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22 agosto 2011

0009 [WILFING] Lo status dell’architettura italiana bis

di Salvatore D'Agostino
[Tra parentesi quadre: da oggi userò il metodo Shirky coniato da Nicholas Carr in un suo recente post, che consiste nell’affidare agli asterischi tutti i rimandi ai link del post evitando le frasi sottolineate che rinviano ad altre pagine web, i qui, i per saperne di più vedi o i semplici link.* (per capire meglio il metodo entra nella pagina indicata dall’asterisco)].
Pubblico un nuovo status* di Facebook di Francesco Garofalo, poiché per chi analizza lo status dell’architettura, il social network di Zuckerberg si sta infittendo di note, chiose, approfondimenti a tratti interessanti. Per capire meglio ciò che sta avvenendo segnalo alcuni, tra i tantissimi, recenti status.

Una «Piccola nota personale» di Stefano Boeri*  replicata anche sul suo blog*,  aperto - ma praticamente chiuso - ai commenti, ha animato una discussione sulla recente collocazione del ‘Quarto stato’ di Pellizza da Volpedo progettato da Italo Rota e Fabio Fornasari nel neo Museo del novecento, nota che è stata ripresa anche dal Corriere della Sera edizione Milano.*
Un articolo di Francesco Merlo* ha ospitato sulla pagina di Luigi Prestinenza Puglisi alcune riflessioni sui fasti e le sventure di Gibellina,* infine sulla pagina di Luca Molinari ho trovato il link* del suo neo blog (ndr Il fondo di Luca Molinari1) su Spazio FMG per l'Architettura.* 

Di seguito la nota* del 14 agosto 2011 di Francesco Garofalo.2

  
CHI SCRIVE MALE PENSA MALE 

 La Repubblica - Redazione di Firenze

Gentile Redazione,
Vi prego di inoltrare questo messaggio a Mario Neri di cui non trovo l'indirizzo email su internet.

Grazie,
Francesco Garofalo

Gentile Mario Neri,
Sono ospite per qualche giorno di amici a Campiglia Marittima. Sulla spiaggia di Rimigliano leggo il suo articolo odierno* dedicato alle minacce di tremende speculazioni. Ovviamente non conosco i fatti, le persone e le circostanze. E non credo di saperne molto di più dopo di aver letto un articolo che è la riproposizione di una serie di stereotipi e frasi fatte, senza nemmeno troppa cura. Le faccio solo un esempio: "L'idea è quella di fare sorgere nella tenuta una zona per vacanzieri vip e danarosi residenti". Se ci riflette, si renderà conto che è una frase sciatta e priva di senso, grondante di un pregiudizio assurdo.


La villetta al mare che lei possiede (o non possiede) farebbe di lei un danaroso residente? o un vacanziere vip che scrive su Repubblica? Come dice Nanni Moretti, chi parla male, pensa male. Credo che valga anche per la scrittura.
Il paesaggio italiano meriterebbe ben altri paladini che lei e quel trombone di Settis.

Distinti saluti,
Francesco Garofalo

PS
Le segnalo che a pochi chilometri da Rimigliano, c'è un paese, Venturina, che è in attesa di una penna capace di cantarne le meraviglie architettoniche e urbanistiche, ma mi rendo conto che lì non soggiornano vip danarosi da deprecare.

iao a tutti Luca e Riccard
23 agosto 2011
Intersezioni --->WILFING

Come usare WA ----------------------------             -----------------------Cos'è WA
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Note: 
1 Luca Molinari per favore fai levare quella fotona firmata 'glamour' :-)
2 Che ringrazio per la seconda volta.

10 commenti:

  1. Per quanto riguarda l'uso degli asterischi al posto dei link ti segnalo questo breve post di Luisa Carrada http://mestierediscrivere.splinder.com/post/25461299/link-o-asterischi
    un saluto

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  2. Rem,
    grazie del link.

    Ciò che trovo interessane del ‘metodo Shirky’ è la liberazione dei testi sottolineati o i vari qui, vedi e link che infestavano i post. In questo modo il testo resta integro. Mi sono permesso d’inserire una variante al metodo, inserendo il rimando nell’asterisco, basta portare il mouse vicino all’asterisco per capire il contenuto ed essere così liberi di andare altrove o meno.
    Invece non ho tenuto conto delle altre considerazioni di Carr sulla brevità dei post e sulle note a piè di pagina.

