25 giugno 2012

0032 [A-B USO] Giacomo Leone | Paesaggi o paepazzi?

di Giacomo Leone 

   Credo che i grandi crimini urbanistici, operati durante le Sindacature catanesi dell’ultimo ventennio, siano i più gravi commessi dal tempo dello sventramento del S.Berillo. Il P.U.A., ove approvato, supererebbe ogni precedente. Gli show sui mass media etnei, a cadenza come “poste dolorose di un rosario”, assumono così l’aspetto della beffa. 

   Il consueto servilismo, a vantaggio degli arroganti e spietati saccheggiatori del nostro territorio, non ha tregua, come i silenzi, complici e omertosi o la resa incondizionata, degli organi di tutela: Sovrintendenze, Ordini, Autorità portuale, Ministero delle Finanze, Dogana, Capitaneria di Porto, Demanio (gestito e digerito dalla Regione) e delle associazioni culturali come Italia Nostra, IN/ARCH, I.N.U.: le tre scimmiette del non vedo, non sento, non parlo.

18 giugno 2012

0031 [A-B USO] Cristina Portolano | Storie dal C.E.P. village

di Salvatore D'Agostino  
«Con dei contadini, per esempio, a volte ho dubitato che sappiano che cosa è un paesaggio, un albero. Sì. Le sembrerà strano: ho fatto a volte delle passeggiate, ho accompagnato un fittavolo che andava a vendere le patate al mercato. Egli non aveva mai visto la Sainte-Victoire. Sanno che cosa è stato seminato qui, là, lungo la strada, che tempo farà domani, se la Sainte-Victoire è incapucciata oppure no, lo sentono dall’odore, come gli animali, come un cane sa che cosa è questo pezzo di pane, soltanto secondo i loro bisogni, ma che gli alberi siano verdi, e che questo verde è un albero, che questa terra è rossa e che questi rossi franosi sono colline, io non credo, realmente, che la maggior parte di loro lo sentano, lo sappiano, al di là del loro inconscio utilitario». Paul Cézanne1 
   Osservando l’Italia a piedi, ci potrebbero venire gli stessi dubbi di Paul Cézanne, chi abita le città forse non ha coscienza del proprio intorno urbano al di là dell’urgenza utilitaristica. La fumettista Cristina Portolano si è immersa in una delle tante città balneare nate in pochi anni dal nulla, ambientando le sue storie in un paesaggio usato secondo le necessità del momento. Mi sono fatto raccontare il motivo del suo errare in questi paesaggi.
Foto Giuseppe De Mattia

11 giugno 2012

…a proposito di città cresciute in fretta, trasformate per un evento e viste attraverso Instagram...

di Salvatore D’Agostino

 ...città cresciute in fretta,

   negli ultimi decenni le città italiane si sono trasformate radicalmente ma non tutte seguendo le stesse logiche urbane. Federico Zanfi insieme Arturo Lanzani e Chiara Merlini analizzeranno questo tema in una densa giornata d’incontri per mettere:
«a confronto alcune esplorazioni sul territorio che restituiscono la varietà delle forme dell’abbandono in diversi contesti insediativi, e alcune esperienze progettuali che tentano di definire nuove prospettive di intervento».
   Giovedì 14 giugno presso il Politecnico di Milano, Edificio Nave, via Bonardi 9, piano -1, Spazio Aperto. Sarà possibile seguire il dibattito attraverso le pagine facebook e twitter di Planum the Journal of Urbanism.
Foto di Stefano Graziani

7 giugno 2012

0030 [A-B USO] Mario Monicelli: ricostruire dov’era ma con nuovi architetti e nuovi materiali

Salvatore D'Agostino
Mario Monicelli, dieci giorni prima di scegliere la morte, intervistato alla radio da Roberto Silvestri a proposito della sua partecipazione nel film documentario di Francesco Paolucci Crepati dentro. Voci per uscire dal silenzio dedicato al dopo terremoto dell’Aquila, con la grinta di un novantacinquenne, lancia un monito, che in questi giorni di nuove città che crollano echeggia attuale. Ho estrapolato l’intervento perché, da non tecnico, le sue osservazioni conservano lo spirito di chi non cristallizza il tempo ma lo respira.

4 giugno 2012

0013 [POINTS DE VUE] Michela Battaglia | Topografia della memoria


   Topografia della memoria è un progetto fotografico che ha come obiettivo la documentazione dei luoghi delle vittime innocenti della mafia nella provincia di Palermo. Il periodo storico preso in considerazione copre più di un secolo di fatti di cronaca: dal primo omicidio di mafia riconosciuto come tale, il delitto “eccellente” dell’ex sindaco di Palermo Emanuele Notarbartolo del 1 febbraio 1893,1 all’omicidio – oggi ancora oggetto di indagini da parte della magistratura – dell’avvocato penalista Vincenzo Fragalà bastonato a morte il 26 febbraio 2010.2

   Ho iniziato a immaginare questo progetto nel gennaio del 2010 in occasione dell’uscita del film d'animazione Giovanni e Paolo e il mistero dei pupi.3 Avevo 27 anni e l’amara consapevolezza che non solo la mafia esiste, come organizzazione e come mentalità, ma che le nuove generazioni sono complici della perdita di memoria di certi avvenimenti storici. È dal ricordo del sacrificio, spesso individuale, che credo sia necessario ripartire. L’elenco delle vittime è lungo e include politici, magistrati, poliziotti, uomini delle scorte, giornalisti, imprenditori, donne, bambini e gente comune che ha avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Avevo nove anni quando Falcone, Borsellino e le loro scorte saltarono in aria. È strano come funzioni la memoria: della strage di Capaci ho un ricordo nitidissimo, di Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani. Di via D’Amelio ricordo solo le parole del magistrato Caponnetto: «È finito tutto». Come spieghi a un bambino di nove anni che è finito tutto? Falcone e Borsellino sono solo l’apice di una lista troppo lunga e sconcertante di vittime.