21 aprile 2008

0017 [CITTA'] Per Stefano Boeri Milano può rischiare di vedere sorgere favelas e slums

C'è una domanda da porsi per chi deve pensare e costruire le città ed è la gente che la abita. In una grande città come Milano, ci sono molti individui poveri che, se sottovalutati, possono creare vere e proprie favelas. Stefano Boeri, abbandonando la retorica del problema sociale, sostiene che essi sono una risorsa per la città, ma se non si comincia a costruire dei sistemi policentrici di luoghi di prima accoglienza, si possono creare degli slums. Boeri individua quattro fondamentali risorse:
1- le strutture dimesse, spesso di proprietà dello stato, ai bordi di Milano;
2- l’attitudine alla coesione sociale legata alle dinamiche del lavoro e dell'imprenditoria;
3- una fitta rete capillare ed efficiente di associazioni e mediatori sociali;
4- le istituzioni bancarie, le fondazioni e le imprese che possono investire in un serio progetto d'integrazione.
Milano, conclude Boeri: «È una città abitata da istituzioni bancarie, fondazioni, imprese, che sono oggi disposte ad investire in un serio progetto di integrazione, basato su un programma chiaro di investimenti e di impegni di gestione. Credere che, in previsione dell’Expo, Milano sappia rilanciare quella grande e nobile politica di generosità sociale che cento anni fa la portò a costruire istituzioni di accoglienza e formazione come l’Umanitaria non è un sogno. E’ anzi una necessità, se vogliamo evitarci un futuro di favelas e slums. Altre strade, non si danno.»:

Stefano Boeri, C'é una domanda, Corriere dela Sera, 20 novembre 2007


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