo post come ricostruzione storica, ma il punto fondamentale non è soltanto cronologico. Mi spiego meglio! Abbiamo affrontato una discussione sui blog di architettura in Italia e sulla differenza della scrittura giornalistica da quella dei blog. Ora il problema va affrontato alla radice, ovvero cosa possono rappresentare oggi i blog di architettura in una fase di radicale cambiamento della comunicazione? La discussione che rimane in piedi oggi è quella che ci ha lasciato il buon Metitieri, riportando tutti ad una cruda ma reale realtà anche se solo in parte condivisibile. I blog sono ancora “degli strumenti che hanno regalato a tutti i navigatori la possibilità di pubblicare on line in modo estremamente facile” e quindi consentire “l’auto pubblicazione”? Hanno la forza di essere spazi condivisi e di avere la capacità di scambiare opinioni o anche solo informazioni? Le differenze tra blog ed un articolo giornalistico sono evidenti nella sua struttura aperta, capace di aprirsi ai lettori, ma i blog di architettura troppo spesso soffrono del “mito di Giovanni Soldini” del navigatore solitario che sonda i mari cambiando la rotta di giorno in giorno ed arrivando alla meta compiendo miglia e miglia nella sua sfida solitaria. Bello ed affascinante e ognuno può raccontare le proprie avventure e circumnavigazioni in un mare di melma culturale, soprattutto nostrana, e in un clima asservito alla politica. Personalmente ho visto qualche intervista di Soldini alla televisione, ma ero tra quelli che si alzava la notte per vedere Luna Rossa perché amo la mia solitudine, ma preferisco l’equipaggio, il gruppo e i ruoli.
    E quindi non navigo ma mi impegno per creare un team, senza essere De Angelis né Prada, in grado di solcare le onde che hanno altezze, ampiezza ed intervalli diversi a causa del vento che spira. Il bello è che assistiamo ad una fase di bonaccia culturale aspettando lo tsunami senza capire cosa sarà e possa essere domani. Questo mio contributo spera di aprire una riflessione anche in prospettiva, che magari fosse “il medioevo 2.0”, per aprire a nuovi temi con una nuova domanda: perché la top ten mondiale dei blog di architettura [ http://www.intlistings.com/articles/2007/top-100-architecture-blogs/ ], forse un po’ datata essendo del 2007 ma credo tutt’ora valida, la metà di quelli in classifica è gestita da un team o meglio una redazione? In Italia, terra di ex poeti e ex navigatori, siamo tutti malati di “soldinismo”? Non siamo in grado di lavorare insieme?
    Me lo chiedo da molto tempo e non so dare una risposta precisa, so solo che il paese è dominato da condottieri, ahimè non solo nella politica, e da dimessi equipaggi, ma la mancanza di integrazione e condivisone comune non è un male dei blog ma del paese intero.
    Spero che questa non sia una riflessione isolata, amo il mare ma non so navigare, ma forse la mia è una persistenza della memoria.


    [P.S.] Rispetto ai commenti su Bla, bla, bla …. BLAG aggiungo che penso, solo in parte, che facebook sia una piattaforma complementare ai blog, ma soprattutto credo che il blog sia soltanto apparentemente accessibile a tutti perché per accedervi bisogna condividerne o rifiutarne la filosofia, mentre su facebook basta “scambiarsi” un semplice click per divenire “amici”. Frequento i blog nazionali da quando sono su facebook perché tramite questo ho conosciuto alcune persone che mi hanno interessato. Infine ritengo che facebook abbia fatto leggere e scrivere più di qualsiasi altra cosa contribuendo a trasformare, finalmente, la lingua italiana. Cambia la lingua ma il paese sta fermo.

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  2. 1° di facebook

    Copio e incollo i commenti di facebook, una piattaforma complementare al blog che facilità l’interazione con gli utenti ribaltando la logica del classico blog. Facebook, a differenza dei blog - strutturalmente accessibile a tutti- è ristretto ad alcuni 'amici' selezionabili dall’utente attraverso specifiche del programma.

    Maria Maccarrone:
    I blog un'Architettura collettiva? ...

