18 luglio 2011

0048 [MONDOBLOG] IUAV Web


Il prossimo dialogo a tre con Julian Adda e Nicola Bergamin si è sviluppato attraverso mail dopo il racconto del 'blog involontario di Francesco Tentori' fatto da Vinicio Bonometto.
Tentori, dal 2000 al 2003 (circa) utilizzò le pagine del sito dello IUAV per ampliare il dialogo con gli studenti oltre le lezioni (pagine che abbiamo forse recuperato).
Il 5 febbraio dello stesso anno Claudio Panerari e Roberto Grossa portarono al consiglio del DPA (Dipartimento Progettazione Architettonica) la bozza per il finanziamento di una rivista Web edita dallo IUAV, il progetto non fu mai approvato.
Nel febbraio 2002 Claudio Panerari, con l’aiuto di Roberto Masiero, diede vita a una rivista ‘informale’, non istituzionale, edita attraverso mail dal nome qb (quanto basta).

Riporto il primo numero:
(visualizza/scarica l'originale)


01. L’architetto è un muratore che sa di latino.
(Adolf Loos)

02. La teoria va bene. Costruire è meglio.
(Rudolph Schindler)

I colleghi storico/teorici ci stimolano a riflettere sul nostro progetto. Le critiche corrette vanno accettate e possono diventare occasione per un balzo in avanti. All’osservazione 01. è però facilmente contrapponibile la risposta 02. (che ho scoperto dopo le tesi).

L’idea di un foglio web gira da molto. Ne parleremo in qb.1. Sarei felice di avere vostre osservazioni informali, indirizzate naturalmente a tutti.

La storia Web dell'architettura italiana si arricchisce di un episodio d'incomunicabilità tra i ricercatori più intuitivi e i dirigenti delle istituzioni. Posso immaginare la faccia di chi doveva approvare il progetto e il gusto di dire no ai giovani irrequieti a favore di una comoda conferenza o rivista accademica. Di seguito riporto alcuni stralci della meticolosa bozza (con dettagliati preventivi di spesa) presentata dai due ricercatori.
Se la mancata rivista Web dello IUAV rappresenta un passaggio particolare per questa non storia del Web italiano, dagli spunti della bozza emerge una visione del Web molto timida, utilitaristica e senza una spinta - anche azzardata - verso il futuro, preoccupata più della lentezza della connessione di quel periodo che del suo potenziale. Conserva una visione legata al territorio, all'emancipazione culturale dello IUAV nei confronti degli altri atenei italiani, al nord-est e forse - per assurdo parlando di Web - chiusa verso un orgoglio Veneto/veneziano.
Nei fatti lo IUAV non avrà mai una storia legata a una rivista Web.
(visualizza/scarica l'originale)

PROPOSTA PER UNA RIVISTA WEB DEL DPA

Obiettivi
1.1. L’opportunità di dare vita ad una rivista w e b nasce da due bisogni diversi: - la necessità di rendere pubbliche e diffondere le idee che si sviluppano nella scuola;

- il desiderio di iniziare ad esplorare le potenzialità di un mezzo, che promette di abbattere le barriere della distribuzione e di interagire con i destinatari del messaggio.

1.2. La nostra scuola ha fatto molteplici tentativi per uscire dall’isolamento editoriale a cui la condanna la relativa arretratezza del nordest italiano (non dimentichiamo che anche ai tempi del massimo splendore, i suoi prodotti venivano pubblicati da editori secondari), ma i risultati sono stati spesso inferiori alle speranze.

Viceversa, quando un veneziano riesce a controllare uno strumento di diffusione nazionale ed internazionale, è quasi necessariamente costretto a prendere le distanze dalle sue origini, per non perdere contatto con la nuova dimensione in cui è inserito (v. Casabella).

[…]

1.5. Utilizzare il web come strumento per arricchire l’offerta di servizi del Dipartimento può essere un’idea da non sottovalutare. Il w e b attualmente è inadeguato rispetto alle promesse: è lento, costoso, confuso. L’accesso ai siti promettenti è spesso casuale ed i dati che se ne riportano sono a volte inutili e quasi sempre incompleti.

