Vi segnalo un articolo di Carlo Ossola, Révolution all'università, pubblicato sul domenicale del Sole 24 Ore il 19 ottobre 2008.
Descrive il cambiamento attuale nelle università in Francia. Due ministri dell'istruzione di coalizioni diverse Domenique de Villepin e Valérie Pécresse, hanno dato vita ad una riforma universitaria che prepara gli atenei alle sfide del nuovo millennio. Otto esperti internazionali (per la politica italiana leggi stranieri), hanno individuato dieci luoghi dove investire 10 miliardi di euro, per creare pochi poli universitari ma di eccellenza. L'analisi comparativa con l'Italia appare scontata ecco alcuni stralci dell'articolo:
«Basta questo modesto esempio per misurare la gravità dello stato di coma profondo dell'università in Italia: senza allarmismi, per pura contabilità, si può osservare che l'Università nel nostro paese è già - rispetto ai parametri della competizione scientifica internazionale - morta. Non tiene il passo: l'indebitamento degli Atenei è tale che è impossibile fare investimenti sufficienti a rinnovare laboratori e centri di ricerca a un livello pari ai concorrenti europei, americani, asiatici. I giovani studiosi emigrano, i migliori non tornano. Lo stato non investe nella qualità, ma moltiplica i piccoli feudi: nuove sedi che non si possono neanche chiamare università, ma che dirottano risorse dai soli grandi Atenei che hanno biblioteca, centri di ricerca, tradizione. Lo stato, del resto, non fa che imitare i propri professori che, come in tutte le comunità marginali, si chiudono riproducendosi (letteralmente) per endogamia: si sa che ne viene fuori biologicamente.»
[...]
«Questo è il punto più doloroso e umiliante per l'Università, che si riverbera sul futuro delle generazioni. Neanche le numerose inchieste giudiziarie sono riuscite a fermare la consolidata prassi (in tutte le Facoltà e discipline e sedi) che consiste nel bandire un posto solo quando si è certi di far passare il "proprio" candidato».
[...]
«E così, incoscienti, si muore. Senza neanche il ricatto della tragedia: strapparci gli occhi, come Edipo, per non vedere la fine. Bisognerebbe aver educato figli che ci portino, come Antigone, a Colono: ma qui comincia l'altra tragedia, quella della scuola elementare, media, superiore...»
Mentre il nostro primo ministro manda l'avviso ai naviganti, io e mio figlio sosteniamo la nostra comune donna, insegnante di scuola elementare precaria, a fare schiamazzi, rutti e lazzi a Roma il 30 ottobre.
Altri approfondiemnti:
N.B.: 'Università di quartiere' è una definizione di Francesco dal Co leggi: In Italia ci sono ventitré facoltà di architettura. Prossima tappa i Corsi di Laurea di quartiere?
Intersezioni ---> SQUOLA
__________________________________________
Cosa vuoi che ti dica? Spero solo di uscirne indenne e competitivo, ma di chi verrà poi?
RispondiElimina---> Emmanuele,
RispondiEliminaottima prospettiva prepararsi per se e per gli altri. La qualità inizia dalla propria vita, non sono più tempi di demandare le responsabilità.
L'adulto di oggi sembra essere smarrito.
SD di WA
Leggendo su Facebook il "teaser" di questo articolo, per un attimo ho creduto che fosse stato scritto stamattina. Poi arrivato qui sul blog ho scoperto che la data non è importante.
RispondiEliminaAggiungo solo che in un raggio di 50 km da Napoli ci sono due facoltà di architettura, ma tre di medicina e chirurgia, sei di lettere e filosofia (due solo a Napoli), altrettante di Giurisprudenza (idem), tre di ingegneria (una sola Aerospaziale malgrado il CIRA), tre o quattro di Economia. E queste sono solo quelle che ricordo a memoria. Siamo già all'Università Provinciale, uno sprawl culturale nel quale la Seconda Università di Napoli è a sua volta sprwal
Spirito Libero,
Eliminasenza valutare che cosa ‘producendo’ le nostre università. Negli Stati Uniti hanno dato il via libera alle migliori menti che hanno cambiando lo stile di vita del mondo Bill Gates, Larry Page, Sergey Brin, Mark Zuckerberg, Evan Sharp e tantissimi altri.
Saluti,
Salvatore D’Agostino