di Salvatore D'Agostino
«Nella decorazione d’interni, se non anche nell'architettura d’esterni delle loro residenze, gli Inglesi sono i migliori. Gli Italiani hanno poco sentimento, oltre ai marmi e ai colori. In Francia meliora probant, deteriora sequuntur – la gente è di indole troppo bighellona per mantenere le proprietà domestiche, delle quali ha, a dire il vero, una raffinata considerazione, o per lo meno, gli elementi per un appropriato giudizio. I Cinesi e la maggior parte delle razze orientali hanno una fantasia calorosa, ma fuor di luogo. Gli scozzesi sono decoratori scarsi. Gli olandesi non hanno forse che una vaga idea del fatto che una tenda non è un cavolo. In Spagna non ci sono altro che tende – una nazione di carnefici. I Russi non arredano. Gli Ottentotti e i Kickapoos li seguono pari pari. Solo gli Yankees sono contrari al buon senso.
Non è difficile vedere come ciò accada. Noi non abbiamo un’aristocrazia del sangue, ed essendoci perciò come cosa inevitabile, creata per noi stessi, un’aristocrazia del dollaro, l’ostentazione della ricchezza qui deve prendere il posto e fare la funzione dell’ostentazione araldica nei paesi monarchici. Tramite un passaggio facilmente comprensibile, e che potrebbe essere stato prontamente previsto, siamo stati portati a fondere nel semplice mostrare le nostre nozioni del gusto stesso.» Edgar Allan Poe 1La citazione riporta l’inizio di un articolo di Edgar Allan Poe, apparso sul Burton’s Gentleman’s Magazine nel maggio del 1840, con il titolo The Philosophy of Furniture.
Allan  Poe, descrivendo minuziosamente un interno, dispensa consigli su come  deve essere un arredamento di buon gusto. Un artificio  narrativo per attaccare la società degli Yankees:
«È un male che deriva dalle nostre istituzioni repubblicane: qui un uomo dal portafogli capiente di solito ha un’anima piccina, e la tiene là dentro. La corruzione del gusto è una parte o una conseguenza dell’industria del dollaro»2.
Mario Praz, riprendendo sia il titolo che l’intento di sottile denuncia sui suoi tempi, pubblica nel 1964 per Longanesi, La filosofia dell’arredamento, sottotitolo: I mutamenti nel gusto della decorazione interna attraverso i secoli dall'antica Roma ai nostri tempi.
Praz, sosteneva che «la casa è l'uomo che la abita» ma non disprezzava chi viveva nelle camere d’albergo o chi si circondava di oggetti d’arredamento «umili o brutti» che avevano un valore affettivo.
Oggi  la descrizione degli interni è passata dalle riviste specialistiche -  Domus, Abitare, Interni - ai supplementi generalisti del Corriere della  Sera o Repubblica, senza disdegnare i collegamenti esterni dentro le  case dei VIP nelle trasmissioni televisive.
Lo scrittore Giuseppe Genna, in questo POINTS DE VUE, ne fa una parodia utilizzando il dispositivo narrativo delle immagini con didascalia ci presenta la sua Miserabile soluzione abitativa3. 
«”Il proprietario giace addormentato su un sofà il tempo è fresco, l’ora è intorno alla mezzanotte: daremo uno schizzo della stanza mentr’egli dorme”. Il sofà era stato lasciato vuoto da un pazzo, e ora lo riempiva un altro pazzo che si chiamava Edgar Allan Poe.» Mario Praz4In questo caso il pazzo si chiama Giuseppe Genna, di seguito il suo schizzo o meglio la sua autoantropologia5 dell’arredamento:
Il comodino accanto al letto, nella stanza ovviamente da letto, sta alla  destra del letto, che è la parte del letto matrimoniale in cui dorme il  Miserabile assonnato. La parte sinistra è costantemente deserta. Il  letto è morganatico, illibato. Si possono osservare: la lampada Artemide  che è la lampada che costa meno tra tutte quelle vendute da Artemide ed  è stata comperata quando ancora c'erano i soldi; molti libri  accatastati, tra cui quello di costa nera che è l'"Anatomia" di Siti, ma  in generale sono quasi tutti Ubaldini e parlano della morte e della  mente; l'incredibile sveglia nerogialla che funziona senza che si  sia  cambiata la pila da 18 anni, fin dai tempi in cui il Miserabile stava  male, anziché tra queste mura, tra quelle dell'appartamento popolare di  via Etruschi; i fazzoletti di carta Tempo profumati di eucalipto, poiché  nel momento in cui è stata presa questa immagine il Miserabile stava  prendendo antibiotici per affezione a vie aeree alte e basse; "Talks  with Ramana Maharshi" con prefazione di Ken Wilber, perché c'è lo  sguardo oltreumano di Ananda che mi tiene in sé.