1.6. Tuttavia, sono vicini rapidi mutamenti tecnologici: la banda larga consentirà di avvicinarsi molto ad un libro elettronico che sia comparabile nell’uso al libro di carta. Soprattutto, si è scommesso così tanto denaro sul w e b, che i tentativi per trarne qualcosa di utile saranno incessanti e presumibilmente efficaci.

Infine, l’interesse per l’oggetto è destinato a sviluppare le sue potenzialità nascoste: nei prossimi anni il nostro modo di comunicare e progettare si modificherà almeno quanto si è trasformato nell’ultimo decennio con l’introduzione del computer nella progettazione.

1.7. Il primo obiettivo per una rivista web consiste allora nel rovesciare in positivo gli elementi negativi della rete:

- rendere l’utente un lettore fedele;

- assicurare un aggiornamento frequente e regolare del sito;

- non aspettare la ricerca dell’utente, ma avvisarlo dell’aggiornamento del sito;

- permettere all’utente la navigazione tra siti di contenuto analogo;

- fornire documentazioni brevi ed accurate.

2. Forma


2.1. La forma attuale del w e b costringe ad alcune limitazioni inusuali nell’università:

- i testi devono essere stringati, perché i video attuali appesantiscono molto la lettura ed impediscono i rimandi tra punti diversi del testo, che sono normali nella stampa su carta;

- i testi complessi debbono essere presentati come approfondimenti successivi e facoltativi (in

sequenza: abstract/testo completo/note);

- la forma della pagina ed i caratteri non possono essere impostati in modo definitivo, ma dipendono dal video e dal computer dell’utente: l’impaginazione segue quindi regole diverse rispetto a quelle dei testi a stampa;

- la quantità di informazioni inviate (soprattutto nelle immagini) non può essere eccessiva, per non allungare troppo il tempo di ricezione; si è quindi costretti a cercare un compromesso tra qualità dell’immagine e capacità delle linee di comunicazione;

- un sito w e b non è autorevole ed accessibile se non traduce in inglese almeno i testi principali.

[...]

4.5. Modo di lavoro
Per la redazione, lavorare in rete significa accettare il principio: “spostate le idee, non le persone” non solo come principio, opportunistico (per evitare chilometri di strada), ma anche per verificare la potenzialità di interattività della rete. La redazione potrebbe riunirsi una volta al mese per inviare in linea il nuovo numero, verificare i numeri in lavorazione e proporre nuovi argomenti. La responsabilità scientifica del numero dovrebbe essere assunta collettivamente dalla redazione, mentre il singolo redattore dovrebbe essere responsabile solo dei contatti con gli autori, della raccolta e del confezionamento dei materiali. Le comunicazioni interne alla redazione (e possibilmente anche quelle con gli autori) dovrebbero essere affidate in primo luogo alla e -mail e telefono.

Uno sforzo analogo dovrebbe essere richiesto agli autori. I contributi dovrebbero essere forniti come semielaborati in rete e gli autori dovrebbero essere disponibili ad accettare il dibattito in rete.

Nel prossimo MONDOBLOG racconterò l’esperienza di due anni di qb e non solo. A proposito di IUAV vi segnalo che dal 2008, direi per fortuna, alcuni contenuti dei Workshop estivi (giugno-luglio) sono riportati in blog non istituzionali eccoli: 08, 09, 10 e 11.

