16 marzo 2009

0023 [MONDOBLOG] Byte di cemento

di Salvatore D'Agostino

Una conversazione con Diego Lama, autore del blog Byte di cemento.

Salvatore D’Agostino
Secondo il giornalista e blogger Nicholas Carr:

 «Anche se ci sono molti blog validi, mi sembra difficile sostenere che oggi esista ancora una blogosfera. Quel mondo vasto, incontenibile e intimo in cui gli autori condividevano osservazioni, pensieri e discussioni fuori dal circuito dei mezzi d'informazioni tradizionali».1 
L'idea che i blogger sarebbero diventati un'alternativa all'informazione si è rilevata un'ingenuità, perché il sistema dell'informazione sta inglobando i blog/blogger. Recentemente anche il Corriere del Mezzogiorno ha aperto una sezione dedicata ai blog (segnalo 'Scuola di paesologia' di Franco Arminio) dove il 24 novembre 2008 nasce il tuo 'Byte di cemento'.

Diego Lama
L'inglobazione da parte del sistema dell'informazione del blog/blogger è un fenomeno curioso che rientra in un fenomeno più vasto: i giornali inglobano sempre più immagini, box, grafici, allegati, dischi, libri, fumetti, oggetti, rubriche, vendono oggetti in rete e si espandono in televisione, su radio, su internet. Prima il sistema dell'informazione era potente, oggi è mostruoso e i blog sono un suo microscopico frammento. 


Leggendo i tuoi asciutti e non retorici post/articoli s’intravede una Napoli in lotta tra le vicende interventiste mediatiche e la realtà occultata dalla cronaca. Una Napoli ‘immobile’, ‘strategica’, ‘recintata’, ‘pseudo rinascimentale’, ‘violentata nel suo territorio’. 

...un paradiso abitato da diavoli...
«Giustizia è fatta. Abbiamo sempre sostenuto che a causare il crollo dell'edificio non fu il terremoto, ma che la tragedia fu determinata dalla mano dell'uomo. Oggi ci hanno detto chi ha ammazzato i nostri cari».2 
Queste sono state le considerazioni di Antonio Morelli, presidente del comitato vittime di San Giuliano. Tra i condannati c'è il sindaco che ha firmato il progetto nonché il padre di una bambina morte il 30 ottobre 2002 sotto le macerie della scuola insieme a 27 compagni/e e la maestra.
Un padre uccide la figlia per approssimazione e imperizia ed è stridente con l'orgoglio manifestato dal presidente dell'associazione Nazionale Costruttori Edili che festeggia per il nono anno consecutivo la crescita del settore (rapporto congiunturale del maggio 2008).3

Sono personalmente favorevole al boom edilizio (ma c'è davvero? dove?): lo sviluppo edilizio non è necessariamente distruzione o imbruttimento del territorio. Però non riesco a capire cosa c'entra la tragedia di San Giuliano (con i suoi errori, il suo dolore, la sua unicità), cosa c'entra con il mondo dell'edilizia e dell'architettura?

Io non credo che il caso San Giuliano sia isolato, resto sempre un po’ perplesso davanti a incidenti annunciati, molta della nostra recente edilizia è precaria, costruita per inerzia, nel tentativo di massimizzare i profitti e sgravando gli extra (compiacenze clientelari/partitiche) a discapito della qualità edilizia. Qualità da intendersi nel suo significato basico: una struttura che non crei pericolo.
In quest’ultimo ventennio di vittorie quantitative edilizie, l’architetto sembra aver abbandonato il campo più vivo e importante ‘l’abitazione dell’uomo’ e il ‘progetto della città’, nascondendosi dietro le patinate vicende dell’architettura d’eccellenza, spesso con ottimi risultati non solo formali, ma estranei alle necessità edilizie che erano richieste in quel periodo.
Credo che l’architetto debba riflettere su quest’Italia autocostruita posticcia/pasticciata, perché osservandola meglio è l’Italia più vera e genuina, spesso maldestramente ingenua, come nel caso di San Giuliano.
Non credi?

L'Italia posticcia e pasticciona è certamente interessante, non abbiamo ancora gli strumenti culturali per rifletterci senza commettere errori, semplificazioni, valutazioni sbagliate. L'architettura napoletana degli anni '60, per decenni considerata l'emblema dello scempio edilizio partenopeo, oggi - dopo più di mezzo secolo - comincia a essere rivalutata: non era tutta spazzatura. 