Tra i libri accatastati sul comodino alla cazzo, ci sono quelli laici e quelli metafisici. In superficie, nei giorni in cui è stata trafugata questa preziosa e significativa immagine, metà del libro di Alessandro Piperno, che si intitola "Persecuzione" ed è solo la prima puntata, così spenderemo 40 euro per averlo intiero e contemporaneamente Alessandro, che non può vincere il premio Strega nel 2011, lo vince nel 2012. Poi c'è Guattari su Kafka, una raccolta allucinante in cui nulla si comprende e da cui si può citare di tutto, cosa che effettivamente il Miserabile sta facendo, poiché la numinosa e occulta immagine è stata rapita in giorni di stesura del nuovo romanzo.
 La libreria alla destra del comodino che sta alla destra del letto nella  stanza ovviamente da letto. Qui i due pianali su cui poggiano idolini  sacri soltanto al Miserabile, tranne i due Lingam ai lati che sono sacri  non solo al Miserabile. Nel pianale di sopra riposano svegli molti  piccoli Shiva e Buddha in metalli più o meno vili. Dietro gli idola non  tribus, testi di metafisica, prevalentemente nondualista.
La libreria alla destra del comodino che sta alla destra del letto nella  stanza ovviamente da letto. Qui i due pianali su cui poggiano idolini  sacri soltanto al Miserabile, tranne i due Lingam ai lati che sono sacri  non solo al Miserabile. Nel pianale di sopra riposano svegli molti  piccoli Shiva e Buddha in metalli più o meno vili. Dietro gli idola non  tribus, testi di metafisica, prevalentemente nondualista.
Un particolare degli idolini del Miserabile, in disordinata disposizione orizzontale, il che illumina il poco illuminato stato interiore del  Miserabile autore, ma indicano anche, per via formale e potentemente  metaforica, che cosa va a fare il Miserabile, visto che quelle icone  tridimensionali stanno DAVANTI ai libri.
 Il pianale metafisico metaforico dall'angolatura della parete verso cui  punta la Miserabile nuca quando il Miserabile autore compie nottetempo i  suoi viaggi astrali, risposando le stanche membra che non hanno fatto  una cippa tutto il giorno.
Il pianale metafisico metaforico dall'angolatura della parete verso cui  punta la Miserabile nuca quando il Miserabile autore compie nottetempo i  suoi viaggi astrali, risposando le stanche membra che non hanno fatto  una cippa tutto il giorno.
Uno dei due Lingam sacri. Dietro di quello, una collana di testi a cui il Miserabile tiene assai.
 Dalla porta di entrata (ma anche di uscita) cotesta è la prospettiva  camerale della stanza in cui il Miserabile autore tenta di calare nel  sonno senza sogni con consapevolezza, puntualmente non riuscendoci. Se  apre gli occhi dal letto, disteso, egli vede la libreria antistante, il  che è metaforico dell'orrido e catastrofico primato del mentale  dialettico che gli corona la testa. A destra è visibile la sedia  d'ufficio su cui, in cinque anni, si sarà seduto tre volte, mentre la  scrivania larghissima gli servirà solo quando acquisterà la versione  wi-fi di Fastweb, che adesso è solo in cavo, poiché il Miserabile gode  di un abbonamento arcaico e non glielo vogliono installare, il wi-fi,  ingaggiando con il customer care di Fastweb una lotta senza quartiere  (stanno alla Bovisa, comunque) con il Miserabile che discetta in vari  dialetti regionali e con diverse tonalità, per pura surreale  performance.
