4 marzo 2009

0003 [BLOG READER] Dove sta andando l'architettura?

L’architettura oggi, s’interroga, anche se in Italia con molta lentezza e circospezione.
Occorre un’analisi attenta sui fenomeni complessi che hanno coinvolto l’architettura negli ultimi anni, indagando il sistema economico, politico e la professionalità dell’architetto in tutte le sue sfaccettature.
Bisogna non perdersi in questo processo e fissare dei limiti temporali o meglio individuare l’inizio del cambiamento, il 1989:
  • è la data della caduta del muro di Berlino da quel momento si aprono i confini economici al commercio mondiale con uno stravolgimento dell’assetto geopolitico;
  • contemporaneamente le sperimentazioni architettoniche spagnole con le olimpiadi del 1992 a Barcellona e il museo di Frank Gehry a Bilbao inaugurato nel 1997, ci consegnano l’architettura concertata con l’idea economica e politica;
  • le release CAD e i nuovi sistemi di personal computer accessibili a tutti, cambiano gli studi di architettura e il loro processo lavorativo;
  • molta architettura traghetta nel ‘brand’ e si distrae dal suo ruolo primario: cercare l’equilibrio tra l’abitare e il senso civico;
  • in questi vent’anni il territorio italiano, agevolato dalla disattenzione dei critici dell’architettura è stato autocostruito, si perde l’idea del moderno di città funzionale e si sovrappone la città informale. La quantità di suolo occupato e di cemento utilizzato è inimmaginabile, gli analisti si smarriscono dato che la maggior parte del patrimonio edilizio è nascosto o occultato ai governi delle città.
In questo Blog reader si può leggere l’architettura con il punto interrogativo. Alcune segnalazioni possono sembrare divagazioni, ma non lo sono.

Nell’elenco, in verde, vi ho segnalato un articolo che, a mio parere, apre nuovi punti di vista e non si nasconde dietro la facilità di chi vuole risolvere situazioni complesse con l’imposizione di regole spesso auto-condivise.

Recentemente attraverso alcuni commenti abbiamo cominciato a riflettere sull’inconsistenza in Italia dei blogger/architetti, il dibattito è aperto. Aspetto vostri suggerimenti, segnalazioni, idee…
lettera aperta di francesco dal co al ministro gelmini | Fabio D'Ambrosio editore ---> 29 gennaio 2009
L'architettura degradante: «Le chiedo scusa, gentile Ministro, per la rapidità e la modesta originalità di queste considerazioni che negli ultimi tempi libri, saggi, articoli e prese di posizione autorevoli hanno sviluppato con più agio. Ma è evidente, onorevole Gelmini, che se non si affrontano le questioni che Le ho prospettato il degrado dell’Università italiana diverrà inarrestabile e con esso anche quello della professione, quella dell’architetto, dei cui destini questa rivista si occupa da più di ottanta anni.»

Urbanistica a Gomorra | Diego Lama ---> 03 febbraio 2009
L'architettura illegale: «Ed è sempre più evidente che a Napoli esistano due realtà: la città della borghesia, che non conta più nulla, e la città della periferia, l’immenso semi-anello metropolitano che circonda Napoli, che guida il territorio e dove avvengono le cose terribili per le quali i partenopei ormai sono famosi nel mondo. In queste due realtà (quella fasulla e quella autentica) esistono due motori, due volontà: quella della borghesia che impiega vent’anni per non fare il parco di Bagnoli, e quella della città illegale che al contrario è efficiente, sorprendente, spaventosa.»

a cimma | Cibo architettura ---> 08 febbraio 2009
«L'architettura scaramantica:
Cè serèn tèra scùa
carne tènia nu fàte nèigra
nu turnà dùa
e ‘nt’ou nùme de Maria
tùtti diài da sta pùgnatta
anène via.»
«Cielo sereno terra scura
carne tenera non diventare nera
non ritornare dura
e nel nome di Maria
tutti i diavoli da questa pentola
andate via»


Il TVCC in fiamme | Abitare Featured ---> 09 febbraio 2009
L'architettura in fiamme: «La torre TVCC di OMA, di fianco all’edificio CCTV, è in fiamme.»

