27 maggio 2009

0001 [WILFING] Sul perché Ugo Rosa si sente migliore, screditando verbalmente gli uomini di destra

La rubrica WILFING nasce per registrare alcune reazioni e dialoghi sul Web.

Recentemente un mio commento sul blog di Ugo Rosa, ha stimolato questa reazione: In nome di cosa mi sento migliore…

Ugo,
il 17 marzo Adriano Sofri ha pubblicato questa nota su
Facebook: Titolo: «Risposta alla sfida su che cos'è destra e che cosa sinistra. Gianfranco Romani, sfottendo qui la mia "smisurata cultura", del che lo perdono volentieri, mi sfida a dire "una cosa di destra e una di sinistra". Lui crede che non valga più la pena di distinguere. Io sì. Ecco un piccolo campione. Sinistra: la mano sinistra; destra: la mano destra. (Non è una battuta. E' la bella questione del mancinismo). Destra: il chiodo; sinistra: il nodo. Sinistra: il piacere della somiglianza; destra: la paura della differenza. Sinistra: la Caritas diocesana; destra: monsignor Fisichella. Destra: l'essere stati di sinistra, e il rinnegarlo; sinistra: essere stati di sinistra, e farne tesoro. Destra: credere di sapere chi si è e che cosa si vuole (e chiamarlo "identità"); sinistra: sapere chi non si è più, che cosa non si vuole più. Destra: lapidare l'adultera; sinistra: scarabocchiare col dito per terra per distogliere i lapidatori, escogitare l'espediente del "Chi è senza peccato..." per confondere i lapidatori, far scappare l'adultera. Potrei continuare molto a lungo, praticamente senza finire. Una sola appendice: di sinistra è anche ammettere che le cose che penserebbe o farebbe una buona sinistra potrebbe pensarle e farle anche qualcuna, o qualcuno, di destra. Perché ci sono più cose al mondo eccetera».

Ti sembrerà strano, concordo e mi identifico sia nell'idea di sinistra di Adriano Sofri che nei tuoi otto punti del buon uomo di sinistra.
Per dar forza a queste idee ti sottopongo la visione delle prime pagine di due contrapposti quotidiani sulla recente vicenda di cr
onaca:

Non credo che ci sia bisogno di dirci quale sia l’immagine più arguta o ironica.

Ed è proprio questa netta consapevolezza che mi ha stancato, in questi anni ho visto centinaia e migliaia di bestiari scritti dalle più brave penne del giornalismo di sinistra, ma spesso finivo per apprezzare l'arroganza della rubrica il “Riempitivo” sul Foglio di Pietrangelo Buttafuoco, perché privo di buonismo intellettuale da educatore sociale.
Sono stanco di un linguaggio e di una politica aggettivante, caratteristica principale di tutti i tuoi post, aggiunte di parole che girano a vuoto su un problema creato ad arte dalla destra: la contrapposizione contro gli uomini per evitare un serio confronto sulle idee.

Gesualdo Bufalino raccontava come nella cultura siciliana ci fosse un senso profondo di antistatalismo, un tacito accordo tra cittadini, facendo notare come era in uso segnalare i possibili pericoli istituzionali appena si ravvisavano - Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza - facendo dei gesti di allerta alle persone che s’incontravano.
Una cultura che non sembra essere solo dominio di quella siciliana. Opporsi a questa idea dominante con i semplici presupposti immorali è inutile. Non capire che la nostra cultura è intrisa dell’amore incondizionato nei confronti degli uomini di potere e non dal senso dello stato è uno sbaglio che la sinistra perpetua a fare senza soluzione di continuità.

Recentemente ho letto un libro scritto da un ignorante e quasi analfabeta di nome Vincenzo Rabito, viveva a Chiaramonte Gulfi in Sicilia narra la sua storia: «Questa è la bella vita che ho fatto il sotto scritto Rabito Vincenzo, nato in via Corsica a Chiaramonte Qulfe, d’allora provincia di Siraqusa, figlio di fu Salvatore e di Qurriere Salvatrice, chilassa 31 marzo 1899, e per sventura domiciliato nella via Tommaso Chiavola. La sua vita fu molta maletratata e molto travagliata e molto deprezata».#1
 



La sua vita è stata una perenne rincorsa ad accaparrarsi le bontà del potere di turno, semplicemente per riuscire a mangiare.
Un asservimento raccontato senza rancore, poiché culturalmente condiviso.

