14 luglio 2011

0018 [A-B USO] Beniamino Servino | Un luogo perduto



È chiamata piazza. Piazza Carlo III. Piazza? Ma se dentro c’entra tutta una piccola città. Isernia, per esempio, 20 mila abitanti, ci sta tutta. Ma non i volumi, tutta la città con le strade le piazze la villa comunale.

Ci siete mai andati? [non a Isernia, a piazza Carlo III (ndr Caserta)] Già, lì ci si va apposta. Non è che la incontri camminando per la città. Ci capiti perché ci vuoi andare.

Io ci vado ogni tanto in bicicletta.

Il titolo di queste note è UN LUOGO PERDUTO, ma sarebbe più adatto IL LUOGO DELLA FOLLIA.
Oggetto di un intervento di recupero durato anni e costato una cifra che fa rabbrividire tanto è incredibile, restituisce la dimensione della follia anacronistica e ottusa delle sovrintendenze.

La vista da google earth [solo così si può scoprire il disegno delle siepi o la geometria dei percorsi] mostra dei ricami da cartigli barocchi che ti fanno sobbalzare! Vuoi vedere, pensi mentre stai su google earth, che quelle bizzoghe e quei frustrati volevano rifare qualche disegno di quel bellillo di vanvitelli?

Eh sì. Proprio così. Hanno usato le risorse pubbliche per disegnare delle siepi roccocò [che gli si bloccasse in gola a natale un roccocò!].
Non ci sta una pianta! [Non c’è un albero!] Cosa che se ci capiti [perché ci devi capitare per caso!] sotto il sole là rimani, morto.

Un luogo perduto perché sottratto alla città. E sottraendo sottraendo non resta più niente della città.

14 luglio 2011 

[verso sinistra]
La vendetta della natura sulle siepi roccocò, sui Borboni [che ci hanno rotto i coglioni], su i Borbone [che ci hanno rotto un coglione], sulla Sovraintendenza, su Vanvitelli.

[verso destra]
La vendetta della natura sulle siepi roccocò, sui Borboni [che ci hanno rotto i coglioni], su i Borbone [che ci hanno rotto un coglione], sulla Sovraintendenza, su Vanvitelli.








16 maggio 2012 
Intersezioni --->A-B USO
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Note:
*Questa nota è stata pubblicata da Beniamino Servino sulla sua bacheca di Facebook il 13 luglio 2011 si ricollega al tema 'storia e Web' trattato nel post: 0008 [WILFING] Lo status dell’architettura italiana. Questa pubblicazione è stata autorizzata dall'autore.


11 commenti:

  1. Per i lettori di WA vi consiglio di leggere i commenti della pagina FB di Beniamino Servino

    Beniamino Servino,
    Federico Zeri chiamava questo tipo di progettazione ‘stile sovraintendenza‘ camminando per i siti archeologici del sud credo che si possa parlare di ‘stile forestale’ (nella cura dei percorsi pedonali).
    Saluti e grazie,
    Salvatore D’Agostino

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  2. caro Beniamino,
    lo stile sovrintendenza è quello che si compiace nella cristallizzzazione della città storica, immobile e intoccabile, inutile
    l'idea che un vuoto urbano possa rimanere tale ed essere "attrezzato" per consentire l'azione umana, semplicemente li atterrisce
    meglio l'autocompiacimento gotico, contemplativo
    nell'ansia conservativa hanno reso la storia una scienza distante, lontana dalla gente, da imporre didatticamente sui libri di testo, impeddendo banalmente la possibilità di una appropriazione esperienziale.
    poi si lamentano dalle loro torri d'avorio, che nessuno capisce e apprezza la loro cultura

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  3. Giulio,
    sarebbe bello andare lì, mettere due cumuli di magliette che si guardano a una distanza di circa 50/60 metri e lanciare un pallone verso i nostri amici.
    A presto,
    Salvatore D’Agostino