Dalla porta di entrata (ma anche di uscita) cotesta è la prospettiva  camerale della stanza in cui il Miserabile autore tenta di calare nel  sonno senza sogni con consapevolezza, puntualmente non riuscendoci. Se  apre gli occhi dal letto, disteso, egli vede la libreria antistante, il  che è metaforico dell'orrido e catastrofico primato del mentale  dialettico che gli corona la testa. A destra è visibile la sedia  d'ufficio su cui, in cinque anni, si sarà seduto tre volte, mentre la  scrivania larghissima gli servirà solo quando acquisterà la versione  wi-fi di Fastweb, che adesso è solo in cavo, poiché il Miserabile gode  di un abbonamento arcaico e non glielo vogliono installare, il wi-fi,  ingaggiando con il customer care di Fastweb una lotta senza quartiere  (stanno alla Bovisa, comunque) con il Miserabile che discetta in vari  dialetti regionali e con diverse tonalità, per pura surreale  performance. Una visione frontale del pensatoio futuro del Miserabile autore, quando  potrà sfruttare il wi-fi Fastweb e quindi poserà il suo laptop sulla  scrivania della stanza da letto. Si noti che, al posto della tapparella o  delle persiane, il Miserabile è costretto a oscurare la luce del giorno  con una tenda impermeabile che, alla prima tempesta, esce dalle sue  fragili guide e va continuativamente riparata, a colpi di 200 euro.  Infatti sta giù da più di un anno, dissestata da una grandinata che fu, e  la stanza non vede la luce naturale da centinaia di giorni.
Una visione frontale del pensatoio futuro del Miserabile autore, quando  potrà sfruttare il wi-fi Fastweb e quindi poserà il suo laptop sulla  scrivania della stanza da letto. Si noti che, al posto della tapparella o  delle persiane, il Miserabile è costretto a oscurare la luce del giorno  con una tenda impermeabile che, alla prima tempesta, esce dalle sue  fragili guide e va continuativamente riparata, a colpi di 200 euro.  Infatti sta giù da più di un anno, dissestata da una grandinata che fu, e  la stanza non vede la luce naturale da centinaia di giorni.
Il letto monastico, anorgasmico, prosolinghi, matrimoniale bianco,  saturnino, de-eccitante e anche disfatto dove il Miserabile cura i mali  dell'anima e del corpo, pur non avendo un cilicio, ma a questo punto  ambendovi. Nel comodino a sinistra, si notino due cassetti: in uno il  Miserabile vorrebbe nascondere un dildo come le protagoniste di "Sex  & the City", ma non lo fa, perché di un dildo non saprebbe che  farsene.
La porta di entrata e di uscita della stanza da letto del Miserabile  permette di ammirare un mobile scarpiera su cui sono accumulati  disordinatamente i caschi del motorino (tra cui quello rosa, con cui  egli ha effettuato l'incidente motociclistico e che gli ha salvato la  tempia). Si nota, all'interno della stanza da letto, l'armadio che gli  hanno pietosamente lasciato in dotazione i precedenti inquilini, che ora  abitano accanto al Miserabile e gli sono amici: Amanda e Clovis, che  adesso hanno i bambini.
L'erborista e iridologo Tiziano dell'erboristeria di viale Sabotino  angolo via Agnesi (erboristeria frequentata decenni orsono, in quanto  ora il Miserabile si reca sempre e soltanto da Bruno e Sonia in via  Ripamonti) consigliò al Miserabile scrittore, che ai tempi fumava un  pacchetto e mezzo di Marlboro Medium, un aggeggio che è un diffusore  elettrico di propoli. Le cartucce di propoli si infilano nella griglia  affumicata, poi col tasto destro si accende l'arcaico meccanismo e si  accende un led che misura lo stato di consunzione della cartuccia  balsamica. Per resettare tale misurazione, è sufficiente premere il  tasto a destra, agendo così inutilmente con un fine ignoto a qualunque  eterogenesi.
