tag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post8252215038898152105..comments2024-03-03T21:03:22.671+01:00Comments on WILFING ARCHITETTURA: 0004 [SQUOLA] La testa mi fa direSalvatore D'Agostinohttp://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-75188491435315653982009-11-20T16:18:09.749+01:002009-11-20T16:18:09.749+01:00Seconda parte:
Ho pubblicato il tuo articolo poich...Seconda parte:<br />Ho pubblicato il tuo articolo poiché penso che occorre sfatare la sensazione che su internet non sia impossibile reperire fonti documentate e autorevoli o come dici ‘agili’.<br />È notizia di qualche giorno fa che in Inghilterra è cresciuto di 4 punti il gettito pubblicitario nella rete arrivando al 18,7%, appena lo 0,6% in meno della stampa (19,3%) e il 3% in meno della televisione (21,7%).»<br />Secondo il rapporto annuale (2009) redatto dall’Eurispes il 43,4% degli italiani utilizza prevalentemente la Tv per tenersi informato. i quotidiani cartacei (26,7%), quelli on line (19,1%), la radio (7,9%) e la free press (2,4%).<br />Qui il link: http://www.eurispes.it/index.php?option=com_content&view=article&id=710:rapporto-italia-2009&catid=47:rapporto-italia&Itemid=222<br />Il dato ‘inglese’ci indica che nel prossimo futuro la TV deve riposizionarsi poiché la pubblicità implica di farlo.<br />La tua storia spiega bene l’asincronica delle nostre università rispetto le mutazioni sociali e le sue nuove protesi (PC).<br />La domanda di Quistelli: «A chi volesse fare l'architetto bisognerebbe chiedere e dire: ebbene, sapete disegnare?». Il ‘disegno’, cioè la capacità di elaborare criticamente il proprio pensiero resta il punto di partenza per formare le giovani generazioni.<br />Condivido che: «I nostri studi non possono partire da modelli matematici e dalla loro sostanza astratta. Per chi usa questa strada, la realtà e la sua capacità di risposte finite, si identificano all’interno della stabilità e l'ordine dei principi». Ma non vedo strategia migliore di quella di affrontare con senno la vera sfida dell’Università l’attenzione continua nei confronti della complessità.<br />Una strada possibile è quella di uscire fuori dalla propria accademia e partecipare con ‘equità’ all’azione civica del nostro paese.<br />Da qualche tempo, il linguista Tullio De Mauro, pone una domanda: siamo proprio sicuri di avere degli educatori all’altezza del proprio compito? Suggerisce non dei ‘corsi di aggiornamento’ ma delle riverifiche delle personali competenze ed eventualmente dei corsi di recupero.<br />Non prendiamoci in giro, occorre cominciare a sottrarre concretamente pubblico inane (professori/studenti) e abituarlo alla critica attiva.<br />Una missione ‘impossibile’ soprattutto per chi da anni spolvera la propria poltrona o partecipa ai convegni con ‘benefit’ per solo colleghi/amici.<br />La mia ‘testa mi fa dir’e che è proprio la testa ‘politica/amministrativa’ che occorrerebbe resettare e aggiornare ma so bene che non sono stupidi computer.<br />Saluti,<br />Salvatore D’AgostinoSalvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-12640668514416743222009-11-20T16:17:52.112+01:002009-11-20T16:17:52.112+01:00Prima parte:
Isidoro,
in un editoriale di qualche ...Prima parte:<br />Isidoro,<br />in un editoriale di qualche anno fa (ottobre 2005) scritto da Francesco dal Co per la rivista Casabella (n. 737) dal titolo emblematico ‘In Italia ci sono ventitré facoltà di architettura. Prossima tappa i Corsi di laurea di quartiere?’<br />Proponeva: «Queste poche righe non contengono che appunti; ben altro sarebbe lo spazio che la gravità del problema richiederebbe. Però, per comprendere come la patologia che le Facoltà di Architettura italiane denunciano sia degenerata, basta leggere il Piano strategico 2005–2015 presentato recentemente dalla Bocconi, per rendersi conto dell’abisso che separa le nostre Facoltà da ciò che sarebbe serio proporsi di fare e che, per l’università milanese, è così riassumibile: reclutare il 50% dei nuovi docenti sul mercato internazionale; non sottostare all’“egualitarismo salariale” e agli automatismi che vigono nell’università di stato per selezionare il personale docente; sviluppare la ricerca; aumentare del 35% in dieci anni gli insegnanti di ruolo; affidare il 20% del carico didattico a docenti esterni; assumere 50 docenti stranieri stabili; portare al 15% la presenza degli studenti stranieri; incrementare strutture, assistenza, programmi di formazione postlaurea, ecc.»<br />E terminava con una domanda: «Le scuole serie (di solito si trovano in grandi città o in campus attrezzati) possono contare sui progettisti e professionisti migliori; costoro raramente diventano “professori di ruolo”; viaggiano e insegnano sino a quando questa attività li interessa o è utile – anche per poco tempo, perché oltre ad insegnare tutti costoro sono architetti (Mies van der Rohe non aveva dubbi: per insegnarla, l’architettura bisogna saperla fare). Ma vi immaginate Jacques Herzog a insegnare a Rende, Moneo a Dalmine, Cecil Balmond spiegare come un edificio si regge in piedi ad Aversa?»<br />Puoi trovare il link qui ---> http://www.arcomai.it/index.asp?id=post_972301Salvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-52124128393383309532009-11-10T13:11:15.103+01:002009-11-10T13:11:15.103+01:00un saggio chiaro, avanzato e anticonformistaun saggio chiaro, avanzato e anticonformistaAnonymoushttp://fai.informazione.it/s/23093BDC-0406-4E9A-A7A6-401663BBD86D/0004-SQUOLA-La-testa-mi-fa-direnoreply@blogger.com