Ugo,
la tua risposta da intellettuale di sinistra incattivito non mi convince, temo che sia intelligenza sprecata.
Il tuo obiettivo è chiaro, ma gli strumenti con cui fai la guerra sono inefficaci.
Il mio occhiello all’articolo di Cristiano De Majo era volutamente paradossale. Un invito a riflettere ribaltando il punto di vista.

Ed essendo tu architetto, di sottopongo un quesito:
mi è stato affidato l’incarico di progettare una casa di campagna. Per mia consuetudine chiedo ai committenti di spiegarmi ciò che intendono realizzare.

Ecco la sintesi in 25 punti:


1) piscina 6x12 + spogliatoi + doccia + gazebo;
2) corte da un lato;
3) tetto in legno, gronda a sbalzo con perlinato;
4) casa estesa solo a piano terra;
5) parcheggio esterno per 6/8 auto;
6) ingresso laterale;
7) casa adagiata a partire dalla quota del terrazzamento;
8) evitare i gradini, curare i dislivelli;
9) 100/150 mq;
10) salone ampio + forno + cucina in muratura;
11) interno rustico con travi in legno;
12) una camera matrimoniale;
13) due piccole stanze da letto;
14) un bagno;
15) ripostiglio;
16) garage separato per utensili + piccola cantina;
17) giardino naturale;
18) condizionatori;
19) approvvigionamento idrico comunale;
20) pannello solare per l’acqua calda;
21) spesa iniziale massimo euro 80.000;
22) geologo, comune e progettista (cioè io) tutti amici;
23) cisterna;
24) verande;
25) spostare palo della luce.

Questa è la cultura architettonica con cui mi confronto quotidianamente, questa è la mia sfida.
Ti chiedo a che serve dare del cretino al potente di destra di turno se il tuo messaggio non incide nella cultura popolare?
Saluti,

Salvatore D’Agostino


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#1
Vincenzo Rabito, Terra matta, Einaudi, Torino, 2007, p. 3

6 commenti:

  1. Ho letto la risposta e aggiunto in calce qualche parola sul mio blog (http://fioridizucca.blog.kataweb.it/2009/05/27/per-concludere/), oltre (naturalmente) al link.

    Un caro saluto

    Ugo

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  2. Beh..se uno vuole la cucina in muratura penso sia semplicemente dovuto al fatto che non ne ha mai avuto una oppure non sa cucinare!
    :)
    Quello che invece io mi chiedo è: esiste veramente in Italia una sinistra e una destra?
    Non è una domanda faziosa: neanche Bobbio nel suo bel "Destra e sinistra" è riuscito a venirne a capo.
    In Italia si osservano più schieramenti da tifoserie calcistiche piuttosto che vere e proprie adesioni ideologiche.

    Infine, da super-partes quale mi considero, ritengo abbastanza curioso che tutti si stiano irrigidendo nelle loro posizioni (tranne Salvatore, secondo quanto afferma su facebook): Ugo Rosa per la sinistra e Pietro Pagliardini nel suo blog per la destra.

    A presto

    Matteo

    P.S. Salvatore, quando ho un attimo di tempo prometto di sistemarti il codice HTML del tuo post

    RispondiElimina
  3. ---> Ugo,
    un paio di note finali:

    - Gli otto punti del buon uomo di sinistra si riferivano alla lista stilata sul tuo articolo e non possono essere attribuiti ad Adriano Sofri. Ribadisco, condivisibili sia il gioco destra/sinistra di Sofri che il tuo corrosivo elenco, ma osservando la realtà appaiono pensieri inutili.

    - Era sottinteso che la cultura siciliana implica una valutazione più complessa. Resta una citazione per spiegare la morale sociale condivisa: protesa non verso il senso dello stato, ma nei confronti degli uomini di potere. Per semplificare: l’italiano sa quale papi pregare per soprav/vivere.