L’Architettura spogliata dei suoi orpelli |Conferenze e talks of Architettura by Antonino Saggio ---> 11 febbraio 2009
L'architettura immorale: «Ossessionata soltanto dalla massiva visibilità, l’Architettura si è affidata alla visione dell’”Architetto come Artista”, tenuto a rendere conto solo alle proprie inspirazioni e desideri, “Architetto come Designer”, occupato nella creazione di abiti, collezioni di moda, portacenere e borsette da viaggio, “Architetto come Intrattenitore”, che mette in scena spettacoli pseudo intellettuali. Senza più bisogno di seguire le regole della logica, coerenza e chiarezza dei piani, l’”Architetto come Architetto” è presto diventato irrilevante.» (Zvi Hecker)


lagopesole | Paesologo ---> 11 febbraio 2009
L'architettura discount: «Sto cercando un caseificio dove comprare il famoso pecorino di Filiano e mi ritrovo in un discount dell'architettura. Muri, finestre, marciapiedi, cataste di legna, una chiesa, una scuola, macchine parcheggiate, tutto come in una frase in cui non si riconosce il soggetto e il predicato.»

Li becco tutti io | Logorromins ---> 12 febbraio 2009
L'architettura palestrata: «Così gli ho detto che, se la sua amicizia era a scopo di scopo o a scopo di business, ciao, povero sfigato!!!
Ovviamente l'ho eliminato e bloccato.»

Un paese di Baroni | Architettura in progress ---> 12 febbraio 2009

L'architettura baronale: « Non ho mai conosciuto nessuno che sia diventato professore solo in base ai propri meriti.Paolo Bertinetti, preside della facoltà di Lingue e letteratura, Torino.»

Gli esami non finiscono mai | Il parallelografo ---> 14 febbraio 2009
L'architettura copiata: «ieri ho fatto esami.
due eccellenti su circa 30.
poi è successo una cosa. prima o poi doveva accadere.
un ragazzo in particolare ha fatto la prova scritta e ha evidentemente copiato


!!!! Breaking News - Breaking Glass !!!! | Architetti senza tetto ---> 16 febbraio 2009
L'architettura scombiccherata: «Incredibile notizia: il bicchiere di Toyo Ito si è rotto a causa del freddo.»

The opening of the Iraqi Museum | Salam Pax ---> 23 febbraio 2009

L'architettura recintata: «The Iraqi Museum was opened today. I wasn’t invited :(
so I stood at the fence and took pix.»

Piazza Farnese, l’intervento di Andrea Camilleri | Micromega ---> 22 febbraio 2009

L'architettura reale: «Il testamento biologico […] la scelta libera, individuale, indiscutibile di che fare della propria morte, di come morire senza che ci siano intromissioni o condizionamenti d'ogni genere. Badate, se passa una qualsiasi legge sul testamento biologico che in qualche modo limiti la libertà di scelta, essa sarà usata, siatene più che certi come grimaldello per l'introduzione di altre leggi sempre più restrittive per le nostre libertà più preziose. Ed io non voglio avere, la vergogna, la ver-go-gna, di andarmene lasciando i miei nipoti, le macerie di un'Italia senza libertà, senza nemmeno quella di morire come meglio ci aggrada, devastata nella morale pubblica, nella morale privata, devastata nella sua finanza, nella sua economia reale e persino nel profondo della sua stessa coscienza. Fate che ciò non accada. Grazie.» (Tratto dal video della manifestazione)

