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7 giugno 2011

0017 [A-B USO] Andrea Pertoldeo | Marina di Strongoli

testi curati da Federico Zanfi foto di Andrea Pertoldeo


Antonio è titolare di un call center internazionale in un insediamento litoraneo lungo la s.s. 106.
Abbiamo aperto questo internet point l’anno scorso, era un servizio di cui si sentiva la mancanza: per fare una fotocopia dovevi andare a Crotone, in zona non c’era neppure una cartoleria.
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Siamo originari di Strongoli paese, ma è da tanti anni che viviamo qui alla Marina. Un tempo questo era un insediamento stagionale frequentato due mesi all’anno, ma circa da dieci anni molta gente ha preso a trasferirsi qui, lasciando il paese. Questo succede perché si è vicini alla Statale, ci si muove meglio. Adesso in inverno qui vivono 2-3000 persone. In estate arriviamo fino a 40.000, ma la stagione è sempre più breve: prima le case le affittavano al mese, adesso le trovi anche a settimana.
I nostri clienti sono extracomunitari, l’attività principale è la telefonia internazionale. Gli stranieri qui sono tanti, rispondono a una domanda di mano d’opera a basso costo per l’agricoltura. Abitano nelle marine sia perché trovano alloggi più economici, sia perché i campi o i cantieri sono più vicini. Molti alloggi che erano seconde case adesso vengono sotto affittati agli immigrati.
I proprietari preferiscono affittare l’appartamento per 12 mesi ad un prezzo basso piuttosto che 1 mese ad un prezzo alto, così la casa non resta mai vuota.
Gli extracomunitari si sono integrati molto bene, chi sta qui da quattro o cinque anni ha ormai un accento locale, parla il dialetto meglio di noi. Sono albanesi, rumeni e polacchi, la maggior parte clandestini. Gli uomini si vedono di meno perché lavorano fuori tutto il giorno, le loro compagne invece stanno alla Marina durante la giornata, le vedi muoversi in bicicletta, fanno mestieri domestici, le badanti per gli anziani, le assistenti a domicilio. Molte di loro si sistemano anche sposando gente locale, il fenomeno delle coppie miste è rilevante.
Riguardo al futuro di posti come questo io non ho le idee chiare. Da un lato mi immagino queste marine più popolate, in evoluzione. Qui ormai si vive lungo la statale, la parte superiore del comune ormai è completamente abbandonata. Alcuni servizi inizialmente stagionali stanno diventando permanenti, c’è il supermercato, la macelleria, c’è il nostro internet point, c’è qualche negozio.
Dall'altro lato c’è una tendenza all’abbandono. Molti proprietari non vengono più, non fanno più manutenzione alle case, le lasciano in rovina.
La Marina di Strongoli (Crotone) fa parte di un sistema di urbanizzazioni litoranee attestate lungo la statale Ionica calabra, inizialmente sorte come appendici costiere dei centri a mezza costa e che oggi tendono a sostituire la originale trama territoriale saldandosi idealmente in una conurbazione continua. La presenza di passaggi che attraversano la ferrovia costiera è stata la condizione necessaria per la colonizzazione del terreno contenuto tra l’infrastruttura e il mare.
Un Programma di Fabbricazione degli anni ’60 aveva previsto un nuovo centro – alloggi popolari, insediamenti produttivi, servizi e scuole – attorno alla scalo ferroviario e in corrispondenza di un collegamento alla S.S. 106. Questa zona non ha avuto nei fatti nessuno sviluppo e oggi è abbandonata. Nel 1966 viene avviata una prima lottizzazione per una zona a Nord dello scalo – alternativa al P.D.F. – da parte del proprietario del latifondo. A fronte di una ridotta infrastrutturazione, è iniziato da qui uno sviluppo edilizio di seconde abitazioni abusive che ha risalito il litorale, saturando lo spazio compreso tra l’infrastruttura e la spiaggia, che oggi interessa circa 2000 edifici e si estende per 7 km verso Torre Melissa.
A valle del condono (circa 2000 domande tra il 1985 e il 1994, riguardanti circa il 90% delle costruzioni, di cui oltre la metà non ancora istruite e una buona parte prive del nulla osta paesaggistico) il Piano Regolatore approvato negli anni ‘90 ha recepito la Marina come zona B, prevedendone il recupero urbanistico. Una variante più recente ha confermato tale destinazione, aggiornando lo stato di fatto e sostituendosi al Piano di Recupero nell'individuazione delle modalità di adeguamento urbanistico. All'oggi sono state quasi interamente realizzate le infrastrutture di base, mentre sono quasi assenti spazi pubblici e servizi.
Marina di Strongoli è investita da una dinamica doppia, comune a molti degli insediamenti costieri attestati sulla la S.S. 106: a fronte di una generale squalificazione del luogo e alla crisi della villeggiatura stagionale, si assiste ad un processo di radicamento speculare all'abbandono dei centri nell'entroterra. Buona parte di questo ripopolamento stanziale riguarda immigrati extracomunitari impiegati nell'agricoltura o nell’edilizia, anziani, ma anche una giovane popolazione locale che sceglie di abitare “alla marina” per comodità logistica, e che esprime una crescente domanda di qualità e di servizi collettivi. 

7 giugno 2011 
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Note:
* Estratto dal libro di Federico Zanfi, Città latenti, Bruno Mondadori, Milano, 2008.