Alcuni dei libri accumulati dal Miserabile scrittore in vista della  finta spy-story sull'icona vuota di Diana Spencer. Testi in inglese, a  parte uno in italiano, di cui il Miserabile si vergogna moltissimo. Li  ha studiati con l'intensità con cui si approfondisce Heidegger, solo che  sono storie di finti complotti per uccidere lady D.
Il primo dei tre scomparti dell'armadio - il Miserabile guardaroba è  all'osso, data non tanto l'estetica pauperistica, quanto l'effettività  del conto in banca, devastato e vile più del libro. Molti i golf che la  colf ecuadoregna Gladys (retribuita 12 euro all'ora per via dei sensi di  colpa) ha ristretto lavandoli con centrifughe criminali. Tra le  giacche, un impermeabile in cuoio nero stile Himmler, regalato a un  Miserabile compleanno dallo staff completo di Clarence.
Il secondo scomparto del guardaroba con cui il Miserabile tira avanti da  anni, tra consunzioni varie delle trame tessutali. Nel comparto  apparentemente vuoto, in alto, sono appoggiati i bristol su cui è stesa,  in pennarello rosso e nero, la struttura, la trama e l'indicazione di  citazioni per il non-romanzo "Hitler".
Il casco rosa da "Vizietto" che il Miserabile indossava il 18 luglio  2010, sulla circonvallazione, ad altezza piazza Belfanti, quando è stato  investito da uno scooterone di due abitanti dell'hinterland milanese,  che lo han fatto precipitare con lungo volo, al cui atterraggio il  Miserabile miserabile si è ritrovato rotte clavicola e cinque costole,  mentre un polmone collassava. Si possono osservare le microstrisciate  sul casco: poca cosa, dovuta alla scelta poco strategica di proteggere  la testa dall'urto, quando la testa era protetta dal casco medesimo,  preferendo la rottura di una spalla a un'emorragia cerebrale.
Il soprascarpiera con i caschi raggrumati per gli eventuali amici da  portare in motorino: cioè uno soltanto, cioè Alessandro Bertante.  Accanto, alcuni fondamentali volumi della storia culturale  dell'occidente che, in quanto doppioni, dovrei portare a casa di mia  sorella da circa 5 anni. Tra questi, è riconoscibile "Il mulino di  Amleto" di De Santillana.
La visione da 2001 dei poveri che si ha dalla scarpiera portacaschi  verso l'inqualificabile spazio detto "l'altra stanza". D'infilata: lo  specchio confondente e terrorizzante a sinistra (alto 2.30m, uno entra,  di colpo appare a se stesso a distanza di tre centimetri e infartua), il  cumulo di libri inviati da oscuri autori e sconosciute case editrici  che non comprendo perché me li spediscano visto che non recensisco quasi  più, l'angolino wireless sul pavimento, la scrivania luogo di lavoro  scazzo passione desiderio e noia (tutta la mia esistenza si sta ivi  consumando), la libreria che divide lo spazio dei fornelli e del frigo  da quello di un vano vuoto in cui desolatamente giacciono scatoloni  pieni di libri e di annate della rivista "Poesia", che ho paura di  aprire in quanto ho la fobia degli insetti e fantastico con orrore che  dentro la rivista ci siano ormai milioni di tarme della carta.
Ruotando di 90° rispetto all'infilata verso "l'altra stanza", l'agile e  comoda toiletta del Miserabile autore. La vasca con tanto di telefono  doccia non ha più il telefono doccia, in quanto lo ha rotto  l'ecuadoregna Gladys, il pigiama grigio appeso ad asciugare è un dono di  mia madre e mia sorella e uno potrebbe indossarlo a Calgary e farsi la  discesa olimpica finendo sudato. Si intravvede lo shampoo antiforfora  all'estrema destra, in corrispondenza dei sanitari (indegnamente  spalancato: il water). L'accappatoio colore verde marcio è un regalo  della madre di Clovis, il mio vicino: perde pelucchi da tre anni, a un  ritmo antiaritmetico, dovrebbe non esistere già più da quanto tessuto ha  perso, quindi in segreto esso ha una crescita pilifera.