Racconto del giardino da tavolo. assemblage e accoglienza di parti di mondo | Luoghi sensibili ---> 22 febbraio 2009
L'architettura accolta: «Ci sono modalità verticali e modalità orizzontali, sistemi ordinati e sistemi caotici. C’era un artista americano Joe Brainard che poneva tutte le sue cose una a fianco dell’altra. Lo faceva organizzando il suo spazio, la sua pagina di lavoro: le sue tavole, i suoi scritti erano un accrochage di elementi “paralleli”. Come nel testo “I remember”, preso e citato da George Perec nel frontespizio di “Mi ricordo”, un “dispositivo” letterario che affianca le memorie di chi scrive alle memorie di chi legge. Sono scritture che creano spazio. Non ne parlo in una chiave di nostalgia, ma di organizzazione spaziale e di accoglienza; parlo dell’assemblaggio delle cose che si posizionano una a fianco dell’altra e così facendo si concentrano intorno ad un centro (che siamo noi). E’ quello che accade nei giardini in miniatura, nei tiny garden, dove “citazioni” di mondo si affiancano l’uno all’altra e parlano, per citare Gilles Clement, della disposizione alla diversità, della disposizione ad accogliere prima di tutto un principio di accoglienza.»

Rondaaaa su rondaaa... | Der Pilger (Il pellegrino) ---> 27 febbraio 2008
L'architettura ronda: «Ecco cosa era successo, avevamo avuto paura, avevamo cominciato a stabilire cosa si potesse fare o non si potesse fare alle tre di notte.»

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21 commenti:

  1. "eh beh non lo so ma ad ogni modo bisognerebbe fermarla... ;-)"

    Daniela Placato

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  2. ---> Da' hai ragione, in qualche modo... ti propongo :
    • un corso di recupero per architetti idealisti fatto dai costruttori abusivi;
    • un convegno di tutti gli archistar nell’isola di Pasqua. Durata vent’anni;
    • licenziare tutti gli insegnati e soprattutto gli adepti dalle Università di Architettura.
    Saluti,
    Salvatore D'Agostino

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  3. io faccio il corso di recupero...ho perso un lavoretto...!!!ti racconteró

    Daniela Placato

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  4. In questa raccolta, un pò disarticolata ma utile a rappresentare sinteticamente i vari punti di vista, si legge un senso di insoddisfazione generale e direi di sconfitta.
    Come non leggervi anche una stanchezza per l'architettura di quelle che io continuo a chiamare archistar, che nella rassegna viene chiamata brand, a architettura d'artista o che altro.
    Nell'introduzione di Salvatore, anch'essa sintetica e precisa non condivido invece la frase " si perde l’idea del moderno di città funzionale". A parte il fatto che una città sia funzionale, preso alla lettera è direi una condizione di base ma un pò generica e riduttiva, presa invece in senso storico vorrei sapere quand'è che si è vista una città funzionale nell'ottica del funzionalismo.
    Direi invece che il disastro attuale, oltre che della speculazione ecc.ecc., è culturalmente l'esito parossistico, e mi auguro terminale, del Movimento Moderno che ha predicato e attuato lo zoning, il funzionalismo ideologico, la perdita della strada come elemento generatore e l'allontanamento dell'edificio da questa. Insomma la rottura totale di un paradigma secolare.
    L'esperimento, chiamiamolo così, fatto sulla pelle delle città e dei cittadini, è fallito miseramente. Quando se ne prenderà atto sarà sempre troppo tardi.
    Saluti
    Pietro

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  5. Rogers lays off 20 per cent. Foster lays off 25 per cent. Gehry lays off 50 per cent. That’s a starchitect for you, doing things bigger than anyone else
    Leggi: http://www.architectsjournal.co.uk/1994612.article