18 luglio 2011
Intersezioni ---> MONDOBLOG

5 commenti:

  1. Ciao Gianni,
    grazie della segnalazione.
    A presto,
    Salvatore D’Agostino

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  2. Gentile Salvatore,
    grazie della segnalazione.
    Specifico che il nostro non è il sito istituzionale, ma è il "blog dei workshop" essendo esso stesso parte di uno dei 30 workshop estivi attivati: questo particolare laboratorio ripartisce gli studenti partecipanti tra la sezione redazione testi, elaborazione grafica, e fotografia che lavorano per produrre il quotidiano speciale, edito dall'università Iuav durante i 21 giorni di workshop, con una tiratura tra le 1500 e le 2000 copie giornaliere. Ci sono poi degli studenti che partecipano alla sezione blog, imparando a fare i video grazie alle interviste ai docenti, che diventano le loro esercitazioni oggetto d'esame, insieme ad altri contenuti appresi.
    I docenti titolari del Workshop W.A.VE sono Massimiliano Ciammaichella, Marina Montuori e Leonardo Sonnoli: nel blog c'è una pagina dedicata anche a loro e al nostro laboratorio.
    Nel blog, come avrà visto, trovano spazio vari tipi di contenuti, molti suggeriti e realizzati dai ragazzi di tutte le sezioni del nostro workshop, oltre a segnalazioni e post di servizio ed informazione.
    Per quanto concerne i visitatori, ne abbiamo avuti 324.124(ad oggi)dall'apertura su questa piattaforma.
    Nello specifico, il blog ha avuto nell'edizione Wave 2010, durata fino ad aprile di quest'anno, circa 130.000 contatti.
    Da maggio abbiamo ristrutturato il blog, aprendo la versione attuale W.A.VE 2011, e in questo breve lasso di tempo i contatti sono stati i restanti 194.000 e rotti.
    Anche se i workshop sono finiti, continuiamo ad avere un numero sostenuto di visite, anche dall'estero e richieste di pubblicazione di vari tipi di informazioni.
    Adesso vedremo se rimodulare il progetto per tenerlo attivo con una redazione permanente durante tutto l'anno.

    Cordiali saluti,
    Stefania Catinella.

    Tutor workshop W.A.VE 2011

    p.s.
    Esiste anche la pagina fb WAVe IUAV 2011

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  3. Stefania Catinella,
    grazie della risposta.
    Anche nel post avevo specificato il carattere (per fortuna) non ‘istituzionale’.
    194.000 accessi in tre mesi sono importanti, personalmente mi fanno riflettere.
    Altro dato per me un po’ inquietante, il numero di workshop estivi.
    Non condivido la sua ultima frase: «Adesso vedremo se rimodulare il progetto per tenerlo attivo con una redazione permanente durante tutto l'anno», poiché non serve istituzionalizzare questo metodo basato sul racconto in diretta del workshop.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  4. a proposito del web e dell'Iuav...

    Quando fu presentato il programma summenionato ricordo però un salace (e feroce come era nelle sue corde) commento proprio di Francesco Tentori che, dopo aver ascoltato la lunga relazione che magnificava "l'intelligenza atificiale", esclamò: "io preferisco la stupidità naturale!"
    purtroppo "ognuno vede il proprio arcobaleno"!
    intanto il blog di wave 2011 ha avuto più di 300.000 visitatori e chissà che che non possa rappresentare una prima forma di osservatorio sull'Iuav
    Marina Montuori

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  5. Marina Montuori,
    sull’uso Web di Francesco Tentori ne abbiamo parlato con Vinicio Bonometto qui.
    Condivido la sua frase «io preferisco la stupidità naturale!» anche se il Web è un posto naturale non c’è nessuna intelligente artificiale. Il web è un crogiolo di persone che elaborano concetti.
    Il web è un foglio bianco (con delle caratteristiche diverse) dove poter scrivere.
    Infatti Tentori è stato tra i primi a utilizzare queste pagine bianche.
    Non capisco la frase «ognuno vede il proprio arcobaleno!», la mancata rivista online resta un’occasione sprecata, allo IUAV con quel no mancano dieci anni di memoria Web.
    Sui limiti della relazione (con gli occhi di oggi) ne ho parlato nell’articolo.
    I numeri del blog fanno riflettere, l’approccio operativo e pratico (poiché ogni giorno gli studenti raccontano i loro progressi) dell’università viene premiato.
    Ottimo lavoro da non accademizzare.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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