Che cos'è o che cos'è stata la rivista Ventre? 

Dal 1995 al 1997 a Napoli, l’associazione culturale Ventre fondò, stampò e distribuì a livello nazionale (prima con Diest di Torino e poi con Joo di Milano) la rivista di architettura Ventre (formato 420x300, grafica underground, prezzo molto basso) che conteneva ciò che nessun allora pubblicava: solo opere di giovani architetti (under 30) o materiale proveniente dagli Usa o dall’Europa e mai arrivato in Italia (ad esempio Neil Denari, Lebbeus Woods, Greg Lynn), nuove tendenze (a volte lanciate direttamente sulle sue pagine e riprese da altre riviste), contaminazioni mediante altre discipline (comics, cinema, letteratura). Per i testi veniva utilizzato un linguaggio diverso da quello solito (soprattutto per una rivista di architettura): scrittura diretta, apparentemente ingenua (pur ospitando firme prestigiose: Niccolò Ammanniti, Isabella Santacroce, Tiziano Scarpa, Gaetano Cappelli), senza pretenziosi intellettualismi, molto corrosiva, a volte irruente, irritante, attenta, vigile (il nostro modello era Il Male o Cuore, volevamo fare il Cuore dell’architettura, poi divenne il Ventre). La rivista ironizzava e ridicolizzava le accademie, gli ordini professionali, le amministrazioni pubbliche, le soprintendenze e il mondo dell’editoria, ponendosi per scelta all’opposizione, dalla parte degli studenti e dei giovani architetti scontenti, che divennero i maggiori acquirenti del periodico. 

Uno degli aspetti più interessanti fu che per Ventre (la prima rivista cartacea di architettura in Italia ad andare su Internet con testi e immagini) si dispiegò una straordinaria rete sul territorio nazionale: ben presto nacquero redazioni succursali a Milano, Roma, Palermo, Torino, Venezia, Bari, New York, Parigi, Oporto, Tokyo trascinando dentro intere redazioni di altre riviste diffuse solo a livello cittadino o regionale (Tracce, La piega, Formato, Integra, Archipendolo e molte altre…). In ciascuna di queste città vennero organizzati incontri e feste per promuovere Ventre e per recuperare idee e allargare la griglia, creando interessanti sinergie con altri gruppi operanti in Italia (Stalker, A12 , SaR, LSB, Cliostraat , 5+1, Elastico e altri…) e calamitando un gruppo sempre più grande (e sempre più ingestibile) di persone attorno al progetto.

Con il passare degli anni (variato il mondo editoriale) anche Ventre è mutata. Oggi non pubblica progetti ma ciò che c’è alle spalle dell’architettura, astrazioni, concetti, modelli, idee, anche le più strambe o le più contestabili, capaci comunque di suscitare curiosità e dibattito. La rivista, molto attenta alla grafica, alle immagini (ma non per forza progetti visto che i progetti sono ben pubblicati da altri) e ai testi, stuzzica i giovani architetti a pensare.
Per ventre negli ultimi anni hanno scritto: Zygmunt Bauman, Jean-Luc Nancy, O. M. Ungers, Luigi Prestinenza Puglisi, Alejandro Jodorowsky, Olivier Razac, Roberto Alajmo, Félix de Azùa, Antonio Franchini, Giovanni Arduino, Piero Meldini, Edoardo Albinati, Efraim Medina Reyes, James G. Ballard, Rick Moody, Xu Kun, Richard House, Gabriele Frasca, Gabriele Pedullà, Mosè Ricci, Marco Biraghi, Gabriele Basilico.
 

Ventre sembra anticipare Domus e soprattutto Abitare della gestione Boeri. La multidisciplinarietà nel recente libro di Vittorio Gregotti 'Contro la fine dell'architettura' è una delle cause dell’incoerenza dell’architettura contemporanea.
È importante un dialogo del mondo dell'architettura con le altre discipline?