    Maurizio De Caro

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  6. ---> Pietro,
    ieri sera per colpa di Michele Santoro non ti ho risposto, poiché ha annunciato che dopo il suo programma andava in onda i ‘Dialoghi della Vagina’ di Eve Ensler. Una pièce teatrale che da qualche tempo volevo vedere. Ahimè mi sono accontentato della versione televisiva.
    Eve Ensler cominciò a intervistare le donne e raccogliere storie sulla ‘vagina’, perché pensava che in una società violenta, l’emancipazione delle donne fosse profondamente legata alla loro sessualità. Non gli interessava fare un elogio della propria indipendenza o vagina, ma si preoccupò di raccontare il suo utilizzo e aspetto, cercando diversi interlocutori, e capì che la molteplicità di visioni ampliava e migliorava la propria singola idea di ‘vagina’.
    Perché ti racconto questo? Perché l’idea di Eve Ensler è un’idea importante per capire il nostro problema vaginale, la ‘città’, a mio avviso abbiamo bisogno di ampliare il nostro punto di vista, ascoltare, indagare attraverso una molteplicità di strumenti, solo in questo modo possiamo capire che non tutti i nostri 8001 comuni hanno le stesse priorità, non tutti hanno subito l’influenza nefasta (indicata da te) del Movimento Moderno e forse scoprire che alcune città ‘funzionaliste’ sono felicemente sane e belle.
    Non voglio divagare o essere dispersivo credo che l’architettura deve emanciparsi dal proprio culto solipsistico e dare risposte terribilmente ambigue, fallaci, dispersive (non sarebbe male riprendere l’idea dell’opera aperta di Umberto Eco) in modo da lasciare spazio alle ‘culture abitanti’ di dare senso alla città con la propria esistenza. Un architetto che imbastisce un canovaccio e non regole definitive. Diversamente sarebbe triste e forse dittatoriale avere città regolate da un’unica idea (che siano derivanti dal Movimento Moderno o tradizionale non cambia). La città come le vagine di Eve Enssler devono emanciparsi dall’idea di dominio architettonico/fallocentrico. La città delle vagine a me sembra più interessante.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  7. Grazie della carrellata. Ho trovato un paio di articoli molto interessanti. Però voglio ritornare sulla questione: ha senso interrogarsi sul senso dell'architettura? Non è una questione retorica? Forse perchè siamo italiani e molto propensi all'abbandono alla fantasia, più che al fare, solo in Italia il "senso dell'architettura" è un tema tanto caro. Anche il concorso di Puglisi si interroga su questo, e ciò mi fa capire quanto la deriva provincialista dello stesso negli ultimi mesi si stia aggravando. Non pensi?

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  8. ---> Maurizio,
    se loro licenziano i piccoli studi soccombono.
    Speriamo che ci sia una spinta positiva dopo questo tonfo.
    Saluti,
    Salvatore D'Agostino

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  9. ---> Emmanuele,
    sono d’accordo, non sapevo del tema proposto da LPP (sul ruolo dell'Architettura oggi: tendenze, ipotesi e teorie a confronto.)
    Si credo che non abbia senso, sembrano tutti svegliarsi da un brutto incubo a cui non hanno partecipato, ma sappiamo benissimo che sono stati i primi attori. Emmanuele sono stanco di questa innocenza ‘culturale’. Una retorica senza fine sentita anche oggi in TV nel programma di Corrado Augias ‘Diario italiano’ mentre intervistava Vittorio Gregotti. Architetti che impongono le loro idee stabilendo le regole del brutto e bello.
    Architetti che hanno abbandonato da tempo la loro professione a discapito (forse più viva e interessante) dell’edilizia speculativa.
    Sono d’accordo non a caso ho inserito alcuni post ‘distopici’.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  10. Su gregotti credo che sia necessario fare dei documentari alla blunotte. Penso che la tua metafora del sogno che descrivi è una immagine perfetta per ciò che sta accadendo. C'è quest'aria di stupore e meraviglia, nonchè di accusa. Questi giorni c'è una conferenza su Grassi, dove blatereranno personaggi come Purini, Portoghesi, Muratore, con una presentazione in pompa magna. Mi divertono sempre queste serate celebrative...