    Salvatore D'Agostino:
    Maria,
    perché quel punto interrogativo?

    Marco Opla:
    ai quesiti sopraesposti mi viene da rispondere in prima battuta che ... è così, perchè gli architetti sono così, autonomi, autoreferenziali, un po' tuttologi, e l'apparente raggruppamento di più teste genera di solito una piccola élite, piu che un gruppo open-source... ma è una sensazione a pelle.
    La riflessione su facebook è condivisa...

    Mariateresa Minari
    Il dover chiarire"la filosofia dell' architettare" in un blog di architettura mi ha spinto a cercare appoggi nell'analisi musicale, dove il contenuto fatto di tempi e tonalità sonore rimane pur sempre " suono compositivo" individualie e soggettivo...!
    Pultroppo siamo tutti malati di “soldinismo”...bla blabla

    Salvatore D'Agostino
    Mariateresa,
    la filosofia dell’architettura è veramente una ricerca ambiziosa forse elitaria.
    ‘Soldinismo’! Io credo che la nostra malattia sia una forma di furba cecità.
    Non vogliamo vedere il degrado che ci circonda, deleghiamo sempre ad altri le responsabilità e soprattutto pensiamo che l’altro sia sempre più stupido di noi.
    Il bla, bla, bla nasce dall’incapacità dell’ascolto.... Mostra tutto
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

    Marco Rinaldi
    Mi dispiace con condividere Marco Opla. A pelle mi viene da dire che sia il tuo commento sia autobiografico frutto di percorsi complessi tanto da aver delineato un puro scetticismo. Capisco anche perch... Mostra tuttoè sono esperienze in parte comuni ad ognuno e in parte insite negli architetti. Ma mi viene da porre l'ennesima domanda: perchè quando si parla di architettura bisogna parlare degli architetti e non aprirsi a modalità interdisciplinari? perchè dell'architettura debbono parlare solo gli architetti? Penso che invece necessiti del contributo di formazioni diverse per capire l'architettura come processo ed andare oltre all'espressione stilistica più o meno piacevole.
    Maria, Salvatore ha colto la nostra idea di fare un blog collettivo ma noi ci sforzeremo di farlo anche internazionale.
    Sposo l'idea di Mariateresa con il riferimento musicale, come una orchestra con una armonizzazione complessiva che esalta le individualità, sia che sia solista o accompagnatore.

    Viviana Terzoli
    Vi rispondo con le parole di G. B. Shaw
    "Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
    Oggi noi architetti abbiamo molte mele e poche idee.....

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  3. --->Marco,
    il mito di Giovanni Soldini non è semplificabile.
    Occorre chiedersi ‘profondamente’ e con altri strumenti la peculiarità (forse solo) ‘italiana’ del nostro vivere in asincrono dividendo i tempi della sfera privata/personale da quella pubblica/sociale.
    L’italiano è un’individualista spesso campanilista.
    Da qualche tempo sostengo che l’architettura del passato più bella sia frutto dell’invidia di alcuni potenti nei confronti del nemico più prossimo. Le architetture non erano costruite per il ‘popolo’ ma per l’ostentazione del personale potere.
    Ciò che oggi lascia stupiti i turisti non è altro che il nostro esasperato individualismo trasposto in pietra.
    Svilupperò questa mia lettura in un altro post o contesto.
    Ritornando alla storia dei blog e soprattutto in Italia.
    Esistono già dei blog collettivi:

    ibridi (non commentabili):
    Arch’it (con molti interventi spesso autorevoli);
    Gizmo nuovo è già molto interessante (tra di loro gli autori del neologismo ARCHISTAR);
    presS/Letter nella sua versione on line;
    Eddyburg importate finestra sull’urbanistica.
    Archphoto importate la sezione video-interviste.

    Puro (commentabile):
    Antithesi vero blog collettivo mainstream:
    Domus Sensor aperto circa un anno fa dalla rivista Domus;
    Abitare Featured aperto quasi da due anni dalla rivista abitare

    Ho citato i più autorevoli.

