di Salvatore D'Agostino
Mentre le politiche ‘sovraniste’ cercano di limitare le forme di protesta, quelle ancora tollerate sembrano essere quelle che difendono interessi locali, una sorta di 'sovranismo' in scala ridotta. Parlo delle proteste di quartieri o comunità che cercano di opporsi a iniziative pubbliche che potrebbero danneggiare il loro territorio. Questo fenomeno è sintetizzato dall'acronimo inglese NIMBY (Not In My Back Yard, "Non nel mio cortile"). Attraversando le vecchie strade di Brooklyn, un tempo abitate da italiani e oggi prevalentemente dalla comunità cinese, assisto a una protesta: centinaia di persone manifestano contro il comune per opporsi alla costruzione di un centro per senzatetto tra l'86° strada e la 25° Avenue. Una forma di sovranismo locale, applicata al quartiere.
While ‘nationalist’ policies seek to limit forms of protest, those still tolerated seem to be the ones that defend local interests, a kind of 'nationalism' on a smaller scale. I’m referring to protests by neighborhoods or communities that try to oppose public initiatives that could harm their territory. This phenomenon is summarized by the English acronym NIMBY (Not In My Back Yard). As I walk through the old streets of Brooklyn, once inhabited by Italians and now predominantly by the Chinese community, I witness a protest: hundreds of people are demonstrating against the city to oppose the construction of a homeless shelter between 86th Street and 25th Avenue. A form of local nationalism, applied to the neighborhood.
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