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  11. ---> Emmanuele,
    chissà se accetterebbe Carlo Lucarelli.
    Buon convegno.
    Mi raccomando non pubblicare estratti sul tuo blog, sappiamo già tutto: Purini è un tradizionalista, Portoghesi un decostruttivista e Muratore un futurista.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  12. Salvatore, le regole della città non sono le regole per i cittadini. Voglio dire che una città costruita con le regole giuste non costringe i cittadini entro schemi chiusi ma, all'inverso, consente loro il massimo grado di libertà, perchè le regole della città sono connessione, comunicazione, scambio, permeabilità.
    E' la città contemporanea che non offre gradi di libertà ma costringe.
    C'è un equivoco colossale, probabilmente anche causato da me, ma la città costruita con le regole, per intendersi quelle della scuola muratoriana, è esattamente l'opposto di una città autoritaria perché non ha steccati o sbarramenti al proprio interno.

    Comunque ti ringrazio per l'osservazione perché mi hai fatto riflettere sull'equivoco che, senza volerlo, posso avere ingenerato.
    Ci rifletterò sopra su come tentare di spiegarmi meglio.

    Saluti
    Pietro

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  13. Ciao Salvatore!
    Penso sia difficile veramente capire dove stia andando l'architettura, troppe strade intraprese, e a velocità differenti e senza capacità di incrociarsi, troppi solisti e poca musica d'insieme... allora è meglio che l'architetto smetta di fare l'architetto [in senso accademico] e si lasci "umilmente" contaminare dal contemporaneo, una spugna natuale capace di assorbire moltissimo dall'intorno e rilasciare quanto basta... Non vedo altra strada che la contaminazione consapevole(arch.2.0 si diceva!) ma... dalla tua analisi su i blogger-architetti, quale primo passettino verso lo "scambio" interferente, siamo messi male... però sono anche ottimista e diabolico e quindi persevero... anche col grande aiuto dei tuoi [Blog Reader]. contiuna così, marco+

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  14. ---> Pietro,
    già avevamo parlato della scuola di Saverio Muratori, ripeto che l’analisi del territorio e della città è interessante ma ho molti dubbi sul ‘processo architettonico’ .
    Comunque che ne pensi del suo progetto: Quartiere INA-Casa "Stella Polare" al Lido di Ostia?
    Ti passo due link per non perdere tempo sui libri: http://www.parc.beniculturali.it/ita/approfondimenti/pdf/ina/ostia.pdf e http://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&geocode=&q=ostia&sll=41.442726,12.392578&sspn=13.499222,39.550781&ie=UTF8&ll=41.728232,12.29575&spn=0.003283,0.009656&t=h&z=17
    Io non credo che in Italia ci siano ‘città contemporanee’ tout court, invece penso che ci siano città che per logiche estremistiche conservative preferiscono negare la storia contemporanea e non mi riferisco alla storia del movimento moderno.
    Equivoco o meno il progetto contemporaneo, a mio avviso, ha bisogno della mediazione dell’architetto e non della soluzione esclusiva dell’architetto.
    Mediazione da valutare per ogni caso specifico utilizzando tutti gli strumenti ideativi/creativi dell’architetto. Senza soluzioni preconcette.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  15. ---> Marco+,
    Grazie per il sostegno.
    «Negli Stati Uniti è da poco uscito Snark, un libro di David Denby. "Snark" è un neologismo che definisce un nuovo tipo di linguaggio, in cui prevalgono il sarcasmo, l'insinuazione, la malizia e l'intenzione di ferire l'interlocutore.
    Da tempo su internet si discute di quella parte di comunicazione cresciuta a forza di aggressività. Denby sostiene che peggiora tutto il nostro sistema di relazioni, fuori e dentro la rete. Ad alcuni le sue argomentazioni sono apparse un po' fragili, ma se è vero che una "snarkizzazione" del linguaggio in rete c'è stata, è anche vero che appartiene a una fase infantile del rapporto online con gli altri.
    Anche i più polemici dopo un po' si calmano, man mano che le loro relazioni con la rete si consolidano. Superato il tempo in cui era un campo di sperimentazione per un'élite avanzata, internet è ormai diventato mainstream. La maggioranza dei suoi utenti non ha bisogno di sapere come funziona o di essere appassionata di informazione, ma ci trova quelle cose che le interessano e che conosce. E questo non solo significa che i meccanismi della rete coinvolgono sempre più persone, ma ha anche un effetto "normalizzatore".» Luca Sofri sull’ultimo internazionale: (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=21778)
    Per Luca Sofri sta per finire la fase infantile del web 2.0 si passa a una fase di normalizzazione finiscono gli snarkitsti o i trollisti.
    Vediamo cosa succede tra i blogger architetti?
    Se riescono a diventare adulti o rimane dei bimbi grattacielo si/no, Ara Pacis si/no, Expo 2015 si/no, Fuksas/Fuffas e via dicendo.
    Il prossimo BLOG READER sarà incentrato sulle idee più innovative e mature.
    Accetto suggerimenti.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  16. Ciao Wilfing.
    Ho da poco aperto un blog di architettura. Diciamo che sto imparando a gestirlo e sto continuando a guardarmi intorno: come dici tu, effettivamente non ce ne sono poi tanti.
    Mi ha confortato leggere qui che le motivazioni (del blog, intendo) siano le stesse e in generale se ne parli così poco.
    Spero di essere all'altezza: confesso che l'intenzione alla base del mio blog sia riuscire ad avere interlocutori non-architetti.
    Intanto complimenti.
    Arturo La Pietra

