3 giugno 2008

0007 [A-B USO] San Berillo la 'Citylife' di Catania?

Leggendo la rassegna quotidiana dei blog, mi sono imbattuto in un'accorata lettera dell'architetto Giacomo Leone indirizzata al capo dello stato Giorgio Napolitano: v. Catania: al via transazione illegittima, a rischio sicurezza. Lettera Aperta a Sua Eccellenza il Presidente della Repubblica scritta dall'architetto Giacomo Leone.
In seguito, ho scritto una mail, per chiedere all’architetto se aveva intenzione di avviare a tal proposito una petizione. Mi ha prontamente risposto e, con il suo assenso, pubblico l’estratto della mail.

Egregio amico combatto questa guerra da oltre quarant'anni e avevo con me Italia Nostra, urbanisti di fama internazionale, partito comunista e sindacati di un tempo. Defilata, sempre, la facoltà di Ingegneria; insensibili gli Ordini professionali; disinteressati i cittadini che, come nei secoli addietro, cercano una città da "mostrare" e non da vivere.
Siamo assediati da grilli parlanti, graffitari da protesta, movide ..... senza riferimenti.... Anche l'immondizia produce denaro.
Una petizione?
Nel nostro Paese si cerca di trovarsi un posto a tavola, come tanti altri.
La Sicilia di ieri registrava, fra i critici "qualche isolato intellettuale" senza citare la lettera che oggi trova spazio su internet ricercando "catania san berillo lettera aperta a Napolitano" grazie per la solidarietà.
Saluti giacomo leone.
Il giorno 31/mag/08, alle ore 16:02 inviato a Salvatore D'Agostino

Tralasciando la sensibilità e il coinvolgimento emotivo dell'architetto catanese, è indubbio che, per Catania, il vuoto del quartiere 'San Berillo' (Corso dei Martiri della Libertà) può diventare una sfida per una rivendicazione culturale ed estetica assopita da tempo. Chi però cerca elementi qualitativi, tra le righe degli accordi politici, trova solo numeri: il costo dell’operazione immobiliare, i posti di lavori e le cubature. Nessuna descrizione del progetto. (v. Giuseppe Bonaccorsi, Svolta per S. Berillo.-Tra sei mesi le ruspe.-Lavori finiti in 5 anni, La Sicilia 31 maggio)
Mentre a Milano si procede alla demolizione dei caseggiati dell'area che ospiterà il controverso Citylife, a Catania i proprietari del cinquantenario 'Ground Zero' prendono accordi senza progetto.
Se i cittadini milanesi possono definire i grattacieli sghembi e poco meneghini, esercitando la facoltà della critica, ai cittadini catanesi non è data neanche quest’opportunità sul vuoto di San Berillo.
L’architettura può aspettare o, come dichiara l'avvocato Andrea Scuderi, consulente dell'Istica (una delle società coinvolte) e responsabile degli aspetti urbanistici: «[…] ad occuparsi del piano di risanamento saranno architetti di fama mondiale, come Massimiliano Fuksas. Ma accanto al nome dell’architetto romano lavoreranno moltissimi altri tecnici. E tra quelli più importanti si fa strada quello di un altro professionista di fama mondiale, un architetto iraniano che dovrebbe occuparsi di disegnare e realizzare il mercato coperto che diverrà la nuova fiera.»
E’ questo l’effetto Bilbao: una cittadina sconosciuta chiama un noto architetto, per osmosi diventa una cittadina nota e cambia progressivamente l’economia locale. Anche in Italia i politici hanno capito il trucco della formula Bilbao e, per far uscire le loro città di provincia dall’anonimato, la utilizzano, chiamando, senza concorso, le grandi firme. Spesso con l’aggravante di giustificare mega speculazioni immobiliari.
Ma Catania, con la sua vis etnea, ha bisogno di uno shock architettonico o di un’architettura innovativa e glocale (v. Restauro del monastero di San Nicolò l'Arena a cura di Giancarlo De Carlo, Winebar CafHè di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Zoculture di Nigel Allen)?


Intersezioni ---> A-B USO

4 commenti:

  1. una citta' da mostrare...una nuova bilbao...questi sono i desideri di chi progetta uno sviluppo economico limitato nel tempo e nella diffusione sociale.....e' chiaro che le trasformazioni urbanistiche interessano tutta la citta' e tutti i cittadini, ma in casi di citta' come catania e' una porzione di sicilia che viene coinvolta....

    modificare usi ed abitudini quotidiane crea un sistema di relazioni sociali che non potranno mai essere previste e gestite semplicemente da uno studio d'architettura (grande o famoso che sia)......e' necessario coinvolgere tutti i livelli professionali...metterli in relazione ....confrontare le scuole di pensiero d'avanguardia in ogni settore e....e quindi chi si dovrebbe occupare di gestire queste connessioni?
    non puo' essere scelto da una clesse politica che si lascia guidare dalla moda e dalla stampa....o da qualche pseduo critico che urla!!!!
    i concorsi.....i concorsi aperti a tutti...i concorsi che alla componente dell'immagine prepongono gli studi multidisciplinari....che si fanno carico della previsione dell'impatto sociale ed ambientale degli interventi...che rapportano quelle che sono le aspettative dei grandi investitori esterni con le aspettativer dei politici locali...ma che soprattutto soddisfi le esigenze ed i desideri urlati da chi vive ed ama quei luoghi.....

    ciccio minniti

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  2. Non conosco la situazione di Catania ma immagino che sul quel grande vuoto con un concorso di architettura, anche aperto a tutti, ne uscirebbero disastri paragonabili a quelli temuti dall'architetto Giacomo Leone. Noi architetti abbiamo la tendenza a confondere le scelte per una città con i problemi della nostra professione e, come c'è qualcosa da fare, chiediamo un "concorso", come se una partecipazione democratica (ma quasi sempre col trucco)dei professionisti fosse garanzia di qualità. Alla gente e alla città interessa il risultato non le beghe degli architetti. Piuttosto mi è sembrato di capire che l'architetto Leone pensa che quell'area debba rimanere libera (ovviamente riqualificata). Ripeto non ho conoscenza del luogo e dalle foto del link non è che si legga molto: forse non sarebbe male dare spazio all'arch. Leone perchè ci racconti qualcosa di più.
    Pietro

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  3. Per una volta tanto sono daccordo con Pietro Pagliardini...
    Sto diventando un reazionario...

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  4. x piliaemmanuele
    ma lo sai che comincia a piacermi l'attributo reazionario anche perchè ho come l'impressione di essere sempre meno solo.
    I casi sono due: o aumentano i reazionari o il mondo non è così progressista come dice di essere.
    Saluti
    Pietro

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