"L'altra stanza": la libreria con i classici, la letteratura, pochi  Meridiani Mondadori, il mobile tv con la tv che non serve più a nulla in  quanto non è attrezzata per il digitale terrestre e il lettore dvd è  rotto da due anni, così a questo punto guardo tutto in streaming sul pc,  ché tanto quel tutto della tv era solamente il tg di Mentana. La chaise  longue davanti alla libreria è un vezzo da decadente e da schiena in  iperlordosi e danno lombo-sacrale. Dietro il tavolo, che è coperto di  libri e sulla cui minima porzione libera mangio in maniera  alimentarmente scorrettissima ai limiti del radioattivo, c'è il divano  col copridivano blu: anche questo, come il letto, è illibato. Nessuno  viene mai a casa mia, potevo comperare una poltrona, così avevo più  spazio. Il mobile scelto dall'amica Donata è disastrosamente  inefficiente ed è ricettacolo di cd e dvd e libri inutilissimi, come  per esempio quelli che riguardano la consulenza filosofica, professione  che, persistendo lo stato di disoccupazione, pensavo di intraprendere,  gabbando l'ordine degli psicologi.
La libreria del vano inutilizzato con il letale nido abitate da milioni  di tarme della carta immaginarie, che erodono da anni le pagine di  annate multiple della rivista "Poesia". Nel terzo ripiano verso  l'obbiettivo: l'opera omnia di David Foster Wallace.
Il disastroso e inefficientissimo mobile a madia acquistato su  imposizione dell'amica Donata: vi si può notare il ritratto fattomi da  Tommaso Pincio, che me lo ha spedito via posta normale, dandomi l'unica  forma materiale a cui io sia emotivamente attaccato nella mia Miserabile  magione. Si intuisce, sopra il dipinto pinciano, il fotoritratto del  poeta Antonio Porta, quello di sua figlia a sei anni e un'istantanea di  una bambina in mezzo a bambini. Il resto sono cd, dvd e le vhs dei film  di Jodorowski.
Divano, tavolo oberato da letterature inutilissime, sedie utilizzate  come attaccapanni: la prospettiva sul centro de "l'altra stanza" a  partire dalla scrivania dove lavoro vivo muoio.
La chaise longue presso cui posso rilassarmi ascoltando Mozart, mentre  non mi siedo mai, non sono mai rilassato, non c'è volta che ascolti  Mozart, perché lo stereo non va.
Il cumulo teratomorfo dei romanzi a pagamento o non che giungono presso  la Miserabile abitazione, inviati da ignotissimi scriventi o cupi  editori minori, ma anche da Marsilio, Ponte alle Grazie, Mondadori,  Alet, nella speranza vana di una qualche suppongo recensione: non  recensisco quasi più, ma questi assedianti a colpi di carta non  desistono.
Da dentro "l'altra stanza" si possono prendere d'infilata più  prospettive - per esempio quella che conduce lo sguardo alle misteriche  latitudini della zona cucina, le cui piastrelle non vengono calcate da  essere umano dai tempi della Miserabile entrata in fitto  dell'altrettanto Miserabile affittuario. Egli infatti si ciba di  sostanze radiologicamente sospette e chimicamente incongrue, a  temperature che non superano mai i 10°, avendo quindi sviluppato una  gastrite che è riuscita perfino a divorare se stessa e quindi grazie, di  stomaco sto abbastanza bene.
