di Salvatore D'Agostino
«Può succedere, se si vive in un quartiere romano di periferia, di trovarsi a osservare un messaggio del genere scritto su un muro ogni volta che si esce da casa: "più case meno calabresi". Può succedere, e non è il massimo della vita, soprattutto se si è calabresi e se per trovare alloggio si sono dovuti fare i salti mortali. Ma è accaduto quotidianamente a Vincent Filosa, giovane fumettista che ha vissuto per alcuni anni nella capitale». (Andrea Bruno)1
Il 7 febbraio del 2009 avevo iniziato una chiacchierata con Vincent Filosa autore di un viaggio a fumetti lungo la statale calabra 106 ‘Una storia come le case senza tetto’. Un dialogo rimasto a lungo in sospeso e adesso ripreso.
Salvatore D'Agostino Sandro Onofri in uno dei suoi viaggi da fermo descrive così l’ingresso a Reggio Calabria:
Salvatore D'Agostino Sandro Onofri in uno dei suoi viaggi da fermo descrive così l’ingresso a Reggio Calabria:
«È tutto così sospeso. Come se all'improvviso gli invisibili abitanti di questi quartieri fossero stati costretti a fuggire per un'epidemia, o una calamità. È strano, è come se i reggini si fossero soltanto preoccupati di cogliere l'occasione dell'assenteismo del governo cittadino per appropriarsi dei pezzi di terra su cui costruire, imbarcandosi in un'impresa che forse non potevano sostenere economicamente».2