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  4. Assai strana la posizione di Servino sullo spazio storico di piazza Carlo III a Caserta.
    In realtà tale interessante spazio storico risulta oggi già ampiamente assorbito e compromesso da una viabilità sotterranea che ne stravolge pesantemente il sito storico e riduce,menomandolo ,l'utilizzo dello spazio soprastante per fini urbani.Tale spazio ellissoidale,tuttavia,se ha oggi una funzione dimezzata,menomato risulta il grande importante contesto della Reggia e l'adiacente zona della città priva,com'è,di un adeguato e qualitativo raccordo urbano.Elucubrante quanto incauto appare ,quindi ,lo scritto di Servino dopo lo scempio perpetrato da quell'asse sotterraneo ,che così gravemente limita l'uso dello spazio soprastante e proprio rispetto al contesto della città.Un grave errore è già stato perpetrato..e, se l 'aggiunta di qualche albero e qualche panchina..ne migliorano l'ospitalità,tuttavia non migliorano l'utilizzo di uno spazio scenografico urbano necessario all'imponente architettura della Reggia e.. anzi..ne affermano l'importanza con il disegno già previsto..con la sistemazione storico-architettonica dovuta.Pertanto impropria e mal riposta la citazione di Zeri..
    Renzo Marrucci

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  5. Renzo Marrucci,
    premessa su FB qualcuno osservando il disegno ha scritto:
    «Il contrappasso! Il simbolo dell'Anarchia nel giardino di una reggia monarchica... Chi l'ha pensata è un cretino assoluto, oppure un grandissimo genio beffardo!».
    Altra premessa la citazione di Zeri è la mia che richiama l’incuria ‘progettuale’ di molti architetti del ‘posto fisso’ incapaci di ‘progettare’ (progettare non fare restauri filologici) spazi storici.
    Servino pensa che questo non ‘progetto’ sia ‘folle’ e inutile (inutilità pagata anche cara).
    Se non ho letto male, lo pensi anche tu.

    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  6. Ripeto : la piazza è lo spazio su cui la reggia di Caserta ha il suo negativo. Spazio che fa vivere l'imponenza e la realtà di quell'architettura storica assai importante per Caserta. Ricordo a chi non lo sapesse che quando si pensa alla città di caserta si pensa alla reggia. tale traccia storica è quindi integrata nella cita della città urbanisticamente ed architettonicamente salvo poi ignoranza e imbarbarimento.
    L'opinione del Servino sull'architetto Vanvitelli è da ritenere frutto di una qualche digestione malfatta e non posso che dispiacermene per lui sinceramente.
    In poche parole l'intero, peraltro breve, scritto del Servino a mio giudizio è un grave errore culturale... citazioni a parte.

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  7. Ripeto : la piazza è lo spazio su cui la reggia di Caserta ha il suo negativo. Spazio che fa vivere l'imponenza e la realtà di quell'architettura storica assai importante per Caserta. Ricordo a chi non lo sapesse che quando si pensa alla città di caserta si pensa alla reggia. tale traccia storica è quindi integrata nella città... della città è urbanisticamente ed architettonicamente il rilievo... salvo poi ignoranza e imbarbarimento.
    L'opinione del Servino sull'architetto Vanvitelli è da ritenere frutto di una qualche digestione malfatta e non posso che dispiacermene per lui sinceramente.
    In poche parole l'intero, peraltro breve, scritto del Servino a mio giudizio è un macro errore culturale... citazioni a parte.

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  8. Folle è stata la decisione di aver costruito un parcheggio sotto quella piazza. Il resto dello spazio va benissimo così come la Soprintendenza lo disegna...

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  9. Renzo Marrucci,
    prima di scadere nel gioco dialettico ‘del lei è un’ignorante’ caro a molti ‘opinionisti’ italiani la invito a leggere attentamente ciò che scrive tra, l’ironico e il sarcastico, Beniamino Servino.
    Questo immenso spazio è stato progettato utilizzando molti soldi con il gusto criogenico della filologia.
    La filologia è figlia di una scienza inventata da occhi e terga borghesi direi borghesissimi.
    Una scienza ‘di fede’ poiché la terra non è piatta ma gira velocemente mutando, per fortuna, sempre .
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  10. Questo post è stato aggiornato con due foto e questa didascalia: "La vendetta della natura sulle siepi roccocò, sui Borboni [che ci hanno rotto i coglioni], su i Borbone [che ci hanno rotto un coglione], sulla Sovraintendenza, su Vanvitelli".

    SD

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