Di stomaco starà abbastanza bene, il Miserabile scrittore, ma è  legittimo nutrire dei dubbi circa la sua tenuta di psicosomatico: quanto  a ipocondria lui sta a Woody Allen come Alessandro Magno a te quanto a  strategia e conoscenza dell'Ellade. L'oscillococcinum non inganni: il  Miserabile patologico non è omeopatico, si tratta della fissazione di  una farmacista, che sta nella bolgia farmaceutica d'angolo tra Bligny e  Ripamonti, la quale, essendo alta come un elfo, è ovviamente omeopatia e  naturopatia a palla. La presenza di antibiotico Suprax (che come  effetto collaterale comporta che qualunque cibo, perfino la farina,  abbia un sapore di yogurt scaduto a maggio 2002) e  dell'antianchilosante Arcoxia ce la dicono lunga sulla presenza fisica  del pappagorgiuto autore di Miserie. 
Una grappa regalata e fatta bere una volta all'amico poeta Mario  Benedetti: il Miserabile è miserevolmente astemio, tranne quando assume  di colpo e sorprendentemente del gin tonic, il che coincide con fasi  down dell'autore, spesso legate alle sue Miserie economiche (che non  coincidono con quelle dei precari, ma piuttosto con quelle di tutta  l'Europa dopo il crollo del '29).
La madia nello spazio cucina. Un sunto attendibile dell'atteggiamento  nutrizionale Miserabile è costituito dall'inconfondibile confezione di  succo artificiale di limone, una miscela grottescamente acidula fatta di  citrato di sodio, in questo caso specifico peraltro pure scaduto.  Perché un accumulo inutile di tanto pane industriale? Il miele è  scalpellabile ad libitum: risale alla prima pagella elementare del  Miserabile autore di questo apparato da carcinoma gastrico.
Il luogo elettivo del Miserabile scrittore, laddove nascono i suoi  imperdibili capolavori e la sua lingua batte sul tamburo della mente con  inconfondibile ritmica espressionista: la scrivania. Come Molière, il  Miserabile vi morirà piegando la testa sul pianale, non essendo  diventato però Molière. Guardate quanti libri egli consulta mentre  scrive! Ecco spiegata la sua enciclopedica preparazione sciorinata  spesso via mail o a distanza. La sedia reclinabile è anch'essa una roba  lombo-sacrale. Il pc non è un mac e questo squalifica definitivamente il  Miserabile scrittore agli occhi di Steve Jobs. Tutto è freddo e  satinato: come il suo animo.
La finestra a volta sul cortiletto verde verde è l'unico motivo per cui  il Miserabile autore ha affittato la casa prigione ambulatoriale. Oh, ma  quanto legge egli? Ma guarda te che pile di tomi che si tiene accanto,  quest'uomo (beh: uomo...) è davvero coltissimo!!!
Questa è la foto lynchiana che il Miserabile ha studiato per ore prima  di scattare: cercate voi di capirci qualcosa, guardate che c'entra lo  specchio.
Dalla mamma al papà alla sorellina: la famiglia del Miserabile è  contenuta negli affetti e in due ripiani di libreria. Anche a questo  serve l'altra stanza", oltre a dare asilo alla salma di Lino Ventura in  fuga da se stesso.
13 gennaio 2011
Intersezioni ---> POINTS DE VUE
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Note: 
1 Edgar Allan Poe a cura di Tommaso Pisanti, Tutti i racconti, le poesie e Gordon Pym, Roma, Newton Compton, 1992, p. 504 
2 Edgar Allan Poe, op. cit, p. 505
3 titolo dello stesso Giuseppe Genna. Questo lavoro è stato pubblicato lo scorso 4 dicembre nella sua pagina Facebook. Link
4 Mario Praz, La filosofia dell’arredamento, Longanesi, Milano, 196, p.12
5 termine di Giuseppe Genna
2 Edgar Allan Poe, op. cit, p. 505
3 titolo dello stesso Giuseppe Genna. Questo lavoro è stato pubblicato lo scorso 4 dicembre nella sua pagina Facebook. Link
4 Mario Praz, La filosofia dell’arredamento, Longanesi, Milano, 196, p.12
5 termine di Giuseppe Genna
 



























Fantastica questa autoantropologia, dovrebbe nascere un vero e proprio genere letterario, un ritratto dell'artista da giovane fatto per scaffali, cassetti e diffusori elettrici di propoli.