Il dialogo con le altre discipline è vitale per l'architettura, ma non penso a discipline 'elevate' come letteratura, cinema, musica, arte. Penso che l'architettura può trarre idee e linfa vitale dalla televisione, dai comics, da facebook, dai writer, dai cosplayer, dall'urban climbing.
«Attraversando l'agro aversano sembra di avere sotto gli occhi una sorta di catalogo di sintesi di tutti gli stili architettonici degli ultimi trent'anni. Le ville più imponenti dei costruttori e dei proprietari terrieri tracciano il modello per i villini degli impiegati e commercianti. Se le prime troneggiano su quattro colonnati dorici di cemento armato, le seconde ne avranno due e le colonne saranno alte la metà. Il gioco all'imitazione fa sì che il territorio si dissemini di agglomerati di ville che gareggiano in imponenza, complessità e inviolabilità in una ricerca di stranezze e singolarità, come per esempio farsi riprodurre le linee di un quadro di Mondrian sulla cancellata esterna».4
  • Gennaro McKay: villa in legno stile dacia russa situata in via Limitone d'Arzano a Secondigliano;5
  • Cosimo Di Lauro: elegante masseria del Settecento, ristrutturata come una villa pompeiana in via Cupa dell'Arco a Secondigliano;6
  • Antonio Iovine: villa in stile liberty a San Cipriano;7
  • Michele Zagaria: complesso edilizio con al posto del tetto una cupola di vetro per permettere alla luce di entrare e alimentare la crescita di un enorme albero che troneggia al centro del salone tra San Cipriano e Casapesenna;8
  • Walter Schiavone: aveva chiesto al suo architetto di costruirgli una villa identica a quella del gangster cubano a Miami, Tony Montana, in Scarface a via Cecco Angiolieri Casal di Principe;9
  • Augusto La Torre: tenuta progettata come la villa di Tiberio in Zona Ariana di Gaeta.10
...la camorra è postmodern... 

In uno dei tuoi post proponi di leggere il Libro di Roberto Saviano come un testo di urbanistica perché, senza retorica, ci parla della città più viva e forse attenta alle esigenze del territorio, quella ‘illegale’. 

Consiglio Saviano perché analizza il territorio meglio dei testi di urbanistica sfornati sul territorio negli ultimi anni. Ma non ho nessuna tipo di attrazione o deferenza o stima verso la città illegale che mi fa orrore e che vorrei combattere, ma per combatterla bisogna conoscerla davvero. 

Perché Byte di cemento? 

Byte di cemento mette assieme concetti opposti (leggerezza/pesantezza, velocità/immobilità, presente/passato) che segnano il momento di passaggio attuale. Gli architetti di cemento stanno diventando architetti di byte, costruiscono sempre meno ma fanno tanti rendering. 

A che cosa serve un blog per un architetto? 

Un blog non serve a nulla, perciò è di fondamentale importanza.

16 marzo 2009 (ultima modifica 9 febbraio 2012) 
Intersezioni ---> MONDOBLOG 

Come usare WA ---------------------------------------------------Cos'è WA 
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Note:
1 Nicholas Carr, Chi ha ucciso la Blogosfera, Internazionale, n. 782, 13 febbraio 2009, pp. 40-41. [Link]
2 Crollo di San Giuliano, in appello condannati cinque imputati, Corriere della Sera, 26 febbraio 2009. [Link]
3 AA. VV. 'Osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni maggio 2008', L'industria dei laterizi. Luglio-agosto 2008, pp. 227-240. [Link]
4 Roberto Saviano, Gomorra, Mondadori, 2006, p. 266.
5 Roberto Saviano, op. cit., p. 103.
6 Roberto Saviano, op. cit., pp.124-125.
7 Roberto Saviano, op. cit., p. 227.
8 Roberto Saviano, op. cit., p. 227.
9 Roberto Saviano, op. cit., pp. 267-269.
10 Roberto Saviano, op. cit., p. 303.

13 commenti:

  1. Salvatore, complimenti per il tuo blog, trovo che sia utile e intelligente, ciao. DL

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  2. salvatore, bel post, trovo di notevole interesse i punti di vista di DL... soprattutto quando indica penso che l può trarre idee e linfa vitale tv, comics, facebook, i writer, ecc ecc... quali elementi per dare linfa vitale all'architettura. Da buon "contaminatore", condivido...
    ciao marco+

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  3. ---> DL,
    grazie.
    Integro con una notizia di oggi questo dialogo.
    A proposito d’Italia posticcia e pasticciona: Cede il tetto della piscina, 17 feriti. Crolla il controsoffitto in un impianto comunale a Poggibonsi (Siena) ---> http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_17/poggibonsi_crollo_soffitto_piscina_9f02f30e-12f6-11de-8994-00144f02aabc.shtml
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  4. opss scusami, vedo solo ora nel mio commento che ho omesso di cancellare da dopo "indica" fino a
    "Tv"...
    del controsoffitto caduto... nè byte, ne tantomento cemento!!
    marco+

