11 marzo 2009

0022 [MONDOBLOG] Giornalisti o blogger?

di Salvatore D'Agostino

Secondo, il blogger e giornalista, Nicholas Carr le qualità dirompenti dei blog sono state assorbite dalle pubblicazione web dei maggiori quotidiani.
I giornali online, negli ultimi anni, hanno cambiato la loro struttura da 1.0 in 2.0. Novità fondamentale è stata l’inserimento dei commenti, come avviene sui blog, e d'infiniti contenuti multimediali.


«Ma l’idea che i blog avrebbero rappresentato un’alternativa all'informazione commerciale o che ne avrebbero addirittura minacciato la sopravvivenza, si è rilevata un’ingenuità. Chi ha ucciso la blogosfera? Nessuno. È stata una morte naturale, e annunciata.»1

Le testate giornalistiche, hanno carpito le potenzialità dei blog trasformando i loro giornalisti in blogger. Con la comparsa dei social network, più dinamici e strutturalmente semplici come Facebook, Twitter o il vecchio Myspace, il blog perde la sua valenza di diario pubblico online e la sua struttura appare rigida, per non dire pachidermica, rispetto alla flessibilità dei nuovi strumenti. Il blog nasce come piattaforma dei dialoghi informali e liberi, ma questa potente specificità è traghettata altrove. 

Per i blogger è venuto il momento di una riflessione.
«La previsione più ottimistica - secondo Michael Hirschorn per i giornali cartacei - è che i report, che in molti casi saranno anche blogger, sfrutteranno l’esperienza per mescolare il loro lavoro con quello di altri colleghi, offrendo una visione del mondo più complessa e in tempo reale. […] Di recente il direttore del New Yorker, David Remnick, ha sottolineato che i blog e i report locali hanno svolto un ruolo importantissimo nelle ore immediatamente successive agli attentati di Mumbai. La stessa cosa è successa quando l’uragano Katrina ha colpito New Orleans.»2
Se per i giornali il destino è il giornalista/blogger, qual è il futuro dei blogger?

Byte di cemento è un blog dedicato all'architettura, inserito all'interno della pagina web del quotidiano, Corriere del mezzogiorno, scritto da Diego Lama. Racconta di una città da favola: Napoli.

11 marzo 2009
Intersezioni ---> MONDOBLOG

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Note:
1 Nicholas Carr, Chi ha ucciso la Blogosfera, Internazionale, n. 782, 13 febbraio 2009, pp. 40-41. Post sul suo blog.
2 Michael Hirschorn, L’ultima copia, Internazionale, n. 785, 6 marzo 2009, pp. 30-36.


10 commenti:

  1. Ciao.
    Anch'io credo che il blog corrisponda ad una forma abbastanza "chiusa" di comunicazione (in fondo è l'espressione univoca di una o più menti riguardo la medesima notizia e fin qui non si discosta tanto dal gornalismo; il vantaggio è quello di ricevere in maniera immediata le opinioni ed i commenti riguardanti i propri articoli).
    Credo che potrebbe essere interessante tentare un approccio "wiki" ad un blog di informazione.
    I blog sono necessari come non mai, soprattutto in una nazione come la nostra in cui la libertà di parola è spesso minata, i veri giornalisti sono sempre meno e la maggior parte delle notizie è preconfezionata dalle varie fonti di potere.

    Ciao.

    Matteo

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  2. --->Matteo,
    il vantaggio dei commenti è stato inglobato all’interno di tutte le maggiori testate giornalistiche. Creando a volte dei corto circuiti di pensiero. Di solito il giornalista non risponde, ma questo avviene anche per i blogger più quotati e il dibattito viene animato dagli stessi lettori/commentatori.
    L’approccio Wiki per il blog esiste, ma contrariamente al suo uso originario, non è additivo ma diacronico.
    Nel senso che un miglioramento degli argomenti, ad esempio espressi in un post, non vengono sostituiti (additivi come nella logica Wiki) ma si sviluppano attraverso i commenti (diacronici). Un post che diventa altro attraverso la fruizione dei lettori a me sembra più stimolante.
    Io apprezzo sempre i commenti che aggiungono e sviluppano i concetti dei post, ancor di più, se correggono le imperfezioni del fallace ‘blogger’. Ricordiamoci che non avendo i filtri ‘redazionali’ dobbiamo sempre apprezzare chi ci aiuta a migliore.
    Sono d’accordo con te, nel dire che i blog sono necessari, ma non fermiamoci a ciò che i ‘media’ non ci offrono. Essendo liberi possiamo creare nuove opportunità di dialogo e d’idee.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  3. Interessante riflessione Salvatore.
    In effetti la conseguenza maggiormente auspicabile è, o una fusione crossmediale tra i vari servizi, in modo da dare ad ogni utente attento la possibilità di fruire dei diversi servizi in modo razionale (per esempio il twitter per il "diario" più vacanziero, il facebook come biglietto da visita, il blog per le considerazioni organiche, eccettera), oppure, molto meglio dal mio punto di vista, si potrebbe assistere alla trasformazione sempre maggiore della tendenza di blog visti come diari, a blog visti come servizi editoriali personali e gratuiti. Quest'ultima sarebbe veramente pericolosa per le lobby "forti"...