RispondiEliminaPeccato per la qualità delle foto che non consente di apprezzare al meglio ogni dettaglio (non sono riuscito a vedere la polvere – la polvere con la sua quantità/assenza e disposizione dice tutto –) per cui propongo di fare una colletta e regalare all'autodefinitoMiserabile una macchinetta digitale dalle più alte prestazioni, per permetterci di apprezzare la sua casa=vita secondo il miglior rapporto costo/megapixel presente sul mercato.
Grazie, Salvatore, di aver condiviso questa perla sul blog.
Rem,
RispondiEliminaio sono rimasto colpito dalla qualità delle foto.
Amo molto le
SNAPSHOT ovvero ‘le foto sparate senza intento artistico o giornalistico’.
Qui Genna spara anche sulla nostra società un po’ come Edgar Allan Poe.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
Giuseppe "Peppiniello" Genna quando scrive queste cose è un grande. Di più: un grandissimo!
RispondiEliminaLo abbraccio a distanza,
Gianni
caro salvatore, va bene l'estetica snapshot, ma io voglio poter leggere i dorsi di tutti i libri che entrano nelle inquadrature e financo gli ingredienti dei cibi conservati nel pensile della cucina.
RispondiEliminaGianni Biondillo,
RispondiEliminagli passerò il tuo abbraccio,
Saluti,
Salvatore D’Agostino
Gianni REM,
RispondiEliminain questo caso non ti posso aiutare.
Giuseppe Genna non penso che utilizzerà mai, con senno, qualsiasi macchina fotografica ‘professionale’.
A proposito di fotografia t’invito a vedere questo suo progetto (in collaborazione con Nicola De Rosa o viceversa) YALLEE che
nel linguaggio degli indios Mapuche, prossimi all'estinzione, significa: Figli degli umani".
Link: http://yallees.com/
Ciao,
Salvatore D’Agostino
….. e non dimentichiamo l'Adolf Loos di 'Ornamento e Delitto' e 'Parole nel vuoto'.
RispondiEliminaAssecondando l'escamotage letterario di Genna e calandoci nei panni di un antropologo che debba risalire dalle tracce al produttore/fruitore di questa spiazzante raccolta di materiale umano, una domanda sorge spontanea: la pessima qualità delle foto è voluta, quale contrappunto strumentale al testo fantozziano, oppure è quanto di meglio il fotografo ha potuto produrre con la (miserrima) dotazione tecnologica in suo possesso? che dire di certi effetti di sfocatura, inquadrature sbagliate, deformazioni da parallasse, flash regolarmente riflesso nei vetri … può essere umanamente possibile che tutto ciò derivi da una sola persona? che una sola persona, seppure miserabile, raggruppi tante incapacità?
Ci dev'essere sotto qualcosa, forse ogni foto emana sottili messaggi subliminali, forse il Miserabile invia per immagini informazioni cifrate, che so, a una comunità aliena, forse appartiene egli stesso ad una razza aliena che si profuma con i fazzoletti Tempo all'eucalipto, legge Guattari su KafKa, rifugge la luce del giorno proteggendosi con una tenda impermeabile e, ciliegina sulla torta, usa un dispositivo segreto, un diffusore elettrico di propoli, per fini altrettanto segreti.
Non lo sapremo mai, a meno che l'amica Donata non ci dia qualche dritta.
Ho riso dall'inizio alla fine, con simpatia, un pizzico di cattiveria e un'ombra di tenerezza.
Vilma
thank you
RispondiElimina----> Vilma,
RispondiEliminal’arte dello snaphot.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
---> Hi,
Yemek Tarifleri Resimli,
Salvatore
---> Errata Corrige,
RispondiEliminaSNAPSHOT.
S