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  5. La frase: "La camorra è post-modern" è veramente profonda: considerando che l'Italia è una nazione profondamente radicata nel sentimento nazional-popolare, è facile vedere come i potenti, chi comanda (e sono le organizzazioni mafiose a comandare) siano figlie del loro popolo, manifestandosi in tutta la loro volgarità. Oggi pensavo proprio a questo, al perchè di questa situazione. Sono arrivato alla risposta, non esaustiva ovviamente, che è "grazie" proprio al comportamneto degli uomini di cultura e dei potenti, appunto. Anche la cinematografia fa eco, dove, tanto nel trash, tanto nei film di Fellini, i vari "eroi" hanno come sogno quello della casa abusiva. Dall'Amarcord, in cui l'eroe antifascista era, appunto, un villettaro, ai vari film di Vanzina, dove l'arricchito imprenditore edile romano va a fare le vacanze nei posti più richiesti dalla popolazione volgarotta. Insomma, la gente si adagia sui modelli che gli vengono proposti...

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  6. ---> Marco,
    integro con questo editoriale di Giovanni De Mauro, Internazionale, n. 787, 20/26 marzo 2009:

    Lezioni
    "Che sia possibile, nel 2009, far votare al parlamento, con i voti della destra e di una parte della sinistra, una legge indegna come quella in discussione oggi è un ulteriore segno del fatto che le élite politiche ed economiche di questo paese non capiscono nulla di giovani, di tecnologia e di cultura". Sembra l'Italia, ma siamo in Francia. E sono parole di Jacques Attali, intellettuale ed economista, a lungo consigliere di Mitterrand. Nel suo blog, Attali ha attaccato il progetto di legge che vuole impedire il download gratuito di musica e film. L'ha definito "scandaloso e ridicolo", perché applica una norma sul diritto d'autore che risale al diciottesimo secolo. Bisogna trovare nuovi modi. Nei commenti al suo post, un anonimo lettore ha scritto: "Sono un musicista indipendente. Lei avrà l'autorità morale per dare lezioni sulla gratuità solo quando avrà messo gratis su internet tutti i suoi libri". Il giorno dopo Attali l'ha fatto: i cinquanta saggi che ha scritto negli ultimi trent'anni sono online a disposizione di tutti. - Giovanni De Mauro

    Nuovi orizzonti necessari.

    Per i fatti di cronaca purtroppo poco Byte nel senso ‘moderno’ come inteso da Attali e molto cemento nel senso dell’ottimizzazione economica di un appalto.

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  7. ---> Peja,
    si, i due punti di vista coincidono i sogni popolari/mafiosi sono spesso quelli più semplici e ‘mediatici’.
    Infatti ho apprezzato molto l’articolo di A. Baricco “Basta soldi pubblici al teatro
    meglio puntare su scuola e tv”, Repubblica, 24/02/2009 : «Spostate quei soldi, per favore, nella scuola e nella televisione. Il Paese reale è lì, ed è lì la battaglia che dovremmo combattere con quei soldi.»
    L’architettura elitaria dovrebbe seguire lo stesso consiglio c’è bisogno di cominciare a ricostruire seriamente il nostro paese, iniziando da quello reale.
    In qualche modo bisogna ripartire dai cementifici.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  8. Leggo, ahimé, solo ora questo bellissimo post.
    A quanto dice Diego Lama circa le case dei boss, aggiungo un termine usato da un mio professore della Facoltà di Architettura di Aversa (quindi del territorio...), per definire le architetture dei boss e quelle degli impiegati e dei commercianti, siano esse abitazioni o esercizi commerciali: stile camorra. Opulenza, ostentazione del potere, pacchiana manifestazione di potere economico è quello che caratterizza, appunto, non soltanto le ville dei boss, le case degli affiliati e di imprenditori e politici compiacenti (spesso sono la stessa cosa), ma anche quelle di normali impiegati e commercianti che spesso non c'entrano niente con l'organizzazione criminale. Nelle nostre zone abbondano rivenditori di materiale edile che hanno nei loro cataloghi colonne, colonnine, balaustre, statue falso-greche di donne ignude (e gli ometti? Discoboli, Laocoonti?). Ogni bar, ristorante, locale o trattoria ha la propria colonna dorica (lo ionico sarebbe già troppo elegante e poco opulento), il marmo verde, il soppalco con colonnine, ma anche le "normali" abitazioni dell'edilizia più becera ha sempre una colonna scanalata o la balaustrina o l'ornia sporgente spesso in vero marmo.
    A Teverola è in costruzione da tempo un "Tempio" che sarà un ristorante: alte colonne scanalate sorreggono, per il momento, un architrave in CA sul quale poggerà sicuramente un timpano. Gli ingressi sono composti da due pensiline con colonnine e tetto a spiovente con timpano. Io e il mio collega ci passiamo ogni giorno per andare in facoltà e, sul fatto che i lavori siano sospesi da un paio d'anni, ci siamo fatti una nostra teoria: non è abusiva, semplicemente Callicrate e Ictino hanno litigato con Fidia...