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  4. Peja,
    sono d’accordo con la visione, per adesso ‘utopica’, dei blogger come autori autonomi che cominciano a crearsi un circuito ‘autorevole’ indipendentemente dall’enstabilishment. Non una voce contro i ‘poteri’ ma un’altra voce, diversa, nuova, originale e mi auguro più matura.
    In fondo siamo liberi di farlo. Perché non emanciparsi.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  5. Il blog è morto. Viva il blog. Continuare ad avere dinamicità intellettuale sta alla base di qualsiasi comunicazione pluridirezionale... i caratteri del blog lo permettono... poi sta' al blogger avere "qualcosa" da dire! (e tra gli archi-blog... la situazione e quella che è). concordo con peja nell'uso trasversale che i servizi in rete permettono... e con salvatore nell'essere potenzialmente una voce altra... dove avere anche la libertà di "sperimentare" incroci comunicativi e di "sostanza" culturale...

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  6. ---> Marco+,
    il blog è considerato un fenomeno ‘mainstream’. Ovvero un pensiero di ‘bassa qualità’ condiviso dalle masse, ma la grettezza dell’informazione ufficiale di quest’ultimi anni, mi porta a ribaltare il concetto.
    Pensando che la voce dei blogger possa diventare informazione primaria, autorevole, libera e soprattutto sperimentale.
    Ma come abbiamo già detto, questo ancora non avviene nel mondo dei blog dell’architettura. Molti preferiscono perdere tempo, spalleggiando la cronaca e non minandola dal suo interno.
    Nel prossimo blog reader torneremo a parlarne in modo più approfondito.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  7. Penso che la "spazzatura" faccia parte in ogni modo di internet (così come il fenomeno dei "troll" e simili).
    Mi chiedo, più che altro, perchè la gente perda così tanto tempo ad imbastire un blog solo per copiare le notizie dei vari "virgilio casa"...
    La stampa di settore è da tempo in crisi e, a dire la verità, non mi è sembrata mai così "illuminata". Insomma, quando compro una rivista che non costa pochi euro come focus, mi aspetto che i contenuti siano validi o che almeno mi facciano vedere chiaramente le piante, le sezioni, ecc.. (per capire da solo come è fatto un edificio).
    Invece si trova poco e quelle poche riviste che offrono qualcosa in più sono salatissime (vedi El Croquis).
    Almeno sul tuo blog non mi devo sorbire la pubblicità ;)
    Ciao

    Matteo

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  8. ---> Matteo,
    Bruno Zevi sosteneva che l’architettura va studiata solo visitandola e non attraverso le riviste.
    Concordo con Zevi, anche se non possiamo viaggiare così tanto.
    Saluti,
    Salvatore D’Agostino

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  9. É cominciata la gentrification del web?

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  10. Qfwfq,
    magari!?

    Stiamo assistendo a una ‘gentirifcantion del nulla’ dove la figura del puro giornalista che racconta gli eventi che osserva con i suoi occhi è stato sostituto dai comunicati stampa o dai rari casi di notizia che nascono dal basso (tipo blog o meglio twitter e FB vedi calamità naturali o movimenti politici di piazza) e dal suo rilancio con l’arguzia dell’opinione nei vari giornali cartacei e Web.
    L’opinione (meglio se snark o troll così crea il cortocircuito virale del linkaggio) ha sostituito il racconto, l’analisi o il semplice resoconto del giornalista che osserva la realtà con i suoi occhi e non con il riflesso degli occhi altrui.

    Buona giornata,
    Salvatore D’Agostino

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