18 dicembre 2008

...a proposito di cemento, cemento Cinque Terre e cemento meneghino...


...cemento,
Gilles Clément risponde ad una domanda posta da Alessandro Rocca1 su un'idea di Carlo Petrini di una banca dati online delle sementi tradizionali:«È una buona idea. È lui che bisogna mettere alla presidenza d'Italia


Ed è proprio Carlo Petrini insieme a Edmondo Berselli e Filippo Ceccarelli che sul Diario di Repubblica del 9 dicembre 2008 (pp. 40-41) ci invitano a riflettere sulla colata di cemento che sta divorando l'Italia.


I loro moniti e i loro dubbi:
  • Carlo Petrini [Costruire è sinonimo di distruzione]: «Non si costruisce più per tramandare ai posteri qualcosa. Il cemento ha una deperibilità maggiore rispetto ad altri materiali, è il simbolo di una civiltà che inserisce i geni di una fine programmata in quasi tutto quello che produce: che sia un palazzone di periferia, l'imballo di un prodotto da supermercato o un seme Ogm che dà un raccolto sterile da cui non si possono trarre altri semi. L'Italia è piena di edifici fatiscenti costruiti negli anni ' 60 e ' 70, certi addirittura negli anni ' 80, alcuni già disabitati, impraticabili, che penzolano scrostati e pericolosi, terribili. Tutti noi li vediamo, ovunque. Abbiamo continuamente sotto gli occhi la dimostrazione di com'è assurdo continuare a edificare qualcosa che nel giro di qualche decennio non servirà più: quegli obbrobri dovrebbero servirci adesso come il senno di poi.» La civiltà dell'abuso, Carlo Petrini;
  • Edmondo Berselli [Cemento punto d'incontro tra politica e affari]:
    «Infine è tutto da vedere, e meriterebbe approfondimenti da parte degli economisti, se la "città infinita", che si espande senza limiti oltre le periferie, è un soggetto economico in equilibrio o è fonte di costi che graveranno in modo insostenibile nel lungo periodo, per i servizi che implicano, i trasporti, le opere di urbanizzazione. Cioè se quella che Cervellati ha chiamato ironicamente "Villettopoli" è occasione di profitto o alla lunga un aggravio di spesa: insomma se l'economia del cemento, all'ultima riga del bilancio, non rappresenti una perdita per tutta la comunità.» Cemento quel mondo solido tra affari e politica, Edmondo Berselli;
  • Filippo Ceccarelli [Berlusconi, da apprendista muratore a direttore di cantiere Italia]:«Ed ecco che dodici anni dopo, tra i capi d'accusa che Pier Paolo Pasolini imputava al partito democristiano, c'era appunto «la distruzione paesaggistica e urbanistica dell'Italia». Ma non dovette servire a molto, quel processo mai celebrato, se dopo appena un quinquennio Franco Evangelisti, e cioè l'aiutante di campo di Andreotti, condensò il suo rapporto con il principe dei palazzinari romani, Gaetano Caltagirone, nel celebre interrogativo che quest'ultimo candidamente gli rivolgeva: «A Fra' che te serve?». A veder bene erano i primi bagliori di un tramonto. Il cemento del potere cominciava a cercarsi scenari più ampi. Non solo case, ma nuove città. Così nasce in ambito craxiano il progetto di "Mito", new town da insediare tra Milano e Torino; e lo stesso Bettino vagheggia "Mediterranea", di qua e di là del Ponte sullo stretto. Fino a quando non arriva Berlusconi, il demiurgo di EdilNord che addirittura se la prese a male quando nella P2 gli assegnarono il ruolo di apprendista muratore. Ma come, apprendista al fondatore di Milano 2 e 3? Adesso che è tornato a Palazzo Chigi il Cavaliere ha ricacciato fuori il progetto "Cantiere Italia" e, ribattezzatolo "Cento Città", di nuovo prevede la costruzione di centri satelliti per anziani e giovani coppie. I sopralluoghi aerei sono attesi a marzo.» Il sistema del mattone, Filippo Ceccarelli
...cemento Cinque Terre,
Pietro Caisotti è l'imprenditore ignorante, avido e scaltro dell'entroterra ligure protagonista del romanzo di Italo Calvino 'La speculazione ediliizia', la sua caratteristica essenziale è l'essere senza scrupoli.
Calvino scrisse il romanzo nel 1957 nella sua fase neorealistica, intuiva le profonde contraddizioni del periodo di ricostruzione convulso e scellerato, dopo la prima necessaria riedificazione dell'Italia post bomb
ardamento.
Il sistema 'senza scrupoli' cominciava la sua inarrestabile cavalcata che ci porterà al boom edilizio degli anni sessanta e alla seguente e costante cementificazione dell'Italia.