    - Mi fa piacere che tu ti diverta, io sono notevolmente incazzato nei confronti degli intellettuali di sinistra che argutamente usano la penna/tastiera per pulirsi la coscienza evitando l’azione.
    Capire che l’opinionismo e la presunta intelligenza sono il male profondo di tanta intellighenzia di sinistra non sarebbe una meschinità, ma un atto di coraggio.
    Mi dispiace ma trovo che dare del cretino sia inutile come l’opposizione politica dell’attuale sinistra. Ti piaccia o no, utile è: Maroni con le sue leggi antisemite, Gasparri con la sua fede da Balillursconi, Feltri con il suo giornalismo invettivo, Vespa con la sua dolcezza da sodomita televisivo, Noemi e l’accredito di una nuova o vecchia morale dello 'ius primae noctis'.
    Io vorrei cambiare il senso a ciò che appare utile adesso in Italia e so che non posso perdere tempo a chiacchierare come ha fatto e continua a fare il presunto/presuntuoso intelligente uomo di sinistra.

    - Infine una piccola chiosa sul tuo blog non vorrei essere pervasivo, ma il tuo tono da fustigatore è un modo furbo per avere successo nel Web, l'insulto premia in clic e link come l’uso delle veline e il suo gossip.

    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

    P.S.: Una nota per Renzo Marucci (vedi blog Ugo Rosa):
    Cretino è un aggettivo da adiectivum (nomen) `nome aggiuntivo'.
    Dare del cretino significa aggiungere ‘qualcosa’ al nome.
    La politica aggettivante usa lo stesso meccanismo semantico, aggiunge qualcosa al ‘nome’ politico.
    Gli articoli di Ugo Rosa sono aggettivanti, non si preoccupano della sostanza, ma di aggiungere qualcosa al ‘nome’ del potente di destra.
    Il mio desiderio sarebbe una politica sostantiva da substantivus `che può stare a sé'.
    Una politica autonoma dalle idee della destra e non viscidamente simile nell’uso aggettivante del potere.

    Es:
    - Francescini: «Fareste educare i vostri figli da quest’uomo?» [Inteso per Berlusconi].
    - Feltri: «Fareste educare il vostro cane da quest'uomo?» [Inteso per Franceschini].

    Il dado è tratto.

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  4. ---> Matteo,
    concordo non vi è più un’idea politica autonoma tutto si è shakerato in una ressa sull’idea centrista. Non capisco come si possa ottenere un bipolarismo (a mio avviso non importante) con due schieramenti che mantengono al suo interno le posizioni di centro, non a caso amano definirsi coalizione di centrodestra e di centrosinistra.
    Su Ugo e Pietro non ho dubbi.
    Ugo ha il solito difetto dell’uomo di sinistra, grandi capacità intellettive che amano perdersi nella complessità.
    Al contrario le idee di Pietro sono le più amate dall’architetto oppresso dall’architettura (cioè la maggioranza) per la capacità nel semplificare - possedendo pochi argomenti - idee complesse.
    Il primo conosce la forza creatrice dell’ordine teorizzata da Khan.
    Il secondo solo l’ordine nascosta nell’idea di sicurezza, come dice la cantante Maria Pia De Vito: Il prezzo della libertà è una continua vigilanza…
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

    P.S.: Grazie per l’eventuale aiuto.

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  5. Caro d'Agostigno, dare del cretino implica un dose superflua di imbeci
    llità normale, non aggiunge e non toglie nulla se si dicono cose tutte da dimostrare e che ricor
    rono alla festa della sfera del personalismo. Mi viene da ridere all'aggettivazione... ma nulla da obiettare sugli sfoghi autoequi
    libranti individuali... però capita spesso vedere tanta qualità disperdersi ma questo ci sembra a noi...
    girellante girellona...

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  6. Renzo,
    capisco l’eccessiva semplificazione può farti ridere, t’invito a vedere il logo e il video che trovi qui---> http://www.webnews.it/news/leggi/10930/magic-italy-la-presentazione-del-logo/
    B. è stato disturbato mentre lavorava alla ricostruzione dell’Abruzzo, non ti crucciare ma qui risiede il potere e la bellezza della politica rappresentata da B.
    Si dà fiducia alla persona e non ai temi politici. Bossi invita i suoi a non andare a votare, senza dare spiegazioni al suo popolo, non occorre perché ha tessuto una politica sulla fiducia.
    Aggettivare in negativo B. BO BOC. BRU. BRA. aumenta la fede nei loro confronti, il ‘vittimismo’ (colpa della sinistra) regala voti.
    Io non ho soluzioni, ma evito di cadere in questa trappola e vado alla ricerca di una classe politica ‘autonoma’ sostantiva.
    Condivido la tua chiosa sulla qualità dispersa.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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