12 maggio 2008

0015 [SPECULAZIONE] Intervista a Daniele Segre: morire in cantiere

Avevamo già segnalato su 'WA' il lavoro di Daniele Segre, che con gentilezza ci ha concesso un'intervista. Tre aspetti sembrano trasparire: l'illegalità, il lavoro degli immigrati e la morte per incuria.
In Italia si costruisce tanto, male e illegalmente per dopo indignarci se qualcuno muore. Che masochismo!

Il suo film entra nei cantieri per raccontare storie di morti, qual è il panorama che ne esce fuori?

La situazione è particolarmente grave, riguarda in particolare il rispetto della legalità nei luoghi di lavoro che è la diretta conseguenza del mercato "selvaggio" dei subappalti che produce situazioni molto difficili per i lavoratori.

Secondo Franco Martini (Segretario Generale della Fillea Cgil) vi è un «segno evidente di un imbarbarimento delle modalità e delle condizioni di lavoro» chi sono i mandanti?

"I mandanti", come li chiama Lei, sono le condizioni che permettono subappalti al ribasso che non consentono di investire in sicurezza, "mandanti" sono le "non condizioni" in cui operano chi dovrebbe fare i controlli, "mandanti" sono le condizioni - molto facili e senza controllo - in cui si può aprire un'impresa e metterla sul mercato.

La forza lavoro nei cantieri ormai è multietnica da chi è formata la nuova geografia secondo la sua indagine?

Nei cantieri edili siamo a più del 50% di presenza di lavoratori immigrati.

Che rilievo hanno figure come il geometra, l'ingegnere o l'architetto?

Non sono in grado di rispondere, sicuramente per la figura dirigente che svolgono sul cantiere rappresentano l'impresa e certamente sono a conoscenza delle condizioni di regolarità dei lavoratori presenti sul cantiere.

Cosa consiglierebbe ai costruttori e ai progettisti?

Credo che occorrerebbe stimolare la cultura della legalità e della sicurezza all'interno delle proprie aziende, questo migliorerebbe molto anche le condizioni e la qualità del lavoro di tutti.

Un film come 'Morire di lavoro' perché non veicola attraverso la TV?

Sono stati fatti molti tentativi con la RAI ma purtroppo al momento inutilmente nonostante gli appelli di Articolo21 e non solo.

Qual è la storia più significativa del film?

Sicuramente quella della signora Franca Mulas Sonzogni che ho conosciuto in Lombardia: nel giro di 15 mesi ha perso il figlio e il marito.

Vuole aggiungere qualcosa?

Mi auguro che il film "Morire di lavoro" serva a produrre quella cultura della legalità e della sicurezza, e che possa essere usato in tutte le scuole italiane così come possa essere trasmesso dal servizio pubblico radiotelevisivo (RAI) in una serata interamente dedicata al lavoro.

Lo spero anch'io. Grazie.

4 commenti:

  1. La situazione è tragica. Io credo che potrebbe essere interessante inserire almeno una pagina di denuncia verso questo e magari inserire tra i vari dati degli edifici pubblicati il necrologio di cantiere. Un pò come sulle sigarette. Non credo che abbia lo stesso effetto che come nelle sigarette, ma sarebbe comunque scioccante vedere il numero di persone morte in cantiere. Se non sensibilizzerà i professionisti, per lo meno gli studenti avranno una diversa coscienza...

    www.piliaemmanuele.wordpress.com

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  2. PEJA ottima idea. Le cifre sulla mortalità nei cantieri sono sconcertanti. Siamo in presenza di un caos senza nessun colpevole. Si procede senza sosta e senza responsabilità architettonica/ingegneristica/cantieristica. La norma è l'illegalità. Siamo malati di cemento ormai il cancro del territorio italiano.

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  3. Si muore per un tozzo di pane e non importa se muoiono gl'immigrati. Vorrei vedere il film.

    Daniela F.

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  4. ---> Mi è arrivata una mail che giro anche a voi, se volete firmate:
    Daniele Segre, 15 gennaio 2009, ore 11.37
    L'appello di Articolo 21 da sottoscrivere affinché il film "Morire di lavoro"sia trasmesso dal servizio pubblico televisivo:
    La Rai trasmetta il film "Morire di Lavoro" di Daniele Segre http://www.articolo21.info/9/appello/la-rai-trasmetta-il-film-morire-di-lavoro-di.html
    Con preghiera di ampia diffusione.
    Buon 2009 a tutti.

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