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  9. ---> Francesco (spirito libero),
    ti confesso che quelle statue ci sono anche al sud più sud del tuo, la Sicilia.
    Ieri leggevo un libro (idea interessante ma svolta male) 'Tangenziali' di Biondillo-Monina che raccontavano di aver visto (anche fotografato) una statua di Mao Tse-Tung con uno strano braccio alzato (tipo saluto fascista) nell’immancabile rivendita di statue da giardino in cementoa Milano.
    Ti riporto una citazione di Carlo Emilio Gadda che oggi ho usato per un’intervista:«… Di ville! di villule!, di villoni ripieni, di villette isolate, di ville doppie, di case villerecce, di ville rustiche, di rustici ville, gli architetti pastrufaziani avevano ingioiellato, poco a poco un po’ tutti, i vaghissimi e placidi colli delle pendici prenadine, che, manco a dirlo ‘digradano dolcemente’: alle miti bacinelle dei loro laghi» (Pastrufazio è il protagonista del romanzo La cognizione del dolore).
    Il problema che oggi la Milano 'borghese-elitaria' si è pastrufaziata, ma questa è un’altra storia.

    In Sicilia gli architetti pastrufaziani li riconosci appena ti dicono ‘non c’è problema’.

    E nella tua Campania?

    Bello il tuo racconto: "semplicemente Callicrate e Ictino hanno litigato con Fidia... "

    :-)

    A proposito di tempietto ti passo due google map (mi piacerebbe ricevere la tua).

    Ci troviamo a Reggio Calabria, parte finale verso la stazione della passeggiata a mare (che alcuni architetti chiamano waterfront), costruito qualche anno fa, ho trovato questo tempietto (adibito a bagno pubblico):

    http://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&q=Reggio+di+Calabria,+Calabria&sll=41.442726,11.865234&sspn=18.194768,33.881836&ie=UTF8&cd=1&geocode=FYKVRQIdWM3uAA&split=0&hq=&hnear=Reggio+di+Calabria,+Calabria&ll=38.107513,15.638652&spn=0.018674,0.033088&t=h&z=15&layer=c&cbll=38.107568,15.638779&panoid=YPMh_Vfbr5fKGhAZYwFDXA&cbp=12,340.37,,2,1.91

    Indovina come ha chiamato il proprietario della pizzeria sulla battigia (pratica molto italiana) il suo locale in prossimità dell’opera succitata? Ti passo il link:

    http://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&q=Reggio+di+Calabria,+Calabria&sll=41.442726,11.865234&sspn=18.194768,33.881836&ie=UTF8&cd=1&geocode=FYKVRQIdWM3uAA&split=0&hq=&hnear=Reggio+di+Calabria,+Calabria&ll=38.10775,15.639253&spn=0.018674,0.033088&t=h&z=15&layer=c&cbll=38.107792,15.639377&panoid=3_PgzqgJUSA66vvLkF05ew&cbp=12,317.67,,3,-4.48

    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  10. Eh eh, "Al Tempietto"... difficile da immaginare...