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  17. ---> Arturo,
    benvenuto e grazie.
    Ti ho inserito nel mio Google Reader e cercherò di leggerti.
    M’interessa il tuo dialogo con la zia ‘architettura’.
    Le tue intenzioni sono ottime, coinvolgere non-architetti è una bella missione.
    Io, raramente ci riesco, grazie a Facebook, perché di solito un blog di architettura viene letto da blogger/architetti e qualche architetto di passaggio. Comunque vale la pena tentare.
    Se dai un’occhiata alle mie rubriche MONDOBLOG e BLOG READER (basta cercare sull’homepage – Intersezioni) puoi farti un’idea (parziale) delle interazioni BLOG/ARCHITETTURA.
    Comunque non ti preoccupare se sarai all’altezza o meno, in fondo un blog è un ‘appunto condiviso’.
    Possiamo immaginare che il libro di Giò Ponti ‘Amate l’architettura’ possa essere stato l’antesignano del BLOG. In fondo, non era altro che una raccolta di appunti da condividere, certo non c’era la possibilità di interagire tramite i commenti, ma amo pensare all’invio di lettere private.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  18. A me, piacciono i troll e gli snark. E' intelligenza giocosa ed insolente. Citare Luca Sofri mi fa venire l'orticaria. La nuova generazione è sempre stata oggetto del fuoco di sbarramento della vecchia alla cui benevolenza i giovani non si possono raccomandare. L'agnello si raccomanda al lupo? I vecchi non sono benevolenti. I giovani si debbono muovere corazzati come una portaerei e leggeri come una farfalla. Per imporre la contemporaneità..."pugni" se uno è giovane e l'altro è vecchio! Lasciamo i baci ai coetanei...!