    Su Wikio.com (non .it)
    Esiste la categoria: Architecture and Design aggiornata ogni mese.
    Link: http://www.wikio.com/blogs/top/architecture_and_design
    Anche qui puoi notare che tra i primi posti ci sono i blog collettivi.
    A mio avviso sono blog ‘virali’ nel senso della costruzione dei post ‘ricco d’immagini’ in pratica escludono la critica.
    Io tenterei di parlare di critica ‘parola’ spesso confusa da molti blogger con l’opinionismo.

    Perdonami se divago vorrei riflettere su questo tema inserendo due considerazioni:
    In un’intervista di Tiziano Scarpa a Nicola La Gioia, lo scrittore barese fa questa considerazione: «Eppure la critica è importante. Un confronto tra vivi è una cosa che farebbe bene a tutti. E però, perché se vado su Nazione Indiana, Miserabili, Carmilla, anche quando non condivido un giudizio riesco a capire che cosa succede nel mondo letterario italiano mentre se apro la terza pagina di un quotidiano ci trovo (quando va bene) delle pagine sull’alpinismo o sul divorzio?».
    Link: http://www.nazioneindiana.com/2004/10/25/occidente-per-principianti-e-un-capolavoro/

    In un editoriale del 3 febbraio 2010 il giornalista Leonardo Servadio (per fortuna non esiste il link) dal titolo ‘L’ EX SPICE GIRL E GLI ARCHITETTI A CRESCITA ZERO’ afferma «L’indignazione sorge spontanea (e nei blog della Rete è diffusa)».

    Nel primo caso i blog citati sono importanti strumenti di critica che evitano la semplificazione giornalistica.
    Nel secondo caso vi è un uso semplicistico dei blog per avvalorare un dissenso (visione personale) del giornalista, in questo esempio ‘blog’ diventa una parola ombrello, c’è da chiedersi chi sono i blogger e chi è il popolo della rete.

    Io credo che nel mondo dei blog di architettura non ci sia la consapevolezza di usare la piattaforma come strumento critico (ci sono alcuni casi ma sono rari), forse perché l’architettura è molto legata al marketing e forse perché confondiamo le opinioni personali per critica.

    Lasciando stare il terreno scivoloso della ‘critica’, io trovo straordinari i blog usati come diari (quindi personali) spesso c’è un’intelligenza che una rivista o un blog ‘pubblicitario’ non può vendere.
    La questione ‘blog’ resta aperta.

    P.S.:
    Condivido il tuo P.S. da qualche tempo i linguisti Tullio De Mauro, Edoardo Lombardi Vallauri, come l’accademia della Crusca sostengono, che grazie alle nuove tecnologie, si sia tornato a un’alfabetizzazione di massa (sia scritta che orale).

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  4. 2° di facebook

    Maria Maccarrone:
    Trovo formidabile il racconto cronologico dei blog elaborato da Salvatore, che ha ben acceso la questione su questo particolare mezzo di connessione per architetti coltivatori di mele, e non solo. Qualche idea buona c'è: condivido con Marco R. il blog come uno strumento collettivo e libero, in cui lasciare spazio al progetto di un'Architettura condivisa, finalmente.

    Salvatore D'Agostino: ---> Maria,
    per molto tempo ci siamo lamentati contro l’istituzione e i poteri forti.
    Internet ci offre degli strumenti sta a noi iniziare a fare delle cose evitando il pensiero ‘contro’ qualcuno o qualcosa.
    Le buone idee non sono spesso ricercate dagli editori o dai politici, adesso sappiamo che possono circolare diversamente
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

    Marco Opla:
    @marco r. > certo, le mie sono tutte considerazioni su base esperienziale... e le osservazioni forse generalizzate, però non vedo tra tutti quei architetti laureati (non so quanti siano in italia) e tutti quelli iscritti ad un ordine (qui mi pare siamo sopra i 136.000) un grande interesse alla condivisione in rete (qui lo dico come dato di fatto, e qualche numero di archi-blog "vitali" te lo può suggerire Salvatore D'A.). Questo non smorza il reale entusiasmo che nutro per il dialogo attivo attraverso piattaforme nel web (blog, social-network, portali...)... specie per quelle che hanno definito un "piano" redazionale...

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