    Saluti,
    Salvatore

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  3. C'è un fatto da dire sui link. L'idea di base del HTTP, cioè del protocollo di trasferimento di ipertesti, è proprio lo scambio di informazioni attraverso collegamenti ipertestuali (e ho chiuso la piccola ellisse). Tim Berners Lee disse: "La potenza del Web sta nella sua universalità. L'accesso per chiunque, qualunque disabilità egli abbia, ne è un aspetto essenziale". Già dalla nascita dell'ipertesto era fortemente sconsigliato l'utilizzo di testo tipo "qui" "qui e qui" nei collegamenti per permettere - allora era pressocché futuro - agli strumenti di lettura vocale di non confondere l'utente. Infatti il text reader è studiato per leggere i link e attributi vari (fra i quali il grassetto, il corsivo, il grassetto-corsivo) in maniera diversa, ad esempio con un'altra voce oppure marcando il tono. Da queste caratteristiche sono stati introdotti già dal HTML 4.01 i tag "strong", "em" (da emphasis), "cite", ecc. e sono quelli che andrebbero usati. Ma il testo è anche molto più leggibile perché "qui" obbliga ad andare a leggere proprio "lì", mentre un collegamento ipertestuale scritto bene, non obbliga, ma consiglia. E' molto meglio scrivere "Nell'articolo di XXX" (<- link), invece che "qui l'articolo in questione".
    C'è poi il problema, come dice la Carrada nel link di rem, dell'editor: un post con troppi link diventa veramente illegibile, antipatico, forse anche snob, "niubbo" (da "newbie", novellino): sfoltiamolo. E' inutile linkare tutto il linkabile, basta l'essenziale, così da stimolare il lettore ad effettuare ricerche personali quando una parola, un testo, un argomento non è pienamente compreso. In questo modo non si infastidisce neanche chi l'argomento lo conosce già e vedrebbe (altro problema: la visione) soltanto un arlecchino di lettere.
    Poi chi l'ha detto che il link va sottolineato ed in blu? Una volta era così, perché i browser erano ancora preistorici, ed era anche una pratica dogmatica "imposta" da Jacob Nielsen (un esperto di usabilità, particolarmente avverso ai cambiamenti nello stile grafico del Web 1.0). Oggi con i fogli di stile, si può intervenire nella formattazione in maniera praticamente infinita. E' bene ricordare, però, che per i daltonici è difficile distinguere determinati colori, quindi è opportuno non affidare testi o messaggi importanti al colore, ma, nel caso, è meglio formattarli in grassetto.
    In definitiva, non è il modo di scrivere il link che risolve il problema, ma la forma. Ad esempio il metodo adottato da Salvatore, mi sembra un giusto compromesso: un asterisco ed un "teaser".

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  4. Sono affascinato dalla discussione sui link e, nel mio piccolo, vi darò un seguito.

    Mi colpisce in negativo, invece, lo 'status' di Francesco Garofalo sulla pineta di Rimigliano. Mi verrebbe da dire, infatti, che non si vince un pregiudizio con un altro pregiudizio.

    Quali sono i buoni argomenti a favore di chi vuole costruire in quel tratto di costa? Io, francamente, non ne vedo: si toglierebbe a quel territorio il suo principale asset.

    Una bellezza che muove incontaminata da San Vincenzo al Golfo di Baratti.

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  5. @ Hassan:
    Mi scuso per il ritardo con cui rispondo: sono stato in viaggio all'estero e molto poco connesso. La prima questione è che non pretendevo di difendere il Comune di S. Vincenzo, che non conosco e magari si è macchiato di scempi. Io volevo attirare l'attenzione sui meccanismi di una retorica che prescinde dal merito della questione. Poi il Sindaco mi ha scritto una lunga lettera disperata. Così mi è più chiaro ancora una volta che è veramente facile scrivere quel tipo di articoli e suscitare lo sdegno, molto più che amministrare un pezzo d'Italia. Non pare che il progetto si trovi sulla spiaggia, peraltro. Viva Baratti e Rimigliano sempre, anche perché hanno la fortuna di essere disertati dai romani come me (vogliamo parlare dell'Argentario?...).

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  6. Ciao @Francesco,

    leggo anche io in ritardo il tuo commento e ti saluto con simpatia: rileggendo le mie parole le percepisco inutilmente polemiche. L'aspetto positivo, credo, è che ne stiamo discutendo, e assai civilmente.

    Amministrare una città - piccola o grande - è certamente difficile. Io cerco sempre di vincere i miei pregiudizi contro il cemento, alimentati anche da anni di puntuali delusioni. Non essendo un addetto ai lavori, ma semplicemente un cittadino interessato, mi sforzo di scavare in profondità.

    Per quanto conosco la Toscana, l'aspetto che mi inquieta di più è la mancanza di una strategia complessiva. Cito solo alcuni temi: l'autostrada tirrenica (http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/30/livorno-civitavecchia-e-necessaria-lautostrada/154161/); la proliferazione di porti in cemento armato (oggi Rosignano e San Vincenzo, domani Cecina?); ultimo, le ville attaccate alle rovine etrusche (scavi di Cosa, per esempio?). Non ho nulla contro i Romani, ma se la Toscana consuma la sua bellezza il danno è per l'Italia tutta, Roma compresa.

    In ultima analisi, credo proprio che il problema sia uno scollamento fra le discussioni argomentate degli addetti ai lavori e le opinioni fluttuanti di chi, come me, può fare poco di più che leggere i giornali. Probabilmente, stiamo denunciando lo stesso problema confrontandoci da due versanti opposti.

    E questo è un modo per colmare la distanza :)

    A presto.

    H.

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  7. Spirito Libero,
    non conoscevo il termine ‘niubbo’(grazie).
    Condivido il tuo ragionamento, rispetto al ‘metodo Shirky’ ho aggiunto il ‘teaser’ basta avvicinarsi all’asterisco per capire dove potresti andare a finire.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  8. Hassan e Francesco,
    resta il dubbio, come parlare di questi ‘luoghi sotto casa’ senza articoli ‘furbi’ e passeggeri?

    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

    P.S.: Parliamo dell’Argentario.

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  9. Ciao Salvatore, ciao @Francesco,

    nel mio commento al post su Manaugh ho cercato di riflettere anche su questo aspetto. Forse c'è un'unica risposta: sbagliare presto, per essere liberi di cambiare in fretta.

    A presto.

    H.

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  10. Hassan
    la tua riflessione: «sbagliare presto, per essere liberi di cambiare in fretta».
    Ci rimanda al post di Manaughqui
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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