10 commenti:

  1. "Tell me more about the forest / That you have once called home..." (Dead Can Dance).
    8000 A.C.: l'umanità lascia le foreste per i villaggi.
    1200 D.C: l'umanità lascia i villaggi per le città.
    1980 D.C.: l'umanità lascia le città per la campagna.
    2010 D.C.: l'umanità lascia la campagna per la costa.
    2040 D.C.: l'umanità lascerà la costa per la montagna.
    Sono migrazioni interne cicliche e inevitabili. Fino a 200 anni fa, le coste erano disabitate eccettuato i porti, perchè proprio dal mare venivano i principali pericoli (Malaria, Tifo, Colera, Turchi), controbilanciati, solo nei porti, dal profitto del commercio.
    Rimossi i pericoli, adesso è di moda il mare, con i suoi introiti turistici, la brezza fresca e la sua bellezza. Tuttavia, l'inevitabile aumento della temperatura globale produrrà l'aumento del livello dei mari (e chi abita a Venezia già lo percepisce!), quindi l'abbandono delle coste a favore di terreni più alti e riparati dallle maree.
    La tendenza quindi a spostarsi verso il mare (non parlo dei turisti) è del tutto temporanea; secondo me non vale la pena investire risorse e fatiche in quelle zone - peraltro mal costruite - se non nel riutilizzare temporaneamente edifici abbandonati ad uso servizi essenziali, tentando il più possibile di mantenere in piedi ciò che servirà al futuro, cioè gli edifici dei paesi arroccati che in un prossimo futuro torneranno in auge.
    Saluti dal Vil Geometra.

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  2. Sono una Strongolese emigrata 35 anni fa,Propietaria di 2 appartamenti comprati con tanti sacrifici chi ha dovuto partire mi puo capire .Ogni anno vengo perche ho la mia famiglia e mi mancha tanto la mia terra ,fra non molto andiamo in pensione il mio desiderio e quello di ritornare a casa(ma ho tanta paura)In 20 anni non e cambiato niente e andato tutto in malora e pensare che abbiamo un mare e una costa da invidiare ma ci sono stati tanti (mangioni)che anno rovinato tutto speriamo che non sia troppo tardi.

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  3. Vil geometra,
    bella l’epigrafe.
    Non ho niente d’aggiungere alla tue capacità divinatorie :-)
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

    P.S.: in qualche modo ho seguito il tuo consiglio, ho lasciato perdere la pubblicazione delle classifiche WIKIO. Per dedicarmi agli approfondimenti. Grazie :-)

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  4. Signora strongolose,
    un abbraccio sincero per le sue parole.
    Salvatore D’Agostino

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  5. sinceramente non ricordo la fonte... ma lo sentii diversi anni fa a un convegno: la tendenza della popolazione a spostarsi verso le coste è innarrestabile; non ricordo i dati ma prevedeva che gran parte della popolazione abiterà le coste nel prossimo secolo...

    robert

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  6. Robert,
    (e vil geometra) non mi fido delle proiezioni.
    Ho attraversato diverse volte la SS 106 un luogo dove il bello e il brutto spesso si scambiano il testimone.
    Copio e incollo un mio vecchio post a proposito di una mostra del fotografo Olivo Barbieri: «Olivo Barbieri, colorando la fotografia della villa del boss della camorra, fa un’operazione Pop, se non fosse che quella facciata è simile alle decine di migliaia che caratterizzano il paesaggio italiano. Se vi è una cifra ‘architettonica’ degli ultimi quarant’anni non è certo da ripescare nella cultura ‘storica’ italiana, ma nell’immagine media/mediatica dell’idea di casa, che è la cultura ‘vera’ con cui si in(s)contra il fare dell’architetto».
    Link: http://wilfingarchitettura.blogspot.com/2008/01/0002-abitare-architetto-io-la-casa-la.html
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  7. Ho trovato l'articolo cercando foto sulla Marina di Strongoli, luogo che ho lasciato qualche anno fa per l'università ed al quale mi accingo a tornare avendo concluso questa esperienza.
    Da strongolese è un luogo che vorrei veder prosperare...

    In base al post ed alla discussione vorrei fare una domanda.
    Ipotesi: l'umanità lascia la costa per la montagna a partire dal 2040d.C. Quindi smettiamo di investire sulla costa e ripensiamoci come società/comunità. o.k.
    Come gestiamo il patrimonio sulla costa da adesso al 2040 ed oltre??

    Credo non si possa deliberare arbitrariamente per il degrado e personalmente lo trovo triste.

    Come detto anche nel post sul luogo co-insistono degrado, strutturale e sociale, e aumento della popolazione, giovani coppie e migranti.
    Aggiungerei che l'economia del posto, seppure viva, è definitivamente precaria essendo agganciata a:
    - un declino consolidato della domanda turistica causato inesorabilmente dalla scarsità ed inadeguatezza dell'offerta(niente spazi verdi, traffico e smog, pochi servizi, condizioni igieniche precarie)

    - L'ex Zuccherificio, necessario a completare la filiera della barbabietola da zucchero, si è trasformato in una centrale a biomasse che apre la filiera dell'energia e chiude la filiera del rifiuto..O_o

    - un'agricoltura che si basa, in definitiva, sulle braccia(a nero?) di migranti che, devo dire, non credo clandestini(non troppo..) in quanto cittadini comunitari(polacchi e rumeni).

    Detto ciò, dal vostro punto di vista evoluzionistico architettonico, come dovrebbe andare il tutto?

    La domanda è figlia di tempi precari e me ne rendo conto..

    Grazie del post.

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  8. Lu!
    attenzione, ecco ci vuole un 'punto di vista evoluzionistico architettonico' attento.
    Prendersi cura del proprio intorno per iniziare a diventare 'cittadini' senza più deleghe a terzi del proprio malessere.
    Saluti,
    Salvatore D'Agostino

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  9. secondo è xke nn si gira la moneta ( ci vuole sviluppo ed io ne ho un'idea... )

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    Risposte
    1. Gianni,
      se non sono indiscreto qual è questa idea?

      Saluti,
      Salvatore D'Agostino

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