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  19. ---> Maurizio,
    il tuo cognome mi ricorda una vecchia pubblicità di una ditta casearia siciliana, utilizzata come arma di distrazione di massa (nel senso pubblicitario/mediatico).
    Condivido la tua tesi sullo scontro ‘perenne’ generazionale. Questo scontro non è mai ‘leggero’, ma affilato, duro e forte.
    L’agone non deve mai essere edulcorato.
    Parafrasando lo sport, il campo di battaglia congeniale potrebbe essere quello del rugby. Squadre opposte che se le danno di santa ragione, consapevoli che ci sono delle regole scritte e non scritte, condivise, che tutelano la loro sfida.
    Può succedere, anche, che si possa vincere un campionato del mondo, perché un giocatore ‘snark’, sussurrando delle frasi offensive, abbia fatto perdere la testa al suo avversario, ma questo è un altro sport.
    Io amo lo scontro ad armi pari, senza esclusione di colpi, perché solo in questo caso posso avere il massimo rispetto nei confronti del mio avversario.
    Una sfida cruenta ma rispettosa nella sua dignità.
    Ciò che non capisco sono le frasi come queste:«Citare Luca Sofri mi fa venire l'orticaria.» Implica solo uno scemo può citare X.
    Ognuno è libero di coltivare pessime letture, come ognuno è libero di dire ciò che vuole, ma detto questo, a che serve? Non credi che non andiamo avanti.
    Mi ricorda le beghe di quando eravamo bambini, un botta e risposta senza fine con frasi quasi insignificanti ma geniali ‘Testa di legno’, ‘cacca’, ‘piscio’ e via dicendo, ovviamente con strascichi anche più lascivi.
    Non c’era speranza, perché si continuava a oltranza e spesso si finiva per accapigliarsi.
    Qualche tempo fa, Enrico Ghezzi, mandava in onda un cartone animato, dove si vedeva un topo e un gatto che si contrapponevano ingurgitando un sorso di un liquido che li ingigantiva. Piano, piano mentre continuavano a bere, la prospettiva si dilatava fino a una visione oltre i confini della galassia.
    Tornando ai nostri discorsi terreni di snark e troll, ieri Silvio Berlusconi ha accusato Francescini di essere un leader catto-comunista, Francescini ha controbattuto dicendo che Berlusconi è clerico-fascista.
    A me sembrano degli snarkizzatori che perdono tempo a spese della gente.
    La lotta è veramente dura.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  20. La boutade sul mio cognome fa il paio con Sofri! Implica uno spirito di "patete" su X!L'Architettura va! Esistono tecniche di elaborazione costruttiva o di costruzione storiografica. Esistono architetti con la loro percezione dello spazio, con le loro idiosincrasie, con la loro intelligenza, con le loro tecniche costruttive. Insomma, ogni architetto contemporaneo è un'architettura! Quindi c'è da chiedersi, eventualmente, dove stanno andando gli architetti? Trovo il parlare apparentemente profondo ed "internazionale" sui vari massimi "sistemi" del pensiero architettonico, inconcludente. Aria fritta! Quasi, come dici tu, una "un botta e risposta" tra bambini! leggo, su tutti i blog (che mi capita di frequentare!) e su "i SarannoFamosiNuoviCritici Emergenti" dell'architettura (sic!), uno scorrere di titoli di articoli, un name-dropping (uno sbrizziamento di nomi), come per dire che io Koolhaas anzi, Rem, me lo fumo, che Renzo me lo bevo piano come aperitivo ...! Per me che faccio l'architetto con la "cantarella" (nel senso del contenitore dell'impasto!) è tutto insensato!C'è, ormai, una presunzione d'interpretazione, quasi come se la qualità della vita dipenda dall'architettura! Che banalità! Credo proprio il contrario: la qualità della vita costruisce la sua casa, il suo territorio, il suo architetto! Ehi, siamo in Italia, non in Francia o eccetera,eccetera!

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  21. ---> Maurizio,
    non sai quanto mi trovi d’accordo. Condivido in pieno il tuo ragionamento. C’è un atteggiamento ‘amicale’ verso un’architettura ‘patinata’ che trovo anch’io intollerabile.
    La critica ama il consenso facile dell’architetto ‘IN’ dimenticandosi dei tantissimi bravi architetti ‘OUT’ che concretamente danno vita agli spazi della nostra Italia da ‘cronaca vera’.
    Io con questo spazio/web sto cercando di dare voce a quest’ultima Italia. Quella che migra, che fa altra critica attraverso i blog, che dirige film o scrive sceneggiature su temi collaterali alla cultura architettonica imperante e tant’altro.
    Reputo il tuo punto di vista importante.
    Per chiudere, sul ‘cognome’ non era una battuta ma un richiamo visivo un po’ godereccio, forse greve.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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