Il conduttore televisivo Fabio Fazio in un'intervista rilasciata a Marco Preve sul Venerdì di repubblica, n. 1076, 31 ottobre 2008, riflettendo sul monito di Carlo Petrini (Carlo Petrini, Italia, record del cemento invasi tre milioni di ettari, Repubblica, 5 ottobre 2008) e le recenti iniziative immobiliari sulle Cinque Terre osserva:
«[...] Marco Preve: Nel frattempo si moltiplicano i progetti di grattacieli lungo la costa.
Fabio Fazio: Carlo Petrini giustamente dice che la mentalità in voga è quella del "se non si costruisce non si fa, non c'è progresso economico". Carlin [NdR si riferisce amichevolmente a Carlo Petrini] è un intellettuale, inserito dal quotidiano The Guardian nella lista dei cinquanta uomini in grado di cambiare il mondo. In qualunque altro paese sarebbe molto ascoltato, sicuramente più che da noi. Dice una cosa definitiva, perché fa intuire che è vecchissima l'idea di progresso che abbiamo - era già discutibile nel dopoguerra - per cui il "fare" deve coincidere con l'avanzata del cemento. Uno dovrebbe costruire cose che servono a tutti, non cose che servono solo alla speculazione di pochi.
[...]
Marco Preve: Ma non si rischia l'immobilismo?
Fabio Fazio: Ma no. "Fare" può anche significare distruggere l'orrore. Pensate che meraviglia se ogni tanto i Comuni comprassero aree e buttassero giù invece di costruire, regalando spazi di cielo. So che le amministrazioni hanno mille problemi da risolvere, conti da far quadrare, asili da mandare avanti. Ma qui o si inverte la rotta, come ci invita a fare Petrini, oppure il valore più importante, la qualità della vita, andrà a farsi benedire».

Condivido l'idea del vuoto e il latente "non fare", ma spiegarlo ai milioni di "Pietri Caisotti" sarà un'impresa ardua.

...cemento meneghino...
Alessandro Cavallaro mi ha inviato una mail con oggetto: GENTAGLIA

Ciao Salvo,
mi è pervenuto tramite un mio cugino che vive e lavora a Milano.
buona lettura
Mail spedita il 16 dicembre 2008 10.44

Riporto l'inizio e la fine:
«L'"aringa rossa", antica astuzia venatoria, sta per fare della Milano da bere dell'epoca craxian-ligrestiana la Milano da mangiare della nuova era ligrestian-morattiana, trasformando l'Expo del 2015, dedicato all'alimentazione, in una colossale operazione immobiliare. I distinti cacciatori britannici usavano le "red harrings" per distrarre i cani da caccia degli avversari, gettando in luoghi strategici della riserva aringhe affumicate. I cacciatori milanesi di cubature immobiliari, che si definiscono "developers", stanno spargendo su 8 milioni di metri quadri di aree dismesse dall'industria manifatturiera che non c'è più, una selva di grattacieli firmati da architetti di fama mondiale, i cosiddetti "archistar".
Quei grattacieli, secondo l'immagine di Renzo Piano, sono per l'appunto le "aringhe rosse" che servono a distrarre l'attenzione da quel che germoglia intorno: quartieri selvaggi, simili a quelli che hanno assediato la Roma dei palazzinari. O "caricature di città" nella città, come dice l'architetto Mario Botta.
[...]
Pazienza. A Milano, comunque vada, nel terzo lustro del nuovo secolo potremo lasciare l'auto nel parcheggio di cinque piani scavato sotto la Basilica di Sant'Ambrogio, nel parco medievale più importante della civiltà lombarda. Un insulto cui la borghesia intellettuale di Milano non vuole rassegnarsi. E tra le aringhe rosse avremo la città dei developers, "una città che si prostituisce al miglior offerente". Parola dell'architetto inglese David Chipperfield ».

Leggendo l'articolo e i nomi citati dei personaggi politici e imprenditoriali, non possiamo non evidenziare il profondo disagio verso l'intelligenza, sostantivo ormai bandito dal gruppo di potere che gestisce la nostra società civile.


Grazie Ale ma è stata una pessima lettura.

Intersezioni ---> ...a proposito di...

Come usare WA ---------------------------------------------------Cos'è WA

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1 a cura di Alessandro Rocca, 'Gilles Clément. Nove giardini planetari', 22 Publishing, 2007.

5 commenti:

  1. ---> Stefano Mirti scrive a Stefano Boeri a proposito delle ultime vicende giudiziarie italiane, invita ad aprire un dibattito serio sugli incastri privati/pubblici tra architetti/imprenditori/politici.
    Condivido l'invito e spero che venga raccolto.
    A seguire pubblico la lettera:

    Inviato da abitare - 18.12.2008

    Ciao Stefano,
    nei giorni scorsi si e’ fatto un gran parlare dell’arresto di Marco Casamonti. La stampa ne ha parlato, gli architetti hanno commentato, ecc. ecc. ecc. Allora, mi e’ venuto questo pensiero. Su “Abitare” in genere siete sempre molto pronti e attenti a tutte quelle questioni riferite al rapporto tra il progetto (o meglio, il progettista) e la società nel suo complesso. Dove va il design italiano, i distretti, le filiere, l’etica, l’estetica e altre cento cose interessantissime. Senza contare che tu in prima persona sei sempre presente sui molteplici fronti del dibattito (milanese, nazionale, internazionale). Perfetto. adesso, perché non parlare anche di questi altri temi (di cui in genere non parla nessuno)? Perché su “Abitare” non promuovete un dibattito vero sulle nuove modalità di rapporto tra soggetti pubblici e soggetti privati? il ruolo dei progettisti nel mondo che cambia, l’esercizio di incastro tra gli interessi privati e gli interessi pubblici. Questo è il tema vero, è il tema reale che interseca qualsiasi operazione di trasformazione effettiva nel nostro paese (alle scale più diverse, letteralmente, dal cucchiaio alla città). Questo tema richiede una quantità infinita di intelligenza e capacità: la ridefinizione del ruolo del progettista in un mondo in cui tutto è cambiato, in cui qualsiasi modello precedente è stato messo in crisi e si sta faticosamente cercando di ridefinirne di nuovi. Sennò, tutto quanto si riduce al gossip tipo Amanda o Garlasco (vedi i resoconti su Casamonti) e non so quanto questo sia utile e/o interessante. Che dici?

    Ciao buona domenica

    Stefano Mirti

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  2. Carlo Petrini dice che "Non si costruisce più per tramandare ai posteri qualcosa". Mi sembra una scoperta ovvia. Questo non lo si faceva nemmeno nel Rinascimento (veniva riconosciuta la definizione funzionale dei manufatti edilizi, diversamente dai monumenti dei Romani e dei Greci). Io non sono contrario ad una architettura con la data di scadenza. Il fatto è che l'aringa rossa è proprio questa battaglia contro le archistar, contro il carattere effimero, contro questo o contro quello. Battaglie che però avvantaggiano proprio gli speculatori edili, perchè indirettamente sono presi come quelli che fanno le case per la gente comune. Il fatto è che proprio il sistema degli appalti pubblici/privati ad essere sbagliato, ed un controllo assolutamente ridicolo fa tombola con il resto... L'Architettura sta venendo estromessa dall'architettura.

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  3. oh la peppa!
    mi ero distratto un attimo...
    e tutto questo cemento pronto per essere "elevato" a rango di architettura per il ben"essere" futuro... mi spaventa un po'! e non capire fino in fondo... l'invito di Mirti a Boeri aiuterebbe...
    (sempre lodevole il tuo lavoro, Salvatore!)
    ciao marco+pasian

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  4. ---> Emmanuele,
    hai perfettamente ragione questo sistema di imprenditoria immagine/architettura mediatica agevola i più scaltri speculatori.
    Il problema viene enfatizzato non nelle grandi città che per la loro specificità dovrebbero essere dei catalizzatori di architettura (evito l'epiteto moderna perché dovrebbe essere ovvia), ma nelle medio/piccole città che imitano il peggio delle operazioni ad effetto per accapararsi voti e mq edificabili.
    Ad esempio:
    la torre a Savona firmata da Massimiliano Fuksas, da costruire su un'isola di cemento (vedi:http://www.archphoto.it/2008/12/21/mpreve-f-sansa_la-carica-degli-architetti-1/);
    l'area polivalente che dovrebbe occupare il vuoto 'San Berillo' a Catania pare a firma di Massimiliano Fuksas (vedi:http://wilfingarchitettura.blogspot.com/2008/06/0007-b-uso-san-berillo-la-citylife-di.html).
    Caro Emmanuele "l'architettura attualmente è (sta venendo) estromessa dall'architettura".
    Un saluto,
    Salvatore D'Agostino

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  5. ----> Marco,
    grazie, integro il tuo commneto con un mio commento sulla lettera a Stefano Boeri di Stefano Mirti:
    Sono d'accordo fermamente con la riflessione di Stefano Mirti, bisogna aprire un DIBATTITO SERIO sugli incastri tra rapporti privati e pubblici.
    Tra l'idea politica/sociale e l'idea architettonica/sociale.
    Per evitare dichiarazioni imbarazzanti che giustifichino la turbativa d'asta/abuso di potere in nome della qualità dell'architettura: «I fatti storici sono quelli - hanno spiegato gli avvocati (NdA di Marco Casamonti) al termine dell'interrogatorio - ma l'architetto li ha inquadrati in un contesto di interessi culturali più che economici.
    L´obiettivo era creare opere ben fatte. Per gli ex Macelli aveva fatto un bel progetto, non voleva che venisse stravolto». (La Repubblica di Firenze, 14/12/2008).
    Un dibattito profondo e serio che porti ad un cambiamento di costume della figura dell'architetto e dell'imprenditore ormai vittima di giochi mediatici/economici a discapito dell'intelligenza che è la semplice base di un sano lavoro.
    Recuperare o inventare qualora non ci fosse la dignità del lavoro.
    L'architetto come l'imprenditore è un lavoratore, con un solo obbligo rispettare la dignità dell'uomo. Tzvetan Todorov: «Ci sono molte forme di cultura, ma solo una di civiltà: quella che non ammette abusi su nessuno».
    Stefano Boeri mi auguro che raccolga l'invito di Stefano Mirti.
    Buon tutto a tutti,
    Salvatore D'Agostino

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