    Questo è il "mio" stato di fatto:

    http://tinyurl.com/37ge6g2

    Si tratta di immagini di un paio di anni fa perché l'ipermercato è ormai chiuso da tempo. Oggi il tempio ha il solaio completo, ma al rustico, e sui bordi ha quelle che sembrano le caratteristiche coperture delle forme in silicone che, sicuramente, nasconderanno delle gocce. Nell'immagine si può notare anche un complesso industriale (in funzione) alle spalle, giusto per far intuire la vaga confusione che regna in zona.
    Paradossalmente il sito d'impianto del tempio è quanto mai formalmente corretto: l'antica Via Campana che collegava Capua (antica) con Puteoli (Pozzuoli), sulla quale, al settimo miglio, sorse nel IX-X secolo d.C. l'Abazia di San Lorenzo ad Septimum che oggi ospita (suo malgrado, ahimé), la mia facoltà.

    Qui invece siamo tra San Prisco e S. Maria Capua Vetere (l'edificio è sul suolo di San Prisco), sempre nei dintorni di Caserta.

    http://tinyurl.com/3aag6jx

    Qui, però, già siamo nel Rinascimento. L'Alberti di turno ha rispetto solo tre dei quattro ordini. Dal basso verso l'alto, naturalmente: dorico, ionico e corinzio (che non si vedono, ma oggi ci sono).

    Qui siamo a San Prisco.

    http://tinyurl.com/385ex3v

    Alla maniera di Philip Johnson senza occhiali. Le "Carceri Vecchie" e la "Conocchia" di epoca romana, sono a quattro passi e l'Appia è solo lì dietro.
    Ma qualcosa di johnsoniano è, per fortuna, presente. Appena fuori dalla mia facoltà, abbiamo qualcosa da ricondurre senz'altro all'insigne personaggio:

    http://tinyurl.com/38pydxe

    Viviamo in un'Ikea dell'architedilizia, con la differenza che il prodotto finale non è un'imitazione: è autentico.

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  11. Francesco (spirito libero),
    lucido il tuo pensiero:«Viviamo in un'Ikea dell'architedilizia, con la differenza che il prodotto finale non è un'imitazione: è autentico».
    Si potrebbe aprire una sezione ‘ironica’ sull’architettura ‘templare’ (termine sbagliato ma suggestivo) in cemento armato in Italia.
    Istituire una caccia al tempio (ad esempio: tuoi esempi sono mirabili).
    Che ne pensi?

    Presto ritornerò a parlare del vero nocciolo della questione ‘architettonica’ italiana l’ignoranza o la geometrizzazione dell’architetto e del geometra architetto o del populismo architettonico.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

    RispondiElimina
  12. Ecco, avevo pensato anch'io ad una "caccia al tempio" proprio dopo aver postato le immagini. Ci sarebbero molti esempi tra i quali quello di un tizio in un comune del casertano che si stava costruendo un castello con tanto di ponte levatoio... in un'area di parco regionale. Peccato che la Forestale lo abbia bloccato ed arrestato (è recidivo) poco prima che ci andasse a vivere. Devo scovare sul web l'articolo perché erano riportate anche alcune foto.
    In definitiva, sulla "caccia al tempio", mi trovi senz'altro d'accordo

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  13. Francesco (spirito libero),
    mi sembrava una legenda metropolitana ma interrogando Google ‘Caserta castello abusivo’ ho trovato quest’articolo del 17 aprile 2009: «I carabinieri della compagnia di Piedimonte Matese (Caserta), coordinati dal capitano Salvatore Vitiello, nell’ambito di controlli finalizzati a contrastare il fenomeno degli abusi edilizi, in una zona periferica di Sant’Angelo d'Alife, nell'Alto casertano, hanno scoperto un fabbricato riproducente un castello medioevale, da adibire verosimilmente ad abitazione civile, in corso di realizzazione, in totale assenza di concessioni edilizie.
    Il castello è stato sottoposto a sequestro giudiziario, così come la piscina e altre strutture pertinenti. Su un gruppo di operai, tutti di origine rumena, che stavano lavorando nel cantiere, sono tuttora in corso indagini da parte dei militari, che stanno vagliando dettagliatamente le loro singole posizioni.
    Il valore degli immobili sequestrati si aggira intorno ai 300mila euro».

    Link: http://www.pupia.tv/campania/notizie/0004156.html

    Parafrasando Rem Koolhaas occorre scrivere un manifesto retroattivo sull'edilizia italiana per dare inizio a una nuova idea di architettura per l'Italia.
    Indagare l'A-B USO (senza estetizzare) è necessario.

    Per la caccia ai templi ci penserò ormai a settembre.
    Saluti,
    Salvatore D'Agostino

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