In una metropolitana affollata più del solito, leggo con stanchezza sulla prima pagina del Corriere Milano, il quotidiano articolo pessimistico e catastrofistico.
L’articolo riguarda il resoconto del primo giorno a Milano del Salone del mobile e denuncia l’impreparazione della città ad accogliere il futuro 'Expo', perché non era stata in grado di affrontare un’affluenza cospicua e forse inaspettata di persone che ha richiamato la fiera.
Le prime notizie su questo evento, mi richiamano alla mente i tornelli della metro sbloccati per far defluire le persone, aria irrespirabile dentro i vagoni, traffico bloccato e confusione.
Casualmente nel pomeriggio mi ritrovo a camminare con un’amica, senza una meta precisa, per le vie più eleganti di Milano: da quel momento comincio a capire cos’è la fiera del mobile.
Obiettivi di varie e originali dimensioni, macchine fotografiche, passi curiosi e lenti, cortili aperti, negozi, dove di solito mi immobilizzo curiosa davanti le vetrine, aperti con personale addirittura sorridente.
Con la mia amica ci facciamo prendere da questa curiosa aria e affrontiamo con risate e aria disinvolta le vie che ci spingono a curiosare dentro i cortili, di solito non accessibili, addobbati con strane e anche belle esposizioni, così anche dentro i negozi, per fermarci al centro della Galleria Vittorio Emanuele dove dentro una “palla” di metallo, giovani seduti per terra ascoltano con interesse persone che parlano di architettura e design.
Galvanizzata da quello che avevo visto per caso, decido di evitare le noiose incombenze della domenica mattina facendo una camminata alla scoperta dei cortili e dei tesori nascosti, trovando una città che riscopre il piacere della passeggiata e che svela ciò che in genere è di pochi.
Postato da: Virginia D'Agostino
Il Salone fa il pieno nel giorno di apertura al pubblico, Il sole 24 ore, 21 aprile 2008
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