di Salvatore D'Agostino
«Cammino col cavalletto in mano. Riesco a sentire solo i miei passi e il rombo di un automezzo militare che si avvicina. Tutto il resto è silenzio. Tutto il resto è fantasma. L’Aquila, la città fantasma. Negli edifici sventrati mi sembra di sentire nitido il vociare delle famiglie intorno al tavolo, di scorgere dalle finestre le luci bluastre dei monitor di giovani universitari davanti al computer, di poter rubare l’intimità della gente con un semplice acuirsi dell’udito e della vista. Si tratta d’immaginazione. Quelle vite sono altrove. Sono a terra sparpagliate negli oggetti abbandonati, dimenticati, smarriti. Quelle vite sono altrove, chiuse in pochi metri di asettiche Unità Abitative: vite sradicate, traumatizzate, che però non hanno perso la memoria, la loro identità di comunità e la visione di un futuro in cui credere e riconoscersi». (Massimo Mastrorillo)
Il termine ‘fotografia istantanea’ si deve alle prime macchine fotografiche autosviluppanti degli anni settanta. Si scattava un istante di vita e in pochi secondi veniva riprodotta la foto.
L’istante dopo le 3:32 del 6 aprile 2009 ha cambiato l’istantanea aquilana.
Massimo Mastrorillo, in questi due anni, ha percorso con la sua macchina fotografica quei luoghi dell'Abruzzo messi a soqquadro, nella speranza di archiviare istantanee di un paesaggio temporaneo!*
L’istante dopo le 3:32 del 6 aprile 2009 ha cambiato l’istantanea aquilana.
Massimo Mastrorillo, in questi due anni, ha percorso con la sua macchina fotografica quei luoghi dell'Abruzzo messi a soqquadro, nella speranza di archiviare istantanee di un paesaggio temporaneo!*
6 aprile 2011
Intersezioni ---> POINTS DE VUE
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*Temporary? Landscapes è un progetto fotografico che intende riportare l’attenzione sulla situazione de L’Aquila e, attraverso le immagini e il coinvolgimento attivo delle persone sul territorio, restituire la città ai suoi abitanti.
In occasione del secondo anniversario dal terremoto del 2009, il 6 aprile verrà realizzata un’installazione fotografica lungo il perimetro intorno alla zona rossa de L’Aquila e in alcuni dei paesi limitrofi, utilizzando, oltre ai muri e alle transenne ormai parte integrante del panorama urbano, alcuni spazi pubblicitari in disuso da due anni: un’operazione che intende trasformare la città e le aree circostanti in uno spazio espositivo a cielo aperto, che stimoli una riflessione sul tema della costruzione del futuro e di ricostruzione dell’identità urbana e di comunità.
... anch'io sto imparando a sentire gli edifici parlare...
RispondiElimina[grazie salvatore, il tuo navigare-ricercare-segnalare mi emoziona]
...
Marco+,
RispondiEliminasono letteralmente stanco delle parole passepartout dell’architettura.
C’è bisogno di un’ecologia delle immagini.
Un’istantanea: 3e 32.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
"Ecologia delle immagini": "mi piace" ed empatizzo, oltre al fatto che ti ho rubato un'altra citazione.
RispondiEliminaIn quest'ottica, la situazione aquilana è diventata una lunga ed interminabile istantanea: sono ancora le 3 e 32.
Spirito libero,
RispondiEliminaahimè sì.
Il temporaneo! Con il punto esclamativo di Massimo Mastrorillo vorrebbe esorcizzare la ‘lunga ed interminabile istantanea: sono ancora le 3 e 32.’
Saluti,
Salvatore D’Agostino